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Effetti dell’incendio sulle strutture |
Gli effetti dell’incendio sulle strutture si possono porre essenzialmente
in rapporto ai seguenti fattori:
a) Distribuzione della temperatura nelle strutture.
Una distribuzione di temperatura non uniforme può determinare
notevoli differenze di dilatazione fra strato e strato e quindi sforzi
tangenziali che possono condurre allo sfaldamento superficiale o al distacco
delle parti.
Classico al riguardo è lo scorticamento della parte inferiore
dei solai in laterizio armato esistenti in locali colpiti da incendi relativamente
modesti.
Il rapido violento aumento di temperatura che subiscono le ali inferiori
dei mattoni forati immediatamente soprastanti il focolaio provoca in esse
dilatazioni differenziali che inducono, nel sottile setto verticale di
collegamento con l’ala superiore rimasta praticamente fredda, sforzi che
superano largamente il limite di elasticità del laterizio.
b) Degradazione dei materiali con diminuzione della resistenza.
La degradazione dei materiali con l’aumentare della temperatura viene
essenzialmente rappresentata dalla diminuzione della resistenza sotto sforzo
dei materiali che, una volta superato un certo limite può portare
al cedimento della struttura.
c) Dilatazione termica degli elementi e delle strutture.
La dilatazione termica ha conseguenze diverse a seconda dello schema
statico della struttura ed in particolare dei vincoli.
Dilatazioni termiche libere, quali sono quelle che si verificano nelle
strutture isostatiche, non hanno alcun effetto sulle caratteristiche di
sollecitazione, ma possono condurre a deformazioni notevoli, che sommate
a quelle elastiche, plastiche e viscose, possono dar luogo a spostamenti
o scorrimenti eccessivi rispetto ai vincoli (per es. appoggi) fino all’abbandono
di essi e quindi al crollo.
Dilatazioni termiche impedite, anche per modesti aumenti della temperatura,
conducono alla generazione di sforzi normali e momenti flettenti.
Gli aumenti di temperatura, nelle strutture iperstatiche, inducono
un’esaltazione degli sforzi tali da divenire rapidamente incompatibili
con le resistenze della struttura e la compagine dei vincoli.
Nelle strutture intelaiate gli allungamenti dei traversi aggravano
le condizioni statiche dei pilastri, le dilatazioni delle piastre dei solai
possono danneggiare altri elementi costruttivi e cosi via.
Tali effetti negativi possono essere eliminati con una razionale disposizione
dei giunti di dilatazione.
Per eliminare definitivamente i danni presenti e futuri in un edificio
dissestato bisogna intervenire sulle cause. Ciò è possibile
solo dopo averle comprese con certezza e, pertanto, solo dopo un'attenta
analisi. La diagnosi successiva genererà la fase progettuale e il
tutto non può costituire un processo frettoloso e superficiale.
Ogni operazione deve essere studiata e realizzata con cognizioni di
causa e senza improvvisazioni.
E' sempre opportuno, pertanto, affidarsi a mani esperte sia nella fase
progettuale che in quella dell'esecuzione, soprattutto quando si debbano
porre in opera soluzioni delicate e precise. Ciò vale ancor di più
quando si interviene su edifici soggetti a forze sismiche.
Un adeguato studio, in fase di costruzione, specie per edifici soggetti
a possibili incendi, deve essere portato avanti con la dovuta cura e attenzione.
Il consolidamento sarà valido e realizzato con tecnica ed efficacia
solo se il problema viene affrontato alla radice eliminando i danni e contrastando
le cause perturbatrici. Qualora si agisca solo sulle lesioni e sulle fratture,
saranno sistemati per un pò di tempo gli effetti ma il malanno che
li aveva generati rimarrà ancora in piena attività.
Un tecnico esperto e preparato non farà mai solo interventi
di cosmesi esterna: egli realizzerà le opere indispensabili alla
vita della struttura. |
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