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Il
cemento
pozzolanico
La pozzolana è una fine cenere vulcanica estratta tradizionalmente
a Pozzuoli, vicino Napoli, sulle falde del Vesuvio, ma anche in diverse
altre regioni vulcaniche. Già Vitruvio descriveva quattro tipi di
pozzolana: nera, bianca, grigia e rossa.
Miscelata con la calce (in rapporto due a uno) si comporta come il
cemento pozzolanico e permette di preparare una buona malta, in grado
di
fare presa anche sott'acqua. Questa proprietà consente un impiego
innovativo nella realizzazione di strutture in calcestruzzo, come
avevano
già ben compreso i Romani: l'antico porto di Cosa fu realizzato
in pozzolana, miscelata con calce poco prima dell'uso e gettata sotto
l'acqua,
probabilmente utilizzando un lungo tubo per depositarla sul fondo senza
disperderla nell'acqua di mare.
I tre moli sono ancora oggi visibili, con la parte subacquea ancora
in buone condizioni dopo 2100 anni.
Il cemento pozzolanico è tuttora prodotto, anche se la cenere
vulcanica è stata in molti casi rimpiazzata da cenere di carbone
proveniente dalle centrali termoelettriche, scorie di fonderia o
residui
ottenuti scaldando il quarzo. In commercio si trovano più comunemente
miscele di cementi pozzolanici e Portland. Questa miscela è più
resistente del Portland da solo in quanto è meno porosa, cosa che
la rende adatta anche per la realizzazione di vasche per contenere
acqua.
Un'altra caratteristica di questo materiale è la sua elevata
basicità naturale, che lo rende particolarmente resistente alla
corrosione atmosferica operata dai solfati.
Cemento
a presa rapida
Il cemento a presa rapida, anche detto cemento romano, ha la
caratteristica
di rapprendere in pochi minuti dalla miscelazione con acqua. Si produce
in modo simile al cemento Portland, ma con temperature di cottura
inferiori.
È indicato per piccoli lavori di fissaggio e riparazione, mentre
non è adatto per opere maggiori, in quanto non si avrebbe il tempo
per lavorarlo adeguatamente.
Alcalinità
Quando il cemento Portland è unito all'acqua, la miscela formata
è molto alcalica (circa pH 13) a causa della liberazione di idrossidi
di calcio, sodio e potassio. Sulla pelle ha un effetto caustico e per
questo
motivo, in caso di contatto, bisogna lavare immediatamente con
abbondante
acqua. È opportuno utilizzare guanti ed occhiali per proteggere
gli occhi dagli spruzzi.
Una volta indurito il cemento può essere toccato senza
problemi.
Presenza
di cromo
Nel cemento può essere contenuta una certa quantità di
cromo esavalente, che è irritante per contatto con la pelle. In
alcuni paesi il contenuto in cromo esavalente è regolamentato. Per
esempio secondo la normativa della comunità europea, come già
in passato nei paesi del nord Europa, non deve superare le 2 parti per
milione (mg/Kg). Il cromo metallico può essere contenuto in quantità
superiori.
Inquinamento
Un impianto di produzione di cemento negli anni '30 poteva avere
importanti
effetti sulla salute a causa delle sostanze rilasciate dai processi di
lavorazione, oltre che dalle attività accessorie (traffico di camion,
estrazione con esplosivi). Al giorno d'oggi l'evoluzione della
tecnologia
e la legislazione adottata da tutti i principali paesi sviluppati ha
permesso
di ridurre al minimo tali rischi.
In particolare la cottura del clinker richiede gradi quantità
di combustibile, spesso carbone, che assieme alle impurità presenti
nella calce provoca una significativa emissione di inquinanti, tra cui
gas a serra, ossidi di azoto (NOx), biossido di zolfo (SO2), monossido
di carbonio (CO), composti organici volatili e polveri fini (PM10 e
PM2,5).
Non esistono prove scientifiche riguardanti emissioni significative di
arsenico, piombo e mercurio.
L'industria del cemento in passato era ritenuta causa di problemi
polmonari
e circolatori, tra cui asma, bronchite, attacchi cardiaci nonché
tumori. Al giorno d'oggi i controlli sanitari e le analisi on-line 24
ore
su 24 dei cicli di produzione da parte degli Enti Competenti hanno
eliminato
tali rischi. Il cromo esavalente presente nel cemento, comporta rischi
per l'operatore (che ne venisse a contatto sulla pelle) solo nella fase
di impasto della malta o calcestruzzo. Ad oggi sono presenti degli
additivi
che trasformano il cromo esavalente (dannoso) in cromo tetravalente
(non
dannoso). Questi addittivi hanno un tempo di efficenza che varia da tre
a sei mesi a seconda delle aziende che producono cemento.
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