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Legno, infissi e mobili: il ritiro del materiale
Quando si usa il legno come materiale per costruire mobili, infissi e altri tipi di oggetti, come pure nella realizzazione di rivestimenti e controsoffitti, si corre il rischio di avere problemi di ritiro. In tal caso le misure diventano altre, minori, e vi è la necessità di intervenire a rimediare. Tuttavia si può ovviare fin dal principio se si tiene conto di qualche suggerimento del caso.

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Il problema del ritiro del legno
Se il materiale che si è usato non è abbastaza stagionato, oppure se manca un'adeguata protezione della superficie, si avrà, alla fine della costruzione mediante legno, un probabile ritiro che farà apparire le dimensioni delle parti ben più ridotte rispetto all'origine.
Può succedere, in questi casi, che un portone non chiuda più, che resti sempre aperto perché il telaio è distante e non combiacia per com'era stato progettato e costruito, oppure che le doghette, per esempio di un controsoffitto, si siano allontanate le une dalle altre con probabili effetti di caduta delle stesse.
Come ovviare?

 
I consigli per evitare il ritiro del materiale
Il ritiro del legno si manifesta quando il materiale non è abbastanza stagionato e, all'interno, vi è ancora troppa umidità. Questa fa apparire le dimensioni maggiori di quelle che dovrebbero essere e succede che, con il tempo e soprattutto con il calore, ci siano ritiri lungo la dimensione maggiore delle fibre che, con l'evaporazione dell'acqua interna, si avvicinano a tal punto da creare problemi di vario genere. Quando tale ritiro sia poco evidente, non si noterà nemmeno. Tuttavia, se anche un solo centimetro renda inefficace la parte, bisogna intervenire a rimediare.
Per evitare il ritiro ci sono due strade da seguire:
  • La prima di esse riguarda la stagionatura del legno. Che esso sia del tutto asciutto anche per evitare problemi di imbarcamento, ossai di curvatura e di torsione dell'elemento. Una tavola, per esempio, può contorcersi rendendo uno sportello, nel caso di un mobile, non più accostabile efficacemente: resterebbe aperto nonostante gli sforzi per avvicinarlo alla sede iniziale.
  • La seconda, invece, si riferisce alla protezione della superficie del materiale che sicuramente evita una esagerata prosciugatura della pur residua umidità interna e ne manitene, nel tempo, quasi inalterate le dimensioni. Questo significa che bisogna trattare con smalti, oppure con vernici trasparenti e altro che inibisca il contatto diretto con l'aria esterna delle fibre. In tal caso si sappia che anche gli spessori, spesso ce ne se dimentica, devono essere trattatti allo stesso modo.
 
I rimedi dopo il ritiro avvenuto
Il ritiro dipende anche dalla natura del legno, ossia se si tratta di un'essenza tenera o dura, giacché diversa sarà la capacità di contenere umidità.
Come rimediare quando il ritiro si sia già verificato in un infisso o in un'altra realizzazione?
In questo caso non resta che procedere con un listello, possibilmente dello stesso tipo, se non di materiale ancora più duro, a sigillare le zone che siano non più combacianti. Ciò è più facile se si tratta di una porta, per esempio, dove si può incollare un elemento che ricostruisca, lungo tutto il bordo che si è ritirato, la precedente dimensione. Più complesso è nel caso di un controsoffitto dove, per il fatto che le doghette in commercio sono verniciate soltanto da un lato, è molto probabile che esse subiscano un ritiro soprattutto se ricevono il sole, anche se riflesso.  Allora sarà necessario spostare quelle adiacenti in maniera da evitare che le altre che si sono allontanate fra loro possano cadere. Basterà anche qualche millimetro.
Per i mobili è tutto più immediato in quanto essi non assolvono a particolari compiti di statica o di sicurezza di chiusure. Dunque sarà sufficienti aggiungere porzioni di materiale a bloccare le zone distaccate. Talora si possono anche inserire apposite zeppe, precise, incollate con colla vinilica. Poi bisogna carteggiare il tutto e verniciare.


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