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Una carente armatura metallica all’intradosso di una trave determina, nella
mezzeria, fratture semplici o multiple, verticali con massima ampiezza
all’intradosso e decrescenti con l’altezza. Nelle travi incastrate, le
fessurazioni conservano nelle mezzerie le stesse
caratteristiche ora descritte, mentre nei punti di appoggio, si presentano
fratture analoghe ma orientate dall’estradosso verso il basso.
Lesioni da staffatura
carente |
Una insufficiente staffatura in una trave in c.a. determina uno stato di
tensione che si tramuta in un quadro fessurativo sostanzialmente analogo
a quello per sollecitazioni da taglio, con la sola differenza di posizionamento
delle fratture che, nel caso in esame, si manifestano lontano dagli appoggi.
Lesioni da schiacciamento |
Lo schiacciamento è una grave situazione che interessa una intera
sezione del pilastro sottoposta a sforzi di compressione eccessivi, determinando
la rottura dei materiali con conseguente rigonfiamento della sezione e
comparsa di lesioni verticali che appaiono
generalmente in mezzeria della fascia del pilastro. Lo schiacciamento
di un pilastro è un fatto raro, ma molto grave, e richiede senz’altro
il provvedimento di sgombero immediato dell’edificio, anche in considerazione
del fatto che lo schiacciamento di questo elemento strutturale ha ripercussioni
nel telaio in cui si trova il pilastro, almeno nelle travi immediatamente
superiori.
L’ossidazione dei ferri di armatura determina la variazione di volume dei
ferri stessi e quindi tensioni di spinta trasversale che, in fase avanzata,
arriva all’espulsione dello strato di copriferro del calcestruzzo.
Allo stadio iniziale, anche in questo caso, le lesioni sono ad andamento
verticale ma concentrate attorno alla posizione dei ferri in prossimità
degli spigoli dei pilastri.
Le lesioni per ossidazione dell’armatura, a meno del caso di ossidazione
eccessivamente avanzata con notevole riduzione della sezione dei ferri,
sono un fatto piuttosto normale che richiede lavori di sistemazione non
necessariamente immediati seppure non
procrastinabili in tempi lunghi.
Per eliminare i danni presenti e futuri in un edificio dissestato bisogna
intervenire sulle cause. Ciò è possibile solo dopo averle
comprese con certezza e, pertanto, solo dopo un'attenta analisi. La diagnosi
successiva genererà la fase progettuale e il tutto non può
costituire un processo frettoloso e superficiale. Ciò vale soprattutto
negli edifici in cemento armato dove gli elementi strutturali hanno una
forma esterna, ma una rigidezza ed una resistenza non uniforme internamente.
In questo ha un ruolo il tipo di calcestruzzo utilizzato, la quantità
di ferro ed anche il modo in cui è stata realizzata l'opera. Dunque
è necessaria una maggiore cautela ed uno studio più approfondito:
non sempre sono di aiuto i disegni esecutivi perchè molto spesso
non corrispondono fedelmente a ciò che è stato poi effettivamente
costruito.
Il consolidamento sarà valido e realizzato tecnicamente solo
se il problema viene affrontato alla radice eliminando o contrastando le
cause perturbatrici. Qualora si agisca solo sulle lesioni e sulle fratture,
saranno sistemati per un pò di tempo gli effetti ma il malanno che
li aveva generati rimarrà ancora in piena attività.
Un tecnico esperto e preparato non farà mai solo interventi
di cosmesi esterna: egli realizzerà le opere indispensabili alla
vita della struttura. |
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