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Le coperture hanno la funzione di proteggere i fabbricati dalle intemperie
(acqua, neve, vento). Esse sono formate da superficie piane e generalmente
inclinate (falde di tetti) o orizzontali (terrazzi) coperte da un manto
impermeabile in modo da assicurare un facile scolo delle acque piovane.
In un tetto si distinguono:
• linee di gronda: che sono linee orizzontali più basse del
tetto, secondo le quali sono disposti i canali di gronda per la raccolta
delle acque che alla loro volta scaricano nei condotti verticali chiamati
pluviali.
• colmi: che sono pure orizzontali e separano le acque di due falde
contigue;
• displuvi: che sono linee inclinate, disposte generalmente secondo
le bisettrici degli angoli formati dalle linee di gronda, in corrispondenza
delle quali si separano le acque di due falde contigue;
• compluvi e converse: sono le linee inclinate, disposte generalmente
secondo le bisettrici degli angoli formati dalle linee di gronda, secondo
le quali si riuniscono le acque di due falde contigue. Le gronde sono le
parti del tetto che sporgono a sbalzo dai muri di
facciata (i cornicioni);
• portata o luce del tetto: è la distanza fra i muri perimetrali
o di gronda.
• Monta: è l’altezza della linea di colmo sul piano delle linee
di gronda. Il rapporto fra la monta e la portata, vale a dire l’inclinazione
delle falde, varia nei diversi paesi a seconda del clima. Nelle regioni
molto fredde l’inclinazione delle falde è molto forte, avvicinandosi
alla verticale, per diminuire il sovraccarico delle nevi. Nelle regioni
calde, invece, si fanno i tetti a terrazza, i quali hanno soltanto l’inclinazione
necessaria per lo smaltimento delle acque (da 2 a 5%) e presentano il vantaggio
di offrire minore resistenza al vento.
Nei nostri paesi si hanno di solito valori che variano da 1/3 a ¼
della portata. Soltanto in certi casi, per motivi di estetica o per rendere
abitabili i locali del sottotetto si costruiscono i tetti a mansarda che
hanno le falde molto inclinate vicine alla verticale.
I tetti sono formati dalla grossa armatura, dall'ossatura della armatura
minuta e dal manto di copertura.
Grosse armature dei tetti |
La grossa armatura dei tetti in legno trova i suoi appoggi sui muri di
colmo, sui muri di perimetro e talvolta anche sui muri trasversali. Uno
dei tioi più comuni di grossa armatura è quello così
detto alla Piemontese.
Sui pilastri del muro di colmo si appoggiano le travi di colmo collegate
fra di loro da grappe di ferro. Sulle travi di colmo in alto e sui muri
di perimetro in basso, si appoggiano i puntoni disposti secondo la pendenza
della falda di tetto.
L’armatura è completata da puntoni più lunghi che si
mettono in corrispondenza degli angoli del fabbricato e si chiamano cantonali.
Per la buona distribuzione dei carichi si dispongono in genere dei
tavoloni di legno dove le travi di colmo si appoggiano sui pilastri. La
parte del tetto che sporge dai muri di facciata viene sostenuta da tanti
travetti chiodati dai puntoni.
Altro tipo di grossa armatura molto usato è quello chiamato
alla Lombarda.
I puntoni sono posti in corrispondenza dei pilastri di colmo, per cui
appoggiano in alto sul pilastro di colmo ed in basso sul muro di gronda.
Quando in un fabbricato non esiste il muro di colmo, come nelle tettoie,
la grossa armatura del tetto si forma con incavallature o capriate. Le
capriate possono essere di legno, miste di legno e ferro, tutte di ferro
e di cemento armato, e possono avere forme diverse a
seconda dell’ampiezza dei locali che devono coprire.
Le capriate hanno in genere forma triangolare con due lati uguali (puntoni)
e la base (catena).
Nel caso di capriate in legno, i puntoni si congiungono in alto con
l’interposizione di una trave verticale.
I puntoni risultano compressi e inflessi mentre la catena è
tesa.
Le capriate in legno servono per sopportare luci non superiori ai 7-8
metri e si dispongono a 3-4 metri l’una dall’altra. In caso di luci superiori
si rinforzano le capriate, con due travetti di legno. Per portate maggiori
si adattano altri tipi di capriate, quali la capriate con catena, controcatena
e due ometti, la capriata Polenceau in ferro.
Questa presenta i puntoni rinforzati nel punto di mezzo da un contraffisso
collegato con i due tiranti di ferro alle estremità del puntone
ed una catena in ferro orizzontale, sostenute nel mezzo da un tirante fissato
al colmo.
Per saloni di lavorazione con necessità di luce abbondante e
diffusa si fanno tetti speciali a sega che permettono l’inserimento di
ampie vetrate.
Sulla grossa armatura dei tetti in legno si fissa l’armatura minuta, che
serve per l’appoggio del manto ed è formata da travetti di piccola
sezione e da listelli ancora più sottili. I travetti vengono inchiodati
direttamente sui puntoni (nell’armatura alla piemontese) oppure sugli arcarecci
(in quella alla lombarda).
Il manto di copertura può essere costituito da:
• tegole curve
• tegole piane
• lastre di pietra
• lastre di ardesia
• lastre di pietra artificiale (eternit, stabilit, ecc..)
• da strati di asfalto
• feltri catramati.
I tetti in legno presentano notevole pericolo di incendio specialmente
perché nei sottotetti vengono comunemente ammassati materiali diversi
di natura combustibile. In questi casi è necessario creare dei muri
tagliafuoco a intervalli che non dovrebbero superare i 25-30 metri.
Per rendere più sicuro il tetto dal pericolo di incendi, la
via migliore è quella di fabbricare il tetto in cemento armato
Esistono anche altri tipi di coperture, come quelli prefabbricati a lastre
o quelli in ferro con travi e lamiera grecata, ma sempre è necessario
studiare la tecnologia per intervenire con opere di ristrutturazione. E'
d'obbligo procedere sempre con somma cautela. Nei casi di demolizione o
ricostruzione o consolidamento bisogna operare con opportune opere provvisionali
che mantengano inalterati i carichi verticali e non arrechino disturbo
alla statica dell'insieme. Questo è ancora più indispensabile
nel caso di zone sismiche.
In tutti questi casi è bene chiedere consulenze ad un tecnico
che conosce a fondo la tecnica di tali tipi di costruzioni ed ha esperienza
nei consolidamenti e nelle ristrutturazioni. Non bisogna fidarsi solo del
muratore perchè si tratta di interventi molto delicati staticamente. |
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