Definire geometricamente un elemento della costruzione vuol dire realizzare volumi e piani riconoscibili con immediatezza nella percezione da lontano e da vicino. Praticamente una parete intonacata diventa perfettamente piana ed è individuabile geometricamente (come un rettangolo, un poligono qualsiasi o, insieme alle altri pareti, come un cubo, un parallelepipedo, ecc.). In questo caso l'intonaco risponde ad una richiesta del progettista dell'opera che si può definire come "principio geometrico". Con esso si riconosce il fabbricato e lo si può classificare. L'intonaco risponde anche ad un'esigenza igienica dell'edilizia. Difatti generalmente le pareti perfettamente piane sono meglio fruibili all'interno degli ambienti anche se vi sono molte ed importanti eccezioni. La funzione igienica però è molto più significativa se si pensa ai numerosi piccoli vuoti tra i mattoni o tra le pietre che diventano puntualmente ricettacolo di piccoli animali di ogni genere che invaderebbero i nostri spazi, se non si procedesse alla chiusura perfetta di ogni interstizio. Il migliore e più economico sistema per provvedere alla definitiva sigillatura delle piccole fessure superficiali delle pareti, inevitabilmente generate nella posa in opera della malta tra gli elementi costruttivi, è quello di intonacare l'intero muro. Per ottenere lo stesso risultato igienico si possono sigillare solamente i giunti tra i mattoni, ma occorrono malte speciali in quanto il semplice intonaco è poroso (esternamente entrerebbe facilmente l'umidità attraverso la parete così trattata), ed inoltre il costo della lavorazione (denominato a faccia vista) è molto più costoso. |
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- sabbia; - cemento; - acqua. Le proporzioni variano in base all'uso a cui la malta è destinata. In genere le proporzioni tra sabbia e cemento sono dell'ordine del 3 a 1 e non si consiglia di andare oltre (ossia aumentare la parte di sabbia), ma a volte possono anche variare per ottenere un intonaco più grasso (di cemento). L'acqua va aggiunta dopo aver mescolato i primi due componenti e comunque sempre un pò per volta fino ad avere la lavorabilità del tutto: minore è il tenore d'acqua e maggiore sarà la qualità dell'intonaco (si spacca di meno, sarà più forte staticamente, durerà più a lungo specie se esterno) Si aggiunge la calce nel caso si voglia ottenere un impasto che attacchi più facilmente alle pareti durante la posa in opera, specie nelle volte e nei soffitti, oppure si voglia avere un seppur modesto isolamento termico (e questo vale per gli intonaci interni in quanto la calce è facilmente sgretolata dagli agenti atmosferici).
- additivi espansivi (per aumentare il volume nella presa); - additivi antiumido (molto simili ai precedenti e per pareti soggette ad umidità) - cocchi sbriciolati (per avere un effetto particolare) - ossidi (per colorare direttamente la parete) - intonaci preconfezionati (per particolari esigenze di lavorazione) - finiture a gesso o scagliola (per avere prese rapide o per modellazioni, lo stucco di finitura) - finiture con polvere di marmo, con sabbia fine (per la lavorazione finale).
- al fratazzo metallico (per avere una superficie levigata) - al fratazzo di spugna (per far uscire in superficie i granelli di sabbia) - con fratazzi chiodati, sagomati (per ottenere scalfitture nella superficie) - con chiodi e corda (per disegnare cerchi scalfendo lievemente la malta fresca sulla parete) - con spatole (specialmente per intonaci preconfezionati, tipo veneziano) |
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