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Carico di punta e pressoflessione |
Gli elementi costruttivi ad asse rettilineo (colonne e pilastri), se sollecitati
in punta, oltre certi valori di carico, possono manifestare un quadro fessurativo
particolare e caratteristico e, successivamente, arrivare alla rottura.
Quando, difatti, il rapporto fra la lunghezza lungo l’asse principale
e la dimensione minima della sezione trasversale è superiore ad
un certo limite in funzione anche del carico che grava su di essi gli elementi
subiscono “svirgolamento”. L'elemento si deforma abbandonando, in modo
evidente, l'allineamento verticale e piegandosi, verso la zona centrale,
si gonfia dove non ha vincoli e contatti con altri elementi della struttura
o della muratura.
Qualora l’elemento venga sollecitato con un carico eccentrico si parla
di pressoflessione.
Le cause che predinspongono le murature alla pressoflessione sono:
• la cattiva costruzione
• l’impiego di malte scadenti
• il difetto di omogeneità delle sezioni
• il difettoso collegamento trasversale degli elementi lapidei e laterizi
• la vetustà
• il non corretto dimensionamento della struttura
La struttura muraria spesso non è bene intessuta nei suoi elementi
e, soprattutto in taluni casi, sarebbe necessario adottare l’uso di un
largo impiego di pietre o mattoni passanti. Questi collegherebbero i due
parametri, interno ed esterno, in maniera da opporre una maggiore resistenza
al carico sulla testa della struttura con una base minore più ampia
e meno soggetta al fenomeno del carico di punta.
Infatti un muro non adeguatamente collegato trasversalmente è
in grado di sopportare un carico nettamente inferiore a quello nominale.
Rispetto ad un paramento murario in grado di sopportare un certo carico
p, un muro di eguale spessore, ma costituito da due muri
affiancati e non collegati tra loro, può sopportare ¼
dello stesso carico p, mentre un muro costituito da tre muri affiancati
e costruiti solo in aderenza, senza alcun collegamento trasversale, arriva
appena ad 1/9 di p.
I dissesti in questi due casi delle strutture murarie sono caratterizzati
dallo smenbramento in due o più tronchi verticali, separati da superfici
di discontinuità irregolari. Per effetto di
questo dissesto i parametri subiscono una inflessione concorde o discorde
secondo che le frecce d’incurvamento abbiano lo stesso senso o senso contrario.
I dissesti si manifestano con rigonfiamenti esterni del paramento murario
accompagnati da un quadro fessurativo sinusoidale.
Per eliminare i danni presenti e futuri in un edificio dissestato bisogna
intervenire sulle cause. Ciò è possibile solo dopo averle
comprese con certezza e, pertanto, solo dopo un'attenta analisi. La diagnosi
successiva genererà la fase progettuale e il tutto non può
costituire un processo frettoloso e superficiale.
Nel caso del carico di punta e della pressoflessione il danno non avanza
con uguale ritmo nel tempo in quanto l'eccentricità è sempre
maggiore oppure il carico agisce su porzioni di muratura sempre meno reisstenti,
per forma e qualità. Il rimedio deve allora essere il più
immediato possibile perchè il crollo può avvenire senza alcun
altro preavviso.
Il consolidamento sarà valido e realizzato tecnicamente solo
se il problema viene affrontato alla radice eliminando o contrastando le
cause perturbatrici. Qualora si agisca solo sulle lesioni e sulle fratture,
saranno sistemati per un pò di tempo gli effetti ma il malanno che
li aveva generati rimarrà ancora in piena attività.
Un tecnico esperto e preparato non farà mai solo interventi
di cosmesi esterna: egli realizzerà le opere indispensabili alla
vita della struttura. |
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