MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e
collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento
Il Ministro dei Lavori Pubblici di concerto con il Ministro dell'Interno
Vista la legge 2 febbraio 1974, n. 64, recante norme per la disciplina
della progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e
per il loro consolidamento;
Visto il decreto 9 gennaio 1987 di approvazione delle norme per la
progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il
loro consolidamento;
Ritenuto che occorre apportare alcune integrazioni e rettifiche al
testo della normativa approvata con il richiamato decreto 9 gennaio 1987;
Sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici, che si è
espresso con il parere emesso dall'assemblea generale in data 24 luglio
1987 con il voto n. 334;
Decreta:
Art. 1
Sono approvate le integrazioni e le rettifiche apportate alle norme
tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura
e per il loro consolidamento, di cui al decreto ministeriale 9 gennaio
1987, predisposte dal Servizio tecnico centrale e già inserite nel
testo unificato allegato al presente decreto.
Art. 2
Le presenti norme sostituiscono quelle di cui al decreto 9 gennaio
1987 ed entrano in vigore il 19 dicembre 1987, data già fissata
con il decreto anzidetto.
SOMMARIO
Unità di misura
TITOLO I - NORME TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E COLLAUDO
DEGLI EDIFICI IN MURATURA
Capitolo 1° - GENERALITA'
1.1 Oggetto ed ambito di applicazione
1.2 Caratteristiche tipologiche e materiali
1.2.1 Malte
1.2.2 Muratura costituita da elementi resistenti artificiali
1.2.3 Muratura costituita da elementi resistenti naturali
1.3 Concezione strutturale dell'edificio
1.3.1 Collegamenti
1.3.1.1 Cordoli
1.3.1.2 Incatenamenti orizzontali interni
1.4 Spessori minimi dei muri
Capitolo 2° - MURATURE FORMATE DA ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI
2.1 Dimensionamento semplificato
2.2 Analisi strutturale
2.2.1 Muri soggetti a carichi verticali
2.2.1.1 Schema statico
2.2.1.2 Eccentricità dei carichi
2.2.1.3 Snellezza della muratura
2.2.1.4 Coefficiente di riduzione della resistenza del muro
2.2.2 Muri soggetti a forze orizzontali
2.3 Caratteristiche meccaniche della muratura
2.3.1 Resistenza caratteristica a compressione
2.3.1.1 Determinazione della resistenza caratteristica a compressione
in base alle caratteristiche dei componenti
2.3.2 Resistenza caratteristica a taglio
2.3.2.1 Determinazione della resistenza caratteristica a taglio in
base alle caratteristiche dei componenti
2.4 Norme di calcolo
2.4.1 Verifiche di sicurezza con il metodo delle tensioni ammissibili
2.4.1.1 Verifica dei muri soggetti ai carichi verticali
2.4.1.2 Verifica dei muri soggetti a forze orizzontali agenti nel piano
del muro
2.4.1.2.1 Verifica a pressoflessione
2.4.1.2.2 Verifica a taglio
2.4.2 Verifiche di sicurezza con il metodo semiprobabilistico agli
stati limite
2.4.2.1 Combinazione di carico
2.4.2.2 Verifica dei muri soggetti ai carichi verticali
2.4.2.3 Verifica dei muri soggetti a forze orizzontali agenti nel piano
del muro
2.4.2.3.1 Verifica a pressoflessione
2.4.2.3.2 Verifica a taglio
Capitolo 3° - MURATURE FORMATE DA ELEMENTI RESISTENTI NATURALI
3.1 Dimensionamento semplificato
3.2 Norme di calcolo per edifici in muratura di pietra squadrata
3.3 Caratteristiche meccaniche della muratura di pietra squadrata
3.3.1 Resistenza caratteristica a compressione della muratura
3.3.1.1 Determinazione della resistenza caratteristica a compressione
della muratura in base alle caratteristiche dei componenti
3.3.2 Resistenza caratteristica a taglio della muratura
3.3.2.1 Determinazione della resistenza caratteristica a taglio della
muratura in base alle caratteristiche dei componenti
Capitolo 4° - COLLAUDO STATICO DEGLI EDIFICI IN MURATURA
TITOLO II - NORME TECNICHE PER IL CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI IN MURATURA
Capitolo 1° - GENERALITA'
1.1 Oggetto e ambito di applicazione
1.2 Criteri di scelta progettuale
1.3 Operazioni progettuali
Capitolo 2° - CRITERI GENERALI DI CALCOLO
2.1 Analisi dei materiali
2.2 Schema strutturale
2.3 Provvedimenti tecnici
2.3.1 Provvedimenti tecnici in fondazione
ALLEGATI - Determinazione sperimentale della resistenza dei materiali
Allegato 1:
1.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli
elementi resistenti artificiali e naturali
1.1.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli
elementi resistenti artificiali
1.1.2 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli
elementi resistenti naturali
1.2 Modalità per la determinazione della resistenza a compressione
degli elementi resistenti artificiali
1.2.1 Resistenza a compressione nella direzione dei carichi verticali
1.2.2 Resistenza a compressione nella direzione ortogonale a quella
dei carichi verticali e nel piano della muratura
1.3 Resistenza a compressione degli elementi resistenti naturali
Allegato 2:
2.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione e della
resistenza a taglio della muratura
2.1.1 Resistenza a compressione della muratura
2.1.1.1 Caratteristiche dei provini
2.1.2 Resistenza a taglio della muratura in assenza di carichi verticali
UNITA' DI MISURA
Il sistema di unità di misura adottato è il "Sistema Internazionale
di unità" indicato con la sigla "SI" di cui alle direttive del Consiglio
delle Comunità europee n. 76/770/CEE del 27 luglio 1976.
Nelle presenti norme sono indicati anche, tra parentesi quadre, i corrispondenti
valori nelle unità di misura del sistema tecnico.
Nella relazione tra i due sistemi:
1 kgf = 9.81 N (newton)
per le grandezze relative alle presenti norme il coefficiente 9.81
è stato arrotondato a 10 per ragioni di carattere pratico.
Titolo I - NORME TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE, ESECUZIONE
E COLLAUDO DEGLI EDIFICI IN MURATURA
Capitolo 1° - GENERALITA'
1.1 Oggetto ed ambito di applicazione
Le presenti norme hanno lo scopo di fissare i criteri generali tecnico-costruttivi
per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo degli edifici a uno o
a più piani, in tutto o in parte a muratura portante, costituiti
da un insieme di sistemi resistenti collegati tra di loro e le fondazioni
e disposti in modo da resistere ad azioni verticali ed orizzontali.
Per altre tipologie edilizie, le presenti norme potranno assumersi
quale utile riferimento metodologico.
Le murature considerate sono quelle costituite da elementi resistenti
collegati fra di loro tramite malta.
Le presenti norme non sono applicabili agli edifici realizzati in muratura
armata, ai quali si applica la procedura indicata nell'ultimo comma dell'art.
1 della legge n. 64 del 2 febbraio 1974 e successive modificazioni.
Per gli edifici realizzati in zona sismica si applicheranno inoltre
le prescrizioni di cui alla legge 2 febbraio 1974, n. 64, e decreto ministeriale
24 gennaio 1986 e successive modificazioni ed integrazioni.
Per quanto concerne le opere di fondazione vale quanto stabilito dal
decreto ministeriale 21 gennaio 1981 e successivi aggiornamenti.
1.2 Caratteristiche tipologiche e materiali
1.2.1 Malte
L'acqua per gli impasti deve essere limpida, priva di sostanze organiche
o grassi, non deve essere aggressiva né contenere solfati o cloruri
in percentuale dannosa.
La sabbia da impiegare per il confezionamento delle malte deve essere
priva di sostanze organiche, terrose o argillose.
Le calci aeree, le pozzolane ed i leganti idraulici devono possedere
le caratteristiche tecniche ed i requisiti previsti dalle vigenti norme
(regii decreti 16 novembre 1939, n. 2231 e n. 2230; legge 26 maggio 1965,
n. 595, decreto ministeriale 14 gennaio 1966, decreto ministeriale 3 giugno
1968, decreto ministeriale 31 agosto 1972 e successive integrazioni o modificazioni).
L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte all'uso è
consentito purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione
del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità
dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri
tra quelli appresso indicati il fornitore dovrà certificare con
prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa.
Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione
delle malte sono riportate nel decreto ministeriale 3 giugno 1968.
I tipi di malta e loro classi sono definite in rapporto alla composizione
in volume secondo la tabella seguente:
Alla malta cementizia si può aggiungere una piccola quantità
di calce aerea con funzione plastificante.
Malte di diverse proporzioni nella composizione confezionate anche
con additivi, preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti
a quelle indicate qualora la loro resistenza media a compressione risulti
non inferiore ai valori seguenti:
12 N/mm2 [120 kgf/cm2] per l'equivalenza alla malta M1
8 N/mm2 [ 80 kgf/cm2] per l'equivalenza alla malta M2
5 N/mm2 [ 50 kgf/cm2] per l'equivalenza alla malta M3
2.5 N/mm2 [ 20 kgf/cm2] per l'equivalenza alla malta M4
1.2.2 Muratura costituita da elementi resistenti artificiali
La muratura è costituita da elementi resistenti aventi generalmente
forma parallelepipeda, posti in opera in strati regolari di spessore costante
e legati tra di loro tramite malta.
Gli elementi resistenti possono essere in:
- laterizio normale;
- laterizio alleggerito in pasta;
- calcestruzzo normale;
- calcestruzzo alleggerito.
Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in
direzione normale al piano di posa (elementi a foratura verticale) oppure
in direzione parallela (elementi a foratura orizzontale).
Elementi resistenti in laterizio
Si distinguono le seguenti categorie in base alla percentuale di foratura
f ed all'area media della sezione normale di un foro f:
Elementi pieni f £ 15% f £ 9 cm2
Elementi semipieni 15% < f £ 45% f £ 12 cm2
Elementi forati 45% < f £ 55% f £ 15 cm2
La percentuale di foratura è espressa dalla formula seguente:
f = 100 F/A
in cui: F = area complessiva dei fori passanti e profondi non passanti;
A = area lorda della faccia delimitata dal suo perimetro.
La distanza minima tra un foro ed il perimetro esterno non potrà
essere inferiore a cm 1.0, al netto dell'eventuale rigatura, mentre la
distanza fra due fori non potrà essere inferiore a cm 0.8 con una
tolleranza del 10%.
Per elementi da paramento la distanza fra un foro ed il perimetro esterno
deve di almeno cm 1.5, per elementi lisci, e di cm 1.3 per elementi rigati,
al netto della rigatura.
I fori dovranno essere distribuiti pressoché uniformemente sulla
faccia dell'elemento.
Quando A sia maggiore di 300 cm2, l'elemento può essere dotato
di un foro di presa di maggiori dimensioni fino ad un massimo di 35 cm2,
da computare nella percentuale complessiva della foratura, avente lo scopo
di agevolare la presa manuale; per A maggiore di 580 cm2, i fori di presa
possono essere due con area di ogni foro non maggiore di 35 cm2 e da computare
nella percentuale complessiva della foratura.
Gli elementi possono avere incavi di limitata profondità destinati
ad essere riempiti dal letto di malta.
Elementi resistenti in calcestruzzo
Si distinguono le seguenti categorie in base alla percentuale di foratura
come sopra definite:
Elementi pieni f £ 15%
Elementi semipieni 15% < f £ 45%
Elementi forati 45% < f £ 55%
La distanza minima tra un foro ed il perimetro esterno (al netto della
eventuale rigatura) e tra due fori non potrà essere inferiore a
1.8 cm.
I fori dovranno essere distribuiti pressoché uniformemente sulla
faccia del pezzo e l'area media della loro sezione normale non deve essere
superiore a 0.10A. Quando A sia maggiore di 900 cm2 l'elemento può
essere dotato di fori di maggiori dimensioni fino ad un massimo di 0.15A.
Gli elementi possono avere incavi di limitata profondità destinati
ad essere riempiti dal letto di malta.
Le caratteristiche di resistenza degli elementi resistenti artificiali
in laterizio o calcestruzzo devono essere valutate secondo le indicazioni
in allegato 1.
1.2.3 Muratura costituita da elementi resistenti naturali
La muratura è costituita da elementi in pietra legati tra di
loro tramite malta.
Le pietre, da ricavarsi in genere per abbattimento di rocce, devono
essere non friabili o sfaldabili, e resistenti al gelo nel caso di murature
esposte direttamente agli agenti atmosferici.
Non devono contenere in misura sensibile sostanze solubili, o residui
organici.
Le pietre devono presentarsi monde di cappellaccio e di parti alterate
o facilmente removibili; devono possedere sufficiente resistenza sia allo
stato asciutto che bagnato, e buona adesività alle malte.
In particolare gli elementi devono possedere i requisiti minimi di
resistenza determinabili secondo le modalità descritte nell'allegato
1.
L'impiego di elementi provenienti da murature esistenti è subordinato
al soddisfacimento dei requisiti sopra elencati ed al ripristino della
freschezza delle superfici a mezzo di pulitura e lavaggio delle superfici
stesse.
Le murature formate da elementi resistenti naturali si distinguono
nei seguenti tipi:
1) muratura di pietra non squadrata: composta con pietrame di cava
grossolanamente lavorato, posto in opera in strati pressoché regolari;
2) muratura listata: costituita come la muratura in pietra non squadrata,
ma intercalata da fasce di conglomerato semplice o armato oppure da ricorsi
orizzontali costituiti da almeno due filari in laterizio pieno, posti ad
interasse non superiore a m 1.6 ed estesi a tutta la lunghezza ed a tutto
lo spessore del muro;
3) muratura di pietra squadrata: composta con pietre di geometria pressoché
parallelepipeda poste in opera in strati regolari.
1.3 Concezione strutturale dell'edificio
L'edificio a uno o più piani a muratura portante deve essere
concepito come una struttura tridimensionale costituita da singoli sistemi
resistenti collegati tra di loro e le fondazioni e disposti in modo da
resistere alle azioni verticali ed orizzontali.
Detti sistemi sono:
a) muri sollecitati prevalentemente da azioni verticali;
b) muri sollecitati prevalentemente da azioni orizzontali;
c) solai piani.
Ai fini di un adeguato comportamento statico dell'edificio, tutti i
muri devono avere, per quanto possibile, sia la funzione portante che di
controventamento.
Occorre inoltre assicurare che i solai possano per resistenza e rigidezza
assolvere il compito di ripartire le azioni orizzontali fra i muri di controventamento.
Le presenti norme forniscono i criteri per la verifica di sicurezza
dei muri; per la verifica di sicurezza dei solai si rimanda alle vigenti
norme tecniche emanate in base alla legge 5 novembre 1971, n. 1086.
Possono essere ammessi negli orizzontamenti elementi a volta a semplice
o doppia curvatura, alle seguenti condizioni:
gli elementi siano contenuti all'interno dei riquadri della scatola
muraria;
sia assicurato in tale ambito l'assorbimento delle corrispondenti spinte
orizzontali;
sia comunque garantita la capacità globale dell'impalcato a
ripartire le azioni orizzontali tra i muri di controventamento.
1.3.1 Collegamenti
I tre sistemi di elementi piani sopraddetti devono essere opportunamente
collegati fra loro.
Tutti i muri saranno collegati al livello dei solai mediante cordoli
e, tra di loro, mediante ammorsamenti lungo le intersezioni verticali.
Inoltre essi saranno collegati da opportuni incatenamenti al livello
dei solai. Nella direzione di tessitura dei solai la funzione di collegamento
potrà essere espletata dai solai stessi purché adeguatamente
ancorati alla muratura.
Il collegamento fra la fondazione e la struttura in elevazione sarà
di norma realizzato mediante cordolo in c.a. disposto alla base di tutte
le murature verticali resistenti, di spessore pari a quello della muratura
di fondazione e di altezza non inferiore alla metà di detto spessore.
1.3.1.1 Cordoli
In corrispondenza dei solai di piano e di copertura i cordoli si realizzeranno
generalmente in cemento armato, di larghezza pari ad almeno 2/3 della muratura
sottostante, e comunque non inferiore a 12 cm e di altezza almeno pari
a quella del solaio e comunque non inferiore alla metà dello spessore
del muro.
Per i primi tre orizzontamenti, a partire dall'alto, l'armatura minima
dei cordoli sarà di almeno 6 cm2 con diametro non inferiore a mm
12.
In ogni piano sottostante gli ultimi tre, detta armatura minima sarà
aumentata di 2 cm2 a piano.
La stessa armatura dovrà essere prevista nel cordolo di base
interposto fra la fondazione e la struttura in elevazione.
In ogni caso, le predette armature non dovranno risultare inferiori
allo 0.6% dell'area del cordolo.
Le staffe devono essere costituite da tondi di diametro non inferiore
a 6 mm poste a distanza non superiore a 30 cm.
Per edifici con più di 6 piani, entro e fuori terra, l'armatura
dei cordoli sarà costituita da tondi con diametro non inferiore
a 14 mm e staffe con diametro non inferiore a 8 mm.
Negli incroci a L le barre dovranno ancorarsi nel cordolo ortogonale
per almeno 40 diametri; lo squadro delle barre dovrà sempre abbracciare
l'intero spessore del cordolo.
1.3.1.2 Incatenamenti orizzontali interni
Gli incatenamenti orizzontali interni, aventi lo scopo di collegare
i muri paralleli della scatola muraria ai livelli dei solai, devono essere
realizzati per mezzo di armature metalliche.
Tali incatenamenti dovranno avere le estremità efficacemente
ancorate ai cordoli.
Nella direzione di tessitura del solaio possono essere omessi gli incatenamenti
quando il collegamento è assicurato dal solaio stesso.
In direzione ortogonale al senso di tessitura del solaio gli incatenamenti
orizzontali saranno obbligatori per solai con luce superiore ai 4.5 metri
e saranno costituiti da armature con una sezione totale pari a 4 cm2 per
ogni campo di solaio.
1.4 Spessori minimi dei muri
Lo spessore dei muri non può essere inferiore ai seguenti valori:
a) muratura in elementi resistenti artificiali pieni cm 12
b) muratura in elementi resistenti artificiali semipieni cm 20
c) muratura in elementi resistenti artificiali forati cm 25
d) muratura di pietra squadrata cm 24
e) muratura listata cm 40
f) muratura di pietra non squadrata cm 50
Capitolo
2° - MURATURE FORMATE DA ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI
2.1 Dimensionamento semplificato
Per edifici realizzati in muratura formata da elementi resistenti artificiali
pieni o semipieni è possibile omettere le verifiche di sicurezza
indicate al successivo punto 2.4 nel caso vengano rispettate le prescrizioni
seguenti:
a) l'edificio sia costituito da non più di tre piani entro e
fuori terra;
b) la planimetria dell'edificio sia inscrivibile in un rettangolo con
rapporti fra lato minore e lato maggiore non inferiore a 1/3;
c) la snellezza della muratura, secondo la definizione del punto 2.2.1.3,
non sia in nessun caso superiore a 12;
d) l'area della sezione di muratura resistente alle azioni orizzontali,
espressa in percentuale rispetto alla superficie totale in pianta dell'edificio,
sia non inferiore al 4% nelle due direzioni principali escluse le parti
aggettanti; non sono da prendere in considerazione, ai fini della percentuale
di muratura resistente, i muri di lunghezza L inferiore a 50 cm, misurata
al netto delle aperture.
Deve inoltre risultare:
s = N/(0.65 A) £ sm
in cui:
N: carico verticale totale alla base del piano più basso dell'edificio;
A: area totale dei muri portanti allo stesso piano;
sm: tensione base ammissibile della muratura, definita al punto 2.4.1.
2.2 Analisi strutturale
L'analisi strutturale, in virtù delle caratteristiche descritte
al punto 1.3 può essere condotta valutando separatamente le sollecitazioni
derivanti dai carichi verticali e quelle derivanti dalle azioni orizzontali.
2.2.1 Muri soggetti a carichi verticali
2.2.1.1 Schema statico
Convenzionalmente le sollecitazioni sui muri e solai dovute ai carichi
verticali, vengono valutate assimilando i muri a semplici appoggi per i
solai; per tener conto dei momenti flettenti, dovuti ai carichi verticali,
alle tolleranze di esecuzione ed al vento, i carichi agenti sui muri vengono
considerati applicati con le eccentricità di cui al punto 2.2.1.2.
Qualora si intendano assumere schemi di calcolo più complessi,
ad esempio a telaio, questi sono ammessi purché si tenga correttamente
conto delle caratteristiche tecniche strutturali del nodo muro-solaio e
della parzializzazione delle sezioni.
2.2.1.2 Eccentricità dei carichi
Le eccentricità di cui al paragrafo precedente vanno determinate
convenzionalmente con i criteri che seguono:
a) eccentricità totale dei carichi verticali: es = es1 + es2
es1: dovuta alla eventuale posizione eccentrica del muro del piano
superiore rispetto al piano medio del muro da verificare:
es1 =
es2: eccentricità delle reazioni di appoggio dei solai soprastanti
la sezione di verifica:
es2 =
N1 = carico trasmesso dal muro sovrastante supposto centrato rispetto
al muro stesso;
N2 = reazione di appoggio dei solai sovrastanti il muro da verificare;
d1 = eccentricità di N1 rispetto al piano medio del muro da
verificare;
d2 = eccentricità di N2 rispetto al piano medio del muro da
verificare.
Tali eccentricità sono da considerarsi positive o negative a
seconda che diano luogo a momenti con verso orario o antiorario;
b) eccentricità dovuta a tolleranze di esecuzione ea.
Considerate le tolleranze morfologiche e dimensionali connesse alle
tecnologie di esecuzione degli edifici in muratura si prescrive di tener
conto di una eccentricità ea che deve essere assunta uguale a h/200
(h = altezza interna di piano espressa in cm);
c) eccentricità dovuta al vento ev considerato agente in direzione
normale al piano della muratura.
Tale eccentricità si valuta con la seguente formula:
ev = Mv / N
dove Mv ed N sono, rispettivamente, il massimo momento flettente dovuto
alla pressione (o depressione) del vento, e lo sforzo normale nella relativa
sezione di verifica. Il muro è supposto incernierato al livello
dei piani e, in mancanza di aperture, anche in corrispondenza dei muri
trasversali se questi hanno interasse minore di 6 metri.
Le eccentricità es, ea ed ev vanno convenzionalmente combinate
tra di loro secondo le due seguenti espressioni:
e1 = | es | + | ea | e2 = + | ev |
Il valore di e1 vale per la verifica dei muri nelle loro sezioni di
estremità.
Il valore di e2 vale per la verifica della sezione ove è massimo
il valore di Mv.
I valori delle eccentricità così ricavate si utilizzano
per la valutazione del coefficiente di riduzione della resistenza F (vedi
punto 2.2.1.4).
In ogni caso dovranno risultare:
e1/t £ 0.33
e2/t £ 0.33
L'eccentricità di calcolo non può comunque essere assunta
inferiore ad ea.
2.2.1.3 Snellezza di una muratura
Si definisce snellezza convenzionale di una muratura il rapporto h0/t
in cui:
h0: lunghezza libera di inflessione del muro pari a r·h;
t: spessore del muro.
Il valore di tale rapporto non deve risultare superiore a 20.
Sono indicati con:
h: l'altezza interna di piano;
r: il fattore laterale di vincolo.
Il fattore r assume il valore 1 per muro isolato, ed i valori indicati
nella seguente tabella quando il muro senza aperture (porte o finestre)
è irrigidito con efficace vincolo da due muri trasversali di spessore
non inferiore a 20 cm, posti ad interasse "a".
Se il generico muro trasversale ha della aperture (porte o finestre)
si ritiene convenzionalmente che la sua funzione di irrigidimento possa
essere espletata quando lo stipite delle aperture disti dalla superficie
del muro irrigidito almeno 1/5 dell'altezza del muro stesso; in caso contrario
si assumerà r = 1.
2.2.1.4 Coefficiente di riduzione della resistenza del muro
Il coefficiente F di riduzione della resistenza del muro dipende dalla
snellezza, dalla eccentricità del carico verticale, dallo schema
statico impiegato nel calcolo, e dagli effetti considerati del secondo
ordine.
Tale coefficiente viene ricavato dalla tabella seguente in funzione
della snellezza h0/t e del coefficiente di eccentricità m = 6e/t,
essendo t spessore del muro.
Valori del coefficiente F con l'ipotesi della articolazione (a cerniera)
Per valori non contemplati in tabella è ammessa l'interpolazione
lineare; in nessun caso sono ammesse estrapolazioni.
2.2.2 Muri soggetti a forze orizzontali
La resistenza alle azioni orizzontali è ottenuta tramite il
sistema formato dai solai e dalle pareti murarie, già definito al
precedente punto 1.3.
La pressione del vento è trasmessa ai solai direttamente investiti.
I solai, sufficientemente rigidi e resistenti nel proprio piano, distribuiscono
le azioni orizzontali tra le pareti murarie.
Le pareti murarie si comportano come sistemi piani formati da pannelli
in muratura e da catene aderenti (cordoli).
Le azioni orizzontali si distribuiscono tra le pareti murarie in proporzione
alla loro rigidezza ed alla loro distribuzione planimetrica.
Il calcolo delle rigidezza è effettuato convenzionalmente considerando
la muratura resistente anche a trazione.
Nelle verifiche a pressoflessione non si può tener conto di
tale resistenza.
2.3 Caratteristiche meccaniche della muratura
Le due proprietà fondamentali in base alle quali si classifica
una muratura sono la sua resistenza caratteristica a compressione fk e
la sua resistenza caratteristica a taglio fvk.
2.3.1 Resistenza caratteristica a compressione
La resistenza caratteristica a compressione fk di una muratura si determina
per via sperimentale su campioni di muro secondo quanto indicato nell'allegato
2.
Per murature in elementi artificiali pieni o semipieni tale resistenza
può anche essere valutata in funzione delle proprietà dei
suoi componenti, nel caso in cui siano verificate le condizioni indicate
al punto 2.3.1.1.
In ogni caso la resistenza caratteristica a compressione fk richiesta
dal calcolo statico deve essere indicata nel progetto delle opere.
Per progetti nei quali la verifica di stabilità richieda un
valore di fk maggiore o uguale a 8 N/mm2 [80 kgf/cm2] la direzione lavori
procederà al controllo del valore di fk, secondo le modalità
descritte nell'allegato 2.
2.3.1.1 Determinazione della resistenza caratteristica a compressione
in base alle caratteristiche dei componenti
Per le murature formate da elementi artificiali pieni o semipieni il
valore di fk può essere dedotto dalla resistenza a compressione
degli elementi e dalla classe di appartenenza della malta tramite la tabella
A.
La validità di tale tabella è limitata a quelle murature
aventi giunti orizzontali e verticali riempiti di malta e di spessore compreso
tra 5 e 15 mm.
Per valori non contemplati in tabella è ammessa l'interpolazione
lineare; in nessun caso sono ammesse estrapolazioni.
Per le murature che non soddisfino alla precedente condizione la tabella
seguente non è valida e si procederà alla determinazione
sperimentale della fk secondo le modalità descritte nell'allegato
2.
Tabella A - Valore della fk per murature in elementi artificiali pieni
e semipieni
2.3.2 Resistenza caratteristica a taglio
La resistenza caratteristica a taglio della muratura in assenza di
carichi verticali fvk0 si determina per via sperimentale su campioni di
muro, secondo le modalità dell'allegato 2.
Per le murature formate da elementi resistenti artificiali pieni o
semipieni tale resistenza può essere valutata per via indiretta
in base alle caratteristiche dei componenti.
2.3.2.1 Determinazione della resistenza caratteristica a taglio in base
alle caratteristiche dei componenti
La resistenza caratteristica a taglio della muratura è definita
come resistenza all'effetto combinato delle forze orizzontali e dei carichi
verticali agenti nel piano del muro e può essere ricavata tramite
la seguente relazione:
fvk = fvk0 + 0.4 sn
ed inoltre per elementi resistenti artificiali semipieni o forati
fvk £ fvk lim
in cui:
fvk0: resistenza caratteristica a taglio in assenza di carichi verticali;
sn: tensione normale media dovuta ai carichi verticali agenti nella
sezione di verifica;
fvk lim: valore massimo della resistenza caratteristica a taglio che
può essere impiegata nel calcolo.
I valori di fvk0 possono essere dedotti dalla resistenza caratteristica
a compressione fbk degli elementi resistenti tramite le tabelle B, C.
La validità di tali tabelle è limitata a quelle murature
che soddisfano le condizioni già citate per la tabella A.
Per le murature che non soddisfino tali condizioni si procederà
alla determinazione sperimentale della fvk0 secondo le modalità
descritte nell'allegato 2.
I valori di fvk lim saranno assunti pari a:
fvk lim = 1.4
essendo il valore caratteristico della resistenza degli
elementi in direzione orizzontale e nel piano del muro (valore da ricavare
secondo le modalità descritte nell'allegato 1).
Tabella B - Valore di fvk0 per murature in elementi artificiali in laterizio
pieni e semipieni
Tabella C - Valore di fvk0 per murature in elementi artificiali in calcestruzzo
pieni e semipieni
2.4 Norme di calcolo
I metodi di verifica sono:
a) il metodo semplificato;
b) il metodo delle tensioni ammissibili;
c) il metodo semiprobabilistico agli stati limite.
Per quanto non espressamente prescritto dalle presenti norme si fa
riferimento ai "criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni
e norme tecniche per i carichi e sovraccarichi" di cui al decreto ministeriale
12 febbraio 1982 e successive integrazioni o modificazioni.
2.4.1 Verifiche con il metodo delle tensioni ammissibili
Le componenti di sollecitazione dovute alle azioni permanenti e quelle
provocate dalle azioni variabili devono valutarsi separatamente, per poi
essere combinate in sede di verifica nel modo più sfavorevole.
2.4.1.1 Verifica dei muri soggetti ai carichi verticali
Viene denominata tensione base ammissibile a compressione sm la tensione
ammissibile in una muratura in assenza di fenomeni legati alla eccentricità
di carico ed alla snellezza.
La tensione base ammissibile a compressione sm nella muratura sarà
dedotta dalla resistenza caratteristica della muratura a compressione fk
applicando la formula seguente:
sm = fk / 5
La verifica di resistenza a compressione si effettuerà accertando
che la tensione normale media nella sezione del muro rispetti la condizione
seguente:
s = N / (F A) £ sm
dove:
N: carico verticale totale calcolato alla base del muro;
A: area della sezione orizzontale del muro al netto delle aperture;
F: coefficiente di riduzione della resistenza (p. 2.2.1.4) valutato
per l'eccentricità trasversale massima nella sezione da verificare;
sm: tensione base ammissibile della muratura.
2.4.1.2 Verifica dei muri soggetti a forze orizzontali agenti nel piano
del muro
2.4.1.2.1 Verifica a pressoflessione
L'azione flettente delle forze orizzontali determina sollecitazioni
nei muri che si sommano a quelle indotte dai carichi verticali. L'eccentricità
eb nel piano mediano del muro della risultante dei carichi verticali non
deve superare il limite indicato dalla seguente espressione:
6eb / b £ 1.3
in cui:
eb: eccentricità longitudinale dovuta al momento indotto dalle
forze orizzontali nella sezione di verifica;
b: lunghezza del muro.
La verifica di resistenza si effettuerà accertando che nella
sezione del muro sia rispettata la condizione seguente:
s = N / (FtFb A) £ sm
in cui:
N : carico verticale calcolato alla base del muro;
A: area della sezione orizzontale del muro al netto delle aperture;
Ft: coefficiente di riduzione della resistenza valutato per l'eccentricità
trasversale e2 (p. 2.2.1.4);
Fb: coefficiente di riduzione delle resistenza valutato per l'eccentricità
longitudinale eb; si ricava (p. 2.2.1.4) tramite il coefficiente di eccentricità
6eb/t e ponendo h0/t = 0.
2.4.1.2.2 Verifica a taglio
Nelle sezioni orizzontali dei muri si verificherà che la tensione
tangenziale, considerata uniformemente ripartita sulla sezione reagente,
rispetti la seguente condizione:
t = V / (b A) £ fvk / 5
in cui:
V: forza di taglio totale agente nel piano del muro;
A: area della sezione orizzontale del muro al netto delle aperture;
fvk: resistenza caratteristica a taglio della muratura;
b: coefficiente di parzializzazione della sezione; tiene conto della
eventuale zona di muro soggetta a trazione e assume i valori:
b = 1 per 6eb/b £ 1
b = 3/2 - 3eb/b per 1 < 6eb/b £ 1.3
2.4.2 Verifiche di sicurezza con il metodo semiprobabilistico agli stati
limite
Le verifiche debbono essere condotte nei confronti degli stati limite
ultimi; le verifiche agli stati limite di esercizio possono essere omesse
in quanto la elevata rigidezza dell'insieme conduce a deformazioni molto
piccole.
2.4.2.1 Combinazioni di carico
Per la verifica agli stati limite ultimi, si impiegano le seguenti
combinazioni di carico fondamentali, indicando con:
Gk: carichi permanenti;
Qk: carichi variabili;
Wk: forza orizzontale dovuta al vento;
Y: coefficiente di combinazione per i carichi variabili, assume i valori
seguenti:
Y = 1 per le coperture ed i primi due solai più caricati;
Y = 0.9 - 0.8 - ... - 0.5 per i solai successivi.
- Combinazione A: azione base, carichi variabili
Fd = 1.5 Gk + 1.5 (Y Qk + 0.75 Wk)
- Combinazione B: azione base, vento
Fd = 1.5 Gk + 1.5 (Wkk + 0.60 Qk)
- Combinazione C: azione base, vento, senza carichi variabili
Fd = Gk + 1.5 Wk
Le verifiche ai carichi verticali saranno condotte impiegando la più
sfavorevole fra le combinazioni A e B; le verifiche alle forze orizzontali
verranno condotte impiegando anche la combinazione C.
2.4.2.2 Verifica dei muri soggetti ai carichi verticali
La resistenza di calcolo fd si valuta mediante l'espressione:
fd = fk / gm
in cui fk è la resistenza caratteristica della muratura e gm
è pari a 3.
Affinché la sezione del muro risulti verificata occorre che
il carico verticale agente di calcolo Nd, rispetti la seguente condizione:
Nd £ F fd A
Nd: carico verticale agente di calcolo alla base del muro;
A: area della sezione orizzontale del muro al netto delle aperture;
fd: resistenza di calcolo della muratura;
F: coefficiente di riduzione della resistenza del muro.
2.4.2.3 Verifica dei muri soggetti alle forze orizzontali agenti nel
piano del muro
2.4.2.3.1 Verifica a pressoflessione
Il momento flettente dovuto all'azione orizzontale di calcolo si combina
con il carico verticale agente di calcolo Nd; la risultante è una
forza Nd con eccentricità longitudinale eb riferita al baricentro
dell'area della sezione del muro. Tale eccentricità eb non deve
superare il limite indicato dalla seguente espressione:
6eb / b £ 2
in cui: eb : eccentricità longitudinale del carico Nd;
b: lunghezza del muro.
Affinché la sezione del muro risulti verificata occorre che
il carico verticale agente di calcolo Nd sia inferiore al carico di rottura
del muro applicazione della seguente espressione:
Nd £ Ft Fb fd A
in cui:
Nd: carico verticale agente di calcolo alla base del muro;
A: area della sezione orizzontale del muro, al netto delle aperture;
fd: resistenza a compressione di calcolo del muro;
Ft: coefficiente di riduzione della resistenza in funzione delle eccentricità
trasversali (p. 2.2.1.4);
Fb: coefficiente di riduzione della resistenza (p. 2.4.1.2.1).
2.4.2.3.2 Verifica a taglio
La resistenza a taglio di calcolo fvd si valuta mediante la seguente
espressione:
fvd = fvk / 3
in cui fvk è la resistenza caratteristica a taglio.
Affinché la sezione del muro risulti verificata occorre che
l'azione orizzontale di calcolo Vd sia inferiore alla resistenza a taglio
di calcolo fvd secondo la seguente espressione:
Vd £ b fvd A
in cui:
Vd: azione orizzontale di calcolo agente nel piano del muro;
A: area della sezione orizzontale del muro al netto delle aperture;
fvd: resistenza al taglio di calcolo della muratura;
b: coefficiente di parzializzazione della sezione (p. 2.4.1.2.2).
Capitolo
3° - MURATURE FORMATE DA ELEMENTI RESISTENTI NATURALI
3.1 Dimensionamento semplificato
Per edifici realizzati in muratura formata da elementi resistenti naturali
è possibile omettere le verifiche di sicurezza indicate al punto
2.4 nel caso vengano rispettate le prescrizioni seguenti:
a) l'edificio sia costituito da non più di tre piani entro e
fuori terra;
b) la planimetria dell'edificio sia inscrivibile in un rettangolo con
rapporti fra lato minore e lato maggiore non inferiore a 1/3;
c) la snellezza della muratura, secondo la definizione del punto 2.2.1.3,
non sia in nessun caso superiore a 12;
d) l'area della sezione di muratura resistente alle azioni orizzontali,
espressa in percentuale rispetto alla superficie totale in pianta dell'edificio,
sia non inferiore al 4% nelle due direzioni principali escluse le parti
aggettanti; non sono da prendere in considerazione, ai fini della percentuale
di muratura resistente, i muri di lunghezza L inferiore a 50 cm, misurata
al netto delle aperture.
Deve inoltre risultare:
s = N/(0.65 A) £ sm
in cui:
N: carico verticale totale alla base del piano più basso dell'edificio;
A: area totale dei muri portanti allo stesso piano;
sm: tensione base ammissibile della muratura, definita al punto
2.4.1.
3.2 Norme di calcolo per edifici in muratura di pietra squadrata
Per gli edifici in muratura di pietra squadrata è possibile
effettuare l'analisi strutturale e le verifiche di sicurezza, secondo quanto
indicato ai precedenti punti 2.2 e 2.4, allorché siano determinate
le caratteristiche meccaniche della muratura come prescritto nell'allegato
1.
3.3 Caratteristiche meccaniche della muratura di pietra squadrata
Le proprietà fondamentali della muratura sono la resistenza
caratteristica a compressione fk e la resistenza caratteristica a taglio
fvk.
3.3.1 Resistenza caratteristica a compressione della muratura
La resistenza caratteristica a compressione della muratura si determina
per via sperimentale su campioni di muro secondo quanto indicato nell'allegato
2, oppure può essere valutata in funzione delle proprietà
dei suoi componenti tramite la tabella D del successivo punto 3.3.1.1.
La validità di tale tabella è limitata a quelle murature
aventi giunti orizzontali e verticali riempiti con malta avente le caratteristiche
descritte al punto 1.2.1 e di spessore compreso tra 5 e 15 mm.
In ogni caso la resistenza caratteristica a compressione fk della muratura
richiesta dal calcolo statico deve essere indicata nel progetto delle opere.
Per progetti nei quali la verifica di stabilità richiede un
valore di fk maggiore o eguale a 8 N/mm2 [80 kgf/cm2] la direzione lavori
procederà al controllo del valore di fk, secondo le modalità
descritte nell'allegato 2.
3.3.1.1 Determinazione della resistenza caratteristica a compressione
della muratura in base alle caratteristiche dei componenti
Ai fini della determinazione della resistenza caratteristica a compressione
della muratura in funzione delle proprietà dei suoi componenti si
assume convenzionalmente la resistenza caratteristica a compressione dell'elemento
fbk pari a:
fbk = 0.75 fbm
dove fbm rappresenta la resistenza media a compressione degli elementi
in pietra squadrata valutata secondo le indicazioni dell'allegato 1.
Il valore della resistenza caratteristica a compressione della muratura
fk può essere dedotto dalla resistenza caratteristica a compressione
degli elementi fbk e dalla classe di appartenenza della malta tramite la
seguente tabella D.
Per valori non contemplati in tabella è ammessa l'interpolazione
lineare; in nessun caso sono ammesse estrapolazioni.
Tabella D - Valore della fk per murature in elementi naturali di pietra
squadrata
3.3.2 Resistenza caratteristica a taglio della muratura
La resistenza caratteristica a taglio della muratura in assenza di
carichi verticali fvk0 si determina per via sperimentale su campioni di
muro, secondo le modalità dell'allegato 2.
Tale resistenza può essere valutata anche in funzione delle
proprietà dei suoi componenti nel caso in cui siano verificate le
condizioni di cui al primo comma del punto 3.3.1.
3.3.2.1 Determinazione della resistenza caratteristica a taglio della
muratura in base alle caratteristiche dei componenti
La resistenza caratteristica a taglio della muratura è definita
come resistenza all'effetto combinato delle forze orizzontali e dei carichi
verticali agenti nel piano del muro e può essere ricavata tramite
la seguente relazione:
fvk = fvk0 + 0.4 sn
in cui:
fvk0 : resistenza caratteristica a taglio in assenza di carichi verticali;
sn: tensione normale media dovuta ai carichi verticali agenti nella
sezione di verifica.
I valori di fvk0 possono essere dedotti dalla resistenza caratteristica
a compressione fbk degli elementi resistenti tramite la tabella E.
Tabella E - Valore di fvk0 per murature in pietra naturale squadrata
Capitolo
4° - COLLAUDO STATICO DEGLI EDIFICI IN MURATURA
Il collaudo statico degli edifici in muratura dovrà comprendere
i seguenti accertamenti:
a) ispezione generale dell'opera nel suo complesso con particolare
riguardo a quelle parti di strutture più significative da confrontare
con i disegni esecutivi progettuali;
b) esame dei certificati di prove sui materiali, quando prescritte;
c) esame delle risultanze delle eventuali prove di carico fatte eseguire
dal direttore dei lavori;
d) controllo che l'impostazione generale della progettazione strutturale
sia coerente con le presenti norme.
Inoltre, potranno discrezionalmente essere richiesti i seguenti ulteriori
controlli:
- prove di carico, eventualmente integrative di quelle già effettuate
a cura del direttore dei lavori;
- saggi diretti sulle murature o sui singoli elementi resistenti;
- controlli non distruttivi sulla struttura.
Potranno altresì essere richieste documentazioni integrative
di progetto atte a definire compiutamente lo schema strutturale assunto
o a meglio specificare dati incerti o non quantificati assunti a base della
progettazione dell'edificio.
Titolo II
NORME TECNICHE PER IL CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI IN MURATURA
Capitolo 1° - GENERALITA'
Valgono, in quanto applicabili, anche ai fini del collaudo statico,
le disposizioni di carattere generale indicate nel titolo I della presente
normativa.
1.1 Oggetto e ambito di applicazione
Si definisce intervento di consolidamento l'esecuzione di un complesso
di opere che risultino necessarie per rendere l'edificio atto a resistere
alle azioni verticali ed orizzontali previste in progetto.
E' fatto obbligo di procedere al consolidamento a chiunque intenda:
a) sopraelevare o ampliare l'edificio;
b) apportare variazioni di destinazione che comportino incrementi dei
carichi originari superiori al 20%;
c) effettuare interventi strutturali rivolti a trasformare l'edificio
in un organismo edilizio diverso dal precedente;
d) effettuare interventi strutturali rivolti ad eseguire opere e modifiche
per rinnovare e sostituire parti strutturali dell'edificio, allorché
detti interventi implichino sostanziali alterazioni del comportamento globale
dell'edificio stesso;
e) effettuare interventi strutturali rivolti a reintegrare l'organismo
edilizio esistente nella sua funzionalità strutturale mediante un
insieme sistematico di opere.
Nel caso in cui, in relazione allo stato di fatto dell'edificio e sulla
base degli accertamenti e delle verifiche eseguite, risulti che non occorrono
provvedimenti di consolidamento, deve essere ugualmente presentata la documentazione
tecnica di cui al punto 1.3 riferita al fabbricato esistente.
1.2 Criteri di scelta progettuale
I criteri adottati nella scelta del tipo di intervento devono scaturire,
di norma, da uno studio preliminare dell'organismo edilizio riguardante
in particolare:
a) le caratteristiche sotto il profilo architettonico, strutturale
e della destinazione d'uso nella situazione esistente;
b) l'evoluzione delle predette caratteristiche con particolare riferimento
all'impianto edilizio originario ed alle principali modificazioni intervenute
nel tempo;
c) l'analisi globale del comportamento strutturale al fine di accertare
le cause ed il meccanismo di eventuali dissesti in atto con particolare
riguardo al sottosuolo interessato.
1.3 Operazioni progettuali
Il progetto di un intervento su di un edificio sarà basato sulle
seguenti operazioni:
a) rilievo atto all'individuazione dello schema strutturale nella situazione
esistente;
b) valutazione delle condizioni di sicurezza attuale dell'edificio
e delle caratteristiche di resistenza degli elementi strutturali interessati
dagli interventi, avuto riguardo alla eventuale degradazione dei materiali
e ad eventuali dissesti in atto;
c) scelta progettuale dei provvedimenti di intervento operata sulla
base degli elementi determinati come sopra;
d) verifica di sicurezza del nuovo organismo strutturale.
Il progetto deve essere completo ed esauriente per planimetria, piante,
sezioni, particolari esecutivi, relazione tecnica, relazione sulle fondazioni
e fascicolo dei calcoli per le verifiche di sicurezza. In particolare la
relazione tecnica deve riferirsi anche quanto indicato nei successivi punti.
In ogni caso i disegni di progetto devono contenere le necessarie informazioni
atte a definire le modalità di realizzazione degli interventi nonché,
ogni qualvolta occorra, la descrizione e la rappresentazione grafica delle
fasi di esecuzione con le relative prescrizioni specifiche.
Capitolo
2° - CRITERI GENERALI DI CALCOLO
2.1 Analisi dei materiali
La resistenza della muratura sarà calcolata in relazione al
tipo, alla qualità, ed allo stato di conservazione del sistema murario.
2.2 Schema strutturale
Il progetto degli interventi di consolidamento deve basarsi su uno
schema strutturale che deve rispecchiare il comportamento dell'edificio
nelle condizioni di futuro esercizio.
Per ciascuna parete si considereranno in genere separatamente le azioni
ad essa complanari e quelle normali.
Le azioni complanari alle pareti saranno valutate tenendo conto della
ridistribuzione operata dai solai solo se questi presentano adeguata rigidezza
nel loro piano e buon collegamento con i muri.
Nei confronti delle azioni ortogonali alle pareti queste si considereranno
vincolate ai solai ed alle pareti trasversali solo se è accertata
l'efficacia dei collegamenti.
2.3 Provvedimenti tecnici
I provvedimenti tecnici intesi ad aumentare la resistenza delle strutture
consistono sia nell'aumentare la resistenza di alcuni o di tutti gli elementi
costituenti il sistema strutturale esistente, sia nell'inserimento di nuovi
elementi o sistemi strutturali collaboranti con quelli esistenti.
2.3.1 Provvedimenti tecnici in fondazione
Gli interventi di consolidamento riguardanti le strutture di fondazione
hanno lo scopo di renderle conformi con le prescrizioni di cui alle vigenti
norme.
Le verifiche dovranno essere eseguite secondo i criteri stabiliti nel
decreto ministeriale 21 gennaio 1981 e successivi aggiornamenti.
Negli interventi di consolidamento i provvedimenti sulle strutture
di fondazione e le relative verifiche potranno essere omessi, qualora su
responsabile o motivato giudizio del progettista ed in relazione alle caratteristiche
dei terreni, siano contemporaneamente verificate le seguenti circostanze:
a) nella costruzione non sono presenti dissesti di qualsiasi natura
attribuibili a cedimenti delle fondazioni;
b) gli interventi di consolidamento non comportano alterazioni dello
schema strutturale del fabbricato sostanziali per la trasmissione delle
sollecitazioni al terreno;
c) gli stessi interventi non comportano rilevanti modificazioni dei
pesi e dei sovraccarichi dell'edificio;
d) non sono in atto modificazioni sensibili dell'assetto idrogeologico
della zona che possano influenzare la stabilità delle fondazioni.
ALLEGATI
Determinazione sperimentale della resistenza dei materiali
Le prove sui materiali prescritte dalla presente normativa devono essere
eseguite presso i laboratori di cui all'art. 20 della legge 5 novembre
1971, n. 1086.
ALLEGATO 1
1.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli
elementi artificiali e naturali
1.1.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli
elementi resistenti artificiali
La produzione degli elementi resistenti artificiali deve essere controllata
per ogni stabilimento di produzione mediante prove ufficiali con periodicità
almeno annuale.
Il controllo di accettazione in cantiere eventualmente richiesto dal
direttore dei lavori ha lo scopo di accertare se gli elementi da mettere
in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
Tale controllo sarà effettuato su uno o più campioni
costituiti ognuno da tre elementi da sottoporre a prova di compressione.
Per ogni campione siano f1, f2, f3 la resistenza a compressione dei tre
elementi con:
f1 < f2 < f3
il controllo si considera positivo se risultano verificate entrambe
le diseguaglianze:
(f1 + f2 + f3)/3 ³ 1.20 fbk
f1 ³ 0.90 fbk
Al direttore dei lavori spetta comunque l'obbligo di curare, mediante
sigle, etichettature indelebili, ecc., che i campioni inviati per le prove
ai laboratori siano effettivamente quelli prelevati in cantiere con le
indicazioni precise sulla fornitura e sulla posizione che nella muratura
occupa la fornitura medesima.
1.1.2 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli
elementi resistenti naturali
La produzione degli elementi resistenti naturali deve essere controllata
per ogni cava mediante prove ufficiali con periodicità almeno annuale
e comunque ogni qualvolta che cambino sostanzialmente la natura e le caratteristiche
meccaniche del materiale.
Il controllo di accettazione in cantiere eventualmente richiesto dal
direttore dei lavori ha lo scopo di accertare che gli elementi da mettere
in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
Tale controllo sarà effettuato su uno o più campioni
costituiti ognuno da tre elementi da sottoporre a prova di compressione.
Per ogni campione, indicate con f1, f2, f3 le resistenze a compressione
dei tre elementi con:
f1 < f2 < f3
il controllo si considera positivo se risultano verificate entrambe
le diseguaglianze:
(f1 + f2 + f3)/3 ³ 1.20 fbk
f1 ³ 0.90 fbk
Al direttore dei lavori spetta comunque l'obbligo di curare, mediante
sigle, etichettature indelebili, ecc., che i campioni inviati per le prove
ai laboratori siano effettivamente quelli prelevati in cantiere con le
indicazioni precise sulla fornitura e sulla posizione che nella muratura
occupa la fornitura medesima.
1.2 Modalità per la determinazione della resistenza a compressione
degli elementi resistenti artificiali
1.2.1 Resistenza a compressione nella direzione dei carichi verticali
Si definisce resistenza caratteristica quella resistenza al di sotto
della quale ci si può attendere di trovare il 5% della popolazione
di tutte le misure di resistenza.
La resistenza di rottura a compressione di un singolo elemento è
data dalla seguente espressione:
fbi = N / A
in cui:
N = carico di rottura applicato in direzione ortogonale al piano di
posa;
A = area lorda della sezione normale alla direzione di carico, come
definita al punto 1.2.2.
Il valore della resistenza caratteristica fbk si ricava dalla formula
seguente, applicata ad un numero minimo di 30 elementi:
fbk = fbm (1 - 1.64 d)
in cui:
fbm = media aritmetica della resistenza dei singoli elementi fbi;
d = = coefficiente di variazione;
s = stima dello scarto quadratico medio;
s = (n = numero degli elementi provati)
Qualora, per ragioni dimensionali (dimensione blocco ³ 40 cm)
si operi su semiblocchi, il valore di fbi è dato dalla media di
resistenza dei due semiblocchi.
Il valore della fbk non è accettabile per
d > 0.2
1.2.2 Resistenza a compressione nella direzione ortogonale a quella
dei carichi verticali e nel piano della muratura
La resistenza caratteristica a compressione in direzione ortogonale
ai carichi verticali e nel piano della muratura sarà dedotta da
quella media mediante la relazione:
= 0.7
La resistenza media sarà ricavata da prove su almeno
sei campioni.
1.3 Resistenza a compressione degli elementi resistenti naturali
La resistenza media a compressione fbm degli elementi in pietra, con
esclusione dei tufi, deve essere determinata secondo le modalità
descritte nel regio decreto 16 novembre 1939, n. 2232, recante le norme
per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione.
Per i tufi, le prove di cui al punto 1.2.2, in base alle quali le singole
cave determineranno la resistenza media a compressione fbm, devono essere
eseguite su trenta elementi da provare nella direzione di lavoro. Non sono
ammessi tufi la cui resistenza media a compressione fbm sia inferiore a
20 kg/cmq e per i quali il singolo campione abbia resistenza a compressione
inferiore a 15 kg/cmq.
Per tutti gli elementi resistenti naturali si considera convenzionalmente:
fbk = 0.75 fbm
ALLEGATO 2
2.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione e della
resistenza a taglio della muratura
Tramite le prove descritte nel presente allegato può essere
determinato il modulo di elasticità normale secante della muratura
facendo riferimento all'intervallo:
0.1 fk ÷ 0.4 fk
In mancanza di determinazione sperimentale, potranno assumersi nei
calcoli i seguenti valori dei moduli di elasticità:
modulo di elasticità normale secante E:
E = 1000 fk
modulo di elasticità tangenziale secante G:
G = 0.4 E
2.1.1 Resistenza a compressione della muratura
La resistenza caratteristica a compressione si determina su n muretti
(n ³ 6), seguendo sia per la confezione che per la prova le modalità
indicate nel seguente paragrafo.
La resistenza caratteristica è data dalla relazione:
fk = fm - k s
dove:
fm = resistenza media;
s = stima dello scarto;
k = coefficiente dato dalla tabella seguente:
La determinazione della resistenza caratteristica deve essere completata
con la verifica dei materiali, da condursi come segue:
- malta: n. 3 provini prismatici 40 x 40 x 160 mm da sottoporre a flessione,
e quindi a compressione sulle 6 metà risultanti, secondo il decreto
ministeriale 3 giugno 1968;
- elementi resistenti: n. 10 elementi da sottoporre a compressione
con direzione del carico normale al letto di posa.
2.1.1.1 Caratteristiche dei provini
I provini (muretti) devono avere le stesse caratteristiche della muratura
in esame e ognuno di essi deve essere costituito almeno da tre corsi di
elementi resistenti e deve rispettare le seguenti limitazioni:
lunghezza (b) pari ad almeno due lunghezze di blocco;
rapporto altezza/spessore (l/t) variabile tra 2.4 e 5.
La confezione avverrà su di un letto di malta alla base e la
faccia superiore sarà finita con uno strato di malta.
Dopo una stagionatura di 28 giorni a 20°C, 70% di umidità
relativa, prima di effettuare la prova la faccia superiore di ogni provino
viene eventualmente livellata con gesso; il muretto può anche essere
contenuto fra due piastre metalliche rettificate, utili per gli spostamenti
ed il suo posizionamento nella pressa.
Il provino viene posto fra i piatti della macchina di prova (uno dei
quali articolato) e si effettua quindi la centratura del carico. In proposito
è consigliabile procedere anche ad un controllo estensimetrico.
Il carico deve essere applicato con una velocità di circa 0.5
MPa ogni 20 secondi.
2.1.2 Resistenza a taglio della muratura in assenza di carichi verticali
La determinazione della resistenza al taglio fvk0 della muratura deve
essere effettuata mediante prove di compressione diagonale su muretti.
Le prove saranno effettuate su almeno 6 provini.
La resistenza caratteristica fvk0 sarà dedotta dalla resistenza
media ottenuta fvm mediante la:
fvk0 = 0.7 fvm