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Le infiltrazioni nei tetti spesso avvengono in punti particolari e
delicati
da realizzare delle coperture in tegole: colmo, compluvi, raccordi con
i basamenti di comignoli. I difetti di posa in opera sono frequenti,
tra
essi i raccordi delle canne fumarie e i compluvi sono i punti più
a rischio.
La maggior parte delle infiltrazioni ai tetti di case individuali o
villette, avvengono nelle zone di raccordo tra le falde situate in
piani
diversi (un colmo o un compluvio), o tra una falda e una parete
(un’intersezione).
Sono questi infatti i punti particolari della copertura, laddove si
rilevano principalmente i danni.
Questa scheda riguarda le coperture realizzate con piccoli elementi,
escludendo le coperture realizzate con delle lastre, metalliche,
ondulate,
o con delle nervature. Ci riferiamo quindi alle sole coperture con
tegole
sia in terracotta che in calcestruzzo. I problemi trattati in questa
sede
sono identici a quelli che avvengono con delle tegole d’ardesia o delle
assicelle bituminose, altri elementi utilizzati spesso.
I criteri di base riguardanti una buona copertura, dando per scontato
la qualità del materiale, sono la pendenza dei versanti e la
sovrapposizione
delle tegole fra loro. Ma queste qualità, necessarie per assicurare
una buona impermeabilizzazione degli elementi portanti del tetto, non
proteggono
l'opera contro le eventuali infiltrazioni puntuali suscettibili di
comparire
nelle zone in cui si incrociano dei piani diversi.
Tutti i punti "singolari" della copertura presentano dei rischi di
danneggiamento.
I colmi (e i displuvi) sono i punti alti della copertura. Sono
realizzati
con delle tegole speciali, fissate e tappate con una malta "bastarda",
cioè composta di cemento e di calce naturale, atte a limitare il
ritiro, fenomeno generatore di fessure.
Questi devono essere posizionati in modo che la copertura sia nel senso
opposto ai venti di pioggia dominanti. La disposizione contraria può
essere pericolosa in un sito molto esposto alla pioggia, perché
questa riesce a penetrare per capillarità attraverso la malta dei
giunti tra i colmi.
I compluvi sono le linee di giunzione bassa tra due piani con un
orientamento
diverso.
Sono realizzati tramite un rivestimento metallico, spesso in zinco,
ma anche in acciaio, piombo o rame, posato su un tavolato in legno. I
loro
bordi rilevati o ripiegati sono protetti da tegole che fuoriescono
(eventualmente
"tagliate" appositamente).
Può verificarsi una perdita:
- se la piastra non è abbastanza larga e lascia traboccare l'acqua
della pioggia sotto le tegole prima di defluire,
- o se lo zinco non è stato sagomato bene (bordo o risvolto
non eseguito, o di lunghezza insufficiente o, schiacciata durante la
posa
delle tegole)
- o se le tegole sono state tagliate troppo lontano dal
bordo.
Le intersezioni continue sono delle linee d'incrocio delle falde con
i muri (dello stesso edificio o di quello vicino), e possono essere
distinte
in due tipi:
a) quelle che seguono la linea di
maggior pendenza
come un bordo laterale lungo un muro.
b) quelle che sono perpendicolari a
questa linea
di maggior pendenza, come un bordo superiore o un pluviale nel
basso.
In ogni caso, la giunzione tra il piano della copertura e il piano
verticale della parete è una linea la cui impermeabilizzazione deve
essere assicurata. Il ruolo della guarnizione di raccordo è
determinante:
può essere costituita da una malta bastarda oppure, soluzione migliore,
da una scossalina metallica (in zinco generalmente) con un profilo
speciale.
Secondo l’analisi tecnica delle cause che intervengono frequentemente
su
casi d'infiltrazione, si possono elencare:
- L'assenza di una guarnizione vera e propria
- L'assenza della protezione dell'estremità della guarnizione
contro il ruscellamento lungo la parete
- Per le guarnizioni in malta, l'uso di un materiale inadatto come
il cemento puro, fonte di un rilevante fenomeno di ritiro, invece della
malta bastarda
- Per le guarnizioni in zinco, le cause più frequenti d’infiltrazione
possono essere ricondotte a:
- larghezza insufficiente del canale di
scolo che
percorre il muro in lunghezza. In questo caso, come nel caso del
compluvio,
l'acqua può traboccare sotto le tegole. Questo difetto risulta
dall’inesperienza
o dal cattivo utilizzo delle regole esistenti in
quest'ambito;
- assenza o realizzazione errata della
scanalatura
praticata nel muro e destinata a ricevere la testa della scossalina, i
chiodi di fissaggio e il riempimento con malta bastarda.
Nel caso in cui il muro è rivestito di un intonaco di finitura,
questo sistema può essere non utilizzato e la scossalina fissata
direttamente sul muro nudo. La sua forma gli permette di fermare
l'intonaco
nel suo punto più basso. Questa soluzione presenta però un
rischio di infiltrazioni se l'intonaco si fessura al di sopra di questa
scossalina. Ciò avviene spesso quando non viene tenuto conto della
dilatazione del materiale e laddove si usano scossaline lunghe più
di 3 cm. (una scossalina di zinco di 6 m può allungarsi di 1 cm
con un aumento della temperatura di 70°C, fenomeno possibile con un
soleggiamento prolungato).
Le cosiddette "intersezioni" discontinue sono relative alle piccole
opere isolate come i basamenti dei comignoli o i lucernari. I problemi
non sono diversi da quelli prima accennati: le giunzioni lungo le
pareti
parallele alla linea di maggior pendenza sono del tipo "intersezioni
continue",
e quella sul retro è assimilabile a un canale di scolo con
grondaia.
In conclusione, queste tipologie di "incidenti", di frequenza
abbastanza
elevata, si presenta essenzialmente come la conseguenza di diverse
trascuratezze
nell'eseguire i piccoli lavori di raccordo.
La morale che si può allora trarre è che questi lavori
dovrebbero essere concepiti non come raccordi ma come opere di ricupero
e d'evacuazione delle acque di pioggia. Converrebbe allora
dimensionarle
ed eseguirle adeguatamente: bisogna affidarsi a tecnici competenti. |
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