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Parliamo di ristrutturazioni
Con il termine ristrutturazione vogliamo indicare il significato letterale della parola: ridare una struttura ad un edificio. Per questa non bisogna intendere la statica o l'ossatura in cemento armato, o almeno non solo essa, ma l'insieme di elementi portanti ed organizzativi della funzionalità della costruzione considerata. 
Dunque, non si ristruttura un'abitazione se si cambiano i pavimenti, il rivestimento, gli infissi o le tegole del tetto. In questo caso sarà una manutenzione. Diversamente se modifichiamo le scale, i solai, le aperture verso l'esterno o la distribuzione interna facciamo quasi sempre, secondo la dimensione dell'intervento, una ristrutturazione. 
Non si può iniziare un tale tipo di lavori, soprattutto nelle costruzioni di una certa epoca, senza prevedere ancor prima della fase progettuale i reali obiettivi che ci si propone di raggiungere. Certamente serve l'aiuto di un tecnico, ma occorre che il committente abbia le idee chiare sulle proprie richieste senza che, come avviene talora, proponga le soluzioni: egli deve dichiarare i suoi desideri, come raggiungerli è compito del progettista.
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Perchè ristrutturare
Non sempre è necessario procedere a costosi lavori di edilizia. Un edificio con determinate caratteristiche non può acquistarne facilmente di altre senza grandi sacrifici in termini di demolizioni e di costi. Spesso il risultato non è migliore della situazione precedente e tutto potrebbe risolversi in un buco nell'acqua. Ma se l'edificio non presenta più le caratteristiche di un'opera di architettura come si è definita nell'apposita pagina di questo sito, oppure gli elementi sono inadeguati o le funzioni sono modificate, può essere giusto intervenire con lavori anche molto incisivi. 
In primo luogo è necessario fare una lista di tutti i requisiti che si intendono ottenere, prima senza alcun ordine, così come vengono in mente, e poi sistemati in una scala di priorità. Questa classifica va presentata al tecnico che progetterà l'opera.
 
Come ristrutturare
Ci sono alcuni progettisti che pensano sempre a demolire, a ricostruire con materiali e forme diverse, a modernizzare la composizione, a cambiare tutto. Spesso il loro ultimo pensiero va alla convenienza economica dell'intervento che spesso sono i più importanti, anche se dovrebbero essere indicati sempre dal committente. Ma se si possono ottenere gli stessi risultati, o migliori, anche con minori lavori non si comprende perchè si debbano abbandonare tali strade che forse sono un pò più impervie per la fase progettuale, ma che alla fine danno le migliori soddisfazioni al tecnico, al proprietario, all'impresa esecutrice. 
Bisogna pertanto scegliere quali sono gli elementi che, anche in termini figurativi e non solo statici, vanno mantenuti integri o rinforzati, quali vanno eliminati, quali modificati sostanzialmente. L'organismo della costruzione deve continuare a vivere con maggior vigoria architettonica: solo così la ristrutturazione sarà riuscita. 
Ad esempio non è detto che i solai, se ancora in buono stato, debbano essere ricostruiti. I muri in piera o mattoni portanti si devono demolire solo se esistono lesioni macroscopiche o pericoli di crollo, diversamente si possono sanare: manterranno la loro qualità per altrettanti anni. Un tetto di legno non deve essere sempre ricostruito in travetti di altro materiale. I coppi dei vecchi edifici non possono essere cambiati con le moderne tegole come se nulla fosse. Infine i materiali esistenti, se non appaiono logorati dal tempo e fatiscenti, sono senz'altro migliori dei nuovi per il solo fatto che hanno subito un collaudo di anni di uso.
 
Errori da evitare
Nei lavori di ristrutturazione si commettono tantissimi errori dovuti ad un'infinità di casi: è inutile pensare all'esperienza (che non guasta mai) o alla perizia del tecnico e delle maestranze (che comunque va sempre ricercata). Molti di essi sono dovuti alle scelte che opera anche il committente e che trova non adeguate solo dopo la loro realizzazione. Sapere già prima di iniziare che vi saranno delle incongruenze ci potrebbe far sentire un pò meno depressi alla fine. 
Si elencano una serie di errori generali ricorrenti (che almeno così potrebbero essere evitati): 
1) pensare che la ristrutturazione alla fine ci consegnerà un immobile di minor valore o qualità rispetto ad uno nuovo; 
2) avere il terrore di demolire parti anche strutturali; 
3) avere la convinzione di dover demolire tutto; 
4) cercare il risparmio sui materiali o sui lavori di tipo strutturale; 
5) operare scelte economicamente diverse per le varie parti della costruzione (pavimenti, infissi, impianti); 
6) recuperare materiali di scarso valore; 
7) gettare tra i rifiuti materiali o componenti di valore storico e sociale; 
8) pensare che non si possano organizzare elementi vecchi o antichi con altri moderni anche per tecnologia; 
9) non avere coraggio di tentare soluzioni innovative rispettando la natura della costruzione esistente; 
10) pensare che l'onorario minore di un progettista o il costo inferiore di un'impresa siano sempre risparmio.
 
I costi
I costi di una ristrutturazione si devono misurare considerando non solamente il valore iniziale, la spesa ed il valore finale, ma anche la qualità in termini sociali e di civiltà di un recupero ben realizzato. I primi sono computabili solamente dal punto di vista economico e potrebbero essere validi per chi ristruttura per lavoro, i secondi sono stimabili da parte del committente che adopererà per suo conto, per il suo ufficio, per la sua azienda, per la sua abitazione l'immobile appena rigenerato. Questi costi, che possiamo chiamare anche affettivi, non sono quantificabili su un mercato che non li apprezzerebbe, ma esistono ugualmente e di essi ne gode chi fruisce della costruzione, con la sua sensibilità, con la sua cultura, con la sua soddisfazione finale. 
Non bisogna dimenticare mai che ciò che piace non ha prezzo: recuperare vecchi mattoni fatti a mano, inglobare un parquet in un pavimento in ceramica, realizzare una inferriata come un termosifone, riutilizzare vecchi infissi, ripulire muri in pietra da lasciare a vista, possono essere lavori molto costosi, anche più delle soluzioni con nuovi materiali, ma diversamente andrebbe distrutta una parte della civiltà che ha prodotto quell'edificio. Chi la recupera, la rivitalizza, la ristruttura, la rende ancora parte della nostra storia: il costo allora non è altro che un investimento per la cultura e per il futuro.