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Effetti dell’incendio sul legno |
Il legno per bruciare con fiamma deve subire un preventivo processo di
pirolisi, per cui la combustione procede per strati successivi, con molta
regolarità e lentezza dovute alla sua omogeneità ed alla
sua bassa conduttività termica.
La velocità con la quale il fronte di combustione penetra nella
massa legnosa è non superiore a 6-7 decimi di millimetro al minuto
(06-07 mm/min). La normativa vigente indica, ovviamente, valori superiori
e precisamente:
per le travi estradosso e fianchi |
0,8 mm/min. |
intradosso |
1,1 mm/min. |
per pilastri |
0,7 mm/min. |
L’ignifugazione influisce sensibilmente sul tempo occorrente per portare
il legno alla temperatura di accensione rendendo un legno facilmente infiammabile
a molto difficilmente infiammabile.
L’ignifugazione è un provvedimento opportuno per il legno usato
in strati relativamente sottili come accade quando lo si adopera per rivestimenti,
decorazioni, pannelli, ecc…
Quando invece il legno ha funzioni portanti è di regola più
semplice e meno costoso maggiorarne le sezioni resistenti con uno spessore
equivalente al ritardo di accensione che si vuole conseguire.
Sotto lo strato carbonioso, che ovviamente ha resistenza meccanica
nulla, il legno incombusto mantiene sostanzialmente integre le caratteristiche
meccaniche originarie.
La superficie di separazione fra la parte combusta e la parte integra,
infatti, si presenta di regola molto retta.
E' quindi ovvio che la diminuzione della capacità portante di
una trave o di un pilastro dipendono unicamente dalla diminuzione della
sezione resistente.
Questa considerazione, unita al fatto che la parte combusta funziona
come un isolante termico per la parte non combusta, fornisce utili indicazioni
sulle parti strutturali in legno. Spesso, infatti, si crede una costruzione
di tale materiale sia maggiormante soggetta a danni dovuti al fuoco. Invece
bisogna valutare il comportamento al fuoco di tutti i singoli materiali
per poter emettere una valutazione adeguata: si constaterà che il
legno conserva, in questo caso, notevoli risorse probabilmente insospettate.
Per eliminare definitivamente i danni presenti e futuri in un edificio
dissestato bisogna intervenire sulle cause. Ciò è possibile
solo dopo averle comprese con certezza e, pertanto, solo dopo un'attenta
analisi. La diagnosi successiva genererà la fase progettuale e il
tutto non può costituire un processo frettoloso e superficiale.
Ogni operazione deve essere studiata e realizzata con cognizioni di
causa e senza improvvisazioni.
E' sempre opportuno, pertanto, affidarsi a mani esperte sia nella fase
progettuale che in quella dell'esecuzione, soprattutto quando si debbano
porre in opera soluzioni delicate e precise. Ciò vale ancor di più
quando si interviene su edifici soggetti a forze sismiche.
Un adeguato studio, in fase di costruzione, specie per edifici soggetti
a possibili incendi, deve essere portato avanti con la dovuta cura e attenzione,
sia per la forma e le dimensioni della struttura che per i materiali da
utilizzare.
Il consolidamento sarà valido e realizzato con tecnica ed efficacia
solo se il problema viene affrontato alla radice eliminando i danni e contrastando
le cause perturbatrici. Qualora si agisca solo sulle lesioni e sui danni
visibili, saranno sistemati per un pò di tempo gli effetti ma il
malanno che li aveva generati rimarrà ancora in piena attività.
Un tecnico esperto e preparato non farà mai solo interventi
di cosmesi esterna: egli realizzerà le opere indispensabili alla
vita della struttura. |
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