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Riuso: restauro della base di una vecchia porta
Il restauro di una vecchia porta può riguardare una moltitudine di casi. In questa pagina si esamina come intervenire per recuperare la funzionalità dell'infisso con un semplice intervento che ne ricondizioni la base. Un'idea da considerare per evitare di dover mandare a rifiuto ciò che può valere non soltanto dal punto di vista affettivo quanto anche per l'uso e l'economia dell'intervento. Vediamo come fare.

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Il problema
Una porta di vecchia costruzione si sia deteriorata alla sua base. Mostri elementi di legno consunti o mancanti proprio verso il pavimento. Tuttavia si vorrebbe recuperarla con qualche aggiunta o con un minimo di operazioni che si possano portare a compimento da sé. E' possibile?
In questa pagina indichiamo una strada facile e molto efficace per il riuso della porta, rendendola anche elegante.

Il restauro della porta
Il caso che si esamina qui riguarda una vecchia porta che appaia deteriorata nel suo spessore alla base, nei pressi del pavimento. Difatti è quello il punto dove, per motivi legati alla pulizia del piano di calpestio, ai materiali usati, ai colpi ricevuti nel tempo durante il passaggio attraverso il vano, si sia potuta degradare la porta stessa. Con un semplice intervento si può restaurare la zona ottenendo un lavoro di una certa eleganza finale.
Occorrono questi pochi attrezzi da lavoro:
  • una sega elettrica, nel caso sia necessario rifilare il materiale rovinato;
  • tre o quattro strettoi per stringere le parti di legno da incollare;
  • un metro da falegname;
  • un martello, nel caso che si usino i chiodi;
  • un pennello, nel caso si voglia verniciare il tutto alla fine.
La procedura è la seguente:
  • smontare la porta e sistemarla su un tavolo da lavoro;
  • segare la zona da eliminare alla base, qualora ci siano parti degradate da sostituire;
  • segare un identico listello di legno per sostituire la base rovinata;
  • incollarlo con colla vinilica e strettoi;
  • dotarsi di due listelli, uno per fiancata della porta, che riescano a coprire la parte giuntata;
  • incollare i due listelli sulle due facce della porta.
Si tratta di uno schema di lavoro. Per come riuscire a segare la zona deteriorata bisogna considerare che si può usare anche una sega a mano. In questo caso è necessario segnare con una matita e una riga o una tavola diritta il segmento da seguire per evitare curve o inclinazione durante il lavoro. Se si usa la sega eelttrica, dovrebbe essere del tipo che consente di avere un allineamento della fase di taglio, per esempio mediante un raggio laser (tali seghe costano poco, poche decine di euro).
La stessa zona asportata, perché marcia o rovinata dal tempo o dall'umidità, deve essere ripristinata, di identica altezza e spessore, con altro legno, non importa se sia abete, l'importante è di comporre la medesima sagoma precedente. Serve, pertanto, un listello da incollare alla porta e renderla della stessa altezza. Basta usare il metro per controllare. In tutti i casi in cui si incolla legno su legno, occorre stringere con gli appositi strettoi le parti unite. Per evitare di rovinare la superficie di ciò che deve essere stretto, si usa una tavola di legno più duro e adoperata soltanto per queste operazioni, (difatti si potrebbe, a sua volta, rovinare dove gli strettoi segnano lo sforzo nel materiale). Tale tavola, una per ogni lato da stringere, si poggia a protezione della zona incollata, poi si adoperano gli strettoi per dare efficacia alla pressione esercitata con il manico a vite.
Per corpire le due facciate della parte giuntata, occorre un legno di qualità superiore perché a vista. Si consiglia un listello di mogano che si vende, normalmente, in tutti i negozi per fai da te. Ovviamente va segato a misura come la porta e incollato, previo carteggiatura superficiale, con precisione su ciascuna delle fiancate della porta. Sarebbe ottimo se anche le cornici dell'infisso fossero dello stesso materiale: il mogano. Tali listelli, che possono essere delle vere e proprie tavolette, bastano anche di un solo centimetro di spessore, non possono essere della medesima lunghezza per le due facciate. Su una di esse, difatti, dove la porta batte contro la parte fissa, occorre che sia lasciato libero lo spazio per consentire questa operazione durante la chiusura. Insomma uno di questi listelli, o tavolette, deve essere più corto dell'altro di circa un paio di centimetri, uno necessario a destra e uno a sinistra: bisogna controllare quanto spazio serve sul telaio.
E' importante che si usino comunque le misure desunte dalla situazione precedente della porta. Ossia occorre attenzione a non costruire una base più alta che andrebbe a strusciare sul pavimento durante l'apertura. Qualora dovesse succedere, bisogna smontare l'infisso e trattarlo, magari con il carrarmato, per ridurre l'altezza e far scorrere senza intoppi la porta sul piano durante l'apertura e la chiusura. Se bisogna verniciare il tutto, occorre prima eliminare la vecchia vernice con la carta vetrata e poi trattare il legname con impregnante, per esempio, o con altri tipi di vernici trasparenti.
A questo punto il lavoro è finito. Il risultato sarà gradevole se si seguono i consigli sul tipo di materiale e sull'uso anche delle cornici simili.


Risparmio
Tutto può avere una seconda vita, soprattutto se non si tratta di materiale completamente rovinato. Qualora ci siano piccole zone degradate anche nel corpo della porta, non soltanto alla base, fessure e lesioni verticali, per esempio, possono essere restaurate. Il risparmio, soprattutto quando si procede a ristrutturazoni di immobili, è evidente. Oltre alla grande soddisfazione di non aver buttato nulla perché ogni cosa è prodotto del lavoro umano, ha una sua storia e parla di civiltà e sacrifici per realizzarla.
 
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