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Acquisto e ristrutturazione di una casa: i finanziamenti
(CAPITOLO 4 - Richiedere un mutuo: le fasi e i documenti)
Parti e argomenti della scheda:
Quali sono i documenti necessari per accendere un mutuo? L'informazione può essere essenziale per capire se si possa rientrare nelle categorie di persone che non debbano ricevere un rifiuto. Non costa nulla leggersi una guida come questa. Qui si espongono le varie fasi della procedura.
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Le caratteristiche base per richiedere un mutuo 
È il momento di entrare in azione: hai deciso di richiedere un mutuo per acquistare la tua casa. Ma come funziona, in pratica, l’intera procedura? “Come si fa” a chiedere un mutuo? I passaggi sono diversi e rischiano di apparire complessi e difficoltosi; in realtà, è sufficiente avere un quadro generale del processo per non rischiare di “perdersi” tra le diverse fasi. Di norma sono richiesti alcuni requisiti – peraltro molto semplici – per chiunque voglia richiedere un mutuo: essere cittadini italiani, o cittadini di stati membri dell’Unione Europea o cittadini stranieri (extra-UE) con residenza in Italia; inoltre è necessario avere un’età di almeno 18 anni e tale da non superare i 75 anni alla scadenza del mutuo. Una volta verificato di corrispondere a queste caratteristiche, può avere inizio il rapporto con la banca, che si sviluppa in cinque momenti diversi. Si inizia con un colloquio preliminare, in cui vengono analizzati gli elementi principali del rapporto e in cui viene dato un primo assenso – a livello verbale – sul fatto che esistano i presupposti per continuare l’operazione. 
 
Cinque fasi per concludere l’operazione
Il passo successivo è quindi quello della presentazione della vera e propria “domanda di mutuo”, accompagnata dalla necessaria documentazione; su questa base si svolgerà poi la successiva “fase istruttoria”, in cui la banca valuterà a fondo la richiesta, le caratteristiche del richiedente e quelle dell’immobile – invitando eventualmente a presentare altra documentazione aggiuntiva. Se il tutto procede positivamente, la banca provvede ad emettere una “delibera di concessione del finanziamento”. A questo punto, il passaggio finale è quello della firma – davanti al notaio – del contratto di mutuo e della relativa ipoteca.È importante quindi fissare per prima cosa un colloquio preliminare con l’istituto di credito, nel corso del quale si potrà valutare il mutuo più adatto alle proprie caratteristiche: è fondamentale presentarsi all’appuntamento con un’idea ben chiara della propria situazione reddituale attuale, delle prospettive future e delle esigenze che si intendono soddisfare. 
 
Che cosa richiedere alla banca
Per contro, la banca dovrà essere in grado di fornire informazioni chiare ed esaurienti su tutti gli aspetti dell’operazione: l’importo finanziabile, la durata, il tipo di tasso, le spese aggiuntive, i tempi. Si tratta quindi di un momento particolarmente importante, in cui viene realizzato il primo “filtro” alla richiesta di mutuo e in cui vengono definite le basi per l’intero rapporto successivo. A questo punto, è possibile richiedere alla banca il cosiddetto “Prospetto ESIS”, il modulo informativo (non vincolante per la banca) che raccoglie tutte le principali informazioni relative al prestito. Dal momento che si tratta di un formulario standardizzato a livello europeo, è possibile confrontare con facilità le opportunità offerte da diversi istituti di credito. 
 
I documenti da presentare 
Una volta verificato – attraverso il colloquio preliminare – che esistano le condizioni fondamentali perché il mutuo possa essere concesso, si passa alla presentazione della domanda di mutuo e della relativa documentazione, sulla base della quale la banca deciderà se procedere o meno all’erogazione del prestito. Per quanto gli elementi fondamentali rimangano sostanzialmente immutati è bene ricordare che ogni banca segue procedure differenti, per cui è consigliabile richiedere subito un elenco completo dei documenti necessari. In generale, le richieste della banca riguardano tre precise categorie informative. La prima comprende quanto serve a identificare con precisione il richiedente e il suo nucleo familiare: documento d’identità, codice fiscale, certificato di residenza, stato di famiglia, copia del provvedimento del tribunale nel caso di separazione o divorzio. Nella seconda categoria, particolarmente importante per il successivo processo di valutazione, è invece compreso quanto può essere utile a definire la situazione reddituale del richiedente; nel caso di lavoratori dipendenti, cedolino dello stipendio, copia del modello utilizzato per la dichiarazione dei redditi – CUD, 730 o “Unico” – e una dichiarazione del datore di lavoro che attesti l’anzianità di servizio del dipendente; nel caso di lavoratori autonomi, copia del modello “Unico” degli ultimi anni, estratto della Camera di Commercio Industria e Artigianato (CCIAA) e l’eventuale certificato di iscrizione a un albo professionale. La terza categoria, infine, riguarda le caratteristiche dell’immobile sul quale il mutuo dovrà essere concesso: un aspetto di grande rilevanza, dal momento che sarà proprio il bene (e quindi il suo effettivo valore) a costituire la garanzia della banca sulle somme date a mutuo; da questo punto di vista la documentazione comprende l’atto di provenienza dell’immobile, la planimetria con l’indicazione delle eventuali pertinenze (box, cantine, solai…) dell’immobile, il certificato di abitabilità, nonché una copia del preliminare di compravendita o “compromesso”. 
 
La valutazione della banca 
A cosa serve tutta questa esibizione di carte? Sostanzialmente, a valutare la “capacità di rimborso” del richiedente, quella che viene spesso chiamata dalle banche “meritevolezza di fido”: in questo senso, vengono valutati diversi fattori: il fatto che l’immobile acquistato possa costituire un’adeguata garanzia per l’importo richiesto, il fatto che il richiedente sia effettivamente in grado di sostenere l’impegno delle rate del mutuo e, più in generale, le sue caratteristiche personali a livello di buona fede, affidabilità e correttezza. 
 
Il ruolo del notaio 
A questo punto, la banca dispone di tutto ciò che le serve per effettuare le sue valutazioni e i suoi controlli: in genere, l’istituto provvede a richiedere al notaio una dichiarazione preliminare sul bene offerto in garanzia e una relazione tecnico-estimativa da parte di un perito. Dopo di che, se esistono le condizioni necessarie, viene deliberato il finanziamento e viene fissata la data per la stipula del contratto. Per legge, il contratto di mutuo deve essere stipulato nella forma di atto pubblico, davanti a un notaio, che assume il ruolo di garante della regolarità di tutte le condizioni previste dal contratto e che rilascia, al termine di tutte le operazioni necessarie, una copia del relativo atto notarile (l’originale resta invece presso il notaio stesso). La scelta del notaio spetta all’acquirente della casa, anche se, spesso, in mancanza di un professionista di fiducia sono le banche stesse ad indicare un notaio con cui hanno consolidati rapporti. Contemporaneamente alla stipula del contratto di mutuo, il notaio provvede anche ad accendere l’ipoteca sull’immobile oggetto della compravendita; dopo di che, entro i 10 giorni successivi all’avvenuta iscrizione dell’ipoteca nei registri immobiliari, la banca consegnerà all’acquirente l’importo del prestito. Per accelerare il versamento delle somme da parte della banca evitando ulteriori atti formali come l’“erogazione” e la “quietanza”, si fa spesso ricorso al cosiddetto “contratto unico”: in questo caso, dal punto di vista formale la somma risulta versata dalla banca all’acquirente dell’immobile già al momento della firma del contratto di mutuo. Il pagamento avviene per mezzo di assegni circolari che vengono dati in consegna al notaio e che vengono consegnati da quest’ultimo, senza ulteriori formalità, all’acquirente al momento dell’iscrizione dell’ipoteca (in genere da 3 a 5 giorni dopo la stipula dell’atto).