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Tutela delle acque dall'inquinamento e acque reflue
Allegato 1: monitoraggio e classificazione delle acque
(DLgsl dell'11 maggio 1999 n.152)
Parti e argomenti della scheda: 
1 CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI 
1.1 CORPI IDRICI SUPERFICIALI 
1.1.1 CORSI D’ACQUA SUPERFICIALI 
1.1.2 LAGHI 
1.1.3 ACQUE MARINE COSTIERE 
1.1.4 ACQUE DI TRANSIZIONE 
1.1.5 CORPI IDRICI ARTIFICIALI 
1.2 CORPI IDRICI SOTTERRANEI 
1.2.1 ACQUE SOTTERRANEE 

2 OBIETTIVI DI QUALITÀ AMBIENTALE 
2.1 CORPI IDRICI SUPERFICIALI 
2.1.1 Stato ecologico 
2.1.2 Stato chimico 
2.1.3 Stato ambientale 
2.2 CORPI IDRICI SOTTERRANEI 
2.2.1 Stato ambientale 

3 MONITORAGGIO E CLASSIFICAZIONE: ACQUE SUPERFICIALI 
3.1 ORGANIZZAZIONE DEL MONITORAGGIO 
3.1.1 Fase conoscitiva 
3.1.2 Fase a regime 
3.2 CORSI D’ACQUA 
3.2.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare 
3.2.2 Campionamento 
3.2.3 Classificazione 
3.2.4 Attribuzione dello stato di qualità ambientale 
3.3 LAGHI 
3.3.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare 
3.3.2 Campionamento 
3.3.3 Classificazione 
3.4 ACQUE MARINE COSTIERE 
3.4.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare 
3.4.2 Campionamento 
3.4.3 Classificazione 
3.5 ACQUE DI TRANSIZIONE 
3.5.1 Premessa 
3.5.2 Indicatori di qualità e analisi da effettuare 
3.5.3 Campionamento 
3.5.4 Classificazione 
3.6 CORPI IDRICI ARTIFICIALI 

4 MONITORAGGIO E CLASSIFICAZIONE: ACQUE SOTTERRANEE 
4.1 ORGANIZZAZIONE DEL MONITORAGGIO 
4.1.1 Fase conoscitiva 
4.1.2 Fase a regime 
4.2 Indicatori di qualità ed analisi da effettuare 
4.2.1 Fase iniziale 
4.2.2 fase a regime 
4.3 Misure 
4.4 Classificazione 
4.4.1 Stato quantitativo 
4.4.2 Stato chimico 
4.4.3 Stato ambientale delle acque sotterranee

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regio decreto n.523/1904 (testo unico delle opere idrauliche) 
legge n.1265/1934 (testo unico delle leggi sanitarie) 
legge n.1775/1933 (testo unico sulle acque e impianti elettrici) 
DLgsl n.152/1999 (testo del decreto sulla tutela delle acque) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 2: criteri per la classificazione dei corpi idrici) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 3: caratteristiche dei bacini idrografici) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 4: contenuti dei piani di tutela delle acque) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 5: limiti di emissione degli scarichi idrici) 
DLgsl n.151/1999 (allegato 6: criteri per la individuazione delle aree sensibili) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 7: zone vulnerabili) 
DPR n.380/2001 (testo unico dell'edilizia) 
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Decreto Legislativo dell'11 maggio 1999, n. 152 
(Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 29 maggio 1999)
Decreto legislativo recante disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. 
ALLEGATO 1 
Monitoraggio e classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale

Il presente allegato stabilisce, ai sensi degli articoli 4 e 5, i criteri per individuare i corpi idrici significativi e per stabilire lo stato di qualità ambientale di ciascuno di essi. 

Il presente allegato sostituisce l’allegato 1 della delibera del Comitato dei ministri per la tutela delle acque dall’inquinamento del 4 febbraio 1977 per la parte relativa ai criteri per il monitoraggio quali quantitativo dei corpi idrici. 

1. Corpi idrici significativi 

Sono corpi idrici significativi quelli che le autorità competenti individuano sulla base delle indicazioni contenute nel presente allegato e che conseguentemente vanno monitorati e classificati al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. 

Le caratteristiche dei corpi idrici significativi sono indicate nei punti 1.1 e 1.2. 

Devono inoltre essere censiti, monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale. 

Devono altresì essere monitorati e classificati tutti quei corpi idrici che, per il carico inquinante da essi convogliato, possono avere una influenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi. 

1.1 Corpi idrici superficiali 

1.1.1 Corsi d’acqua superficiali 

Per i corsi d’acqua che sfociano in mare il limite delle acque correnti coincide con l’inizio della zona di foce, corrispondente alla sezione del corso d’acqua più lontana dalla foce, in cui con bassa marea ed in periodo di magra si riscontra, in uno qualsiasi dei suoi punti, un sensibile aumento del grado di salinità. Tale limite viene identificato per ciascun corso d’acqua. 

Vanno censiti, secondo le modalità che saranno stabiliti, stabilite nel decreto di cui all’articolo 3 comma 7, tutti i corsi d’acqua naturali aventi un bacino idrografico superiore a 10 km2. 

Sono significativi almeno i seguenti corsi d’acqua: 

• tutti i corsi d’acqua naturali di primo ordine (cioè quelli recapitanti direttamente in mare) il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 200 km2 ; 

• tutti i corsi d’acqua naturali di secondo ordine o superiore il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore a 400 km2 . 

Non sono significativi i corsi d’acqua che per motivi naturali hanno avuto portata uguale a zero per più di 120 giorni l’anno, in un anno idrologico medio. 

1.1.2 Laghi 

Le raccolte di acque lentiche non temporanee. I laghi sono: a) naturali aperti o chiusi, a seconda che esista o meno un emissario; b) naturali ampliati e/o regolati, se provvisti all’incile di opere di regolamentazione idraulica; 

Sono significativi i laghi aventi superficie dello specchio liquido pari a 0,5 km2 o superiore. Tale superficie è riferita al periodo di massimo invaso. 

1.1.3 Acque marine costiere 

Sono significative le acque marine comprese entro la distanza di 3.000 metri dalla costa e comunque entro la batimetrica dei 50 metri. 

1.1.4 Acque di transizione 

Sono acque di transizione le acque delle zone di delta ed estuario e le acque di lagune, di laghi salmastri e di stagni costieri. 

Sono significative le acque delle lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri. Le zone di delta ed estuario vanno invece considerate come corsi d’acqua superficiali. 

1.1.5 Corpi idrici artificiali 

Sono i laghi o i serbatoi, se realizzati mediante manufatti di sbarramento, e i canali artificiali (canali irrigui o scolanti, industriali, navigabili, ecc.) fatta esclusione dei canali appositamente costruiti per l’allontanamento delle acque reflue urbane ed industriali. 

Sono considerati significativi tutti i canali artificiali aventi portata di esercizio di almeno 3 m3/s e i laghi artificiali o i serbatoi aventi superficie dello specchio liquido almeno pari a 1 km2 o con volume di invaso almeno pari a 5 milioni di m3. Tale superficie è riferita al periodo di massimo invaso. 

1.2 Corpi idrici sotterranei 

1.2.1 Acque sotterranee 

Sono significativi gli accumuli d’acqua contenuti nel sottosuolo permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione permanente. 

Fra esse ricadono le falde freatiche e quelle profonde (in pressione o no) contenute in formazioni permeabili, e, in via subordinata, i corpi d’acqua intrappolati entro formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso. Le manifestazioni sorgentizie, concentrate o diffuse (anche subacquee) si considerano appartenenti a tale gruppo di acque in quanto affioramenti della circolazione idrica sotterranea. 

Non sono significativi gli orizzonti saturi di modesta estensione e continuità all’interno o sulla superficie di una litozona poco permeabile e di scarsa importanza idrogeologica e irrilevante significato ecologico. 

2 Obiettivi di qualità ambientale 

2.1 Corpi idrici superficiali 

Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali è definito sulla base dello stato ecologico e dello stato chimico del corpo idrico. 

2.1.1 Stato ecologico 

Lo stato ecologico dei corpi idrici superficiali è l’espressione della complessità degli ecosistemi acquatici, e della natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti, delle caratteristiche del flusso idrico e della struttura fisica del corpo idrico, considerando comunque prioritario lo stato degli elementi biotici dell’ecosistema. 

Gli elementi chimici che saranno considerati per la definizione dello stato ecologico saranno, a seconda del corpo idrico, i parametri chimici e fisici di base relativi al bilancio dell’ossigeno ed allo stato trofico. 

Al fine di una valutazione completa dello stato ecologico, oltre all’utilizzo dell’indice biotico esteso (I.B.E.) per i corsi d’acqua superficiali, sarà necessario utilizzare i metodi per la rilevazione e la valutazione della qualità degli elementi biologici e di quelli morfologici dei corpi idrici che dovranno essere messi a punto dall’ANPA. 

2.1.2 Stato chimico 

Lo stato chimico è definito in base alla presenza di microinquinanti ovvero di sostanze chimiche pericolose. 

La valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata inizialmente in base ai valori soglia riportate nella direttiva 76/464/CEE e nelle direttive da essa derivate, nelle parti riguardanti gli obiettivi di qualità nonché nell’allegato 2 sezione B; nel caso che per gli stessi parametri siano riportati valori diversi, deve essere considerato il più restrittivo. 

Alla successiva tabella 1 sono riportati i principali inquinanti chimici. 

L’aggiornamento dei valori per i parametri indicati nella tabella 1 e la definizione di quelli relativi ad altri composti non inclusi nella tabella, pubblicato con successivi decreti, sarà effettuato sulla base dei risultati relativi alle LC50 o EC50, risultanti dai test tossicologici su ognuno dei tre livelli trofici, ridotti con opportuni fattori di sicurezza e in base alle indicazioni fornite dalla Unione Europea. 

Al fine di una valutazione completa dello stato chimico, in particolare per quei microinquinanti che presentano una loro maggior affinità coi sedimenti rispetto alla matrice acquosa e/o per la alta capacità di diluizione dei corpi idrici aperti come il mare, non si trovano in concentrazioni significative nelle acque, pur avendo potenziali effetti tossici sugli organismi a causa di fenomeni di bioaccumulo, dovranno essere messi a punto, da parte dell’ANPA, metodi per la rilevazione e la valutazione della qualità dei sedimenti, nonché per la valutazione degli effetti sulle componenti biotiche degli ecosistemi . 

Tali criteri integreranno anche quelli già adottati relativi agli altri corpi idrici superficiali, soprattutto per quanto riguarda quelli a basso ricambio. 
 

Tabella 1 – Principali inquinanti chimici da controllare nelle acque dolci superficiali
INORGANICI (disciolti) (1) 
ORGANICI  
(sul tal quale)
Cadmio  aldrin 
Cromo totale  dieldrin 
Mercurio  endrin 
Nichel  isodrin 
Piombo  DDT 
Rame  esaclorobenzene 
Zinco  esaclorocicloesano 
  esaclorobutadiene 
  1,2 dicloroetano 
  tricloroetilene 
  triclorobenzene 
  cloroformio 
  tetracloruro di carbonio 
  percloroetilene 
  pentaclorofenolo 
(1) se è accertata l’origine naturale di sostanze inorganiche, la loro presenza non compromette l’attribuzione di una classe di qualità definita dagli altri parametri.

2.1.3 Stato ambientale

Lo stato ambientale è definito in relazione al grado di scostamento rispetto alle condizioni di un corpo idrico di riferimento definito al successivo punto 2.1.4.

Gli stati di qualità ambientale previsti per le acque superficiali sono riportati alla tabella 2.
 

Tabella 2 – Definizione dello stato ambientale per i corpi idrici superficiali
 
ELEVATO  Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico-fisici ed idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una composizione e un’abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica 

BUONO  I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. 

SUFFICIENTE  I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall’attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di "buono stato". 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. 

SCADENTE  Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento 

PESSIMO  I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni tali da causare gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. 

2.1.4 Corpi idrici di riferimento

Il corpo idrico di riferimento è quello con caratteristiche biologiche, idromorfologiche, e fisico-chimiche. tipiche di un corpo idrico relativamente immune da impatti antropici.

I corpi idrici di riferimento sono individuati, anche in via teorica, in ogni bacino idrografico, dalle autorità di bacino o dalle regioni per i bacini di competenza.

Per quanto riguarda i corsi d’acqua naturali ed i laghi dovranno essere individuati almeno un corpo idrico di riferimento per l’ecotipo montano ed uno per l’ecotipo di pianura.

Tale ecotipo serve a definire le condizioni di riferimento per lo stato ambientale "Elevato" e per riformulare i limiti indicati nel presente allegato per i parametri chimici, fisici ed idromorfologici relativi ai diversi stati di qualità ambientale.

2.2 Corpi idrici sotterranei

Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici sotterranei è definito sulla base dello stato quantitativo e dello stato chimico: tale classificazione deve essere riferita ad ogni singolo acquifero individuato.

Per la classificazione quantitativa e chimica bisogna riferirsi alle indicazioni riportate ai punti 4.4.1 e 4.4.2.

2.2.1 Stato ambientale

Per le acque sotterranee sono definiti 5 stati di qualità ambientale, come riportato nella tabella 3.

Tabella 3 – Definizioni dello stato ambientale per le acque sotterranee.
 
ELEVATO  Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa, con l’eccezione di quanto previsto nello stato naturale particolare; 
BUONO  Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa; 
SUFFICIENTE  Impatto antropico ridotto sulla quantità, con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate ad evitarne il peggioramento 
SCADENTE  Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento; 
NATURALE 

PARTICOLARE 

Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico, presentano limitazioni d’uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo. 
3 Monitoraggio e classificazione: acque superficiali

3.1 Organizzazione del monitoraggio

Il monitoraggio si articola in una fase conoscitiva iniziale che ha come scopo la classificazione dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici ed in una fase a regime in cui viene effettuato un monitoraggio volto a verificare il raggiungimento ovvero il mantenimento dell’obiettivo di qualità "buono" di cui all’articolo 4.

3.1.1 Fase conoscitiva

La fase conoscitiva iniziale ha la durata di 24 mesi ed ha come finalità la classificazione dello stato di qualità di ciascun corpo idrico; in base ad esso le autorità competenti definiscono, nell’ambito del piano di tutela, le misure necessarie per il raggiungimento o il mantenimento dell’obiettivo di qualità ambientale.

La fase conoscitiva iniziale, ha altresì lo scopo di raccogliere tutte le informazioni utili alla valutazione degli elementi biologici e idromorfologici necessari a definire più compiutamente lo stato ecologico dei corpi idrici superficiali, nonché per valutare le informazioni relative alla contaminazione da microinquinanti dei sedimenti e del biota, in particolare per quanto riguarda le acque costiere e le acque di transizione.

Le informazioni pregresse non antecedenti il 1997, possono essere utilizzate – se compatibili con quelle richieste nel presente allegato – in sostituzione o integrazione delle analisi previste nella fase iniziale del monitoraggio per l’attribuzione dello stato di qualità.

3.1.2 Fase a regime

Se i corpi idrici hanno raggiunto l’obiettivo "Buono" o "Elevato", il monitoraggio può essere ridotto ai soli parametri riportati in tabella 4. L’autorità competente, in relazione allo stato dei corsi d’acqua, può variare la frequenza dei campionamenti e il numero delle stazioni della rete di rilevamento.

Le autorità competenti armonizzano e ricercano la miglior integrazione possibile tra le diverse iniziative di controllo delle acque (monitoraggio per la balneazione, per la produzione di acqua potabile, per la vita dei pesci, ed altri), al fine di ottimizzare l’impiego di risorse umane e finanziarie.

Deve inoltre essere predisposto, presso ogni ARPA, o comunque presso ogni regione in attesa che venga costituita l’ARPA, un sistema di pronto intervento in grado di monitorare gli effetti ed indagare sulle cause di fenomeni acuti di inquinamento causati da episodi accidentali o dolosi.

3.2 Corsi d’acqua

3.2.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare

Ai fini della prima classificazione della qualità dei corsi d’acqua vanno eseguite determinazioni sulla matrice acquosa e sul biota; qualora ne ricorra la necessità, così come indicato successivamente nei punti relativi agli specifici corpi idrici, tali determinazioni possono essere integrate da indaginisui sedimenti e da test di tossicità.

Le determinazioni necessarie per il sistema di classificazione sono condotte sui campioni e con le frequenze indicate nella sezione 3.2.2.

3.2.1.1 Acque

Le determinazioni sulla matrice acquosa riguardano due gruppi di parametri, quelli di base e quelli addizionali.

I parametri di base, riportati in tabella 4, riflettono le pressioni antropiche tramite la misura del carico organico, del bilancio dell’ossigeno, dell’acidità, del grado di salinità e del carico microbiologico nonché le caratteristiche idrologiche del trasporto solido. I parametri definiti macrodescritori e indicati con (o) nella tabella 4 vengono utilizzati la classificazione; gli altri parametri servono a fornire informazioni di supporto per la interpretazione delle caratteristiche di qualità e di vulnerabilità del sistema nonché per la valutazione dei carichi trasportati.

La determinazione dei parametri di base è obbligatoria.

I parametri addizionali sono relativi ai microinquinanti organici ed inorganici; quelli di più ampio significato ambientale è sono riportati nella tabella 1.

La selezione dei parametri da esaminare è effettuata dall’autorità competente caso per caso, in relazione alle criticità conseguenti agli usi del territorio.

Le analisi dei parametri addizionali vanno effettuate ove l’Autorità competente lo ritenga necessario e comunque nel caso in cui:

• a seguito delle attività delle indagini conoscitive di cui all’allegato 3 si individuino sorgenti puntuali e diffuse o si abbiano informazioni pregresse e attuali su sorgenti puntuali e diffuse che apportino una o più specie di tali inquinanti nel corpo idrico;

• dati recenti dimostrino livelli contaminazione, da parte di tali sostanza, delle acque e del biota o segni di incremento delle stesse nei sedimenti.

Tabella 4 – Parametri di base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
 
Portata (m3/s)  Ossigeno disciolto (mg/L) ** (o) 
pH  BOD5 (O2 mg/L) ** (o) 
Solidi sospesi (mg/L)  COD (O2 mg/L) ** (o) 
Temperatura (°C)  Ortofosfato (P mg/L) * 
Conducibilità (µS/ cm (20°C)) **  Fosforo Totale (P mg/L) ** (o) 
Durezza (mg/L di CaCO3)  Cloruri (Cl- mg/L) * 
Azoto totale (N mg/L) **  Solfati (SO4 – - mg/L)* 
Azoto ammoniacale (N mg/L) *(o)  Escherichia coli (UFC/100 mL) (o) 
Azoto nitrico (N mg/L) *(o)   
(*) determinazione sulla fase disciolta
(**) determinazione sul campione tal quale

3.2.1.2 Biota

Le determinazioni sul biota riguardano due gruppi di analisi:

Analisi di base: gli impatti antropici sulle comunità animali dei corsi d’acqua vengono valutati attraverso l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Tale analisi va eseguita obbligatoriamente con le cadenze indicate al punto 3.2.2.2..

Analisi supplementari: non obbligatorie, da eseguire a giudizio dell’autorità che effettua il monitoraggio, per una analisi più approfondita delle cause di degrado del corpo idrico. A tal fine possono essere effettuati saggi biologici finalizzati alla evidenziazione di effetti a breve o lungo termine. Tra questi in via prioritaria si segnalano:

• test di tossicità su campioni acquosi concentrati su Daphnia magna;
• test di mutagenicità e teratogenesi su campioni acquosi concentrati;
• test di crescita algale;
• test su campioni acquosi concentrati con batteri bioluminescenti;

In aggiunta si segnala l’opportunità di effettuare determinazioni di accumulo di contaminanti prioritari (PCB, DDT e Cd) su tessuti muscolari di specie ittiche residenti o su organismi macrobentonici.

3.2.1.3 Sedimenti

Le analisi sui sedimenti sono da considerarsi come analisi supplementari eseguite per avere, se necessario, ulteriori elementi conoscitivi utili a determinare le cause di degrado ambientale di un corso d’acqua.

Le autorità preposte al monitoraggio devono, nel caso, selezionare i parametri da ricercare, prioritariamente tra quelli riportati nella tabella 5 e, se necessario, includerne altri, considerando le condizioni geografiche ed idromorfologiche del corso d’acqua, i fattori di pressione antropica cui è sottoposto e la tipologia degli scarichi immessi.

Le determinazioni sui sedimenti vanno fatte in particolare per ricercare quegli inquinanti che presentano una maggior affinità con i sedimenti rispetto che alla matrice acquosa.

Qualora sia necessaria un’analisi più approfondita volta a evidenziare gli effetti tossici a breve o a lungo termine si potranno effettuare dei saggi biologici sui sedimenti. Gli approcci possibili sono molteplici e riconducibili a tre soluzioni fondamentali:

• saggi su estratti di sedimento
• saggi sul sedimento in toto
• saggi su acqua interstiziale

Ogni soluzione offre informazioni peculiari e pertanto l’applicazione congiunta di più tipi di saggio spesso garantisce le informazioni volute. Possono essere utilizzati organismi acquatici, sia in saggi acuti che (sub)cronici. In via prioritaria si segnalano: Oncorhynchus mykiss, Daphnia magna, Ceriodaphnia dubia, Chironomus tentans e C.riparius, Selenastrum capricornutum e batteri luminescenti.
 

Tabella 5 Microinquinanti e sostanze pericolose di prima priorità da ricercare nei sedimenti
 
Inorganici e Metalli  Organici (1)
Arsenico  Policlorobifenili (PCB) 
Cadmio  Diossine (TCDD) 
Zinco  Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) 
Cromo totale  Pesticidi organoclorurati 
Mercurio   
Nichel   
Piombo   
Rame   
(1) Si consiglia la determinazione dei seguenti inquinanti organici: Idrocarburi Policiclici Aromatici prioritari: Naftalene, Acenaftene, Fenantrene*, Fluorantene, Benz(a)antracene**, Crisene**, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene**, Benzo(a)pirene**, Dibenzo(a,h)antracene, Benzo(g,h,i)perilene*, Antracene, Pirene Indeno(1,2,3,c,d,)pirene*, Acenaftilene, Fluorene. (*) indica le molecole con presunta attività cancerogena, (**) quelle che hanno attività cancerogena. Composti organoclorurati prioritari: DDT e analoghi (DD's); Isomeri dell'Esaclorocicloesano (HCH's); Drin's; Esaclorobenzene, PCB (i PCB più rilevanti sotto il profilo ambientale consigliati anche in sede internazionale (EPA, UNEP)sono: PCB's; PCB 52, PCB 77, PCB 81, PCB 128, PCB 138, PCB 153, PCB 169).

3.2.2 Campionamento

3.2.2.1 Criteri per la scelta delle stazioni di prelievo

Per ogni corso d’acqua naturale viene definito un numero minimo di stazioni di prelievo, come indicato nella seguente tabella 6; tale numero è in funzione della tipologia del corso d’acqua e della superficie del bacino imbrifero.

Le Autorità competenti possono aumentare il numero delle stazioni in presenza di particolari valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto o in tutte le situazioni in cui questo sia ritenuto necessario.

Tabella 6 – Numero stazioni nei corsi d’acqua naturali

Area del bacino (km2) 
Numero stazioni 
Corsi d’acqua di 1° ordine  Corsi d’acqua di 2° ordine 
     
200-400   
401-1000 
1001- 5000 
5001- 10.000 
10.001-25.000 
25.001-50.000 
>50.001  10 
Le stazioni di prelievo sui corsi d’acqua sono in linea di massima distribuite lungo l’intera asta del corso d’acqua, tenendo conto della presenza degli insediamenti urbani, degli impianti produttivi e degli apporti provenienti dagli affluenti.

I punti di campionamento sono fissati a una distanza dalle immissioni sufficiente ad avere la garanzia del rimescolamento delle acque al fine di valutare la qualità del corpo recettore e non quella degli apporti.

In ogni caso deve essere posta una stazione di prelievo nella sezione di chiusura di ogni corpo idrico significativo. La misura di portata può essere effettuata in modo puntuale in corrispondenza del punto di campionamento e contestualmente allo stesso o desunta dai valori di portata rilevati in continuo presso stazioni fisse.

Per quanto riguarda l’analisi dei sedimenti i punti di campionamento sono individuati prioritariamente in corrispondenza delle stazioni definite per l’analisi delle acque, compatibilmente con le caratteristiche granulometriche del substrato di fondo.

3.2.2.2 Frequenza dei campionamenti

3.2.2.2.1 Fase iniziale del monitoraggio

Acque:

la misura dei parametri chimici, fisici, microbiologici e idrologici di base e di quelli relativi ai parametri addizionali, quando necessari, deve essere eseguita una volta al mese fino al raggiungimento dell’obiettivo di qualità.

Sedimenti: una volta all’anno, durante i periodi di magra (e comunque lontano da eventi di piena), ovvero durante i periodi favorevoli alla deposizione del materiale sospeso.

Biota: l’I.B.E. va misurato stagionalmente (4 volte all’anno);

I test biologici addizionali e quelli di bioaccumulo, quando richiesti, vanno eseguiti nei periodi di maggiore criticità per il sistema.

3.2.2.2.2 Fase a regime

La frequenza di campionamento si mantiene inalterata fino al raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale di cui all’articolo 4. Raggiunto tale obiettivo, la frequenza di campionamento può essere ridotta dall’autorità competente ma non deve comunque essere inferiore a quattro volte all’anno per i parametri di base di cui alla tabella 4 e inferiore a due per l’I.B.E.. Per la misura di portata deve essere garantito per ogni stazione idrometrica un numero annuo di determinazioni sufficiente a mantenere aggiornata la scala di deflusso.

3.2.3 Classificazione

La classificazione dello stato ecologico (tabella 8), viene effettuata incrociando il dato risultante dai macrodescrittori con il risultato dell’ I.B.E., attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore tra quelli derivati dalle valutazioni relative ad I.B.E. e macrodescrittori.

Per la valutazione del risultato dell’I.B.E. si considera il valore medio ottenuto dalle analisi eseguite durante il periodo di misura per la classificazione. Per il calcolo della media, considerata la possibilità di classi intermedie (es. 8/9 o 9/8), si segue il seguente procedimento:

• per la classe 10/9 si attribuisce il valore 9,6, per quella 9/10 il valore 9,4 per 9/8 il valore 8,6, per 8/9 il valore 8,4, e così per le altre classi.
• per ritrasformare in valori di I.B.E. la media si procederà in modo contrario avendo cura di assegnare la classe più bassa nel caso di frazione di 0,5: esempio 8,5= 8/9, 6,5=6/7 ecc..

Il livello di qualità relativa ai macrodescrittori viene attribuito utilizzando la tabella 7 e seguendo il procedimento di seguito descritto:

• sull’insieme dei risultati ottenuti durante la fase conoscitiva bisogna calcolare, per ciascuno dei parametri riportati in tabella, il 75° percentile;
• si individua la colonna in cui ricade il risultato ottenuto, individuando così il livello di inquinamento da attribuire a ciascun parametro e, conseguentemente, il suo punteggio;
• si ripete tale operazione di calcolo per ciascun parametro della tabella e quindi si sommano tutti i punteggi ottenuti;
• si individua il livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori in base all’intervallo in cui ricade il valore della somma dei livelli ottenuti dai diversi parametri, come indicato nell’ultima riga della tabella 7.

Ai fini della classificazione devono essere disponibili almeno il 75% dei risultati delle misure eseguibili nel periodo considerato.

Lo stesso parametro statistico del 75° percentile viene usato per la eventuale valutazione dello stato di qualità chimica concernente gli inquinanti chimici indicati in tabella 1.

Tabella 7 – Livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori
 
Parametro  Livello 1  Livello 2  Livello 3  Livello 4  Livello 5 
100-OD (% sat.) (*) £ | 10 |(#) £ | 20 |  £ | 30 |  £ | 50 |  >| 50 | 
BOD5 (O2 mg/L)  < 2,5  £ £ £ 15  > 15 
COD (O2 mg/L)  < 5  £ 10  £ 15  £ 25  > 25 
NH4 (N mg/L)  < 0,03  £ 0,1  £ 0,5  £ 1,5  > 1,5 
NO3 (N mg/L)  < 0,30  £ 1,5  £ £ 10  > 10 
Fosforo totale (P mg/L)  < 0,07  £ 0,15  £ 0,30  £ 0,6  > 0,6 
Escherichia coli (UFC/100 mL)  < 100  £ 1.000  £ 5.000  £ 20.000  > 20.000 
Punteggio da attribuire per ogni parametro analizzato (75° percentile del periodo di rilevamento)  80  40  20  10 
LIVELLO DI INQUINAMENTO DAI MACRODESCRITTORI  480 – 560  240 – 475  120 – 235  60 – 115  < 60 
(*) la misura deve essere effettuata in assenza di vortici; il dato relativo al deficit o al surplus deve essere considerato in valore assoluto;
(#) in assenza di fenomeni di eutrofia;

Tabella 8 — Stato ecologico dei corsi d’acqua (si consideri il risultato peggiore tra I.B.E. e macrodescrittori).
 
  CLASSE 1  CLASSE 2  CLASSE 3  CLASSE 4  CLASSE 5 
I.B.E.  ³ 10 8 – 9  6 – 7  4 – 5  1, 2, 3 
LIVELLO DI INQUINAMENTO MACRODESCRITTORI  480 – 560  240 – 475  120 – 235  60 – 115  < 60 
3.2.3.1 Attribuzione dello stato di qualità ambientale

Al fine della attribuzione dello stato ambientale del corso d’acqua i dati relativi allo stato ecologico andranno rapportati con i dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici indicati in tabella 1, secondo lo schema riportato alla Tabella 9:

Tabella 9 —Stato ambientale dei corsi d’acqua
 
Stato Ecologico Þ  Classe 1  Classe 2  Classe 3  Classe 4  Classe 5 
Concentrazione inquinanti di cui alla Tabella 1 ß           
£ Valore Soglia ELEVATO  BUONO  SUFFICIENTE SCADENTE  PESSIMO 
> Valore Soglia SCADENTE  SCADENTE  SCADENTE  SCADENTE  PESSIMO 
Se lo stato ambientale da attribuire alla sezione di corpo idrico risulta inferiore a "Buono", devono essere effettuati accertamenti successivi finalizzati alla individuazione delle cause del degrado alla definizione delle azioni di risanamento.

Tali accertamenti, soprattutto se il risultato derivante dall’I.B.E. è significativamente peggiore della classificazione derivante dai dati dei macrodescrittori e degli eventuali parametri addizionali, devono includere analisi supplementari volte a verificare la presenza di sostanze pericolose non ricercate in precedenza ovvero l’esistenza di eventuali effetti di tipo tossico su organismi acquatici, ovvero di fenomeni di accumulo di contaminanti nei sedimenti e nel biota

L’eventuale evidenziazione di situazioni di tossicità per gli organismi testati e/o evidenze di bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale scadente.

3.3 Laghi

3.3.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare

La definizione dello stato di qualità ambientale dei laghi è basata sulle analisi effettuate sulla matrice acquosa

Qualora ne ricorra la necessità, come di seguito specificato, tali analisi vanno integrate con determinazioni sui sedimenti e sul biota ovvero da saggi biologici a medio e lungo termine.

Tutte le determinazioni necessarie per la classificazione debbono essere condotte sulle stazioni e con le frequenze indicate nella sezione 3.3.2

3.3.1.1 Acque

Le determinazioni sulla matrice acquosa riguardano due gruppi di parametri, quelli di base e quelli addizionali.

I parametri di base sono riportati in tabella 10. Alcuni di questi sono relativi allo stato trofico e sono utilizzati per la classificazione, altri servono a fornire informazioni di supporto per l’interpretazione dei fenomeni di alterazione.

La determinazione dei parametri di base è obbligatoria

I parametri addizionali sono relativi ai microinquinanti organici ed inorganici; quelli di più ampio significato ambientale sono riportati nella tabella 1.

La selezione dei parametri da esaminare è effettuata dall’autorità competente caso per caso, in relazione alle criticità conseguenti agli usi del territorio.

Le analisi dei parametri addizionali sono effettuate ove l’Autorità competente lo ritenga necessario e comunque nel caso in cui:

• a seguito delle attività delle indagini conoscitive di cui all’allegato 3 si individuino sorgenti puntuali e diffuse o si abbiano informazioni pregresse e attuali su sorgenti puntuali e diffuse che apportino una o più specie di tali inquinanti nel corpo idrico;
• dati recenti dimostrino livelli contaminazione, da parte di tali sostanza, delle acque e del biota o segni di incremento delle stesse nei sedimenti
 
 

Tabella 10 – Parametri chimico-fisici di base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
 
Temperatura (°C)  pH 
Alcalinità (mg/L Ca (HCO3)2)  Trasparenza (m) (o) 
Ossigeno disciolto (mg/L)  Ossigeno ipolimnico (% di saturazione) (o) 
Clorofilla "a" (µg/L) (o)  Fosforo totale (P µg/L) (o) 
Ortofosfato (P µg/L)  Azoto nitroso (N µg/L) 
Azoto nitrico (N mg/L)  Azoto ammoniacale (N mg/L) 
Conducibilità Elettrica Specifica (µS/cm (20°C))  Azoto totale (N mg/L) 
3.3.1.2 Sedimenti

Valgono per i sedimenti le stesse indicazioni e le stesse considerazioni svolte per le acque correnti al punto 3.2.1.3.

3.3.1.3 Biota

Per quanto riguarda il biota, in attesa di nuove indicazioni predisposte dall’ANPA, come indicato al precedente punto 2.1.2., valgono le stesse indicazioni e le stesse considerazioni svolte al punto 3.2.1.2 per le analisi supplementari nei corsi d’acqua.

3.3.2 Campionamento

3.3.2.1 Criteri per la scelta delle stazioni di prelievo

Corpi d’acqua di superficie inferiore a 80 km2: un’unica stazione fissata nel punto di massima profondità.

Corpi d’acqua di superficie maggiore di 80 km2 o di forma irregolare: il numero delle stazioni va individuato caso per caso, tenendo conto delle zone di maggior interesse (rami ciechi, grandi baie poco profonde, fosse isolate).

I campioni di acqua vanno prelevati lungo la colonna, con le seguenti modalità:

• laghi con profondità fino ai 50 m: un campione in superficie, uno a metà della colonna d’acqua ed uno sul fondo;
• laghi con profondità superiore a 50 m: un campione in superficie, a 25 m, a 50 m, a 100 m, a multipli di 100 m e uno sul fondo;
• laghi che per peculiarità ambientali o situazioni di influsso antropico necessitino di un maggior dettaglio per la colonna d’acqua superiore: un campione in superficie, a 5 m, a 10 m, a 20 m, a 50 m, a 100 m, a multipli di 100 m e uno sul fondo.

3.3.2.2 Frequenza dei campionamenti

I campionamenti devono essere effettuati semestralmente, una volta nel periodo di massimo rimescolamento ed una in quello di massima stratificazione.

3.3.3 Classificazione

Al fine di una prima classificazione dello stato ecologico dei laghi viene valutato lo stato trofico così come indicato in tabella 11. La classe da attribuire è quello che emerge dal risultato peggiore tra i quattro parametri indicati.

Tabella 11 – Stato ecologico dei laghi
 
PARAMETRO  CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5
Trasparenza (m) 

(valore minimo annuo) 

> 5  £ £ £ 1,5  £
Ossigeno ipolimnico (% di saturazione) 

(valore minimo annuo misurato nel periodo di massima stratificazione) 

> 80%  £ 80%  £ 60%  £ 40%  £ 20% 
Clorofilla "a" (µg/L) 

(valore massimo annuo) 

< 3  £ £ 10  £ 25  > 25 
Fosforo totale (P µg/L) 

(valore massimo annuo) 

<10  £ 25  £ 50  £ 100 > 100 
Per la valutazione dei parametri relativi agli inquinanti chimici di cui alla tabella 1 si considera la media aritmetica dei dati disponibili nel periodo di misura.

Al fine della attribuzione dello stato ambientale, i dati relativi allo stato ecologico andranno confermati dagli eventuali dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici della tabella 1 secondo quanto indicato nello schema riportato in Tabella 12.

Tabella 12 – Stato ambientale dei laghi
 
Stato Ecologico  Classe 1  Classe 2  Classe 3  Classe 4  Classe 5 
Concentrazione inquinanti di cui alla Tabella 1           
£ Valore Soglia ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO 
> Valore Soglia SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO 
Nel caso in cui alla sezione di corpo idrico venga attribuita uno stato ambientale inferiore a "Buono" devono essere effettuati accertamenti successivi finalizzati alla individuazione delle cause del degrado e alla definizione delle azioni di risanamento.

Tali accertamenti, soprattutto se dagli elementi conoscitivi in possesso dell’autorità non si evidenziano scarichi potenzialmente contenti le sostanze indicate in tabella 1 e quelle indicate in tabella 5, devono includere analisi supplementari volte a verificare la presenza di sostanze pericolose non ricercate in precedenza e l’esistenza di eventuali effetti di tipo tossico su organismi acquatici, ed infine di fenomeni di accumulo di contaminanti nei sedimenti e nel biota

L’eventuale evidenziazione di situazione di tossicità per gli organismi testati e/o evidenze di bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale "Scadente".

3.4 Acque marine costiere

3.4.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare

Per la classificazione della qualità delle acque marine costiere vanno eseguite determinazioni sulla matrice acqua.

Ad integrazione delle analisi sulle acque, vanno effettuate analisi e saggi biologici sui sedimenti e sul biota. I risultati di tali indagini avranno la funzione di completare i dati derivanti dalle analisi sulle acque e di concorrere alla definizione dello stato chimico rappresentando, al contempo, una base conoscitiva che concorra a definire i valori delle classi di qualità chimica ed ecologica delle acque.

Le determinazioni necessarie per il sistema di classificazione debbono essere condotte secondo le indicazioni riportate nella sezione 3.4.2.

Il monitoraggio del biota e dei sedimenti deve essere effettuato per rilevare specifiche fonti di contaminazione e per indicazioni sui livelli di "compromissione" del tratto di costa considerato. L’autorità competente, ove necessario, integra i parametri riportati nelle specifiche tabelle, con indagini "addizionali" ovvero provvede a sostituirli con altri che risultino essere più significativi rispetto alle specifiche realtà territoriali, in funzione delle caratteristiche del bacino afferente e/o dei diversi usi della fascia costiera, così da mirare attentamente le analisi ambientali.

L’eventuale incremento della concentrazione degli inquinanti tra una analisi e le successive deve comportare l’approfondimento delle iniziative di controllo sugli apporti (insediamenti costieri civili e produttivi, bacini idrografici affluenti).

La frequenza dei campionamenti delle acque, dei sedimenti e del biota, indicata negli specifici paragrafi, può essere variata qualora le Autorità competenti lo ritengano necessario.

3.4.1.1 Acque

I parametri da analizzare nelle acque sono quelli di base riportati nella tabella 13; i parametri definiti macrodescrittori ed indicati con (o) nella stessa tabella sono utilizzati per la classificazione di cui alla tabella 16. Gli altri parametri forniscono informazioni di supporto per la interpretazione delle caratteristiche di qualità e vulnerabilità dell’ambiente marino analizzato nonché per la valutazione dei carichi trasportati.

Per temperatura, salinità e ossigeno disciolto dovrà essere fornito il profilo verticale su tutta la colonna d’acqua.

Tabella 13 – Parametri di base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)

Temperatura (°C)  Ossigeno disciolto (mg/L) (o) 
pH  Clorofilla "a" (µg/L) (o) 
Trasparenza (m)  Azoto totale (N mg/L) 
Salinità (psu)  Azoto nitrico (N mg/L) (o) 
Ortofosfato (P-PO4 mg/L)  Azoto ammoniacale (N mg/L) (o) 
Fosforo totale (P mg/L) (o)  Azoto nitroso (N mg/L) (o) 
Enterococchi (UFC/mL)   
3.4.1.2 Biota

Per quanto riguarda il biota sono considerate prioritarie le analisi di accumulo dei metalli e dei contaminanti organici, indicati in tabella 14, in bivalvi delle famiglie Mytilidae (Mytilus galloprovincialis) od Ostreoidea (Ostrea edulis, Crassostrea gigas). Ove non reperibili quelle suindicate, potranno essere considerate specie appartenenti alle famiglie: Tellinoidea (Donax trunculus) e Veneroidea (Tapes decussatus, Tapes philippinarum).

Sono considerate addizionali:

1) le indagini sulle biocenosi di maggior pregio ambientale (praterie di fanerogame, coralligeno, etc) presenti nell'area indagata, al fine di una più completa definizione dello stato ecologico. Tali indagini infatti rappresentano una "memoria biologica" dell’area in studio, fornendo informazioni integrate sugli effetti indotti dai diversi impatti antropici.

2) opportuni saggi biologici a breve o lungo termine, su specie selezionate appartenenti a diversi gruppi tassonomici, privilegiando le specie autoctone o quelle per le quali esistano dei protocolli standardizzati.

Tabella 14 – Inquinanti da ricercare nel biota
 
Metalli pesanti bioaccumulabili 
Idrocarburi Policiclici Aromatici – IPA (*) 
Composti organoclorurati (PCB e pesticidi) (*); 
(*) Si consiglia la determinazione dei seguenti inquinanti organici: Idrocarburi Policiclici Aromatici prioritari: Naftalene, Acenaftene, Fenantrene*, Fluorantene, Benz(a)antracene**, Crisene**, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene**, Benzo(a)pirene**, Dibenzo(a,h)antracene, Benzo(g,h,i)perilene*, Antracene, Pirene Indeno(1,2,3,c,d,)pirene*, Acenaftilene, Fluorene. (*) indica le molecole con presunta attività cancerogena, (**) quelle che hanno attività cancerogena. Composti organoclorurati prioritari: DDT e analoghi (DD's); Isomeri dell'Esaclorocicloesano (HCH's); Drin's; Esaclorobenzene, PCB (i PCB più rilevanti sotto il profilo ambientale consigliati anche in sede internazionale (EPA, UNEP)sono: PCB's; PCB 52, PCB 77, PCB 81, PCB 128, PCB 138, PCB 153, PCB 169).

3.4.1.3 Sedimenti

Per quanto riguarda i sedimenti sono considerate prioritarie le analisi dei parametri indicati nella tabella 15.

Qualora le autorità ritengano necessaria un’analisi più approfondita volta a evidenziare gli effetti tossici a breve o a lungo termine, ovvero ritengano opportuno integrare il dato chimico nella valutazione della qualità del sedimento, si potranno effettuare dei saggi biologici sui sedimenti.

Tabella 15- Parametri da ricercare nei sedimenti
 
Granulometria (classificazione di Wentworth o di Shepard)  Carbonio Organico 
Idrocarburi Policiclici Aromatici – IPA – (vedi nota (*) Tabella 14)  Composti organoclorurati (PCB e pesticidi) (vedi nota (*) Tabella 14) 
Metalli pesanti bioaccumulabili  Composti organostannici#
Saggi biologici su diversi gruppi tassonomici 
(#) Lo screening dei composti organostannici può essere limitato alle aree in prossimità di porti.

3.4.2 Campionamento

3.4.2.1 Criteri per la scelta delle stazioni di prelievo

Le Autorità competenti dovranno elaborare ed attuare un piano di campionamento che, sulla base delle conoscenze dell’uso e della tipologia del tratto di costa interessata, permetta di rappresentare adeguatamente, nello stesso tratto di costa, le zone sottoposte a fonti di immissione, quali porti, canali, fiumi, insediamenti costieri, e le zone scarsamente sottoposte, a pressioni antropiche (corpo idrico di riferimento).

In ogni caso, la strategia di campionamento dovrà garantire un idoneo livello conoscitivo, propedeutico alla definizione dei piani di risanamento o di tutela e comunque seguire i criteri di seguito riportati.

Acque

Ai fini del campionamento vengono identificate tre diverse tipologie di fondale, per ciascuna delle quali viene stabilito il posizionamento di tre stazioni di prelievo per transetto; questi vanno sempre posizionati ortogonalmente alla linea di costa.

Le tre tipologie di fondale sono:

• Fondale alto è quello che a 3000 m dalla costa ha una batimetrica superiore a 50 m.
• Fondale medio è quello che a 200 m dalla costa ha una batimetrica superiore a 5 m e a 3000 m dalla costa una batimetrica inferiore a 50 m.
• Fondale basso è quello che a 200 m dalla costa ha una batimetrica inferiore ai 5 m.

Il posizionamento delle stazioni è fissato come segue:

ALTO FONDALE:
 
I Stazione  II Stazione  III Stazione 
A 100 m da costa  In posizione intermedia fra la 1° e la 3° stazione se la distanza tra dette stazioni è maggiore a 1000 m. Se invece la distanza è inferiore o uguale a 1000 m. I prelievi e le misure vengono effettuati solo nella 1° e nella 3° stazione  A 3000 m da costa e, comunque, non oltre la batimetrica dei 50 m 
MEDIO FONDALE:
 
I Stazione  II Stazione  III Stazione 
200 m da costa  1000 m da costa  a 3000 m da costa 
BASSO FONDALE:
 
I Stazione  II Stazione  III Stazione 
500 m da costa  1000 m da costa  a 3000 m da costa 
Sedimenti

Le stazioni di prelievo devono essere fissate nella fascia costiera, in modo tale da rappresentare le diverse tipologie di immissione che insistono nell’area (eventuali apporti industriali o civili, apporti fluviali, attività portuali), nonché aree scarsamente soggette ad apporti antropici (come corpo idrico di riferimento).

Dovranno essere considerate le porzioni superficiali di sedimento (0-2 cm): in ogni caso la definizione dello strato da considerare potrà essere variato in funzione delle conoscenze sulle caratteristiche sedimentologiche, ed in particolare dei tassi di sedimentazione, dell’area indagata.

Biota

Le stazioni di campionamento dei bivalvi indicati al punto 3.4.1.2. devono essere fissate in modo tale da rappresentare l'intera "tipologia" costiera (eventuali fonti di immissione industriali o civili, apporti fluviali, attività portuali, aree "indisturbate" etc.).

Devono inoltre essere identificate stazioni più rappresentative delle biocenosi di maggior pregio ambientale presenti nell'area in studio al fine della realizzazione di una cartografia biocenotica con scala ipotizzabile di 1:25.000.

3.4.2.2 Frequenza dei campionamenti

Acque: è prevista una frequenza di campionamento stagionale per tutti i parametri descritti in tabella 13. E’ prevista inoltre una frequenza di campionamento quindicinale nel periodo compreso fra Giugno e Settembre nelle aree interessate da fenomeni eutrofici, quelle cioè in cui l’indice trofico (calcolato in base alla tabella 16 e 17) sia ricorrentemente maggiore di 5,5 per l’Alto Adriatico e di 4,5 per le restanti acque marine costiere.

Sedimenti: è prevista una frequenza di campionamento annuale. Il campionamento dovrà essere effettuato sempre nello stesso periodo dell’anno e corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi meteo-marini (si consiglia il periodo estivo).

Biota: è prevista una frequenza semestrale per le analisi di bioaccumulo (indicate in tabella 14); per l’esame delle biocenosi di maggior pregio ambientale, anche al fine della realizzazione di una cartografia biocenotica di dettaglio, è prevista una cadenza triennale.

3.4.3 Classificazione

3.4.3.1 Stato ambientale delle acque marine costiere

Lo stato delle acque marine costiere è definito dal risultato peggiore ottenuto nella attribuzione dello stato ecologico e dello stato chimico, tenendo conto di ogni elemento utile a definire il grado di allontanamento dalla naturalità delle acque costiere. A tal riguardo, al fine della classificazione, lo stato ecologico e chimico delle acque marine costiere viene valutato applicando l’indice trofico riportato in tabella 16. Tale classificazione può essere integrata dal giudizio emergente dalle indagini sul biota e sui sedimenti.

Per la valutazione dell’indice trofico si considererà il valore medio ottenuto durante il periodo di misura per la classificazione (24 mesi per la prima classificazione e 12 mesi per le successive).

Tabella 16- Definizione dell’indice trofico

Indice trofico = [Log10 (Cha . D%O . N . P) +1,5] / 1,2 
Cha= clorofilla "a" (mg/m3) 
D%O= ossigeno disciolto come deviazione % assoluta della saturazione (100-O2D%) 
P= fosforo totale (mg/m3) 
N= N-(NO3 + NO2 + NH3 ) (mg/m3) 

 

Tabella 17 – Classificazione delle acque marine costiere in base alla scala trofica.

Indice di trofia Stato
2 – 4  ELEVATO 
4 – 5  BUONO 
5 – 6  MEDIOCRE 
6 – 8  SCADENTE 

 

Gli stati sopra definiti comportano le seguenti condizioni
 
Stato ELEVATO  Buona trasparenza delle acque 

Assenza di anomale colorazioni delle acque 

Assenza di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque bentiche 

Stato BUONO  Occasionali intorbidimenti delle acque 

Occasionali anomale colorazioni delle acque 

Occasionali ipossie nelle acque bentiche 

Stato MEDIOCRE  Scarsa la trasparenza delle acque 

Anomale colorazioni delle acque 

Ipossie e occasionali anossie delle acque bentiche 

Stati di sofferenza a livello di ecosistema bentonico 

Stato SCADENTE  Elevata torbidità delle acque 

Diffuse e persistenti anomalie nella colorazione delle acque 

Diffuse e persistenti ipossie/anossie nelle acque bentiche 

Morie di organismi bentonici 

Alterazione/semplificazione delle comunità bentoniche 

Danni economici nei settori del turismo, pesca ed acquacoltura 

L’esito positivo dei saggi biologici sul biota o l’indicazione di un incremento statisticamente significativo delle concentrazioni di inquinanti nei sedimenti, pregiudica l’attribuzione dello stato buono o mediocre. In tal caso il corpo idrico in questione va classificato nello stato scadente.

L’eventuale evidenziazione di situazione di tossicità per gli organismi testati e/o evidenze di bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale "Scadente".

Come obiettivo intermedio da raggiungere entro il 2008, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 5 del decreto, per l’Adriatico dalla foce del fiume Adige sino a Pesaro si considera come riferimento un punteggio, derivante dall’applicazione dell’indice trofico di cui in tabella 16, non superiore a 5,5 (come media annuale).

3.5 Acque di transizione

3.5.1 Premessa

Lo stato delle conoscenze e delle esperienze di studio riguardanti le acque di transizione non sono sufficienti per definire compiutamente i criteri per il monitoraggio e per l’attribuzione dello stato ecologico in cui si trova il corpo idrico.

Le indicazioni che seguono sono quindi in parte sperimentali e propedeutiche ad una futura migliore definizione in base ai risultati di una prima fase di monitoraggio e studio.

A tal riguardo vanno acquisite informazioni su:

1. area del bacino scolante e sue caratteristiche;
2. portata dei principali corsi d’acqua afferenti;
3. stima dei carichi di nutrienti afferenti (Azoto e Fosforo);
4. cartografia con isobate dell’area indagata;
5. caratteristiche morfologiche delle bocche delle aree lagunari;
6. presenza di dighe, barriere, canali lagunari, ecc.;
7. individuazione delle aree a minore ricambio.

In assenza di consistenti interventi o di altri fattori influenzanti le caratteristiche idromorfologiche in tali aree, le suindicate informazioni conoscitive vanno aggiornate con cadenza quinquennale

3.5.2 Indicatori di qualità e analisi da effettuare

In attesa della definizione dei criteri di cui al punto 2.1.2, per le matrici acqua e sedimenti sono da monitorare i parametri indicati nelle precedenti tabelle 13 e 15 relativi alle acque marine costiere.

Per quanto riguarda il biota vanno eseguite, sui bivalvi indicati al punto 3.4.1.2., misure di accumulo di metalli e di inquinanti organici, indicati in tabella 14.

È inoltre consigliabile integrare le analisi su indicate con indagini sul fitoplancton (lista tassonomica e densità), macroalghe e fanerogame (lista tassonomica ed abbondanza per m2, cartografia della massima superficie coperta (2) ) e macroinvertebrati bentonici (lista tassonomica e densità).

I parametri riportati nelle tabelle possono essere integrati o sostituiti da altri che risultino più significativi rispetto alle specifiche realtà territoriali.

3.5.3 Campionamento

3.5.3.1 Stazioni di prelievo

Il campionamento della matrice acqua sarà effettuato su un reticolo di stazioni rappresentativo del bacino in esame.

I campionamenti saranno effettuati in superficie e riguarderanno i parametri indicati nella tabella 13. Per profondità superiori a 1,5 metri, la determinazione di temperatura, salinità ed ossigeno disciolto sarà condotta anche sul profilo verticale.

In ogni caso, la strategia di campionamento dovrà garantire un livello conoscitivo propedeutico alla definizione dei piani di risanamento o di tutela.

Per quanto riguarda il biota e i sedimenti, le stazioni saranno scelte preferenzialmente in prossimità delle stazioni per il monitoraggio delle acque, in modo da ottenere una caratterizzazione, omogenea e rappresentativa dell’ambiente in studio.

3.5.3.2 Frequenza di campionamento

Per quanto riguarda la matrice acque la frequenza di campionamento sarà mensile. Nelle zone soggette a situazioni distrofiche (crisi anossiche, fioriture algali abnormi, elevate biomasse di macroalghe) la frequenza sarà quindicinale nel periodo giugno-settembre. In tali situazioni parte delle misure riportate in tabella 13 (ossigeno disciolto, temperatura, salinità) potranno essere rilevate con strumentazione in automatico ed in continuo.

Per il biota la frequenza di campionamento sarà almeno semestrale.

Per i sedimenti è prevista una frequenza di campionamento annuale. Il campionamento dovrà essere effettuato sempre nello stesso periodo dell’anno e corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi metereologici (si consiglia il periodo estivo).

3.5.4 Classificazione

Per la classificazione delle acque lagunari e gli stagni costieri si valuta il numero di giorni di anossia/anno (3), misurata nelle acque di fondo, che interessano oltre il 30% della superficie del corpo idrico secondo lo schema riportato in tabella 18. Tale risultato integrato con i risultati delle analisi relative ai sedimenti ed al biota.

L’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti o l’indicazione di un incremento statisticamente significativo delle concentrazioni di inquinanti nei sedimenti, o dell’accumulo negli organismi, pregiudica l’attribuzione dello stato sufficiente. In tal caso il corpo idrico in questione va classificato nello stato scadente.

(2) solo per ambienti lagunari
(3) valori dell'ossigeno disciolto nelle acque di fondo compresi fra 0-1.0 mg/L

Tabella 18 – Stato ambientale delle acque lagunari e degli stagni costieri
 
  Stato BUONO  Stato SUFFICIENTE  Stato SCADENTE 
Numero giorni di anossia/anno che coinvolgono oltre il 30% della superficie del corpo idrico  £ £ 10  >10 
3.6 Corpi idrici artificiali

Ai corpi idrici artificiali si applicano gli stessi elementi di qualità e gli stessi criteri di misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che più si accostano al corpo idrico artificiale in questione.

Il numero e la localizzazione dei punti di campionamento saranno sono definiti a cura delle regioni e delle province autonome.

Gli obiettivi ambientali fissati per questi corpi idrici devono garantire il rispetto degli obiettivi fissati per i corpi idrici superficiali naturali ad essi connessi. Per quanto riguarda lo stato ecologico, tendenzialmente, devono avere un livello qualitativo corrispondente almeno a quello immediatamente più basso di quello individuato per gli analoghi corpi idrici naturali.

Per quanto riguarda lo stato chimico non devono comunque essere superate le soglie indicate per le sostanze pericolose prioritarie nella precedente tabella 1.

Nel caso di canali artificiali la classificazione va eseguita solo sulla base dei parametri riportati nella tabella 7 e del risultato del punteggio ottenuto dai macrodescrittori secondo quanto indicato in tabella 8.

4 Monitoraggio e classificazione: acque sotterranee

4.1 Organizzazione del monitoraggio

Per le attività di monitoraggio e classificazione dello stato di un corpo idrico sotterraneo è necessaria una preventiva ricostruzione del modello idrogeologico, secondo le indicazioni di cui all’allegato 3, in termini di:

• individuazione e parametrizzazione dei principali acquiferi;
• definizione delle modalità di alimentazione-deflusso-recapito;
• identificazione dei rapporti tra acque superficiali ed acque sotterranee;
• individuazione dei punti d’acqua (pozzi, sorgenti, emergenze);
• determinazione delle caratteristiche idrochimiche;
• identificazione delle caratteristiche di utilizzo delle acque.

Il modello idrogeologico deve essere periodicamente aggiornato sulla base delle nuove conoscenze e delle attività di monitoraggio. La rilevazione dei dati sullo stato quantitativo e chimico deve essere riferita agli acquiferi individuati.

Il monitoraggio delle acque sotterranee è articolato in una fase conoscitiva iniziale ed una fase di monitoraggio a regime.

La fase conoscitiva iniziale e di base viene effettuata rispettando le indicazioni riportate all’allegato 3.

Il monitoraggio si articola temporalmente in due fasi:

4.1.1 Fase conoscitiva

La prima di caratterizzazione sommaria, propedeutica alla sotto fase successiva e utile ad una conoscenza dello stato chimico delle acque sotterranee, è finalizzata ad una analisi di inquadramento generale attraverso la ricerca di un gruppo ridotto di parametri chimici, fisici e microbiologici; ciò che consenta tra l’altro l’individuazione delle aree critiche, di quelle potenzialmente soggette a crisi e di quelle naturalmente protette, secondo le indicazioni riportate all’allegato 3.

Se si dispone di serie storiche continuative di dati, purché non antecedenti il 1996, queste possono essere utilizzate in sostituzione o ad integrazione delle analisi previste nella fase iniziale del monitoraggio.

Per la successiva sotto fase, sulla base dei risultati della caratterizzazione sommaria, nonché delle conoscenze acquisite durante tale fase sulla situazione idrogeologica e di antropizzazione del territorio, l’Autorità competente individuerà i punti d’acqua ritenuti significativi per la classificazione preliminare o comunque su quelli di interesse locale va eseguito il monitoraggio per la caratterizzazione dell’acquifero; oltre alle misure quantitative (livello, portata), vanno eseguite le analisi dei "parametri di base" riportati nella Tabella 18.

4.1.2 Fase a regime

Il monitoraggio nella fase a regime ha come scopo l’analisi del comportamento e delle modificazioni nel tempo dei sistemi acquiferi. Sulla base dei risultati della fase conoscitiva e delle conoscenze accumulate dovrà essere individua una rete di punti d’acqua significativi e rappresentativi delle condizioni idrogeologiche, antropiche, di inquinamento in atto, delle azioni di risanamento intraprese su cui compiere un sistematico e periodico monitoraggio chimico e quantitativo secondo i criteri indicati al punto 4.2.

Il monitoraggio quantitativo va eseguito, per le acque utilizzate, dal concessionario o dal gestore, che deve rendere disponibili i dati su opportuno supporto magnetico per l’autorità preposta al controllo.

4.2 Indicatori di qualità ed analisi da effettuare

4.2.1 Fase iniziale

4.2.1.1 Misure quantitative

Il monitoraggio quantitativo ha come finalità e quella di acquisire le informazioni relative ai vari acquiferi, necessarie per la definizione del bilancio idrico di un bacino. Inoltre dovrà permettere di caratterizzare i singoli acquiferi in termini di potenzialità, produttività e grado di sfruttamento.

Questo tipo di rilevamento è basato sulla determinazione dei seguenti parametri fondamentali:

• livello piezometrico;
• portate delle sorgenti o emergenze naturali delle acque sotterranee.

A discrezione delle autorità competenti potranno essere monitorati altri parametri specifici, scelti in funzione della specificità dei singoli acquiferi e delle attività presenti sul territorio come ad esempio i movimenti verticali del livello del suolo.

I dati desunti dalle attività di monitoraggio dovranno essere opportunamente elaborati dalle regioni al fine di definire e parametrizzare i seguenti indicatori generali, da utilizzare per la classificazione:

• morfologia della superficie piezometrica;
• escursioni piezometriche;
• variazioni delle direzioni di flusso;
• entità dei prelievi;
• variazioni delle portate delle sorgenti o emergenze naturali delle acque sotterranee;
• variazioni dello stato chimico indotto dai prelievi;
• movimenti verticali del livello del suolo connesse all’estrazione di acqua dal sottosuolo

4.2.1.2 Misure chimiche

La fase iniziale del monitoraggio dura 24 mesi ed ha la finalità di caratterizzare l’acquifero. Il rilevamento della qualità del corpo idrico sotterraneo è basato sulla determinazione dei "parametri di base" riportati nella Tabella 19. I parametri di tabella evidenziati con il simbolo (o) saranno utilizzati per la classificazione in base a quanto indicato in Tabella 20.

Le autorità competenti devono analizzare i parametri addizionali relativi a inquinanti specifici, individuati in funzione dell’uso del suolo, delle attività presenti sul territorio, in considerazione della vulnerabilità della risorsa e della tutela degli ecosistemi connessi oppure di particolari caratteristiche ambientali. Un lista di tali inquinanti con l’indicazione dei relativi valori di soglia è riportata nella Tabella 21.

Tabella 19 – Parametri di base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione).

Temperatura (°C)  Potassio (mg/L) 
Durezza totale (mg/L CaCO3)  Sodio (mg/L) 
Conducibilità elettrica (µS/cm (20°C)) (o)  Solfati (mg/L) come SO4 (o) 
Bicarbonati (mg/L)  Ione ammonio (mg/L) come NH4 (o) 
Calcio (mg/L)  Ferro (mg/L) (o) 
Cloruri (mg/L) (o)  Manganese (mg/L) (o) 
Magnesio (mg/L)  Nitrati (mg/L) come NO3 (o) 
4.2.2 Fase a regime

Nella fase a regime sulla rete di monitoraggio individuata in base ai risultati della fase conoscitiva iniziale vanno proseguite le misure sui parametri di base precedentemente utilizzati al punto 4.2.1.2. Si ritiene necessario considerare un periodo iniziale di riferimento di almeno cinque anni per poter definire le tendenze evolutive del corpo idrico.

Per le misure chimiche vanno inoltre monitorati tutti quei parametri relativi ad inquinanti inorganici o organici individuati dall’autorità preposta al controllo, in ragione delle condizioni dell’acquifero e della sua vulnerabilità, dell’uso del suolo e delle attività antropiche caratteristiche del territorio.

4.3 Misure

Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, su un numero ridotto di punti significativi appartenenti alle reti di monitoraggio individuate, le misure dovranno essere eseguite con cadenza mensile e sui pozzi, sui piezometri. Le misure sulle sorgenti dovranno essere anche più ravvicinate in ragione dei tempi di esaurimento della sorgente stessa.

Per quanto riguarda le analisi chimiche dovranno essere eseguite, sia nella fase iniziale che per quella a regime, con cadenza semestrale in corrispondenza dei periodi di massimo e minimo deflusso delle acque sotterranee.

4.4 Classificazione

Lo stato ambientale delle acque delle acque sotterranee è definito in base allo stato quantitativo e a quello chimico.

4.4.1 Stato quantitativo

I parametri e i relativi valori numerici di riferimento per la classificazione quantitativa dei corpi idrici sotterranei, sono definiti dalle regioni utilizzando gli indicatori generali elaborati sulla base del monitoraggio secondo i criteri che verranno indicati dall’ANPA, in base alle caratteristiche dell’acquifero (tipologia, permeabilità, coefficienti di immagazinamento) e del relativo sfruttamento (tendenza piezometrica o delle portate, prelievi per vari usi).

Un corpo idrico sotterraneo è in condizioni di equilibrio quando le estrazioni o le alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili per lungo periodo (almeno 10 anni): sulla base delle alterazioni misurate o previste di tale equilibrio viene definito lo stato quantitativo.

Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei è definito da quattro classi così caratterizzate:
 
Classe A  L’impatto antropico è nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo. 
Classe B  L’impatto antropico è ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa sostenibile sul lungo periodo. 
Classe C  Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell’uso sulla disponibilità della risorsa evidenziato da rilevanti modificazioni agli indicatori generali sopraesposti (1)
Classe D Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica. 
(1) nella valutazione quantitativa bisogna tener conto anche degli eventuali surplus incompatibili con la presenza di importanti strutture sotterranee preesistenti.

4.4.2 Stato chimico

Le classi chimiche dei corpi idrici sotterranei sono definite secondo il seguente schema:
 
Classe 1  Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche; 
Classe 2  Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche 
Classe 3  Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione; 
Classe 4  Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti; 
Classe 0 

(*) 

Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della classe 3. 
(*) per la valutazione dell’origine endogena delle specie idrochimiche presenti dovranno essere considerate anche le caratteristiche chimico-fisiche delle acque.

Ai fini della classificazione chimica si utilizzerà il valore medio, rilevato per ogni parametro di base o addizionale nel periodo di riferimento. Le diverse classi qualitative vengono attribuite secondo lo schema di tabella 20, tenendo anche conto dei parametri e dei valori riportati alla Tabella 21. La classificazione è determinata dal valore di concentrazione peggiore riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base o dei parametri addizionali.

Tabella 20 Classificazione chimica in base ai parametri di base (1)
 
  Unità di misura  Classe 1  Classe 2  Classe 3  Classe 4  Classe 0 (*) 
Conducibilità elettrica  mS/cm 

(20°C) 

£ 400  £ 2500  £ 2500  >2500  >2500 
Cloruri  µg/L  £ 25  £ 250  £ 250  >250  >250 
Manganese  µg/L  £ 20  £ 50  £ 50  >50  >50 
Ferro  µg/L  <50  <200  £ 200  >200  >200 
Nitrati  µg/L di NO3  £ £ 25  £ 50  > 50   
Solfati  µg/L di SO4  £ 25  £ 250  £ 250  >250  >250 
Ione ammonio  µg/L di NH4  £ 0,05  £ 0,5  £ 0,5  >0,5  >0,5 
(1) se la presenza di tali sostanza è di origine naturale, così come appurato dalle regioni o dalle province autonome, verrà automaticamente attribuita la classe 0.

Tabella 21 – Parametri addizionali
 
Inquinanti inorganici  µg/L  Inquinanti organici  µg/L 
Alluminio  £ 200  Composti alifatici alogenati totali  10 
Antimonio  £ di cui:   
Argento  £ 10  - 1,2-dicloroetano 
Arsenico  £ 10  Pesticidi totali (1)  0,5 
Bario  £ 2000  di cui:   
Berillio  £ - aldrin  0,03 
Boro  £ 1000  - dieldrin  0,03 
Cadmio  £ - eptacloro  0,03 
Cianuri  £ 50  - eptacloro epossido  0,03 
Cromo tot.  £ 50  Altri pesticidi individuali  0,1 
Cromo VI  £ Acrilamide  0,1 
Ferro  £ 200  Benzene 
Fluoruri  £ 1500  Cloruro di vinile  0,5 
Mercurio  £ IPA totali (2)  0,1 
Nichel  £ 20  Benzo (a) pirene  0,01 
Nitriti  £ 500     
Piombo  £ 10     
Rame  £ 1000     
Selenio  £ 10     
Zinco  £ 3000     
(1) in questo parametro sono compresi tutti i composti organici usati come biocidi (erbici, insetticidi, fungicidi, acaricidi, alghicidi, nematocidi ecc.);
(2) si intendono in questa classe i seguenti composti specifici: benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, benzo(ghi)perilene, indeno(1,2,3-cd) pirene.

Se la presenza di inquinanti inorganici in concentrazioni superiori a quelle di tabella 21 è di origine naturale verrà attribuita la classe 0 per la quale, di norma, non vengono previsti interventi di risanamento.

La presenza di inquinanti organici o inorganici con concentrazioni superiori a quelli del valore riportato nella tabella 21 determina la classificazione in classe 4.

Se gli inquinanti di tabella 21 non sono presenti o vengono rilevate concentrazione al di sotto della soglia di rilevabilità indicata dai metodi analitici il corpo idrico è classificato a seconda dei risultati relativi ai parametri di tabella 20.

Tranne nel caso della presenza naturale di sostanze inorganiche, il ritrovamento di questi inquinati in concentrazioni significative vicine alla soglia indicata è comunque un segnale negativo di rischio per gli acquiferi interessati. Nei piani di tutela, devono quindi essere comunque adottate misure atte a prevenire un ulteriore peggioramento e a rimuovere le cause di rischio. Devono inoltre essere considerati gli effetti della eventuale interconessione delle acque sotterrane con corpi idrici superficiali di particolare pregio il cui obiettivo ambientale, a causa della persistenza e dei processi di bioaccumulo di alcuni inquinanti, prevede per questi valori di concentrazione più cautelativi.

4.4.3 Stato ambientale delle acque sotterranee

In base alle conoscenze prodotte attraverso le attività di cui al punto 1 e per confronto con le classi di qualità della risorsa definite con le Tabelle 20 e 21, verranno quindi classificati i singoli corpi idrici sotterranei in base al loro stato ambientale

La sovrapposizione delle classi chimiche (classi 1, 2, 3, 4, 0) e quantitative (classi A, B, C, D) definisce lo stato ambientale del corpo idrico sotterraneo così come indicato nella tabella 22 e permette di classificare i corpi idrici sotterranei.

Tabella 22 Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei.
 
Stato elevato  Stato buono  Stato sufficiente  Stato scadente  Stato particolare 
1 – A  1 – B  3 – A  1 – C  0 – A 
  2 – A  3 – B  2 – C  0 – B 
  2 – B    3 – C  0 – C 
      4 – C  0 – D 
      4 – A  1 – D 
      4 – B  2 – D 
        3 – D 
        4 – D 
In assenza di serie storiche significative di dati dal punto di vista quantitativo in una prima fase la classificazione sarà basata sullo stato chimico delle risorse, ipotizzando, per la parte quantitativa, una classe C.

Qualora i corpi acquiferi individuati presentino al loro interno differenti condizioni dello stato si può procedere ad un ulteriore suddivisione che individui porzioni omogenee o aree discrete a differente stato di qualità sempre sulla base di quanto indicato in Tabella 22.

La Regione, procede alla classificazione cartografica ed alla zonazione dei singoli corpi idrici sotterranei in base al rispettivo "stato". Sempre in base alla suddetta classificazione verranno pianificate le eventuali azioni di risanamento da adottare. Per quanto riguarda gli acquiferi che hanno uno stato naturale particolare pur non dovendo prevedere specifiche azioni di risanamento, deve comunque essere evitato un peggioramento dello stato chimico o un ulteriore impoverimento quantitativo.

Tale classificazione ha carattere temporaneo dovrà essere progressivamente e periodicamente riaggiornata in base al raggiungimento degli obiettivi verificato tramite le attività di monitoraggio previste al punto 4.1.