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Le avventure di Peter Pan
di James Matthew Barrie
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 Ce n'erano due che girellavano lungo la piccola passeggiata tenendosi con le braccia intorno alla vita e lui saltò giù per interrogarle. Le fate hanno a volte dei dissapori con gli uccelli, ma normalmente rispondono civilmente, e lui se la prese a male quando quelle due se ne scapparono appena lo videro. Un'altro se ne stava beatamente su di una sedia da giardino a osservare un francobollo che qualche umano aveva lasciato cadere e quando udì la voce di Peter si nascose allarmato dietro un tulipano.  

Peter scoprì con sgomento che tutte le fate appena lo vedevano scappavano via. Una squadra di operai che stava segando un fungo, fuggì abbandonando gli utensili. Una lattaia rovesciò il secchio e vi si nascose sotto. In un attimo i Giardini furono in subbuglio. Folle di fate correvano di qua e di là chiedendosi, con tono fermo, se qualcuno aveva paura, vennero spente le luci, barricate le porte, e dai giardini del palazzo della Regina Mab si udì un rullo di tamburi, segno che la guardia reale era stata chiamata a raccolta. Un reggimento di lancieri venne alla carica lungo la passeggiata grande armato di foglie di agrifoglio, con le quali passando sfregiano orribilmente il nemico. Peter sentì quegli esseri minuscoli gridare dappertutto che nei giardini era rimasto un essere umano dopo l'ora di chiusura, ma non gli venne in mente neanche per un attimo che stessero parlando di lui. Si sentiva sempre più intontito e sempre più desideroso di sapere cosa bisogna fare al suo naso, ma le inseguiva invano con il suo problema vitale. Quelle timide creature fuggivano appena lo vedevano, e persino i lancieri quando li avvicinò sulla gobba svoltarono velocemente in un sentiero laterale fingendo di averlo visto là. 

Disperando delle fate, decise di rivolgersi agli uccelli; ma ora si ricordò di una cosa strana: tutti gli uccelli sul salice piangente se ne erano volati appena lui appena lui vi si era posato e sebbene questo non l'avesse inizialmente preoccupato, adesso ne capì il significato. Ogni essere vivente lo sfuggiva. Povero piccolo Peter Pan! Sedette e si mise a piangere e nemmeno allora si accorse che, come un uccello, si era seduto con la parte sbagliata. Fortuna che non lo sapeva altrimenti avrebbe perduto la fiducia nella sua capacità di volare, e nel momento in cui dubitate di poter volare, perdete per sempre la facoltà di farlo. La ragione per cui gli uccelli volano e noi no sta nel fatto che loro hanno una fede assoluta, perché aver fede vuol dire avere le ali. 

Ora l'isola che sta nella Serpentina la si può raggiungere solo volando, perché è proibito alle barche degli esseri umani approdarvi e ci sono pali ficcati nell'acqua tutt'intorno e su ognuno di essi c'è di sentinella giorno e notte un uccello. Era proprio verso l'isola che ora Peter volava per esporre il suo strano al vecchio Salomone il corvo, e vi atterrò con sollievo, molto rincuorato di trovarsi finalmente a casa: gli uccelli chiamano così l'isola. Tutti dormivano comprese le sentinelle, eccetto Salomone che era completamente sveglio da un occhio, e ascoltò tranquillamente le traversie di Peter e poi gli spiegò il loro vero significato. 

"Guarda la tua camicia da notte, se non mi credi" disse Salomone; e Peter con gli occhi fissi guardò la camicia, e poi gli uccellini addormentati. Nessuno indossava niente. 

"Quante dita dei tuoi piedi sono pollici?" disse Salomone un po' crudelmente, e Peter con costernazione vide che tutte le dita dei suoi piedi erano dita di mano. Lo shock fu così grande che il suo raffreddore scomparve. 

"Arruffa le piume", disse l'arcigno vecchio Salomone, e Peter cercò col massimo accanimento di arruffare le piume, ma non ne aveva. poi si alzò in piedi tremante, e per la prima volta da quando era stato sul davanzale della finestra si ricordò di una signora che gli aveva voluto tanto bene. 

"Credo che tornerò dalla mamma", disse timidamente. 

"Addio", rispose Salomone il corvo con sguardo strano. 

Ma Peter esitava. "Perché non vai?" chiese il vecchio con cortesia. 

"Penso..." disse Peter con voce rauca, "penso...potrò ancora volare?" 

Vedete, aveva perduto la fede. 

"Povero piccolo metà-e-metà!" Disse Salomone che in realtà non aveva il cuore duro, "non riuscirai più a volare, nemmeno nei giorni di vento. Dovrai vivere qui sull'Isola per sempre". 

"E non andrò nemmeno più ai giardini di Kensington?" chiese Peter tragicamente. 

"E come potresti arrivarci?" disse Salomone. 

Poi promise comunque molto gentilmente di insegnare a Peter tutte le possibili arti degli uccelli che un essere di forma così goffa avrebbe potuto imparare. 

"Allora non sarò proprio una creatura umana?" chiese Peter. 

"No".