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Le avventure di Peter Pan
di James Matthew Barrie
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 Si chiese se non era stato insensibile a volarsene via senza aver detto addio a Salomone. “Come mi piacerebbe andare ancora solo per una volta nella mia barca”, disse con nostalgia alla mamma che dormiva. Discuteva con lei come se potesse sentirlo. “Sarebbe cosi bello raccontare agli uccelli questa avventura,” disse dolcemente. “Prometto di ritornare" aggiunse con solennità, e intendeva proprio farlo. E infine, come era prevedibile, se ne volo via. Dalla finestra tornò indietro due volte perché voleva baciare la mamma, ma temeva che si sarebbe svegliata per la gioia, così alla fine le suonò un meraviglioso bacio col flauto, quindi se ne volò verso i Giardini. 

Trascorsero molte notti e persino mesi prima che esponesse alle fate il suo secondo desiderio e non sono sicuro di sapere proprio perché rimandò tanto. Una ragione fu che doveva dire un'infinità di arrivederci non solo ai suoi amici particolari, ma a centinaia di luoghi amati. Poi fece il suo ultimo giro in barca, poi il suo ultimissimo, e poi il più ultimo di tutti e cosi via. Inoltre vennero date parecchie feste d'addio in suo onore; e un'altra comoda ragione fu che, dopo tutto, non c'era fretta perché sua mamma non si sarebbe mai stancata di aspettarlo. Quest'ultima ragione non piacque al vecchio Salomone perché incoraggiava gli uccelli a procrastinare. Salomone aveva molte massime eccellenti per tenerli sempre occupati. Per esempio “non rimandare a domani l'uovo che puoi fare oggi”, e “in questo mondo non c'e una seconda occasione”. 

Eppure ecco che Peter rimandava allegramente e tutto andava bene lo stesso. Gli uccelli si segnalavano a vicenda questo comportamento e si lasciavano andare alla pigrizia. Ma, sia chiaro, benché Peter fosse cosi lento nel decidersi a tornare da sua madre, era assolutamente deciso a farlo. La miglior prova di ciò era la sua prudenza con le fate. Esse desideravano tanto che lui rimanesse nei giardini e suonasse per loro, e per fare in modo che ciò avvenisse gli tesero dei trabocchetti per indurlo a fare commenti come: “desidererei che quest'erba non fosse tanto bagnata “, mentre altre danzavano fuori tempo sperando di sentirgli urlare: “Desidero che teniate il tempo! “. Allora avrebbero detto, ecco questo è il tuo secondo desiderio. Ma lui subodorò i loro propositi, e sebbene in certe occasioni cominciasse con un “desidererei...” si fermava sempre in tempo. Cosi quando infine disse loro spavaldamente, “desidererei tornare dalla mia mamma per sempre, proprio per sempre”, loro dovettero solleticargli le spalle e lasciarlo partire.  

Alla fine partì in gran fretta, perché aveva sognato che sua mamma stava piangendo e lui sapeva qual’era la vera causa del suo pianto. Un abbraccio dal suo magnifico Peter, l'avrebbe presto fatta sorridere. Oh! era così sicuro di questo e così ansioso di farsi coccolare fra le sue braccia, che questa volta volò direttamente alla finestra che avrebbe dovuto essere sempre aperta per lui.  

Ma la finestra era chiusa, e davanti c'erano delle sbarre di ferro. Sbirciando dentro vide sua madre che dormiva pacificamente e fra le braccia teneva un altro bambino piccolo.  

Peter chiamò, “Mamma! Mamma!” ma lei non lo senti; invano batté le piccole mani contro le sbarre di ferro. Dovette rivolarsene singhiozzando ai Giardini e non rivide mai più la sua cara mamma. Che bambino stupendo aveva pensato di essere per lei! Ah, Peter! Noi che abbiamo commesso il grande errore, quanto diversamente ci comporteremmo in una seconda occasione!  

Ma Salomone aveva ragione, non c'e seconda occasione, non c'e per la maggior parte di noi. Quando arriviamo alla finestra è ora di chiusura. Le sbarre di ferro sono lì a vita.