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I fenomeni di condensa sono frequenti nelle abitazioni.
Risultano della combinazione di vari fattori: produzione di vapore
acqueo, ventilazione, temperatura dei locali, temperatura delle pareti
fredde.
La condensa si manifesta sulle pareti più fredde dell'edificio.
Tutti conoscono il fenomeno della condensa sotto le sue forme comuni
di rugiada, di nebbia, o ancora di vetri appannati. Esistono manifestazioni
meno evidenti sulle pareti delle abitazioni, come aureole accompagnate
di muffa.
Definiremo innanzitutto il fenomeno e i suoi criteri di base, poi distingueremo
i diversi modi in cui la condensa può danneggiare i muri di un’abitazione,
ed infine vedremo le cause della loro formazione.
Che cosa è una condensazione?
L’aria contiene acqua sotto forma di vapore, la cui origine è
riconducibile all'evaporazione delle superfici d'acqua della terra o dell'umidità
che esso racchiude, e agli effetti dell'attività umana (respirazione,
traspirazione, lavori casalinghi).
Così, in ogni momento, l'aria esterna o l'aria di un locale
possiede una percentuale di vapore acqueo chiamata "umidità relativa"
(UR) o "grado d'umidità". Ma a secondo della propria temperatura,
l'aria non può contenere più di una certa quantità
d'acqua che è tanto più limitata quanto più bassa
è la temperatura.
Così l'aria a 20°C può contenere 14.7 g di vapore
d'acqua, ma a 5°C solamente 5.4 g ; viene detto che l'aria è
"satura" : l'UR vale 100%.
La condensazione è la trasformazione in acqua di una parte del
vapore contenuto in un'aria satura. Quando la temperatura si abbassa, l'aria
raggiunge il suo "punto di rugiada" : un'aria con un UR del 60% a 20°C
raggiungerà il proprio "punto di rugiada" verso 12°C circa (UR=100%)
e condenserà al di sotto di questa temperatura.
Il grafico di Mollier (semplificato nei disegni di questa scheda) illustra
queste nozioni di base.
Le condense possono verificarsi sulla superficie o all'interno di una parete.
All’interno di un edificio, il processo di raffreddamento dell'aria
può portarla a raggiungere il proprio punto di rugiada sulla superficie
o all'interno di una parete.
Condensazioni superficiali: si osservano sui vetri ma anche sulle pareti
opache (i muri), sui solai (piastrelle ad esempio) o sulle pavimentazioni
su terrapieno.
La variabile determinante è la propensione
della parete a lasciare passare il calore prodotto nel locale dal riscaldamento
verso l'esterno (le condensazioni sono essenzialmente un fenomeno invernale).
E’ possibile quantificarlo attraverso un coefficiente di trasmittenza termica
(K) che dipende dallo spessore del muro e dalla natura dei materiali che
lo costituiscono. Non è possibile in questa sede approfondire questo
discorso, ci limitiamo ad indicare che un muro con un coefficiente K ridotto
(una buona resistenza termica) sarà difficilmente il luogo di condensazioni.
La sua temperatura di superficie, sempre inferiore a quella del locale,
rimane vicina (ad esempio 15°C per 20°C nella stanza quando abbiamo
visto che con un UR del 60%, situazione interna normale in inverno, la
condensazione avviene solo sotto i 12°C). Invece una parete con un
K elevato, come un vetro, è rapidamente la sede di una condensazione,
perfino di gocciolamenti, quando l'aria esterna si raffredda.
Condensazioni all'interno di una parete : il vapore può migrare
attraverso una parete, dall'interno verso l'esterno, perché:
- i materiali della muratura (calcestruzzo, mattoni)
presentano una certa porosità,
- il vapore acqueo, come tutti i gas, possiede una
pressione nell'ambiente che lo contiene, e tale pressione è più
forte all'interno.
Se sulla facciata interna di un muro non è
posta alcuna barriera al vapore, questo si diffonde verso l'esterno e il
processo può portare alla condensazione all'interno della parete.
Produzione di vapore acqueo, ventilazione insufficiente, mancanza di
riscaldamento e "punti termici" sono tutti cause di danneggiamenti.
Le condense si manifestano con delle macchie sulle carte da parati,
muffa negli angoli dei muri, alle intersezioni facciate-estremità
di solai, o ancora dietro i mobili.
Nella maggior parte dei casi, ciò è la conseguenza di
una produzione d'acqua combinata con una ventilazione insufficiente.
Una fonte di vapore acqueo è quasi sempre sufficiente per saturare
l'aria di un ambiente: occorrono meno di cinque ore in una stanza in cui
dormono due persone.
A volte, la ventilazione può essere insufficiente a causa di
una installazione mal realizzata ma spesso, la responsabilità è
degli occupanti il locale che ostruiscono le bocche di ventilazione con
l’intenzione di non far confluire il freddo all’interno impedendo in questo
modo il rinnovo necessario dell'aria.
Oltre a questo si deve aggiungere, soprattutto dopo la crisi dell'energia,
l’insufficienza di riscaldamento, il cui pericolo è ben messo in
evidenza dal diagramma di Mollier. Più fa freddo nell'abitazione,
più c'è condensa.
Infine, occorre sottolineare l'esistenza di zone privilegiate nei confronti
della condensa : i "ponti termici".
Negli appartamenti moderni, questi sono ad esempio individuabili attorno
ai serramenti delle finestre, nelle armature degli angoli dei muri o alle
estremità dei solai. Più generalmente si tratta di zone in
cui la temperatura può rimanere fredda in inverno mentre le pareti
ampie dei muri, isolati meglio termicamente, sono ad una temperatura vicina
a quella del locale.
In conclusione, la comparsa di condensazioni in alcuni locali, o in alcune
zone più esposte al freddo, è un fenomeno che si può
difficilmente evitare, ma che assume carattere di "effettiva gravità"
se risulta persistente e legato a difetto di ventilazione.
La morale che si può allora trarre è che l’occupazione
di un'abitazione nelle migliori condizioni possibili, dipende anche dalla
conoscenza - da parte dei suoi occupanti - di alcuni processi fisici dell’ambiente
in cui vivono e da alcune abitudini in grado di garantire il loro buon
funzionamento. |
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