Molte
sono anche le agevolazioni fiscali per chi richiede un mutuo per la
casa. Bisogna dire che esse possono variare nel tempo, ma è
interessante avere un'idea di che cosa si tratta. In questa pagina ci
sono degli esempi molto interessanti.
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Comprare casa è impegnativo,ma – anche dal punto di vista finanziario
– ci sono alcuni aspetti positivi. L’acquisto della cosiddetta “prima casa”
è infatti incoraggiato dallo Stato, che ha previsto per questo tipo
di operazioni una serie di agevolazioni fiscali. La condizione principale
è che si tratti della propria abitazione principale, utilizzata
come dimora abituale: per godere di questo “trattamento di favore” da parte
del Fisco sono perciò previsti una serie di precisi requisiti. In
primo luogo, l’acquisto deve riguardare una casa d’abitazione non qualificata
come “di lusso”. L’immobile deve trovarsi nel comune in cui l’acquirente
ha la propria residenza (o comunque in cui stabilirà la residenza
entro 18 mesi dall’acquisto), oppure – se diverso da quello di residenza
– nel comune in cui l’acquirente svolge la sua attività lavorativa;
questa limitazione non si applica se l’acquirente viene trasferito all’estero
per ragioni di lavoro. Inoltre, l’acquirente non deve essere proprietario
(neppure in comunione con il coniuge) di altri immobili in quello stesso
comune. Infine, non deve avere acquistato in precedenza alcun altro immobile,
sull’intero territorio nazionale, godendo delle agevolazioni previste per
la “prima casa”. Rientrano nel regime di agevolazioni anche tutte le “pertinenze”
dell’immobile (cantine, box, posti auto), anche se acquistate con atto
diverso, purchè siano destinate a servizio dell’abitazione principale.
Ma quali sono le imposte da pagare per l’acquisto di una casa? Una differenza
fondamentale è data dalla qualifica del venditore: se si tratta
di un privato o se invece si acquista l’immobile da un’impresa. Nel primo
caso è necessario pagare l’imposta di registro, calcolata sul prezzo
dichiarato nell’atto di vendita: l’aliquota dell’imposta, se si tratta
di acquisto di “prima casa”, è del 3%, contro il 10% previsto dall’aliquota
“normale”. A questo si aggiunge il pagamento dell’imposta ipotecaria e
dell’imposta catastale, ciascuna dell’importo fisso di 129,11 euro (se
non si trattasse di “prima casa”, queste imposte ammonterebbero rispettivamente
al 2% e all’1% del valore dell’immobile). Se invece la casa viene venduta
da un’impresa l’imposta di registro viene calcolata in misura fissa, anch’essa
di 129,11 euro; ad essa si sommano le imposte ipotecarie e catastali (anche
in questo caso pari a 129,11 euro ciascuna) e l’IVA, che nel caso di “prima
casa” è pari al 4% (contro il normale 10% previsto per le compravendite
immobiliari) del valore dichiarato nell’atto di vendita. Attenzione, però:
queste agevolazioni sono revocabili (con in più il pagamento di
una sovrattassa pari al 30% delle imposte dovute) se la “prima casa” viene
rivenduta nell’arco di cinque anni, a meno che nell’arco di un anno dalla
vendita non venga acquistato un altro immobile da adibire ad abitazione
principale.
Ma non è tutto: anche per quanto riguarda gli interessi passivi
pagati per il mutuo della “prima casa” il Fisco prevede delle forme di
agevolazione che si traducono in un risparmio sull’Irpef dovuta. Le regole
sono diverse a seconda che si tratti di mutui per acquisto o per costruzione
o ristrutturazione dell’immobile. In caso di mutuo per acquisto, è
possibile detrarre il 19% di interessi passivi, oneri accessori (ma limitatamente
al primo anno del mutuo) e quote di rivalutazione dipendenti da clausole
di indicizzazione; il tutto a condizione che si tratti di un mutuo garantito
da ipoteca e che l’immobile sia adibito ad abitazione principale entro
12 mesi dall’acquisto (le norme, in questo caso, sono più “larghe”
di quelle relative all’acquisto: per dimora principale si intende infatti
l’abitazione abituale del contribuente o di suoi familiari). L’importo
massimo su cui calcolare la detrazione del 19% è di 3.615,20 euro;
per le somme che eventualmente eccedessero tale importo non è invece
prevista alcuna detrazione.A questo proposito, normalmente la banca emette
ogni anno una certificazione riassuntiva degli importi pagati, da utilizzare
per la compilazione della dichiarazione dei redditi. Nel caso invece di
mutui ipotecari per la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione
principale, l’importo massimo su cui calcolare la detrazione del 19% è
di 2.582,28 euro. Per ottenere questa agevolazione fiscale è necessario
che i lavori di costruzione abbiano inizio nei sei mesi precedenti o successivi
alla stipula del mutuo e che l’immobile sia adibito ad abitazione principale
entro sei mesi dalla fine dei lavori.
Questo
che si riporta è un esempio al momento in cui si è scritta questa
guioda. Tieni conto che le percentuali, come le altre condizioni di
legge, possono variare al momento dell'accensione del mutuo. LE IMPOSTE SULL’ACQUISTO DELLA "PRIMA CASA" Acquisto da privato Acquisto da impresa Imposta di registro 3% 129,11 euro Imposta ipotecaria 129,11 euro 129,11 euro Imposta catastale 129,11 euro 129,11 euro IVA 4% DETRAZIONI IRPEF SUL MUTUO "PRIMA CASA"
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