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Genesi
1
1In principio Dio creò il cielo e la terra. 2Ora
la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito
di Dio aleggiava sulle acque.
3Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. 4Dio
vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5e
chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina:
primo giorno.
6Dio disse: "Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare
le acque dalle acque". 7Dio fece il firmamento e separò
le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento.
E così avvenne. 8Dio chiamò il firmamento cielo.
E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
9Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano
in un solo luogo e appaia l'asciutto". E così avvenne. 10Dio
chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide
che era cosa buona. 11E Dio disse: "La terra produca germogli,
erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto
con il seme, ciascuno secondo la sua specie". E così avvenne: 12la
terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria
specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria
specie. Dio vide che era cosa buona. 13E fu sera e fu mattina:
terzo giorno.
14Dio disse: "Ci siano luci nel firmamento del cielo, per
distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per
i giorni e per gli anni 15e servano da luci nel firmamento del
cielo per illuminare la terra". E così avvenne: 16Dio
fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce
minore per regolare la notte, e le stelle. 17Dio le pose nel
firmamento del cielo per illuminare la terra 18e per regolare
giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era
cosa buona. 19E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli
volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo". 21Dio
creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano
e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati
secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 22Dio
li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari;
gli uccelli si moltiplichino sulla terra". 23E fu sera e fu
mattina: quinto giorno.
24Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la
loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie".
E così avvenne: 25Dio fece le bestie selvatiche secondo
la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili
del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
26E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra
somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul
bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano
sulla terra".
27Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
28Dio li benedisse e disse loro:
"Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra".
29Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme
e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto,
che produce seme: saranno il vostro cibo. 30A tutte le bestie
selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano
sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba
verde". E così avvenne. 31Dio vide quanto aveva fatto,
ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
2
1Così furono portati a compimento il cielo e la terra
e tutte le loro schiere. 2Allora Dio, nel settimo giorno portò
a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da
ogni suo lavoro. 3Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò,
perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva
fatto. 4a Queste le origini del cielo e della terra, quando
vennero creati.
4bQuando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5nessun
cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata
- perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno
lavorava il suolo 6e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali
per irrigare tutto il suolo - 7allora il Signore Dio plasmò
l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito
di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
8Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a
oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9Il
Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla
vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino
e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10Un fiume
usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e
formava quattro corsi. 11Il primo fiume si chiama Pison: esso
scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro
12e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche
la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13Il secondo fiume
si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. 14Il
terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto
fiume è l'Eufrate.
15Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden,
perché lo coltivasse e lo custodisse.
16Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai
mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17ma dell'albero
della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché,
quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
18Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo
sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". 19Allora
il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche
e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li
avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli
esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20Così
l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e
a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli
fosse simile. 21Allora il Signore Dio fece scendere un torpore
sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse
la carne al suo posto. 22Il Signore Dio plasmò con la
costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23Allora
l'uomo disse:
"Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta".
24Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre
e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25Ora
tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.
3
1Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche
fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha
detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". 2Rispose
la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo
mangiare, 3ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino
Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti
morirete". 4Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto!
5Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i
vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". 6Allora
la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e
desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò,
poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
7Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero
di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino
alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore
Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9Ma il Signore Dio chiamò
l'uomo e gli disse: "Dove sei?". 10Rispose: "Ho udito il tuo
passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono
nascosto".
11Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse
mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?".
12Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posta accanto mi
ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". 13Il Signore Dio disse
alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata
e io ho mangiato".
14Allora il Signore Dio disse al serpente:
"Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
15Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe
e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno".
16Alla donna disse:
"Moltiplicherò
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà".
17All'uomo disse: "Poiché hai ascoltato la voce di
tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne
devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
18Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
19Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!".
20L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa
fu la madre di tutti i viventi.
21Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli
e le vestì. 22Il Signore Dio disse allora: "Ecco l'uomo
è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.
Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero
della vita, ne mangi e viva sempre!". 23Il Signore Dio lo scacciò
dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato
tratto. 24Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino
di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la
via all'albero della vita.
4
1Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì
e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un uomo dal Signore". 2Poi
partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi
e Caino lavoratore del suolo.
3Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo
in sacrificio al Signore; 4anche Abele offrì primogeniti
del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua
offerta, 5ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino
ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6Il Signore
disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è
abbattuto il tuo volto? 7Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo
alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua
porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo". 8Caino
disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!". Mentre erano in campagna,
Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9Allora
il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose:
"Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?". 10Riprese:
"Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
11Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della
tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12Quando lavorerai
il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e
fuggiasco sarai sulla terra". 13Disse Caino al Signore: "Troppo
grande è la mia colpa per ottenere perdono? 14Ecco, tu
mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano
da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà
mi potrà uccidere". 15Ma il Signore gli disse: "Però
chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!".
Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque
l'avesse incontrato. 16Caino si allontanò dal Signore
e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
17Ora Caino si unì alla moglie che concepì
e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che
chiamò Enoch, dal nome del figlio. 18A Enoch nacque Irad;
Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl
e Metusaèl generò Lamech. 19Lamech si prese due
mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. 20Ada partorì
Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame.
21Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre
di tutti i suonatori di cetra e di flauto. 22Zilla a sua volta
partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il
rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
23Lamech disse alle mogli:
"Ada e Zilla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette".
25Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì
un figlio e lo chiamò Set. "Perché - disse - Dio mi ha concesso
un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso".
26Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos.
Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.
5
1Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando
Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2maschio
e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando
furono creati. 3Adamo aveva centotrenta anni quando generò
a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4Dopo
aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli
e figlie. 5L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni;
poi morì.
6Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7dopo
aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò
figli e figlie. 8L'intera vita di Set fu di novecentododici
anni; poi morì.
9Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10Enos,
dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò
figli e figlie. 11L'intera vita di Enos fu di novecentocinque
anni; poi morì.
12Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl;
13Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta
anni e generò figli e figlie. 14L'intera vita di Kenan
fu di novecentodieci anni; poi morì.
15Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò
Iared; 16Maalaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora
ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17L'intera
vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.
18Iared aveva centosessantadue anni quando generò
Enoch; 19Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento
anni e generò figli e figlie. 20L'intera vita di Iared
fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
21Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme.
22Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme,
visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23L'intera
vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24Poi Enoch
cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso.
25Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò
Lamech; 26Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora
settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27L'intera
vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì.
28Lamech aveva centottantadue anni quando generò un
figlio 29e lo chiamò Noè, dicendo: "Costui ci
consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a
causa del suolo che il Signore ha maledetto". 30Lamech, dopo
aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e
generò figli e figlie. 31L'intera vita di Lamech fu di
settecentosettantasette anni; poi morì.
32Noè aveva cinquecento anni quando generò
Sem, Cam e Iafet.
6
1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra
e nacquero loro figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie
degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3Allora
il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo,
perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi
anni".
4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo
- quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano
loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era
grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era
altro che male. 6E il Signore si pentì di aver fatto
l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7Il
Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con
l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché
sono pentito d'averli fatti". 8Ma Noè trovò grazia
agli occhi del Signore.
9Questa è la storia di Noè. Noè era
uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10Noè
generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. 11Ma la terra era
corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
12Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché
ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
13Allora Dio disse a Noè: "È venuta per me
la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è
piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra.
14Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti
e la spalmerai di bitume dentro e fuori. 15Ecco come devi farla:
l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza
e trenta di altezza. 16Farai nell'arca un tetto e a un cubito
più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca.
La farai a piani: inferiore, medio e superiore.
17Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque,
sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è
alito di vita; quanto è sulla terra perirà. 18Ma
con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i
tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. 19Di quanto
vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli
in vita con te: siano maschio e femmina. 20Degli uccelli secondo
la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili
della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere
conservati in vita. 21Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo
da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te
e per loro". 22Noè eseguì tutto; come Dio gli
aveva comandato, così egli fece.
7
1Il Signore disse a Noè: "Entra nell'arca tu con tutta
la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa
generazione. 2D'ogni animale mondo prendine con te sette paia,
il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio,
il maschio e la sua femmina. 3Anche degli uccelli mondi del
cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza
su tutta la terra. 4Perché tra sette giorni farò
piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò
dalla terra ogni essere che ho fatto". 5Noè fece quanto
il Signore gli aveva comandato.
6Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio,
cioè le acque sulla terra. 7Noè entrò nell'arca
e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi
alle acque del diluvio. 8Degli animali mondi e di quelli immondi,
degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9entrarono
a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva
comandato a Noè.
10Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la
terra; 11nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel
secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno,
eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si
aprirono. 12Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni
e quaranta notti. 13In quello stesso giorno entrò nell'arca
Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre
mogli dei suoi tre figli: 14essi e tutti i viventi secondo la
loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili
che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo
la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. 15Vennero
dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è
il soffio di vita. 16Quelli che venivano, maschio e femmina
d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse
la porta dietro di lui.
17Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le
acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra.
18Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra
e l'arca galleggiava sulle acque. 19Le acque si innalzarono
sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti
che sono sotto tutto il cielo. 20Le acque superarono in altezza
di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
21Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra,
uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra
e tutti gli uomini. 22Ogni essere che ha un alito di vita nelle
narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.
23Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra:
con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo;
essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava
con lui nell'arca.
24Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.
8
1Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di
tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare
un vento sulla terra e le acque si abbassarono. 2Le fonti dell'abisso
e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo;
3le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono
dopo centocinquanta giorni. 4Nel settimo mese, il diciassette
del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. 5Le acque
andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo
giorno del mese, apparvero le cime dei monti.
6Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra
che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque
si fossero ritirate. 7Esso uscì andando e tornando finché
si prosciugarono le acque sulla terra. 8Noè poi fece
uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo;
9ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede,
tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta
la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé
nell'arca. 10Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire
la colomba dall'arca 11e la colomba tornò a lui sul far
della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè
comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. 12Aspettò
altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò
più da lui.
13L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese,
il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè
tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta.
14Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu
asciutta.
15Dio ordinò a Noè: 16"Esci dall'arca
tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. 17Tutti
gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili
che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano
diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa".
18Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli
dei figli. 19Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli
uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie,
uscirono dall'arca. 20Allora Noè edificò un altare
al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì
olocausti sull'altare. 21Il Signore ne odorò la soave
fragranza e pensò: "Non maledirò più il suolo a causa
dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al
male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere
vivente come ho fatto.
22Finché durerà la terra,
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno".
9
1Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate
fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 2Il timore e il
terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame
e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci
del mare sono messi in vostro potere. 3Quanto si muove e ha
vita vi servirà di cibo: vi dò tutto questo, come già
le verdi erbe. 4Soltanto non mangerete la carne con la sua vita,
cioè il suo sangue. 5Del sangue vostro anzi, ossia della
vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni
essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo,
a ognuno di suo fratello.
6Chi sparge il sangue dell'uomo
dall'uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli ha fatto l'uomo.
7E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela".
8Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: 9"Quanto
a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di
voi; 10con ogni essere vivente che è con voi, uccelli,
bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca.
11Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più
distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più
il diluvio devasterà la terra".
12Dio disse:
"Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo tra me e voi
e tra ogni essere vivente che è con voi
per le generazioni eterne.
13Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza
tra me e la terra.
14Quando radunerò le nubi sulla terra
e apparirà l'arco sulle nubi
15ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e non ci saranno più le acque
per il diluvio, per distruggere ogni carne.
16L'arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra".
17Disse Dio a Noè: "Questo è il segno dell'alleanza
che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra".
18I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem,
Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. 19Questi tre sono
i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra.
20Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò
a piantare una vigna. 21Avendo bevuto il vino, si ubriacò
e giacque scoperto all'interno della sua tenda. 22Cam, padre
di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli
che stavano fuori. 23Allora Sem e Iafet presero il mantello,
se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono
il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre
scoperto.
24Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe
quanto gli aveva fatto il figlio minore; 25allora disse:
"Sia maledetto Canaan!
Schiavo degli schiavi
sarà per i suoi fratelli!".
26Disse poi:
"Benedetto il Signore, Dio di Sem,
Canaan sia suo schiavo!
27Dio dilati Iafet
e questi dimori nelle tende di Sem,
Canaan sia suo schiavo!".
28Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni.
L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì.
10
1Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem,
Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio.
2I figli di Iafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech
e Tiras.
3I figli di Gomer: Àskenaz, Rifat e Togarma.
4I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e quelli
di Rodi.
5Da costoro derivarono le nazioni disperse per le isole nei
loro territori, ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie,
nelle loro nazioni.
6I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Canaan.
7I figli di Etiopia: Seba, Avìla, Sabta, Raama e Sàbteca.
I figli di Raama: Saba e Dedan.
8Ora Etiopia generò Nimrod: costui cominciò
a essere potente sulla terra.
9Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò
si dice: "Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore". 10L'inizio
del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese di Sennaar. 11Da
quella terra si portò ad Assur e costruì Ninive, Recobot-Ir
e Càlach 12e Resen tra Ninive e Càlach; quella
è la grande città.
13Egitto generò quelli di Lud, Anam, Laab, Naftuch,
14Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei.
15Canaan generò Sidone, suo primogenito, e Chet 16e
il Gebuseo, l'Amorreo, il Gergeseo, 17l'Eveo, l'Archita e il
Sineo, 18l'Arvadita, il Semarita e l'Amatita. In seguito si
dispersero le famiglie dei Cananei. 19Il confine dei Cananei
andava da Sidone in direzione di Gerar fino a Gaza, poi in direzione di
Sòdoma, Gomorra, Adma e Zeboim, fino a Lesa. 20Questi
furono i figli di Cam secondo le loro famiglie e le loro lingue, nei loro
territori e nei loro popoli.
21Anche a Sem, padre di tutti i figli di Eber, fratello maggiore
di Jafet, nacque una discendenza.
22I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram.
23I figli di Aram: Uz, Cul, Gheter e Mas.
24Arpacsad generò Selach e Selach generò Eber.
25A Eber nacquero due figli: uno si chiamò Peleg, perché
ai suoi tempi fu divisa la terra, e il fratello si chiamò Joktan.
26Joktan generò Almodad, Selef, Ascarmavet, Jerach,
27Adòcam, Uzal, Dikla, 28Obal, Abimaèl,
Saba, 29Ofir, Avìla e Ibab. Tutti questi furono i figli
di Joktan; 30la loro sede era sulle montagne dell'oriente, da
Mesa in direzione di Sefar.
31Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e
le loro lingue, nei loro territori, secondo i loro popoli.
32Queste furono le famiglie dei figli di Noè secondo
le loro generazioni, nei loro popoli. Da costoro si dispersero le nazioni
sulla terra dopo il diluvio.
11
1Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 2Emigrando
dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar
e vi si stabilirono. 3Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci
mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra
e il bitume da cemento. 4Poi dissero: "Venite, costruiamoci
una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci
un nome, per non disperderci su tutta la terra". 5Ma il Signore
scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo.
6Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti
una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto
avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7Scendiamo
dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più
l'uno la lingua dell'altro". 8Il Signore li disperse di là
su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9Per
questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse
la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta
la terra.
10Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento
anni quando generò Arpacsad, due anni dopo il diluvio; 11Sem,
dopo aver generato Arpacsad, visse cinquecento anni e generò figli
e figlie.
12Arpacsad aveva trentacinque anni quando generò Selach;
13Arpacsad, dopo aver generato Selach, visse quattrocentotré
anni e generò figli e figlie.
14Selach aveva trent'anni quando generò Eber; 15Selach,
dopo aver generato Eber, visse quattrocentotrenta anni e generò
figli e figlie.
16Eber aveva trentaquattro anni quando generò Peleg;
17Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocentotrenta anni
e generò figli e figlie.
18Peleg aveva trent'anni quando generò Reu; 19Peleg,
dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e generò figli e
figlie.
20Reu aveva trentadue anni quando generò Serug; 21Reu,
dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e generò figli
e figlie.
22Serug aveva trent'anni quando generò Nacor; 23Serug,
dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e generò figli e figlie.
24Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach;
25Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove anni
e generò figli e figlie.
26Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor
e Aran.
27Questa è la posterità di Terach: Terach generò
Abram, Nacor e Aran: Aran generò Lot. 28Aran poi morì
alla presenza di suo padre Terach nella sua terra natale, in Ur dei Caldei.
29Abram e Nacor si presero delle mogli; la moglie di Abram si
chiamava Sarai e la moglie di Nacor Milca, ch'era figlia di Aran, padre
di Milca e padre di Isca. 30Sarai era sterile e non aveva figli.
31Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran,
figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo
figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di
Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.
32L'età della vita di Terach fu di duecentocinque
anni; Terach morì in Carran.
12
1Il Signore disse ad Abram:
"Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
2Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
3Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra".
4Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore,
e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò
Carran. 5Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di
suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le
persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese
di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan 6e Abram attraversò
il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More.
Nel paese si trovavano allora i Cananei.
7Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla tua discendenza
io darò questo paese". Allora Abram costruì in quel posto
un altare al Signore che gli era apparso. 8Di là passò
sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel
ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore
e invocò il nome del Signore. 9Poi Abram levò
la tenda per accamparsi nel Negheb.
10Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per
soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese.
11Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla
moglie Sarai: "Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente. 12Quando
gli Egiziani ti vedranno, penseranno: Costei è sua moglie, e mi
uccideranno, mentre lasceranno te in vita. 13Di' dunque che
tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per causa tua e
io viva per riguardo a te".
14Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani
videro che la donna era molto avvenente. 15La osservarono gli
ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna
fu presa e condotta nella casa del faraone. 16Per riguardo a
lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini,
schiavi e schiave, asine e cammelli. 17Ma il Signore colpì
il faraone e la sua casa con grandi piaghe, per il fatto di Sarai, moglie
di Abram. 18Allora il faraone convocò Abram e gli disse:
"Che mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie?
19Perché hai detto: È mia sorella, così
che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e
vàttene!". 20Poi il faraone lo affidò ad alcuni
uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la moglie
e tutti i suoi averi.
13
1Dall'Egitto Abram ritornò nel Negheb con la moglie e
tutti i suoi averi; Lot era con lui. 2Abram era molto ricco
in bestiame, argento e oro. 3Poi di accampamento in accampamento
egli dal Negheb si portò fino a Betel, fino al luogo dove era stata
già prima la sua tenda, tra Betel e Ai, 4al luogo dell'altare,
che aveva là costruito prima: lì Abram invocò il nome
del Signore. 5Ma anche Lot, che andava con Abram, aveva greggi
e armenti e tende. 6Il territorio non consentiva che abitassero
insieme, perché avevano beni troppo grandi e non potevano abitare
insieme. 7Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram
e i mandriani di Lot, mentre i Cananei e i Perizziti abitavano allora nel
paese. 8Abram disse a Lot: "Non vi sia discordia tra me e te,
tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. 9Non
sta forse davanti a te tutto il paese? Sepàrati da me. Se tu vai
a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò
a sinistra".
10Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle
del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore
distruggesse Sòdoma e Gomorra -; era come il giardino del Signore,
come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar. 11Lot scelse
per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso
oriente. Così si separarono l'uno dall'altro: 12Abram
si stabilì nel paese di Canaan e Lot si stabilì nelle città
della valle e piantò le tende vicino a Sòdoma. 13Ora
gli uomini di Sòdoma erano perversi e peccavano molto contro il
Signore.
14Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato
da lui: "Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo verso
il settentrione e il mezzogiorno, verso l'oriente e l'occidente. 15Tutto
il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza per
sempre. 16Renderò la tua discendenza come la polvere
della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà
contare anche i tuoi discendenti. 17Alzati, percorri il paese
in lungo e in largo, perché io lo darò a te". 18Poi
Abram si spostò con le sue tende e andò a stabilirsi alle
Querce di Mamre, che sono ad Ebron, e vi costruì un altare al Signore.
14
1Al tempo di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di Ellasar,
di Chedorlaomer re dell'Elam e di Tideal re di Goim, 2costoro
mossero guerra contro Bera re di Sòdoma, Birsa re di Gomorra, Sinab
re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro il re di Bela, cioè Zoar.
3Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddim, cioè
il Mar Morto. 4Per dodici anni essi erano stati sottomessi a
Chedorlaomer, ma il tredicesimo anno si erano ribellati. 5Nell'anno
quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano con lui e sconfissero
i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli Emim a Save-Kiriataim
6e gli Hurriti sulle montagne di Seir fino a El-Paran, che è
presso il deserto. 7Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispat,
cioè Kades, e devastarono tutto il territorio degli Amaleciti e
anche degli Amorrei che abitavano in Azazon-Tamar. 8Allora il
re di Sòdoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Zeboim e
il re di Bela, cioè Zoar, uscirono e si schierarono a battaglia
nella valle di Siddim contro di esso, 9e cioè contro
Chedorlaomer re dell'Elam, Tideal re di Goim, Amrafel re di Sennaar e Arioch
re di Ellasar: quattro re contro cinque. 10Ora la valle di Siddim
era piena di pozzi di bitume; mentre il re di Sòdoma e il re di
Gomorra si davano alla fuga, alcuni caddero nei pozzi e gli altri fuggirono
sulle montagne. 11Gli invasori presero tutti i beni di Sòdoma
e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono. 12Andandosene
catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e i suoi beni: egli
risiedeva appunto in Sòdoma.
13Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l'Ebreo che si
trovava alle Querce di Mamre l'Amorreo, fratello di Escol e fratello di
Aner i quali erano alleati di Abram. 14Quando Abram seppe che
il suo parente era stato preso prigioniero, organizzò i suoi uomini
esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto,
e si diede all'inseguimento fino a Dan. 15Piombò sopra
di essi di notte, lui con i suoi servi, li sconfisse e proseguì
l'inseguimento fino a Coba, a settentrione di Damasco. 16Ricuperò
così tutta la roba e anche Lot suo parente, i suoi beni, con le
donne e il popolo.
17Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer
e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro
nella Valle di Save, cioè la Valle del re. 18Intanto
Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio
altissimo 19e benedisse Abram con queste parole:
"Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
20e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici".
Abram gli diede la decima di tutto.
21Poi il re di Sòdoma disse ad Abram: "Dammi le persone;
i beni prendili per te". 22Ma Abram disse al re di Sòdoma:
"Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo
e della terra: 23né un filo, né un legaccio di
sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo; non
potrai dire: io ho arricchito Abram. 24Per me niente, se non
quello che i servi hanno mangiato; quanto a ciò che spetta agli
uomini che sono venuti con me, Escol, Aner e Mamre, essi stessi si prendano
la loro parte".
15
1Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram
in visione: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa
sarà molto grande". 2Rispose Abram: "Mio Signore Dio,
che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è
Eliezer di Damasco". 3Soggiunse Abram: "Ecco a me non hai dato
discendenza e un mio domestico sarà mio erede". 4Ed ecco
gli fu rivolta questa parola dal Signore: "Non costui sarà il tuo
erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede". 5Poi lo
condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci
a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". 6Egli
credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. 7E
gli disse: "Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei
per darti in possesso questo paese". 8Rispose: "Signore mio
Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?". 9Gli
disse: "Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete
di tre anni, una tortora e un piccione". 10Andò a prendere
tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà
di fronte all'altra; non divise però gli uccelli. 11Gli
uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abram li scacciava. 12Mentre
il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco un oscuro
terrore lo assalì. 13Allora il Signore disse ad Abram:
"Sappi che i tuoi discendenti saranno forestieri in un paese non loro;
saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. 14Ma
la nazione che essi avranno servito, la giudicherò io: dopo, essi
usciranno con grandi ricchezze. 15Quanto a te, andrai in pace
presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. 16Alla
quarta generazione torneranno qui, perché l'iniquità degli
Amorrei non ha ancora raggiunto il colmo".
17Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco
un forno fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli animali
divisi. 18In quel giorno il Signore concluse questa alleanza
con Abram:
"Alla tua discendenza
io do questo paese
dal fiume d'Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate;
19il paese dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti,
20gli Hittiti, i Perizziti, i Refaim, 21gli Amorrei,
i Cananei, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei".
16
1Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però
una schiava egiziana chiamata Agar, 2Sarai disse ad Abram: "Ecco,
il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse
da lei potrò avere figli". Abram ascoltò la voce di Sarai.
3Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava
nel paese di Canaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua
schiava e la diede in moglie ad Abram, suo marito. 4Egli si
unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse
di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per
lei. 5Allora Sarai disse ad Abram: "L'offesa a me fatta ricada
su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si è
accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore
sia giudice tra me e te!". 6Abram disse a Sarai: "Ecco, la tua
schiava è in tuo potere: falle ciò che ti pare". Sarai allora
la maltrattò tanto che quella si allontanò. 7La
trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto,
la sorgente sulla strada di Sur, 8e le disse: "Agar, schiava
di Sarai, da dove vieni e dove vai?". Rispose: "Vado lontano dalla mia
padrona Sarai". 9Le disse l'angelo del Signore: "Ritorna dalla
tua padrona e restale sottomessa". 10Le disse ancora l'angelo
del Signore: "Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà
contarla per la sua moltitudine". 11Soggiunse poi l'angelo del
Signore:
"Ecco, sei incinta: partorirai un figlio
e lo chiamarei Ismaele,
perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione.
12Egli sarà come un ònagro;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli".
13Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: "Tu
sei il Dio della visione", perché diceva: "Qui dunque sono riuscita
ancora a vedere, dopo la mia visione?". 14Per questo il pozzo
si chiamò Pozzo di Lacai-Roi; è appunto quello che si trova
tra Kades e Bered. 15Agar partorì ad Abram un figlio
e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. 16Abram
aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
17
1Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve
e gli disse:
"Io sono Dio onnipotente:
cammina davanti a me e sii integro.
2Porrò la mia alleanza tra me e te
e ti renderò numeroso molto, molto".
3Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio
parlò con lui:
4"Eccomi: la mia alleanza è con
te
e sarai padre di una moltitudine di popoli.
5Non ti chiamerai più Abram
ma ti chiamerai Abraham
perché padre di una moltitudine
di popoli ti renderò.
6E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò
diventare nazioni e da te nasceranno dei re. 7Stabilirò
la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione
in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua
discendenza dopo di te. 8Darò a te e alla tua discendenza
dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso
perenne; sarò il vostro Dio".
9Disse Dio ad Abramo: "Da parte tua devi osservare la mia
alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione.
10Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza
tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi
ogni maschio. 11Vi lascerete circoncidere la carne del vostro
membro e ciò sarà il segno dell'alleanza tra me e voi. 12Quando
avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio
di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello comperato
con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. 13Deve
essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comperato con denaro;
così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza
perenne. 14Il maschio non circonciso, di cui cioè non
sarà stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo
popolo: ha violato la mia alleanza". 15Dio aggiunse ad Abramo:
"Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara.
16Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio;
la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno
da lei".
17Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e
rise e pensò: "Ad uno di cento anni può nascere un figlio?
E Sara all'età di novanta anni potrà partorire?". 18Abramo
disse a Dio: "Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!". 19E
Dio disse: "No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai
Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne,
per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. 20Anche
riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò
fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e
di lui farò una grande nazione. 21Ma stabilirò
la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data
l'anno venturo". 22Dio terminò così di parlare
con lui e, salendo in alto, lasciò Abramo.
23Allora Abramo prese Ismaele suo figlio e tutti i nati nella
sua casa e tutti quelli comperati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti
al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro membro
in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto. 24Ora Abramo
aveva novantanove anni, quando si fece circoncidere la carne del membro.
25Ismaele suo figlio aveva tredici anni quando gli fu circoncisa
la carne del membro. 26In quello stesso giorno furono circoncisi
Abramo e Ismaele suo figlio. 27E tutti gli uomini della sua
casa, i nati in casa e i comperati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi
con lui.
18
1Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli
sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. 2Egli
alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di
lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si
prostrò fino a terra, 3dicendo: "Mio signore, se ho trovato
grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. 4Si
vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto
l'albero. 5Permettete che vada a prendere un boccone di pane
e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è
ben per questo che voi siete passati dal vostro servo". Quelli dissero:
"Fa' pure come hai detto". 6Allora Abramo andò in fretta
nella tenda, da Sara, e disse: "Presto, tre staia di fior di farina, impastala
e fanne focacce". 7All'armento corse lui stesso, Abramo, prese
un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a
prepararlo. 8Prese latte acido e latte fresco insieme con il
vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli
stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono. 9Poi
gli dissero: "Dov'è Sara, tua moglie?". Rispose: "È là
nella tenda". 10Il Signore riprese: "Tornerò da te fra
un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio".
Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro
di lui. 11Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era
cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. 12Allora
Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono dovrei provare
il piacere, mentre il mio signore è vecchio!". 13Ma il
Signore disse ad Abramo: "Perché Sara ha riso dicendo: Potrò
davvero partorire, mentre sono vecchia? 14C'è forse qualche
cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te
alla stessa data e Sara avrà un figlio". 15Allora Sara
negò: "Non ho riso!", perché aveva paura; ma quegli disse:
"Sì, hai proprio riso".
16Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma
dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. 17Il
Signore diceva: "Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare,
18mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e
potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? 19Infatti
io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia
dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e
diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso".
20Disse allora il Signore: "Il grido contro Sòdoma e
Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave.
21Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male
di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!".
22Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma,
mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. 23Allora Abramo
gli si avvicinò e gli disse: "Davvero sterminerai il giusto con
l'empio? 24Forse vi sono cinquanta giusti nella città:
davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo
ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25Lungi da te il far
morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come
l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà
la giustizia?". 26Rispose il Signore: "Se a Sòdoma troverò
cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò
a tutta la città".
27Abramo riprese e disse: "Vedi come ardisco parlare al mio
Signore, io che sono polvere e cenere... 28Forse ai cinquanta
giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?".
Rispose: "Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque". 29Abramo
riprese ancora a parlargli e disse: "Forse là se ne troveranno quaranta".
Rispose: "Non lo farò, per riguardo a quei quaranta". 30Riprese:
"Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno
trenta". Rispose: "Non lo farò, se ve ne troverò trenta".
31Riprese: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse
là se ne troveranno venti". Rispose: "Non la distruggerò
per riguardo a quei venti". 32Riprese: "Non si adiri il mio
Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno
dieci". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci".
33Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se
ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.
19
1I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera,
mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe
visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò
con la faccia a terra. 2E disse: "Miei signori, venite in casa
del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina,
per tempo, ve ne andrete per la vostra strada". Quelli risposero: "No,
passeremo la notte sulla piazza". 3Ma egli insistette tanto
che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per
loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. 4Non
si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè
gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno alla casa, giovani
e vecchi, tutto il popolo al completo. 5Chiamarono Lot e gli
dissero: "Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte?
Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!". 6Lot
uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro
di sé, 7disse: "No, fratelli miei, non fate del male!
8Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo;
lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché
non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra
del mio tetto". 9Ma quelli risposero: "Tirati via! Quest'individuo
è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a
te peggio che a loro!". E spingendosi violentemente contro quell'uomo,
cioè contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta. 10Allora
dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e
chiusero il battente; 11quanto agli uomini che erano alla porta
della casa, essi li colpirono con un abbaglio accecante dal più
piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare
la porta.
12Quegli uomini dissero allora a Lot: "Chi hai ancora qui?
Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli
uscire da questo luogo. 13Perché noi stiamo per distruggere
questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è
grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli". 14Lot uscì
a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse:
"Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere
la città!". Ma parve ai suoi generi che egli volesse scherzare.
15Quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo:
"Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere
travolto nel castigo della città". 16Lot indugiava, ma
quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per
un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire
e lo condussero fuori della città. 17Dopo averli condotti
fuori, uno di loro disse: "Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro
e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!".
18Ma Lot gli disse: "No, mio Signore! 19Vedi, il
tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia
verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul
monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. 20Vedi
questa città: è abbastanza vicina perché mi possa
rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù
- non è una piccola cosa? - e così la mia vita sarà
salva". 21Gli rispose: "Ecco, ti ho favorito anche in questo,
di non distruggere la città di cui hai parlato. 22Presto,
fuggi là perché io non posso far nulla, finché tu
non vi sia arrivato". Perciò quella città si chiamò
Zoar.
23Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar,
24quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma
e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. 25Distrusse
queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città
e la vegetazione del suolo. 26Ora la moglie di Lot guardò
indietro e divenne una statua di sale.
27Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era
fermato davanti al Signore; 28contemplò dall'alto Sòdoma
e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla
terra, come il fumo di una fornace.
29Così, quando Dio distrusse le città della
valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe,
mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.
30Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla
montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di restare in
Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. 31Ora
la maggiore disse alla più piccola: "Il nostro padre è vecchio
e non c'è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo
l'uso di tutta la terra. 32Vieni, facciamo bere del vino a nostro
padre e poi corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza
da nostro padre". 33Quella notte fecero bere del vino al loro
padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se
ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa
si alzò. 34All'indomani la maggiore disse alla più
piccola: "Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli
bere del vino anche questa notte e va' tu a coricarti con lui; così
faremo sussistere una discendenza da nostro padre". 35Anche
quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola
andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando
essa si coricò, né quando essa si alzò. 36Così
le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. 37La maggiore
partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre
dei Moabiti che esistono fino ad oggi. 38Anche la più
piccola partorì un figlio e lo chiamò "Figlio del mio popolo".
Costui è il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi.
20
1Abramo levò le tende di là, dirigendosi nel Negheb,
e si stabilì tra Kades e Sur; poi soggiornò come straniero
a Gerar. 2Siccome Abramo aveva detto della moglie Sara: "È
mia sorella", Abimèlech, re di Gerar, mandò a prendere Sara.
3Ma Dio venne da Abimèlech di notte, in sogno, e gli
disse: "Ecco stai per morire a causa della donna che tu hai presa; essa
appartiene a suo marito". 4Abimèlech, che non si era
ancora accostato a lei, disse: "Mio Signore, vuoi far morire anche la gente
innocente? 5Non mi ha forse detto: È mia sorella? E anche
lei ha detto: È mio fratello. Con retta coscienza e mani innocenti
ho fatto questo". 6Gli rispose Dio nel sogno: "Anch'io so che
con retta coscienza hai fatto questo e ti ho anche impedito di peccare
contro di me: perciò non ho permesso che tu la toccassi. 7Ora
restituisci la donna di quest'uomo: egli è un profeta: preghi egli
per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci, sappi che sarai degno
di morte con tutti i tuoi". 8Allora Abimèlech si alzò
di mattina presto e chiamò tutti i suoi servi, ai quali riferì
tutte queste cose, e quegli uomini si impaurirono molto. 9Poi
Abimèlech chiamò Abramo e gli disse: "Che ci hai fatto? E
che colpa ho commesso contro di te, perché tu abbia esposto me e
il mio regno ad un peccato tanto grande? Tu hai fatto a mio riguardo azioni
che non si fanno". 10Poi Abimèlech disse ad Abramo: "A
che miravi agendo in tal modo?". 11Rispose Abramo: "Io mi sono
detto: certo non vi sarà timor di Dio in questo luogo e mi uccideranno
a causa di mia moglie. 12Inoltre essa è veramente mia
sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed è divenuta
mia moglie. 13Allora, quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla
casa di mio padre, io le dissi: Questo è il favore che tu mi farai:
in ogni luogo dove noi arriveremo dirai di me: è mio fratello".
14Allora Abimèlech prese greggi e armenti, schiavi e
schiave, li diede ad Abramo e gli restituì la moglie Sara. 15Inoltre
Abimèlech disse: "Ecco davanti a te il mio territorio: va' ad abitare
dove ti piace!". 16A Sara disse: "Ecco, ho dato mille pezzi
d'argento a tuo fratello: sarà per te come un risarcimento di fronte
a quanti sono con te. Così tu sei in tutto riabilitata". 17Abramo
pregò Dio e Dio guarì Abimèlech, sua moglie e le sue
serve, sì che poterono ancora partorire. 18Perché
il Signore aveva reso sterili tutte le donne della casa di Abimèlech,
per il fatto di Sara, moglie di Abramo.
21
1Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara
come aveva promesso. 2Sara concepì e partorì ad
Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. 3Abramo
chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.
4Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto
giorni, come Dio gli aveva comandato. 5Abramo aveva cento anni,
quando gli nacque il figlio Isacco. 6Allora Sara disse: "Motivo
di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà
di me!". 7Poi disse: "Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara
deve allattare figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!".
8Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande
banchetto quando Isacco fu svezzato. 9Ma Sara vide che il figlio
di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava
con il figlio Isacco. 10Disse allora ad Abramo: "Scaccia questa
schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve
essere erede con mio figlio Isacco". 11La cosa dispiacque molto
ad Abramo per riguardo a suo figlio. 12Ma Dio disse ad Abramo:
"Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la
parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché attraverso
Isacco da te prenderà nome una stirpe. 13Ma io farò
diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché
è tua prole". 14Abramo si alzò di buon mattino,
prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle
sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa
se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. 15Tutta
l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo
sotto un cespuglio 16e andò a sedersi di fronte, alla
distanza di un tiro d'arco, perché diceva: "Non voglio veder morire
il fanciullo!". Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la
voce e pianse. 17Ma Dio udì la voce del fanciullo e un
angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: "Che hai, Agar?
Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là
dove si trova. 18Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano,
perché io ne farò una grande nazione". 19Dio le
aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò
a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. 20E Dio fu con il
fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore
d'arco. 21Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre
gli prese una moglie del paese d'Egitto.
22In quel tempo Abimèlech con Picol, capo del suo
esercito, disse ad Abramo: "Dio è con te in quanto fai. 23Ebbene,
giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né i miei
figli né i miei discendenti: come io ho agito amichevolmente con
te, così tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero".
24Rispose Abramo: "Io lo giuro". 25Ma Abramo rimproverò
Abimèlech a causa di un pozzo d'acqua, che i servi di Abimèlech
avevano usurpato. 26Abimèlech disse: "Io non so chi abbia
fatto questa cosa: né tu me ne hai informato, né io ne ho
sentito parlare se non oggi". 27Allora Abramo prese alcuni capi
del gregge e dell'armento, li diede ad Abimèlech: tra loro due conclusero
un'alleanza. 28Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del
gregge. 29Abimèlech disse ad Abramo: "Che significano
quelle sette agnelle che hai messe in disparte?". 30Rispose:
"Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché ciò
mi valga di testimonianza che io ho scavato questo pozzo". 31Per
questo quel luogo si chiamò Bersabea, perché là fecero
giuramento tutti e due. 32E dopo che ebbero concluso l'alleanza
a Bersabea, Abimèlech si alzò con Picol, capo del suo esercito,
e ritornarono nel paese dei Filistei. 33Abramo piantò
un tamerice in Bersabea, e lì invocò il nome del Signore,
Dio dell'eternità. 34E fu forestiero nel paese dei Filistei
per molto tempo.
22
1Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: "Abramo,
Abramo!". Rispose: "Eccomi!". 2Riprese: "Prendi tuo figlio,
il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo
in olocausto su di un monte che io ti indicherò". 3Abramo
si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé
due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e
si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4Il
terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo.
5Allora Abramo disse ai suoi servi: "Fermatevi qui con l'asino;
io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo
da voi". 6Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò
sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono
tutt'e due insieme. 7Isacco si rivolse al padre Abramo e disse:
"Padre mio!". Rispose: "Eccomi, figlio mio". Riprese: "Ecco qui il fuoco
e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?". 8Abramo
rispose: "Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio
mio!". Proseguirono tutt'e due insieme; 9così arrivarono
al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare,
collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare,
sopra la legna. 10Poi Abramo stese la mano e prese il coltello
per immolare suo figlio. 11Ma l'angelo del Signore lo chiamò
dal cielo e gli disse: "Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!". 12L'angelo
disse: "Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male!
Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico
figlio". 13Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete
impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere
l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14Abramo
chiamò quel luogo: "Il Signore provvede", perciò oggi si
dice: "Sul monte il Signore provvede". 15Poi l'angelo del Signore
chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16e disse:
"Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo
e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, 17io
ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa
la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è
sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città
dei nemici. 18Saranno benedette per la tua discendenza tutte
le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce".
19Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero
in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.
20Dopo queste cose, ad Abramo fu portata questa notizia:
"Ecco, Milca ha partorito figli a Nacor tuo fratello": 21Uz,
il primogenito, e suo fratello Buz e Kamuèl il padre di Aram 22e
Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuèl; 23Betuèl
generò Rebecca: questi otto figli partorì Milca a Nacor,
fratello di Abramo. 24Anche la sua concubina, chiamata Reuma,
partorì figli: Tebach, Gacam, Tacas e Maaca.
23
1Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi
furono gli anni della vita di Sara. 2Sara morì a Kiriat-Arba,
cioè Ebron, nel paese di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento
per Sara e a piangerla. 3Poi Abramo si staccò dal cadavere
di lei e parlò agli Hittiti: 4"Io sono forestiero e di
passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in
mezzo a voi, perché io possa portar via la salma e seppellirla".
5Allora gli Hittiti risposero: 6"Ascolta noi, piuttosto,
signore: tu sei un principe di Dio in mezzo a noi: seppellisci il tuo morto
nel migliore dei nostri sepolcri. Nessuno di noi ti proibirà di
seppellire la tua defunta nel suo sepolcro". 7Abramo si alzò,
si prostrò davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti e
parlò loro: 8"Se è secondo il vostro desiderio
che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete
per me presso Efron, figlio di Zocar, 9perché mi dia
la sua caverna di Macpela, che è all'estremità del suo campo.
Me la ceda per il suo prezzo intero come proprietà sepolcrale in
mezzo a voi". 10Ora Efron stava seduto in mezzo agli Hittiti.
Efron l'Hittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, quanti
entravano per la porta della sua città, e disse: 11"Ascolta
me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova,
in presenza dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto".
12Allora Abramo si prostrò a lui alla presenza della
gente del paese. 13Parlò ad Efron, mentre lo ascoltava
la gente del paese, e disse: "Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il
prezzo del campo. Accettalo da me, così io seppellirò là
il mio morto". 14Efron rispose ad Abramo: 15"Ascolta
me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di quattrocento sicli
d'argento che cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo
morto".
16Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò
ad Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Hittiti,
cioè quattrocento sicli d'argento, nella moneta corrente sul mercato.
17Così il campo di Efron che si trovava in Macpela, di
fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi
che erano dentro il campo e intorno al suo limite, 18passarono
in proprietà ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di quanti entravano
nella porta della città. 19Dopo, Abramo seppellì
Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre,
cioè Ebron, nel paese di Canaan. 20Il campo e la caverna
che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad Abramo in proprietà
sepolcrale.
24
1Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo
aveva benedetto in ogni cosa. 2Allora Abramo disse al suo servo,
il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi
beni: "Metti la mano sotto la mia coscia 3e ti farò giurare
per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per
mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito,
4ma che andrai al mio paese, nella mia patria, a scegliere una
moglie per mio figlio Isacco". 5Gli disse il servo: "Se la donna
non mi vuol seguire in questo paese, dovrò forse ricondurre tuo
figlio al paese da cui tu sei uscito?". 6Gli rispose Abramo:
"Guardati dal ricondurre là mio figlio! 7Il Signore,
Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa di mio padre
e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha giurato: Alla tua discendenza
darò questo paese, egli stesso manderà il suo angelo davanti
a te, perché tu possa prendere di là una moglie per il mio
figlio. 8Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai
libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là il mio
figlio".
9Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo,
suo padrone, e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa. 10Il
servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose
preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei
due fiumi, alla città di Nacor. 11Fece inginocchiare
i cammelli fuori della città, presso il pozzo d'acqua, nell'ora
della sera, quando le donne escono ad attingere. 12E disse:
"Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi
e usa benevolenza verso il mio padrone Abramo! 13Ecco, io sto
presso la fonte dell'acqua, mentre le fanciulle della città escono
per attingere acqua. 14Ebbene, la ragazza alla quale dirò:
Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponderà: Bevi, anche
ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai destinata al
tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato benevolenza
al mio padrone". 15Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco
Rebecca, che era nata a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor,
fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla. 16La giovinetta
era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa
scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì. 17Il
servo allora le corse incontro e disse: "Fammi bere un po' d'acqua dalla
tua anfora". 18Rispose: "Bevi, mio signore". In fretta calò
l'anfora sul braccio e lo fece bere. 19Come ebbe finito di dargli
da bere, disse: "Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché
finiranno di bere". 20In fretta vuotò l'anfora nell'abbeveratoio,
corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di
lui. 21Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa
di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio.
22Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese
un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le
pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro. 23E
disse: "Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in casa di
tuo padre, per passarvi la notte?". 24Gli rispose: "Io sono
figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor". 25E
soggiunse: "C'è paglia e foraggio in quantità da noi e anche
posto per passare la notte".
26Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò al
Signore 27e disse: "Sia benedetto il Signore, Dio del mio padrone
Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà verso
il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla
casa dei fratelli del mio padrone". 28La giovinetta corse ad
annunziare alla casa di sua madre tutte queste cose. 29Ora Rebecca
aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse fuori da
quell'uomo al pozzo. 30Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti
alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella:
"Così mi ha parlato quell'uomo", venne da costui che ancora stava
presso i cammelli vicino al pozzo. 31Gli disse: "Vieni, benedetto
dal Signore! Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la
casa e un posto per i cammelli?". 32Allora l'uomo entrò
in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio
ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini . 33Quindi
gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; "Non mangerò, finché
non avrò detto quello che devo dire". Gli risposero: "Di' pure".
34E disse: "Io sono un servo di Abramo. 35Il Signore
ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato potente: gli
ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e schiave, cammelli
e asini. 36Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito
un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i suoi
beni. 37E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere
per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali
abito, 38ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia,
a prendere una moglie per mio figlio. 39Io dissi al mio padrone:
Forse la donna non mi seguirà. 40Mi rispose: Il Signore,
alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà
felice esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie
per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre. 41Solo
quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione;
se non volessero cedertela, sarai esente dalla mia maledizione. 42Così
oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Signore, Dio del mio padrone
Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto compiendo, 43ecco,
io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad
attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un po' d'acqua dalla tua
anfora, 44e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi
cammelli attingerò, quella sarà la moglie che il Signore
ha destinata al figlio del mio padrone. 45Io non avevo ancora
finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire con l'anfora sulla spalla;
scese alla fonte, attinse; io allora le dissi: Fammi bere. 46Subito
essa calò l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli darò
da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli.
47E io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia
di Betuèl, il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi
il pendente alle narici e i braccialetti alle braccia. 48Poi
mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del
mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere
per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone. 49Ora,
se intendete usare benevolenza e lealtà verso il mio padrone, fatemelo
sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga
altrove".
50Allora Làbano e Betuèl risposero: "Dal Signore
la cosa procede, non possiamo dirti nulla. 51Ecco Rebecca davanti
a te: prendila e va' e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha
parlato il Signore".
52Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si
prostrò a terra davanti al Signore. 53Poi il servo tirò
fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; doni
preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. 54Poi
mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si
alzarono alla mattina, egli disse: "Lasciatemi andare dal mio padrone".
55Ma il fratello e la madre di lei dissero: "Rimanga la giovinetta
con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai". 56Rispose
loro: "Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso buon esito al mio
viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!". 57Dissero
allora: "Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa". 58Chiamarono
dunque Rebecca e le dissero: "Vuoi partire con quest'uomo?". Essa rispose:
"Andrò". 59Allora essi lasciarono partire Rebecca con
la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini. 60Benedissero
Rebecca e le dissero:
"Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
la porta dei suoi nemici!".
61Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono
sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé Rebecca
e partì. 62Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi;
abitava infatti nel territorio del Negheb. 63Isacco uscì
sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide
venire i cammelli. 64Alzò gli occhi anche Rebecca, vide
Isacco e scese subito dal cammello. 65E disse al servo: "Chi
è quell'uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?".
Il servo rispose: "È il mio padrone". Allora essa prese il velo
e si coprì. 66Il servo raccontò ad Isacco tutte
le cose che aveva fatte. 67Isacco introdusse Rebecca nella tenda
che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò.
Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.
25
1Abramo prese un'altra moglie: essa aveva nome Chetura. 2Essa
gli partorì Zimran, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach. 3Ioksan
generò Saba e Dedan e i figli di Dedan furono gli Asurim, i Letusim
e i Leummim. 4I figli di Madian furono Efa, Efer, Enoch, Abida
ed Eldaa. Tutti questi sono i figli di Chetura.
5Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. 6Quanto
invece ai figli delle concubine, che Abramo aveva avute, diede loro doni
e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli lontano da
Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale.
7La durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque
anni. 8Poi Abramo spirò e morì in felice canizie,
vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati. 9Lo
seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela,
nel campo di Efron, figlio di Zocar, l'Hittita, di fronte a Mamre. 10È
appunto il campo che Abramo aveva comperato dagli Hittiti: ivi furono sepolti
Abramo e sua moglie Sara. 11Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse
il figlio di lui Isacco e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roi.
12Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo,
che gli aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara.
13Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, con il loro elenco
in ordine di generazione: il primogenito di Ismaele è Nebaiòt,
poi Kedar, Adbeèl, Mibsam, 14Misma, Duma, Massa, 15Adad,
Tema, Ietur, Nafis e Kedma. 16Questi sono gli Ismaeliti e questi
sono i loro nomi secondo i loro recinti e accampamenti. Sono i dodici principi
delle rispettive tribù. 17La durata della vita di Ismaele
fu di centotrentasette anni; poi morì e si riunì ai suoi
antenati. 18Egli abitò da Avìla fino a Sur, che
è lungo il confine dell'Egitto in direzione di Assur; egli si era
stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli.
19Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo.
Abramo aveva generato Isacco. 20Isacco aveva quarant'anni quando
si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l'Arameo, da Paddan-Aram,
e sorella di Làbano l'Arameo. 21Isacco supplicò
il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore
lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. 22Ora
i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: "Se è così,
perché questo?". Andò a consultare il Signore. 23Il
Signore le rispose:
"Due nazioni sono nel tuo seno
e due popoli dal tuo grembo si disperderanno;
un popolo sarà più forte dell'altro
e il maggiore servirà il più piccolo".
24Quando poi si compì per lei il tempo di partorire,
ecco due gemelli erano nel suo grembo. 25Uscì il primo,
rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù.
26Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno
di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando
essi nacquero.
27I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella
caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che
dimorava sotto le tende. 28Isacco prediligeva Esaù, perché
la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe.
29Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie;
Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. 30Disse
a Giacobbe: "Lasciami mangiare un po' di questa minestra rossa, perché
io sono sfinito" - Per questo fu chiamato Edom -. 31Giacobbe
disse: "Vendimi subito la tua primogenitura". 32Rispose Esaù:
"Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?". 33Giacobbe
allora disse: "Giuramelo subito". Quegli lo giurò e vendette la
primogenitura a Giacobbe. 34Giacobbe diede ad Esaù il
pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si
alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato
la primogenitura.
26
1Venne una carestia nel paese oltre la prima che era avvenuta
ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlech,
re dei Filistei. 2Gli apparve il Signore e gli disse: "Non scendere
in Egitto, abita nel paese che io ti indicherò. 3Rimani
in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché
a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori,
e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre. 4Renderò
la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò
alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra
saranno benedette per la tua discendenza; 5per il fatto che
Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo
prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi".
6Così Isacco dimorò in Gerar. 7Gli
uomini del luogo lo interrogarono intorno alla moglie ed egli disse: "È
mia sorella"; infatti aveva timore di dire: "È mia moglie", pensando
che gli uomini del luogo lo uccidessero per causa di Rebecca, che era di
bell'aspetto.
8Era là da molto tempo, quando Abimèlech, re
dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare
con la propria moglie Rebecca. 9Abimèlech chiamò
Isacco e disse: "Sicuramente essa è tua moglie. E perché
tu hai detto: È mia sorella?". Gli rispose Isacco: "Perché
mi son detto: io non muoia per causa di lei!". 10Riprese Abimèlech:
"Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a
tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa". 11Abimèlech
diede quest'ordine a tutto il popolo: "Chi tocca questo uomo o la sua moglie
sarà messo a morte!".
12Poi Isacco fece una semina in quel paese e raccolse quell'anno
il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto. 13E l'uomo
divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire ricchissimo:
14possedeva greggi di piccolo e di grosso bestiame e numerosi
schiavi e i Filistei cominciarono ad invidiarlo.
15Tutti i pozzi che avevano scavati i servi di suo padre
ai tempi del padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempiendoli di
terra. 16Abimèlech disse ad Isacco: "Vàttene via
da noi, perché tu sei molto più potente di noi". 17Isacco
andò via di là, si accampò sul torrente di Gerar e
vi si stabilì. 18Isacco tornò a scavare i pozzi
d'acqua, che avevano scavati i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei
avevano turati dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva
chiamati suo padre. 19I servi di Isacco scavarono poi nella
valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva. 20Ma i pastori
di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: "L'acqua è
nostra!".
Allora egli chiamò Esech il pozzo, perché quelli avevano
litigato con lui. 21Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono
anche per questo ed egli lo chiamò Sitna. 22Allora si
mosse di là e scavò un altro pozzo, per il quale non litigarono;
allora egli lo chiamò Recobòt e disse: "Ora il Signore ci
ha dato spazio libero perché noi prosperiamo nel paese". 23Di
là andò a Bersabea. 24E in quella notte gli apparve
il Signore e disse:
"Io sono il Dio di Abramo, tuo padre;
non temere perché io sono con te.
Ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza
per amore di Abramo, mio servo".
25Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò
il nome del Signore; lì piantò la tenda. E i servi di Isacco
scavarono un pozzo.
26Intanto Abimèlech da Gerar era andato da lui, insieme
con Acuzzat, suo amico, e Picol, capo del suo esercito. 27Isacco
disse loro: "Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi
avete scacciato da voi?". 28Gli risposero: "Abbiamo visto che
il Signore è con te e abbiamo detto: vi sia un giuramento tra di
noi, tra noi e te, e concludiamo un'alleanza con te: 29tu non
ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto
se non il bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo
benedetto dal Signore". 30Allora imbandì loro un convito
e mangiarono e bevvero. 31Alzatisi di buon mattino, si prestarono
giuramento l'un l'altro, poi Isacco li congedò e partirono da lui
in pace. 32Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco
e lo informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero:
"Abbiamo trovato l'acqua". 33Allora egli lo chiamò Sibea:
per questo la città si chiama Bersabea fino ad oggi.
34Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie Giudit,
figlia di Beeri l'Hittita, e Basemat, figlia di Elon l'Hittita. 35Esse
furono causa d'intima amarezza per Isacco e per Rebecca.
27
1Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti
che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù,
e gli disse: "Figlio mio". Gli rispose: "Eccomi". 2Riprese:
"Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. 3Ebbene,
prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, esci in campagna
e prendi per me della selvaggina. 4Poi preparami un piatto di
mio gusto e portami da mangiare, perché io ti benedica prima di
morire". 5Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio
Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina
da portare a casa. 6Rebecca disse al figlio Giacobbe: "Ecco,
ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù: 7Portami
la selvaggina e preparami un piatto, così mangerò e poi ti
benedirò davanti al Signore prima della morte. 8Ora,
figlio mio, obbedisci al mio ordine: 9Va' subito al gregge e
prendimi di là due bei capretti; io ne farò un piatto per
tuo padre, secondo il suo gusto. 10Così tu lo porterai
a tuo padre che ne mangerà, perché ti benedica prima della
sua morte". 11Rispose Giacobbe a Rebecca sua madre: "Sai che
mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia.
12Forse mio padre mi palperà e si accorgerà che
mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece
di una benedizione". 13Ma sua madre gli disse: "Ricada su di
me la tua maledizione, figlio mio! Tu obbedisci soltanto e vammi a prendere
i capretti". 14Allora egli andò a prenderli e li portò
alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di
suo padre. 15Rebecca prese i vestiti migliori del suo figlio
maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare
al figlio minore, Giacobbe; 16con le pelli dei capretti rivestì
le sue braccia e la parte liscia del collo. 17Poi mise in mano
al suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
18Così egli venne dal padre e disse: "Padre mio".
Rispose: "Eccomi; chi sei tu, figlio mio?". 19Giacobbe rispose
al padre: "Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi
hai ordinato. Alzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché
tu mi benedica". 20Isacco disse al figlio: "Come hai fatto presto
a trovarla, figlio mio!". Rispose: "Il Signore me l'ha fatta capitare davanti".
21Ma Isacco gli disse: "Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio
mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no". 22Giacobbe
si avvicinò ad Isacco suo padre, il quale lo tastò e disse:
"La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di
Esaù". 23Così non lo riconobbe, perché
le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù,
e perciò lo benedisse. 24Gli disse ancora: "Tu sei proprio
il mio figlio Esaù?". Rispose: "Lo sono". 25Allora disse:
"Porgimi da mangiare della selvaggina del mio figlio, perché io
ti benedica". Gliene servì ed egli mangiò, gli portò
il vino ed egli bevve. 26Poi suo padre Isacco gli disse: "Avvicinati
e baciami, figlio mio!". 27Gli si avvicinò e lo baciò.
Isacco aspirò l'odore degli abiti di lui e lo benedisse:
"Ecco l'odore del mio figlio
come l'odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
28Dio ti conceda rugiada del cielo
e terre grasse
e abbondanza di frumento e di mosto.
29Ti servano i popoli
e si prostrino davanti a te le genti.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!".
30Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe
si era allontanato dal padre Isacco, quando arrivò dalla caccia
Esaù suo fratello. 31Anch'egli aveva preparato un piatto,
poi lo aveva portato al padre e gli aveva detto: "Si alzi mio padre e mangi
la selvaggina di suo figlio, perché tu mi benedica". 32Gli
disse suo padre Isacco: "Chi sei tu?". Rispose: "Io sono il tuo figlio
primogenito Esaù". 33Allora Isacco fu colto da un fortissimo
tremito e disse: "Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me
l'ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, poi l'ho benedetto
e benedetto resterà". 34Quando Esaù sentì
le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Egli
disse a suo padre: "Benedici anche me, padre mio!". 35Rispose:
"È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la tua benedizione".
36Riprese: "Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato
già due volte? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco
ora ha carpito la mia benedizione!". Poi soggiunse: "Non hai forse riservato
qualche benedizione per me?". 37Isacco rispose e disse a Esaù:
"Ecco, io l'ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i
suoi fratelli; l'ho provveduto di frumento e di mosto; per te che cosa
mai potrò fare, figlio mio?". 38Esaù disse al
padre: "Hai una sola benedizione padre mio? Benedici anche me, padre mio!".
Ma Isacco taceva ed Esaù alzò la voce e pianse. 39Allora
suo padre Isacco prese la parola e gli disse:
"Ecco, lungi dalle terre grasse
sarà la tua sede
e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto.
40Vivrai della tua spada
e servirai tuo fratello;
ma poi, quando ti riscuoterai,
spezzerai il suo giogo dal tuo collo".
41Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione
che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: "Si avvicinano
i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe".
42Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo
figlio maggiore, ed essa mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe
e gli disse: "Esaù tuo fratello vuol vendicarsi di te uccidendoti.
43Ebbene, figlio mio, obbedisci alla mia voce: su, fuggi a Carran
da mio fratello Làbano. 44Rimarrai con lui qualche tempo,
finché l'ira di tuo fratello si sarà placata; 45finché
si sarà placata contro di te la collera di tuo fratello e si sarà
dimenticato di quello che gli hai fatto. Allora io manderò a prenderti
di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un sol giorno?".
46Poi Rebecca disse a Isacco: "Ho disgusto della mia vita
a causa di queste donne hittite: se Giacobbe prende moglie tra le hittite
come queste, tra le figlie del paese, a che mi giova la vita?".
28
1Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede
questo comando: "Tu non devi prender moglie tra le figlie di Canaan. 2Su,
va' in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e
prenditi di là la moglie tra le figlie di Làbano, fratello
di tua madre. 3Ti benedica Dio onnipotente, ti renda fecondo
e ti moltiplichi, sì che tu divenga una assemblea di popoli. 4Conceda
la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché
tu possieda il paese dove sei stato forestiero, che Dio ha dato ad Abramo".
5Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in
Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l'Arameo, fratello
di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.
6Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva
mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie di là e che, mentre
lo benediceva, gli aveva dato questo comando: "Non devi prender moglie
tra le Cananee". 7Giacobbe aveva obbedito al padre e alla madre
ed era partito per Paddan-Aram. 8Esaù comprese che le
figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco. 9Allora
si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie
Macalat, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
10Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran.
11Capitò così in un luogo, dove passò la
notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose
come guanciale e si coricò in quel luogo. 12Fece un sogno:
una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo;
ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. 13Ecco
il Signore gli stava davanti e disse: "Io sono il Signore, il Dio di Abramo
tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò
a te e alla tua discendenza. 14La tua discendenza sarà
come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a
settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza
tutte le nazioni della terra. 15Ecco io sono con te e ti proteggerò
dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché
non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto".
16Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: "Certo,
il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo". 17Ebbe
timore e disse: "Quanto è terribile questo luogo! Questa è
proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo". 18Alla
mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta
come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua
sommità. 19E chiamò quel luogo Betel, mentre prima
di allora la città si chiamava Luz. 20Giacobbe fece questo
voto: "Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio
che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi,
21se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il
Signore sarà il mio Dio. 22Questa pietra, che io ho eretta
come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò
la decima".
29
1Poi Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese degli
orientali. 2Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo
bestiame, accovacciati vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano
i greggi, ma la pietra sulla bocca del pozzo era grande. 3Quando
tutti i greggi si erano radunati là, i pastori rotolavano la pietra
dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra
al posto sulla bocca del pozzo. 4Giacobbe disse loro: "Fratelli
miei, di dove siete?". Risposero: "Siamo di Carran". 5Disse
loro: "Conoscete Làbano, figlio di Nacor?". Risposero: "Lo conosciamo".
6Disse loro: "Sta bene?". Risposero: "Sì; ecco la figlia
Rachele che viene con il gregge". 7Riprese: "Eccoci ancora in
pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere
al bestiame e andate a pascolare!". 8Risposero: "Non possiamo,
finché non siano radunati tutti i greggi e si rotoli la pietra dalla
bocca del pozzo; allora faremo bere il gregge".
9Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò
Rachele con il bestiame del padre, perché era una pastorella. 10Quando
Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre,
insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe,
fattosi avanti, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo e fece bere
le pecore di Làbano, fratello di sua madre. 11Poi Giacobbe
baciò Rachele e pianse ad alta voce. 12Giacobbe rivelò
a Rachele che egli era parente del padre di lei, perché figlio di
Rebecca. Allora essa corse a riferirlo al padre. 13Quando Làbano
seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro, lo
abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua casa. Ed egli
raccontò a Làbano tutte le sue vicende. 14Allora
Làbano gli disse: "Davvero tu sei mio osso e mia carne!". Così
dimorò presso di lui per un mese.
15Poi Làbano disse a Giacobbe: "Poiché sei
mio parente, mi dovrai forse servire gratuitamente? Indicami quale deve
essere il tuo salario". 16Ora Làbano aveva due figlie;
la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele.
17Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme
e avvenente di aspetto, 18perciò Giacobbe amava Rachele.
Disse dunque: "Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia
minore". 19Rispose Làbano: "Preferisco darla a te piuttosto
che a un estraneo. Rimani con me". 20Così Giacobbe servì
sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni tanto era il suo amore
per lei. 21Poi Giacobbe disse a Làbano: "Dammi la mia
sposa, perché il mio tempo è compiuto e voglio unirmi a lei".
22Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo
e diede un banchetto. 23Ma quando fu sera, egli prese la figlia
Lia e la condusse da lui ed egli si unì a lei. 24Làbano
diede la propria schiava Zilpa alla figlia Lia, come schiava. 25Quando
fu mattina... ecco era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano: "Che
mi hai fatto? Non è forse per Rachele che sono stato al tuo servizio?
Perché mi hai ingannato?". 26Rispose Làbano: "Non
si usa far così nel nostro paese, dare, cioè, la più
piccola prima della maggiore. 27Finisci questa settimana nuziale,
poi ti darò anche quest'altra per il servizio che tu presterai presso
di me per altri sette anni". 28Giacobbe fece così: terminò
la settimana nuziale e allora Làbano gli diede in moglie la figlia
Rachele. 29Làbano diede alla figlia Rachele la propria
schiava Bila, come schiava. 30Egli si unì anche a Rachele
e amò Rachele più di Lia. Fu ancora al servizio di lui per
altri sette anni.
31Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata, la rese
feconda, mentre Rachele rimaneva sterile. 32Così Lia
concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben, perché
disse: "Il Signore ha visto la mia umiliazione; certo, ora mio marito mi
amerà". 33Poi concepì ancora un figlio e disse:
"Il Signore ha udito che io ero trascurata e mi ha dato anche questo".
E lo chiamò Simeone. 34Poi concepì ancora e partorì
un figlio e disse: "Questa volta mio marito mi si affezionerà, perché
gli ho partorito tre figli". Per questo lo chiamò Levi. 35Concepì
ancora e partorì un figlio e disse: "Questa volta loderò
il Signore". Per questo lo chiamò Giuda. Poi cessò di avere
figli.
30
1Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli
a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: "Dammi dei
figli, se no io muoio!". 2Giacobbe s'irritò contro Rachele
e disse: "Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto
del grembo?". 3Allora essa rispose: "Ecco la mia serva Bila:
unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia
anch'io una mia prole per mezzo di lei". 4Così essa gli
diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.
5Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio.
6Rachele disse: "Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato
la mia voce, dandomi un figlio". Per questo essa lo chiamò Dan.
7Poi Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì
a Giacobbe un secondo figlio. 8Rachele disse: "Ho sostenuto
contro mia sorella lotte difficili e ho vinto!". Perciò lo chiamò
Nèftali.
9Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese
la propria schiava Zilpa e la diede in moglie e Giacobbe. 10Zilpa,
la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un figlio. 11Lia
disse: "Per fortuna!" e lo chiamò Gad. 12Poi Zilpa, la
schiava di Lia, partorì un secondo figlio a Giacobbe. 13Lia
disse: "Per mia felicità! Perché le donne mi diranno felice".
Perciò lo chiamò Aser.
14Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e
trovò mandragore, che portò alla madre Lia. Rachele disse
a Lia: "Dammi un po' delle mandragore di tuo figlio". 15Ma Lia
rispose: "È forse poco che tu mi abbia portato via il marito perché
voglia portar via anche le mandragore di mio figlio?". Riprese Rachele:
"Ebbene, si corichi pure con te questa notte, in cambio delle mandragore
di tuo figlio". 16Alla sera, quando Giacobbe arrivò dalla
campagna, Lia gli uscì incontro e gli disse: "Da me devi venire,
perché io ho pagato il diritto di averti con le mandragore di mio
figlio". Così egli si coricò con lei quella notte. 17Il
Signore esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe
un quinto figlio. 18Lia disse: "Dio mi ha dato il mio salario,
per avere io dato la mia schiava a mio marito". Perciò lo chiamò
Ìssacar. 19Poi Lia concepì e partorì ancora
un sesto figlio a Giacobbe. 20Lia disse: "Dio mi ha fatto un
bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché
gli ho partorito sei figli". Perciò lo chiamò Zàbulon.
21In seguito partorì una figlia e la chiamò Dina.
22Poi Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì
e la rese feconda. 23Essa concepì e partorì un
figlio e disse: "Dio ha tolto il mio disonore". 24E lo chiamò
Giuseppe dicendo: "Il Signore mi aggiunga un altro figlio!".
25Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse
a Làbano: "Lasciami andare e tornare a casa mia, nel mio paese.
26Dammi le mogli, per le quali ti ho servito, e i miei bambini
perché possa partire: tu conosci il servizio che ti ho prestato".
27Gli disse Làbano: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi...
Per divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa tua".
28E aggiunse: "Fissami il tuo salario e te lo darò".
29Gli rispose: "Tu stesso sai come ti ho servito e quanti sono
diventati i tuoi averi per opera mia. 30Perché il poco
che avevi prima della mia venuta è cresciuto oltre misura e il Signore
ti ha benedetto sui miei passi. Ma ora, quando lavorerò anch'io
per la mia casa?". 31Riprese Làbano: "Che ti devo dare?".
Giacobbe rispose: "Non mi devi nulla; se tu farai per me quanto ti dico,
ritornerò a pascolare il tuo gregge e a custodirlo. 32Oggi
passerò fra tutto il tuo bestiame; metti da parte ogni capo di colore
scuro tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre: sarà
il mio salario. 33In futuro la mia stessa onestà risponderà
per me; quando verrai a verificare il mio salario, ogni capo che non sarà
punteggiato o chiazzato tra le capre e di colore scuro tra le pecore, se
si troverà presso di me, sarà come rubato". 34Làbano
disse: "Bene, sia come tu hai detto!". 35In quel giorno mise
da parte i capri striati e chiazzati e tutte le capre punteggiate e chiazzate,
ogni capo che aveva del bianco e ogni capo di colore scuro tra le pecore.
Li affidò ai suoi figli 36e stabilì una distanza
di tre giorni di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava
l'altro bestiame di Làbano.
37Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e
di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo
a nudo il bianco dei rami. 38Poi egli mise i rami così
scortecciati nei truogoli agli abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere
il bestiame, proprio in vista delle bestie, le quali si accoppiavano quando
venivano a bere. 39Così le bestie si accoppiarono di
fronte ai rami e le capre figliarono capretti striati, punteggiati e chiazzati.
40Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì
che le bestie avessero davanti a sé gli animali striati e tutti
quelli di colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si
era così costituiti per conto suo, non li mise insieme al gregge
di Làbano.
41Ogni qualvolta si accoppiavano bestie robuste, Giacobbe
metteva i rami nei truogoli in vista delle bestie, per farle concepire
davanti ai rami. 42Quando invece le bestie erano deboli, non
li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano
e quelli robusti per Giacobbe. 43Egli si arricchì oltre
misura e possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi,
cammelli e asini.
31
1Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano:
"Giacobbe si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era
di nostro padre si è fatta tutta questa fortuna". 2Giacobbe
osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era
più verso di lui come prima. 3Il Signore disse a Giacobbe:
"Torna al paese dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te".
4Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna
presso il suo gregge 5e disse loro: "Io mi accorgo dal volto
di vostro padre che egli verso di me non è più come prima;
eppure il Dio di mio padre è stato con me. 6Voi stesse
sapete che io ho servito vostro padre con tutte le forze, 7mentre
vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte il mio
salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male. 8Se egli
diceva: Le bestie punteggiate saranno il tuo salario, tutto il gregge figliava
bestie punteggiate; se diceva: Le bestie striate saranno il tuo salario,
allora tutto il gregge figliava bestie striate. 9Così
Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l'ha dato a me. 10Una
volta, quando il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai gli occhi
e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano striati, punteggiati
e chiazzati. 11L'angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe!
Risposi: Eccomi. 12Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i
capri che montano le bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché
ho visto quanto Làbano ti fa. 13Io sono il Dio di Betel,
dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti
da questo paese e torna nella tua patria!". 14Rachele e Lia
gli risposero: "Abbiamo forse ancora una parte o una eredità nella
casa di nostro padre? 15Non siamo forse tenute in conto di straniere
da parte sua, dal momento che ci ha vendute e si è anche mangiato
il nostro danaro? 16Tutta la ricchezza che Dio ha sottratto
a nostro padre è nostra e dei nostri figli. Ora fa' pure quanto
Dio ti ha detto".
17Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e
le mogli sui cammelli 18e condusse via tutto il bestiame e tutti
gli averi che si era acquistati, il bestiame che si era acquistato in Paddan-Aram,
per ritornare da Isacco, suo padre, nel paese di Canaan. 19Làbano
era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano
al padre. 20Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo,
non avvertendolo che stava per fuggire; 21così poté
andarsene con tutti i suoi averi. Si alzò dunque, passò il
fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.
22Al terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe
era fuggito. 23Allora egli prese con sé i suoi parenti,
lo inseguì per sette giorni di cammino e lo raggiunse sulle montagne
di Gàlaad. 24Ma Dio venne da Làbano l'Arameo in
un sogno notturno e gli disse: "Bada di non dir niente a Giacobbe, proprio
nulla!". 25Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe;
ora Giacobbe aveva piantato la tenda sulle montagne e Làbano si
era accampato con i parenti sulle montagne di Gàlaad. 26Disse
allora Làbano a Giacobbe: "Che hai fatto? Hai eluso la mia attenzione
e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra! 27Perché
sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai avvertito? Io ti
avrei congedato con festa e con canti, a suon di timpani e di cetre! 28E
non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Certo hai
agito in modo insensato. 29Sarebbe in mio potere di farti del
male, ma il Dio di tuo padre mi ha parlato la notte scorsa: Bada di non
dir niente a Giacobbe, né in bene né in male! 30Certo,
sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo padre;
ma perché mi hai rubato i miei dèi?". 31Giacobbe
rispose a Làbano e disse: "Perché avevo paura e pensavo che
mi avresti tolto con la forza le tue figlie. 32Ma quanto a colui
presso il quale tu troverai i tuoi dèi, non resterà in vita!
Alla presenza dei nostri parenti riscontra quanto vi può essere
di tuo presso di me e prendilo". Giacobbe non sapeva che li aveva rubati
Rachele. 33Allora Làbano entrò nella tenda di
Giacobbe e poi nella tenda di Lia e nella tenda delle due schiave, ma non
trovò nulla. Poi uscì dalla tenda di Lia ed entrò
nella tenda di Rachele. 34Rachele aveva preso gli idoli e li
aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra, così
Làbano frugò in tutta la tenda, ma non li trovò. 35Essa
parlò al padre: "Non si offenda il mio signore se io non posso alzarmi
davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne".
Làbano cercò dunque il tutta la tenda e non trovò
gli idoli.
36Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano,
al quale disse: "Qual è il mio delitto, qual è il mio peccato,
perché ti sia messo a inseguirmi? 37Ora che hai frugato
tra tutti i miei oggetti, che hai trovato di tutte le robe di casa tua?
Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti e siano essi giudici tra noi
due. 38Vent'anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre
non hanno abortito e i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato. 39Nessuna
bestia sbranata ti ho portato: io ne compensavo il danno e tu reclamavi
da me ciò che veniva rubato di giorno e ciò che veniva rubato
di notte. 40Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo
e il sonno fuggiva dai miei occhi. 41Vent'anni sono stato in
casa tua: ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni
per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio salario dieci volte. 42Se
non fosse stato con me il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il Terrore
di Isacco, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la
mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto
da arbitro".
43Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: "Queste
figlie sono mie figlie e questi figli sono miei figli; questo bestiame
è il mio bestiame e quanto tu vedi è mio. E che potrei fare
oggi a queste mie figlie o ai figli che esse hanno messi al mondo? 44Ebbene,
vieni, concludiamo un'alleanza io e te e ci sia un testimonio tra me e
te". 45Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.
46Poi disse ai suoi parenti: "Raccogliete pietre", e quelli
presero pietre e ne fecero un mucchio. Poi mangiarono là su quel
mucchio. 47Làbano lo chiamò Iegar-Saaduta, mentre
Giacobbe lo chiamò Gal-Ed. 48Làbano disse: "Questo
mucchio sia oggi un testimonio tra me e te"; per questo lo chiamò
Gal-Ed 49e anche Mizpa, perché disse: "Il Signore starà
di vedetta tra me e te, quando noi non ci vedremo più l'un l'altro.
50Se tu maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli
oltre le mie figlie, non un uomo sarà con noi, ma bada, Dio sarà
testimonio tra me e te". 51Soggiunse Làbano a Giacobbe:
"Ecco questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho eretta tra me e te.
52Questo mucchio è testimonio e questa stele è
testimonio che io giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte
e che tu giuri di non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla
mia parte per fare il male. 53Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor
siano giudici tra di noi". Giacobbe giurò per il Terrore di suo
padre Isacco. 54Poi offrì un sacrificio sulle montagne
e invitò i suoi parenti a prender cibo. Essi mangiarono e passarono
la notte sulle montagne.
32
1Alla mattina per tempo Làbano si alzò, baciò
i figli e le figlie e li benedisse. Poi partì e ritornò a
casa.
2Mentre Giacobbe continuava il viaggio, gli si fecero incontro
gli angeli di Dio. 3Giacobbe al vederli disse: "Questo è
l'accampamento di Dio" e chiamò quel luogo Macanaim.
4Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri
al fratello Esaù, nel paese di Seir, la campagna di Edom. 5Diede
loro questo comando: "Direte al mio signore Esaù: Dice il tuo servo
Giacobbe: Sono stato forestiero presso Làbano e vi sono restato
fino ad ora. 6Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi,
di schiavi e schiave. Ho mandato ad informarne il mio signore, per trovare
grazia ai suoi occhi". 7I messaggeri tornarono da Giacobbe,
dicendo: "Siamo stati da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta
venendoti incontro e ha con sé quattrocento uomini". 8Giacobbe
si spaventò molto e si sentì angosciato; allora divise in
due accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli.
9Pensò infatti: "Se Esaù raggiunge un accampamento
e lo batte, l'altro accampamento si salverà". 10Poi Giacobbe
disse: "Dio del mio padre Abramo e Dio del mio padre Isacco, Signore, che
mi hai detto: Ritorna al tuo paese, nella tua patria e io ti farò
del bene, 11io sono indegno di tutta la benevolenza e di tutta
la fedeltà che hai usato verso il tuo servo. Con il mio bastone
soltanto avevo passato questo Giordano e ora sono divenuto tale da formare
due accampamenti. 12Salvami dalla mano del mio fratello Esaù,
perché io ho paura di lui: egli non arrivi e colpisca me e tutti,
madre e bambini! 13Eppure tu hai detto: Ti farò del bene
e renderò la tua discendenza come la sabbia del mare, tanto numerosa
che non si può contare". 14Giacobbe rimase in quel luogo
a passare la notte. Poi prese, di ciò che gli capitava tra mano,
di che fare un dono al fratello Esaù: 15duecento capre
e venti capri, duecento pecore e venti montoni, 16trenta cammelle
allattanti con i loro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti
asine e dieci asinelli. 17Egli affidò ai suoi servi i
singoli branchi separatamente e disse loro: "Passate davanti a me e lasciate
un certo spazio tra un branco e l'altro". 18Diede questo ordine
al primo: "Quando ti incontrerà Esaù, mio fratello, e ti
domanderà: Di chi sei tu? Dove vai? Di chi sono questi animali che
ti camminano davanti?, 19tu risponderai: Del tuo fratello Giacobbe:
è un dono inviato al mio signore Esaù; ecco egli stesso ci
segue". 20Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al
terzo e a quanti seguivano i branchi: "Queste parole voi rivolgerete ad
Esaù quando lo troverete; 21gli direte: Anche il tuo
servo Giacobbe ci segue". Pensava infatti: "Lo placherò con il dono
che mi precede e in seguito mi presenterò a lui; forse mi accoglierà
con benevolenza". 22Così il dono passò prima di
lui, mentr'egli trascorse quella notte nell'accampamento.
23Durante quella notte egli si alzò, prese le due
mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello
Iabbok. 24Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare
anche tutti i suoi averi. 25Giacobbe rimase solo e un uomo lottò
con lui fino allo spuntare dell'aurora. 26Vedendo che non riusciva
a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione
del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con
lui. 27Quegli disse: "Lasciami andare, perché è
spuntata l'aurora". Giacobbe rispose: "Non ti lascerò, se non mi
avrai benedetto!". 28Gli domandò: "Come ti chiami?".
Rispose: "Giacobbe". 29Riprese: "Non ti chiamerai più
Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini
e hai vinto!". 30Giacobbe allora gli chiese: "Dimmi il tuo nome".
Gli rispose: "Perché mi chiedi il nome?". E qui lo benedisse. 31Allora
Giacobbe chiamò quel luogo Penuel "Perché - disse - ho visto
Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva". 32Spuntava
il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. 33Per
questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che
è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito
l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
33
1Poi Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù
che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì i
figli tra Lia, Rachele e le due schiave; 2mise in testa le schiave
con i loro figli, più indietro Lia con i suoi figli e più
indietro Rachele e Giuseppe. 3Egli passò davanti a loro
e si prostrò sette volte fino a terra, mentre andava avvicinandosi
al fratello. 4Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò,
gli si gettò al collo, lo baciò e piansero. 5Poi
alzò gli occhi e vide le donne e i fanciulli e disse: "Chi sono
questi con te?". Rispose: "Sono i figli di cui Dio ha favorito il tuo servo".
6Allora si fecero avanti le schiave con i loro figli e si prostrarono.
7Poi si fecero avanti anche Lia e i suoi figli e si prostrarono
e infine si fecero avanti Rachele e Giuseppe e si prostrarono. 8Domandò
ancora: "Che è tutta questa carovana che ho incontrata?". Rispose:
"È per trovar grazia agli occhi del mio signore". 9Esaù
disse: "Ne ho abbastanza del mio, fratello, resti per te quello che è
tuo!". 10Ma Giacobbe disse: "No, se ho trovato grazia ai tuoi
occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché appunto per questo
io sono venuto alla tua presenza, come si viene alla presenza di Dio, e
tu mi hai gradito. 11Accetta il mio dono augurale che ti è
stato presentato, perché Dio mi ha favorito e sono provvisto di
tutto!". Così egli insistette e quegli accettò.
12Poi Esaù disse: "Leviamo l'accampamento e mettiamoci
in viaggio: io camminerò davanti a te". 13Gli rispose:
"Il mio signore sa che i fanciulli sono delicati e che ho a mio carico
i greggi e gli armenti che allattano: se si affaticano anche un giorno
solo, tutte le bestie moriranno. 14Il mio signore passi prima
del suo servo, mentre io mi sposterò a tutto mio agio, al passo
di questo bestiame che mi precede e al passo dei fanciulli, finché
arriverò presso il mio signore a Seir". 15Disse allora
Esaù: "Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho
con me!". Rispose: "Ma perché? Possa io solo trovare grazia agli
occhi del mio signore!". 16Così in quel giorno stesso
Esaù ritornò sul suo cammino verso Seir. 17Giacobbe
invece si trasportò a Succot, dove costruì una casa per sé
e fece capanne per il gregge. Per questo chiamò quel luogo Succot.
18Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di
Sichem, che è nel paese di Canaan, quando tornò da Paddan-Aram
e si accampò di fronte alla città. 19Poi acquistò
dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d'argento, quella
porzione di campagna dove aveva piantato la tenda. 20Ivi eresse
un altare e lo chiamò "El, Dio d'Israele".
34
1Dina, la figlia che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì
a vedere le ragazze del paese. 2Ma la vide Sichem, figlio di
Camor l'Eveo, principe di quel paese, e la rapì, si unì a
lei e le fece violenza. 3Egli rimase legato a Dina, figlia di
Giacobbe; amò la fanciulla e le rivolse parole di conforto. 4Poi
disse a Camor suo padre: "Prendimi in moglie questa ragazza". 5Intanto
Giacobbe aveva saputo che quegli aveva disonorato Dina, sua figlia, ma
i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame. Giacobbe tacque fino
al loro arrivo.
6Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per parlare
con lui. 7Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna,
sentito l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono molto, perché
quelli aveva commesso un'infamia in Israele, unendosi alla figlia di Giacobbe:
così non si doveva fare!
8Camor disse loro: "Sichem, mio figlio, è innamorato
della vostra figlia; dategliela in moglie! 9Anzi, alleatevi
con noi: voi darete a noi le vostre figlie e vi prenderete per voi le nostre
figlie. 10Abiterete con noi e il paese sarà a vostra
disposizione; risiedetevi, percorretelo in lungo e in largo e acquistate
proprietà in esso". 11Poi Sichem disse al padre e ai
fratelli di lei: "Possa io trovare grazia agli occhi vostri; vi darò
quel che mi direte. 12Alzate pure molto a mio carico il prezzo
nuziale e il valore del dono; vi darò quanto mi chiederete, ma datemi
la giovane in moglie!".
13Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre
Camor e parlarono con astuzia, perché quegli aveva disonorato la
loro sorella Dina. 14Dissero loro: "Non possiamo fare questo,
dare cioè la nostra sorella ad un uomo non circonciso, perché
ciò sarebbe un disonore per noi. 15Solo a questa condizione
acconsentiremo alla vostra richiesta, se cioè voi diventerete come
noi, circoncidendo ogni vostro maschio. 16Allora noi vi daremo
le nostre figlie e ci prenderemo le vostre, abiteremo con voi e diventeremo
un solo popolo. 17Ma se voi non ci ascoltate a proposito della
nostra circoncisione, allora prenderemo la nostra figlia e ce ne andremo".
18Le loro parole piacquero a Camor e a Sichem, figlio di
Camor. 19Il giovane non indugiò ad eseguire la cosa,
perché amava la figlia di Giacobbe; d'altra parte era il più
onorato di tutto il casato di suo padre. 20Vennero dunque Camor
e il figlio Sichem alla porta della loro città e parlarono agli
uomini della città: 21"Questi uomini sono gente pacifica:
abitino pure con noi nel paese e lo percorrano in lungo e in largo; esso
è molto ampio per loro in ogni direzione. Noi potremo prendere per
mogli le loro figlie e potremo dare a loro le nostre. 22Ma solo
ad una condizione questi uomini acconsentiranno ad abitare con noi, a diventare
un sol popolo: se cioè noi circoncidiamo ogni nostro maschio come
loro stessi sono circoncisi. 23I loro armenti, la loro ricchezza
e tutto il loro bestiame non saranno forse nostri? Accontentiamoli dunque
e possano abitare con noi!". 24Allora quanti avevano accesso
alla porta della sua città ascoltarono Camor e il figlio Sichem:
tutti i maschi, quanti avevano accesso alla porta della città, si
fecero circoncidere.
25Ma il terzo giorno, quand'essi erano sofferenti, i due
figli di Giacobbe, Simeone e Levi, i fratelli di Dina, presero ciascuno
una spada, entrarono nella città con sicurezza e uccisero tutti
i maschi. 26Passarono così a fil di spada Camor e suo
figlio Sichem, portarono via Dina dalla casa di Sichem e si allontanarono.
27I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono
la città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella.
28Presero così i loro greggi e i loro armenti, i loro
asini e quanto era nella città e nella campagna. 29Portarono
via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini e le loro
donne e saccheggiarono quanto era nelle case. 30Allora Giacobbe
disse a Simeone e a Levi: "Voi mi avete messo in difficoltà, rendendomi
odioso agli abitanti del paese, ai Cananei e ai Perizziti, mentre io ho
pochi uomini; essi si raduneranno contro di me, mi vinceranno e io sarò
annientato con la mia casa". 31Risposero: "Si tratta forse la
nostra sorella come una prostituta?".
35
1Dio disse a Giacobbe: "Alzati, va' a Betel e abita là;
costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando
fuggivi Esaù, tuo fratello". 2Allora Giacobbe disse alla
sua famiglia e a quanti erano con lui: "Eliminate gli dèi stranieri
che avete con voi, purificatevi e cambiate gli abiti. 3Poi alziamoci
e andiamo a Betel, dove io costruirò un altare al Dio che mi ha
esaudito al tempo della mia angoscia e che è stato con me nel cammino
che ho percorso". 4Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dèi
stranieri che possedevano e i pendenti che avevano agli orecchi; Giacobbe
li sotterrò sotto la quercia presso Sichem.
5Poi levarono l'accampamento e un terrore molto forte assalì
i popoli che stavano attorno a loro, così che non inseguirono i
figli di Giacobbe. 6Giacobbe e tutta la gente ch'era con lui
arrivarono a Luz, cioè Betel, che è nel paese di Canaan.
7Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo
"El-Betel", perché là Dio gli si era rivelato, quando sfuggiva
al fratello. 8Allora morì Dèbora, la nutrice di
Rebecca, e fu sepolta al disotto di Betel, ai piedi della quercia, che
perciò si chiamò Quercia del Pianto.
9Dio apparve un'altra volta a Giacobbe, quando tornava da
Paddan-Aram, e lo benedisse. 10Dio gli disse:
"Il tuo nome è Giacobbe.
Non ti chiamerai più Giacobbe,
ma Israele sarà il tuo nome".
Così lo si chiamò Israele. 11Dio gli disse:
"Io sono Dio onnipotente.
Sii fecondo e diventa numeroso,
popolo e assemblea di popoli
verranno da te,
re usciranno dai tuoi fianchi.
12Il paese che ho concesso
ad Abramo e a Isacco darò a te
e alla tua stirpe dopo di te
darò il paese".
13Dio scomparve da lui, nel luogo dove gli aveva parlato.
14Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato,
una stele di pietra, e su di essa fece una libazione e versò olio.
15Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.
16Poi levarono l'accampamento da Betel. Mancava ancora un
tratto di cammino per arrivare ad Èfrata, quando Rachele partorì
ed ebbe un parto difficile. 17Mentre penava a partorire, la
levatrice le disse: "Non temere: anche questo è un figlio!". 18Mentre
esalava l'ultimo respiro, perché stava morendo, essa lo chiamò
Ben-Oni, ma suo padre lo chiamò Beniamino. 19Così
Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Èfrata, cioè
Betlemme. 20Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. Questa
stele della tomba di Rachele esiste fino ad oggi.
21Poi Israele levò l'accampamento e piantò
la tenda al di là di Migdal-Eder. 22Mentre Israele abitava
in quel paese, Ruben andò a unirsi con Bila, concubina del padre,
e Israele lo venne a sapere.
I figli di Giacobbe furono dodici. 23I figli di Lia: il primogenito
di Giacobbe, Ruben, poi Simeone, Levi, Giuda, Ìssacar e Zàbulon.
24I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino. 25I figli
di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali. 26I figli
di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli di Giacobbe che
gli nacquero in Paddan-Aram.
27Poi Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arba,
cioè Ebron, dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri.
28Isacco raggiunse l'età di centottat'anni. 29Poi
Isacco spirò, morì e si riunì al suo parentado, vecchio
e sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.
36
1Questa è la discendenza di Esaù, cioè
Edom. 2Esaù prese le mogli tra le figlie dei Cananei:
Ada, figlia di Elon, l'Hittita; Oolibama, figlia di Ana, figlio di Zibeon,
l'Hurrita; 3Basemat, figlia di Ismaele, sorella di Nebaiòt.
4Ada partorì ad Esaù Elifaz, Basemat partorì
Reuel, 5Oolibama partorì Ieus, Iaalam e Core. Questi
sono i figli di Esaù, che gli nacquero nel paese di Canaan.
6Poi Esaù prese le mogli e i figli e le figlie e tutte
le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti
i suoi beni che aveva acquistati nel paese di Canaan e andò nel
paese di Seir, lontano dal fratello Giacobbe. 7Infatti i loro
possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme
e il territorio, dove essi soggiornavano, non poteva sostenerli per causa
del loro bestiame. 8Così Esaù si stabilì
sulle montagne di Seir. Ora Esaù è Edom.
9Questa è la discendenza di Esaù, padre degli
Idumei, nelle montagne di Seir. 10Questi sono i nomi dei figli
di Esaù: Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaù; Reuel, figlio
di Basemat, moglie di Esaù. 11I figli di Elifaz furono:
Teman, Omar, Zefo, Gatam, Kenaz. 12Elifaz, figlio di Esaù,
aveva per concubina Timna, la quale ad Elifaz partorì Amalek. Questi
sono i figli di Ada, moglie di Esaù. 13Questi sono i
figli di Reuel: Naat e Zerach, Samma e Mizza. Questi furono i figli di
Basemat, moglie di Esaù. 14Questi furono i figli di Oolibama,
moglie di Esaù, figlia di Ana, figlio di Zibeon; essa partorì
a Esaù Ieus, Iaalam e Core.
15Questi sono i capi dei figli di Esaù: i figli di
Elifaz primogenito di Esaù: il capo di Teman, il capo di Omar, il
capo di Zefo, il capo di Kenaz, 16il capo di Core, il capo di
Gatam, il capo di Amalek. Questi sono i capi di Elifaz nel paese di Edom:
questi sono i figli di Ada.
17Questi i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo
di Naat, il capo di Zerach, il capo di Samma, il capo di Mizza. Questi
sono i capi di Reuel nel paese di Edom; questi sono i figli di Basemat,
moglie di Esaù.
18Questi sono i figli di Oolibama, moglie di Esaù:
il capo di Ieus, il capo di Iaalam, il capo di Core. Questi sono i capi
di Oolibama, figlia di Ana, moglie di Esaù.
19Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi.
Egli è Edom.
20Questi sono i figli di Seir l'Hurrita, che abitano il paese:
Lotan, Sobal, Zibeon, Ana, 21Dison, Eser e Disan. Questi sono
i capi degli Hurriti, figli di Seir, nel paese di Edom. 22I
figli di Lotan furono Ori e Emam e la sorella di Lotan era Timna. 23I
figli di Sobal sono Alvan, Manacat, Ebal, Sefo e Onam. 24I figli
di Zibeon sono Aia e Ana; questo è l'Ana che trovò le sorgenti
calde nel deserto, mentre pascolava gli asini del padre Zibeon. 25I
figli di Ana sono Dison e Oolibama, figlia di Ana. 26I figli
di Dison sono Emdam, Esban, Itran e Cheran. 27I figli di Eser
sono Bilan, Zaavan e Akan. 28I figli di Disan sono Uz e Aran.
29Questi sono i capi degli Hurriti: il capo di Lotan, il capo
di Sobal, il capo di Zibeon, il capo di Ana, 30il capo di Dison,
il capo di Eser, il capo di Disan. Questi sono i capi degli Hurriti, secondo
le loro tribù nel paese di Seir.
31Questi sono i re che regnarono nel paese di Edom, prima
che regnasse un re degli Israeliti. 32Regnò dunque in
Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si chiama Dinaba. 33Poi
morì Bela e regnò al suo posto Iobab, figlio di Zerach, da
Bosra. 34Poi morì Iobab e regnò al suo posto Usam,
del territorio dei Temaniti. 35Poi morì Usam e regnò
al suo posto Adad, figlio di Bedad, colui che vinse i Madianiti nelle steppe
di Moab; la sua città si chiama Avit. 36Poi morì
Adad e regnò al suo posto Samla da Masreka. 37Poi morì
Samla e regnò al suo posto Saul da Recobot-Naar. 38Poi
morì Saul e regnò al suo posto Baal-Canan, figlio di Acbor.
39Poi morì Baal-Canan, figlio di Acbor, e regnò
al suo posto Adar: la sua città si chiama Pau e la moglie si chiamava
Meetabel, figlia di Matred, da Me-Zaab.
40Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le
loro famiglie, le loro località, con i loro nomi: il capo di Timna,
il capo di Alva, il capo di Ietet, 41il capo di Oolibama, il
capo di Ela, il capo di Pinon, 42il capo di Kenan, il capo di
Teman, il capo di Mibsar, 43il capo di Magdiel, il capo di Iram.
Questi sono i capi di Edom secondo le loro sedi nel territorio di loro
proprietà. È appunto questo Esaù il padre degli Idumei.
37
1Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era stato
forestiero, nel paese di Canaan.
2Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con
i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa,
mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi
sul loro conto. 3Israele amava Giuseppe più di tutti
i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva
fatto una tunica dalle lunghe maniche. 4I suoi fratelli, vedendo
che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano
e non potevano parlargli amichevolmente. 5Ora Giuseppe fece
un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor di più.
6Disse dunque loro: "Ascoltate questo sogno che ho fatto. 7Noi
stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone
si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno
e si prostrarono davanti al mio". 8Gli dissero i suoi fratelli:
"Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?". Lo odiarono ancora
di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
9Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre
e ai fratelli e disse: "Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la
luna e undici stelle si prostravano davanti a me". 10Lo narrò
dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e gli disse:
"Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua
madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?".
11I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma
suo padre tenne in mente la cosa.
12I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro
padre a Sichem. 13Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi
fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro". Gli
rispose: "Eccomi!". 14Gli disse: "Va' a vedere come stanno i
tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi". Lo fece dunque
partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15Mentr'egli
andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò:
"Che cerchi?". 16Rispose: "Cerco i miei fratelli. Indicami dove
si trovano a pascolare". 17Quell'uomo disse: "Hanno tolto le
tende di qui, infatti li ho sentiti dire: Andiamo a Dotan". Allora Giuseppe
andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 18Essi
lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono
di farlo morire. 19Si dissero l'un l'altro: "Ecco, il sognatore
arriva! 20Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna!
Poi diremo: Una bestia feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne
sarà dei suoi sogni!". 21Ma Ruben sentì e volle
salvarlo dalle loro mani, dicendo: "Non togliamogli la vita". 22Poi
disse loro: "Non versate il sangue, gettatelo in questa cisterna che è
nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano"; egli intendeva salvarlo
dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 23Quando Giuseppe
fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica,
quella tunica dalle lunghe maniche ch'egli indossava, 24poi
lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua.
25Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli
occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad,
con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano
a portare in Egitto. 26Allora Giuda disse ai fratelli: "Che
guadagno c'è ad uccidere il nostro fratello e a nasconderne il sangue?
27Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro
di lui, perché è nostro fratello e nostra carne". I suoi
fratelli lo ascoltarono.
28Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed
estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero
Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto. 29Quando
Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c'era più.
Allora si stracciò le vesti, 30tornò dai suoi
fratelli e disse: "Il ragazzo non c'è più, dove andrò
io?". 31Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un
capro e intinsero la tunica nel sangue. 32Poi mandarono al padre
la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole:
"L'abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo figlio".
33Egli la riconobbe e disse: "È la tunica di mio figlio!
Una bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è stato sbranato". 34Giacobbe
si stracciò le vesti, si pose un cilicio attorno ai fianchi e fece
lutto sul figlio per molti giorni. 35Tutti i suoi figli e le
sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo:
"No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba". E il padre
suo lo pianse. 36Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto
a Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie.
38
1In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si
stabilì presso un uomo di Adullam, di nome Chira. 2Qui
Giuda vide la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in moglie e si
unì a lei. 3Essa concepì e partorì un figlio
e lo chiamò Er. 4Poi concepì ancora e partorì
un figlio e lo chiamò Onan. 5Ancora un'altra volta partorì
un figlio e lo chiamò Sela. Essa si trovava in Chezib, quando lo
partorì.
6Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale
si chiamava Tamar. 7Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso
al Signore e il Signore lo fece morire. 8Allora Giuda disse
a Onan: "Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere
di cognato e assicura così una posterità per il fratello".
9Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come
sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra,
per non dare una posterità al fratello. 10Ciò
che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.
11Allora Giuda disse alla nuora Tamar: "Ritorna a casa da tuo
padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto".
Perché pensava: "Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!".
Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa del padre.
12Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua,
moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a Timna
da quelli che tosavano il suo gregge e con lui vi era Chira, il suo amico
di Adullam. 13Fu portata a Tamar questa notizia: "Ecco, tuo
suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge". 14Allora
Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo
avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enaim, che è
sulla strada verso Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto,
ma che lei non gli era stata data in moglie. 15Giuda la vide
e la credette una prostituta, perché essa si era coperta la faccia.
16Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia
che io venga con te!". Non sapeva infatti che quella fosse la sua nuora.
Essa disse: "Che mi darai per venire con me?". 17Rispose: "Io
ti manderò un capretto del gregge". Essa riprese: "Mi dai un pegno
fin quando me lo avrai mandato?". 18Egli disse: "Qual è
il pegno che ti devo dare?". Rispose: "Il tuo sigillo, il tuo cordone e
il bastone che hai in mano". Allora glieli diede e le si unì. Essa
concepì da lui. 19Poi si alzò e se ne andò;
si tolse il velo e rivestì gli abiti vedovili. 20Giuda
mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullam, per riprendere
il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò. 21Domandò
agli uomini di quel luogo: "Dov'è quella prostituta che stava in
Enaim sulla strada?". Ma risposero: "Non c'è stata qui nessuna prostituta".
22Così tornò da Giuda e disse: "Non l'ho trovata;
anche gli uomini di quel luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna
prostituta". 23Allora Giuda disse: "Se li tenga! Altrimenti
ci esponiamo agli scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu
non l'hai trovata".
24Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia:
"Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a
causa della prostituzione". Giuda disse: "Conducetela fuori e sia bruciata!".
25Essa veniva già condotta fuori, quando mandò
a dire al suocero: "Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono
incinta". E aggiunse: "Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo,
questi cordoni e questo bastone". 26Giuda li riconobbe e disse:
"Essa è più giusta di me, perché io non l'ho data
a mio figlio Sela". E non ebbe più rapporti con lei.
27Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva
nel grembo due gemelli. 28Durante il parto, uno di essi mise
fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò
attorno a quella mano, dicendo: "Questi è uscito per primo". 29Ma,
quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora
essa disse: "Come ti sei aperta una breccia?" e lo si chiamò Perez.
30Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto
alla mano, e lo si chiamò Zerach.
39
1Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere
del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò
da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù. 2Allora
il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa
dell'Egiziano, suo padrone. 3Il suo padrone si accorse che il
Signore era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire
nelle sue mani. 4Così Giuseppe trovò grazia agli
occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò
suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. 5Da
quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi
averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di Giuseppe
e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna.
6Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani
di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava.
Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
7Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli
occhi su Giuseppe e gli disse: "Unisciti a me!". 8Ma egli rifiutò
e disse alla moglie del suo padrone: "Vedi, il mio signore non mi domanda
conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi
averi. 9Lui stesso non conta più di me in questa casa;
non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come
potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?". 10E,
benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì
di unirsi, di darsi a lei.
11Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo
lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici. 12Essa lo afferrò
per la veste, dicendo: "Unisciti a me!". Ma egli le lasciò tra le
mani la veste, fuggì e uscì. 13Allora essa, vedendo
ch'egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, 14chiamò
i suoi domestici e disse loro: "Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo
per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io
ho gridato a gran voce. 15Egli, appena ha sentito che alzavo
la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito
ed è uscito".
16Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché
il padrone venne a casa. 17Allora gli disse le stesse cose:
"Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato
per scherzare con me. 18Ma appena io ho gridato e ho chiamato,
ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori". 19Quando
il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: "Proprio
così mi ha fatto il tuo servo!", si accese d'ira.
20Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione,
dove erano detenuti i carcerati del re.
22Così il comandante della prigione affidò
a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da
fare là dentro, lo faceva lui. 23Il comandante della
prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli era affidato,
perché il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore
faceva riuscire.
40
1Dopo queste cose il coppiere del re d'Egitto e il panettiere
offesero il loro padrone, il re d'Egitto. 2Il faraone si adirò
contro i suoi due eunuchi, contro il capo dei coppieri e contro il capo
dei panettieri, 3e li fece mettere in carcere nella casa del
comandante delle guardie, nella prigione dove Giuseppe era detenuto. 4Il
comandante delle guardie assegnò loro Giuseppe, perché li
servisse. Così essi restarono nel carcere per un certo tempo.
5Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere
del re d'Egitto, che erano detenuti nella prigione, ebbero tutti e due
un sogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un significato particolare.
6Alla mattina Giuseppe venne da loro e vide che erano afflitti.
7Allora interrogò gli eunuchi del faraone che erano con
lui in carcere nella casa del suo padrone e disse: "Perché quest'oggi
avete la faccia così triste?". 8Gli dissero: "Abbiamo
fatto un sogno e non c'è chi lo interpreti". Giuseppe disse loro:
"Non è forse Dio che ha in suo potere le interpretazioni? Raccontatemi
dunque".
9Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno
a Giuseppe e gli disse: "Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite,
10sulla quale erano tre tralci; non appena essa cominciò
a germogliare, apparvero i fiori e i suoi grappoli maturarono gli acini.
11Io avevo in mano il calice del faraone; presi gli acini, li
spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone".
12Giuseppe gli disse: "Eccone la spiegazione: i tre tralci
sono tre giorni. 13Fra tre giorni il faraone solleverà
la tua testa e ti restituirà nella tua carica e tu porgerai il calice
al faraone, secondo la consuetudine di prima, quando eri suo coppiere.
14Ma se, quando sarai felice, ti vorrai ricordare che io sono
stato con te, fammi questo favore: parla di me al faraone e fammi uscire
da questa casa. 15Perché io sono stato portato via ingiustamente
dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla perché mi mettessero
in questo sotterraneo".
16Allora il capo dei panettieri, vedendo che aveva dato un'interpretazione
favorevole, disse a Giuseppe: "Quanto a me, nel mio sogno mi stavano sulla
testa tre canestri di pane bianco 17e nel canestro che stava
di sopra era ogni sorta di cibi per il faraone, quali si preparano dai
panettieri. Ma gli uccelli li mangiavano dal canestro che avevo sulla testa".
18Giuseppe rispose e disse: "Questa è la spiegazione:
i tre canestri sono tre giorni. 19Fra tre giorni il faraone
solleverà la tua testa e ti impiccherà ad un palo e gli uccelli
ti mangeranno la carne addosso".
20Appunto al terzo giorno - era il giorno natalizio del faraone
- egli fece un banchetto a tutti i suoi ministri e allora sollevò
la testa del capo dei coppieri e la testa del capo dei panettieri in mezzo
ai suoi ministri. 21Restituì il capo dei coppieri al
suo ufficio di coppiere, perché porgesse la coppa al faraone, 22e
invece impiccò il capo dei panettieri, secondo l'interpretazione
che Giuseppe aveva loro data. 23Ma il capo dei coppieri non
si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.
41
1Al termine di due anni, il faraone sognò di trovarsi
presso il Nilo. 2Ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle
di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i giunchi. 3Ed
ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte di aspetto
e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo.
4Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette
vacche belle di aspetto e grasse. E il faraone si svegliò.
5Poi si addormentò e sognò una seconda volta:
ecco sette spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e belle. 6Ma
ecco sette spighe vuote e arse dal vento d'oriente spuntavano dopo quelle.
7Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe grosse e piene.
Poi il faraone si svegliò: era stato un sogno.
8Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò
convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell'Egitto. Il faraone
raccontò loro il sogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone.
9Allora il capo dei coppieri parlò al faraone: "Io
devo ricordare oggi le mie colpe. 10Il faraone si era adirato
contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella casa del capo delle
guardie, me e il capo dei panettieri. 11Noi facemmo un sogno
nella stessa notte, io e lui; ma avemmo ciascuno un sogno con un significato
particolare. 12Ora era là con noi un giovane ebreo, schiavo
del capo delle guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li
interpretò, dando a ciascuno spiegazione del suo sogno. 13Proprio
come ci aveva interpretato, così avvenne: io fui restituito alla
mia carica e l'altro fu impiccato".
14Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire
in fretta dal sotterraneo ed egli si rase, si cambiò gli abiti e
si presentò al faraone. 15Il faraone disse a Giuseppe:
"Ho fatto un sogno e nessuno lo sa interpretare; ora io ho sentito dire
di te che ti basta ascoltare un sogno per interpretarlo subito".
16Giuseppe rispose al faraone: "Non io, ma Dio darà
la risposta per la salute del faraone!". 17Allora il faraone
disse a Giuseppe: "Nel mio sogno io mi trovavo sulla riva del Nilo. 18Quand'ecco
salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e si misero a pascolare
tra i giunchi. 19Ed ecco sette altre vacche salirono dopo quelle,
deboli, brutte di forma e magre: non ne vidi mai di così brutte
in tutto il paese d'Egitto. 20Le vacche magre e brutte divorarono
le prime sette vacche, quelle grasse. 21Queste entrarono nel
loro corpo, ma non si capiva che vi fossero entrate, perché il loro
aspetto era brutto come prima. E mi svegliai.
22Poi vidi nel sogno che sette spighe spuntavano da un solo
stelo, piene e belle. 23Ma ecco sette spighe secche, vuote e
arse dal vento d'oriente, spuntavano dopo quelle. 24Le spighe
vuote inghiottirono le sette spighe belle. Ora io l'ho detto agli indovini,
ma nessuno mi da' la spiegazione".
25Allora Giuseppe disse al faraone: "Il sogno del faraone
è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone.
26Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle
sono sette anni: è un solo sogno. 27E le sette vacche
magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono sette anni e le sette spighe
vuote, arse dal vento d'oriente, sono sette anni: vi saranno sette anni
di carestia. 28È appunto ciò che ho detto al faraone:
quanto Dio sta per fare, l'ha manifestato al faraone. 29Ecco
stanno per venire sette anni, in cui sarà grande abbondanza in tutto
il paese d'Egitto. 30Poi a questi succederanno sette anni di
carestia; si dimenticherà tutta quella abbondanza nel paese d'Egitto
e la carestia consumerà il paese. 31Si dimenticherà
che vi era stata l'abbondanza nel paese a causa della carestia venuta in
seguito, perché sarà molto dura. 32Quanto al fatto
che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che
la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta ad eseguirla.
33Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio
e lo metta a capo del paese d'Egitto. 34Il faraone inoltre proceda
ad istituire funzionari sul paese, per prelevare un quinto sui prodotti
del paese d'Egitto durante i sette anni di abbondanza. 35Essi
raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire,
ammasseranno il grano sotto l'autorità del faraone e lo terranno
in deposito nelle città. 36Questi viveri serviranno al
paese di riserva per i sette anni di carestia che verranno nel paese d'Egitto;
così il paese non sarà distrutto dalla carestia".
37La cosa piacque al faraone e a tutti i suoi ministri. 38Il
faraone disse ai ministri: "Potremo trovare un uomo come questo, in cui
sia lo spirito di Dio?". 39Poi il faraone disse a Giuseppe:
"Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, nessuno è intelligente
e saggio come te. 40Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai
tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono
io sarò più grande di te".
41Il faraone disse a Giuseppe: "Ecco, io ti metto a capo
di tutto il paese d'Egitto". 42Il faraone si tolse di mano l'anello
e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo rivestì di abiti di lino finissimo
e gli pose al collo un monile d'oro. 43Poi lo fece montare sul
suo secondo carro e davanti a lui si gridava: "Abrech". E così lo
si stabilì su tutto il paese d'Egitto. 44Poi il faraone
disse a Giuseppe: "Sono il faraone, ma senza il tuo permesso nessuno potrà
alzare la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto". 45E il
faraone chiamò Giuseppe Zafnat-Paneach e gli diede in moglie Asenat,
figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe uscì per tutto il
paese d'Egitto. 46Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò
al faraone re d'Egitto.
Poi Giuseppe si allontanò dal faraone e percorse tutto il paese
d'Egitto. 47Durante i sette anni di abbondanza la terra produsse
a profusione. 48Egli raccolse tutti i viveri dei sette anni,
nei quali vi era stata l'abbondanza nel paese d'Egitto, e ripose i viveri
nelle città, cioè in ogni città ripose i viveri della
campagna circostante. 49Giuseppe ammassò il grano come
la sabbia del mare, in grandissima quantità, così che non
se ne fece più il computo, perché era incalcolabile.
50Intanto nacquero a Giuseppe due figli, prima che venisse
l'anno della carestia; glieli partorì Asenat, figlia di Potifera,
sacerdote di On. 51Giuseppe chiamò il primogenito Manasse,
"perché - disse - Dio mi ha fatto dimenticare ogni affanno e tutta
la casa di mio padre". 52E il secondo lo chiamò Efraim,
"perché - disse - Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione".
53Poi finirono i sette anni di abbondanza nel paese d'Egitto
54e cominciarono i sette anni di carestia, come aveva detto
Giuseppe. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto l'Egitto c'era il
pane.
55Poi tutto il paese d'Egitto cominciò a sentire la
fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Allora il faraone
disse a tutti gli Egiziani: "Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà".
56La carestia dominava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì
tutti i depositi in cui vi era grano e vendette il grano agli Egiziani,
mentre la carestia si aggravava in Egitto. 57E da tutti i paesi
venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia
infieriva su tutta la terra.
42
1Ora Giacobbe seppe che in Egitto c'era il grano; perciò
disse ai figli: "Perché state a guardarvi l'un l'altro?". 2E
continuò: "Ecco, ho sentito dire che vi è il grano in Egitto.
Andate laggiù e compratene per noi, perché possiamo conservarci
in vita e non morire". 3Allora i dieci fratelli di Giuseppe
scesero per acquistare il frumento in Egitto. 4Ma quanto a Beniamino,
fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo mandò con i fratelli perché
diceva: "Non gli succeda qualche disgrazia!". 5Arrivarono dunque
i figli d'Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano
venuti, perché nel paese di Canaan c'era la carestia.
6Ora Giuseppe aveva autorità sul paese e vendeva il
grano a tutto il popolo del paese. Perciò i fratelli di Giuseppe
vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. 7Giuseppe
vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l'estraneo verso di loro,
parlò duramente e disse: "Di dove siete venuti?". Risposero: "Dal
paese di Canaan per comperare viveri". 8Giuseppe riconobbe dunque
i fratelli, mentre essi non lo riconobbero. 9Si ricordò
allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse loro:
"Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese".
10Gli risposero: "No, signore mio; i tuoi servi sono venuti
per acquistare viveri. 11Noi siamo tutti figli di un solo uomo.
Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!". 12Ma egli disse
loro: "No, voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese!". 13Allora
essi dissero: "Dodici sono i tuoi servi, siamo fratelli, figli di un solo
uomo, nel paese di Canaan; ecco il più giovane è ora presso
nostro padre e uno non c'è più". 14Giuseppe disse
loro: "Le cose stanno come vi ho detto: voi siete spie. 15In
questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete
di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più
giovane. 16Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello;
voi rimarrete prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre
parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se
no, per la vita del faraone, voi siete spie!". 17E li tenne
in carcere per tre giorni.
18Al terzo giorno Giuseppe disse loro: "Fate questo e avrete
salva la vita; io temo Dio! 19Se voi siete sinceri, uno dei
vostri fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare
il grano per la fame delle vostre case. 20Poi mi condurrete
qui il vostro fratello più giovane. Allora le vostre parole si dimostreranno
vere e non morirete". Essi annuirono. 21Allora si dissero l'un
l'altro: "Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello,
perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e non
lo abbiamo ascoltato. Per questo ci è venuta addosso quest'angoscia".
22Ruben prese a dir loro: "Non ve lo avevo detto io: Non peccate
contro il ragazzo? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco ora ci si domanda
conto del suo sangue". 23Non sapevano che Giuseppe li capiva,
perché tra lui e loro vi era l'interprete.
24Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi tornò
e parlò con essi. Scelse tra di loro Simeone e lo fece incatenare
sotto i loro occhi.
25Quindi Giuseppe diede ordine che si riempissero di grano
i loro sacchi e si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e si
dessero loro provviste per il viaggio. E così venne loro fatto.
26Essi caricarono il grano sugli asini e partirono di là.
27Ora in un luogo dove passavano la notte uno di essi aprì
il sacco per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla bocca
del sacco. 28Disse ai fratelli: "Mi è stato restituito
il denaro: eccolo qui nel mio sacco!". Allora si sentirono mancare il cuore
e tremarono, dicendosi l'un l'altro: "Che è mai questo che Dio ci
ha fatto?".
29Arrivati da Giacobbe loro padre, nel paese di Canaan, gli
riferirono tutte le cose che erano loro capitate: 30"Quell'uomo
che è il signore del paese ci ha parlato duramente e ci ha messi
in carcere come spie del paese. 31Allora gli abbiamo detto:
Noi siamo sinceri; non siamo spie! 32Noi siamo dodici fratelli,
figli di nostro padre: uno non c'è più e il più giovane
è ora presso nostro padre nel paese di Canaan. 33Ma l'uomo,
signore del paese, ci ha risposto: In questo modo io saprò se voi
siete sinceri: lasciate qui con me uno dei vostri fratelli, prendete il
grano necessario alle vostre case e andate. 34Poi conducetemi
il vostro fratello più giovane; così saprò che non
siete spie, ma che siete sinceri; io vi renderò vostro fratello
e voi potrete percorrere il paese in lungo e in largo".
35Mentre vuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere
la sua borsa di denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre videro
le borse di denaro, furono presi dal timore. 36E il padre loro
Giacobbe disse: "Voi mi avete privato dei figli! Giuseppe non c'è
più, Simeone non c'è più e Beniamino me lo volete
prendere. Su di me tutto questo ricade!".
37Allora Ruben disse al padre: "Farai morire i miei due figli,
se non te lo ricondurrò. Affidalo a me e io te lo restituirò".
38Ma egli rispose: "Il mio figlio non verrà laggiù
con voi, perché suo fratello è morto ed egli è rimasto
solo. Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare,
voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi".
43
1La carestia continuava a gravare sul paese. 2Quando
ebbero finito di consumare il grano che avevano portato dall'Egitto, il
padre disse loro: "Tornate là e acquistate per noi un po' di viveri".
3Ma Giuda gli disse: "Quell'uomo ci ha dichiarato severamente:
Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!
4Se tu sei disposto a lasciar partire con noi nostro fratello,
andremo laggiù e ti compreremo il grano. 5Ma se tu non
lo lasci partire, noi non ci andremo, perché quell'uomo ci ha detto:
Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!".
6Israele disse: "Perché mi avete fatto questo male, cioè
far sapere a quell'uomo che avevate ancora un fratello?". 7Risposero:
"Quell'uomo ci ha interrogati con insistenza intorno a noi e alla nostra
parentela: È ancora vivo vostro padre? Avete qualche fratello? e
noi abbiamo risposto secondo queste domande. Potevamo sapere ch'egli avrebbe
detto: Conducete qui vostro fratello?".
8Giuda disse a Israele suo padre: "Lascia venire il giovane
con me; partiremo subito per vivere e non morire, noi, tu e i nostri bambini.
9Io mi rendo garante di lui: dalle mie mani lo reclamerai. Se
non te lo ricondurrò, se non te lo riporterò, io sarò
colpevole contro di te per tutta la vita. 10Se non avessimo
indugiato, ora saremmo già di ritorno per la seconda volta". 11Israele
loro padre rispose: "Se è così, fate pure: mettete nei vostri
bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in dono a quell'uomo:
un po' di balsamo, un po' di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle.
12Prendete con voi doppio denaro, il denaro cioè che
è stato rimesso nella bocca dei vostri sacchi lo porterete indietro:
forse si tratta di un errore. 13Prendete anche vostro fratello,
partite e tornate da quell'uomo. 14Dio onnipotente vi faccia
trovare misericordia presso quell'uomo, così che vi rilasci l'altro
fratello e Beniamino. Quanto a me, una volta che non avrò più
i miei figli, non li avrò più...!".
15Presero dunque i nostri uomini questo dono e il doppio
del denaro e anche Beniamino, partirono, scesero in Egitto e si presentarono
a Giuseppe.
16Quando Giuseppe ebbe visto Beniamino con loro, disse al
suo maggiordomo: "Conduci questi uomini in casa, macella quello che occorre
e prepara, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno".
17Il maggiordomo fece come Giuseppe aveva ordinato e introdusse
quegli uomini nella casa di Giuseppe. 18Ma quegli uomini si
spaventarono, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e dissero:
"A causa del denaro, rimesso nei nostri sacchi l'altra volta, ci si vuol
condurre là: per assalirci, piombarci addosso e prenderci come schiavi
con i nostri asini".
19Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di Giuseppe
e parlarono con lui all'ingresso della casa; 20dissero: "Mio
signore, noi siamo venuti già un'altra volta per comperare viveri.
21Quando fummo arrivati ad un luogo per passarvi la notte, aprimmo
i sacchi ed ecco il denaro di ciascuno si trovava alla bocca del suo sacco:
proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Allora noi l'abbiamo portato
indietro 22e, per acquistare i viveri, abbiamo portato con noi
altro denaro. Non sappiamo chi abbia messo nei sacchi il nostro denaro!".
23Ma quegli disse: "State in pace, non temete! Il vostro Dio
e il Dio dei padri vostri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro
è pervenuto a me". E portò loro Simeone.
24Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe,
diede loro acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio
ai loro asini. 25Essi prepararono il dono nell'attesa che Giuseppe
arrivasse a mezzogiorno, perché avevano saputo che avrebbero preso
cibo in quel luogo. 26Quando Giuseppe arrivò a casa,
gli presentarono il dono, che avevano con sé, e si prostrarono davanti
a lui con la faccia a terra. 27Egli domandò loro come
stavano e disse: "Sta bene il vostro vecchio padre, di cui mi avete parlato?
Vive ancora?". 28Risposero: "Il tuo servo, nostro padre, sta
bene, è ancora vivo" e si inginocchiarono prostrandosi. 29Egli
alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il figlio
di sua madre, e disse: "È questo il vostro fratello più giovane,
di cui mi avete parlato?" e aggiunse: "Dio ti conceda grazia, figlio mio!".
30Giuseppe uscì in fretta, perché si era commosso
nell'intimo alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere;
entrò nella sua camera e pianse. 31Poi si lavò
la faccia, uscì e, facendosi forza, ordinò: "Servite il pasto".
32Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i commensali
egiziani a parte, perché gli Egiziani non possono prender cibo con
gli Ebrei: ciò sarebbe per loro un abominio. 33Presero
posto davanti a lui dal primogenito al più giovane, ciascuno in
ordine di età ed essi si guardavano con meraviglia l'un l'altro.
34Egli fece portare loro porzioni prese dalla propria mensa,
ma la porzione di Beniamino era cinque volte più abbondante di quella
di tutti gli altri. E con lui bevvero fino all'allegria.
44
1Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa: "Riempi
i sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e
metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2Insieme
metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più
giovane, con il denaro del suo grano". Quegli fece secondo l'ordine di
Giuseppe. 3Al mattino, fattosi chiaro, quegli uomini furono
fatti partire con i loro asini. 4Erano appena usciti dalla città
e ancora non si erano allontanati, quando Giuseppe disse al maggiordomo
della sua casa: "Su, insegui quegli uomini, raggiungili e di' loro: Perché
avete reso male per bene? 5Non è forse questa la coppa
in cui beve il mio signore e per mezzo della quale egli suole trarre i
presagi? Avete fatto male a fare così". 6Egli li raggiunse
e ripeté loro queste parole. 7Quelli gli dissero: "Perché
il mio signore dice queste cose? Lungi dai tuoi servi il fare una tale
cosa! 8Ecco, il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri
sacchi te lo abbiamo riportato dal paese di Canaan e come potremmo rubare
argento od oro dalla casa del tuo padrone? 9Quello dei tuoi
servi, presso il quale si troverà, sarà messo a morte e anche
noi diventeremo schiavi del mio signore". 10Rispose: "Ebbene,
come avete detto, così sarà: colui, presso il quale si troverà,
sarà mio schiavo e voi sarete innocenti". 11Ciascuno
si affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì. 12Quegli
li frugò dal maggiore al più piccolo, e la coppa fu trovata
nel sacco di Beniamino. 13Allora essi si stracciarono le vesti,
ricaricarono ciascuno il proprio asino e tornarono in città. 14Giuda
e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si trovava ancora
là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15Giuseppe
disse loro: "Che azione avete commessa? Non sapete che un uomo come me
è capace di indovinare?". 16Giuda disse: "Che diremo
al mio signore? Come parlare? Come giustificarci? Dio ha scoperto la colpa
dei tuoi servi... Eccoci schiavi del mio signore, noi e colui che è
stato trovato in possesso della coppa". 17Ma egli rispose: "Lungi
da me il far questo! L'uomo trovato in possesso della coppa, lui sarà
mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre".
18Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: "Mio signore,
sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio
signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché il
faraone è come te! 19Il mio signore aveva interrogato
i suoi servi: Avete un padre o un fratello? 20E noi avevamo
risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancor giovane
natogli in vecchiaia, suo fratello è morto ed egli è rimasto
il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama. 21Tu avevi
detto ai tuoi servi: Conducetelo qui da me, perché lo possa vedere
con i miei occhi. 22Noi avevamo risposto al mio signore: Il
giovinetto non può abbandonare suo padre: se lascerà suo
padre, questi morirà. 23Ma tu avevi soggiunto ai tuoi
servi: Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete
più venire alla mia presenza. 24Quando dunque eravamo
ritornati dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore.
25E nostro padre disse: Tornate ad acquistare per noi un po'
di viveri. 26E noi rispondemmo: Non possiamo ritornare laggiù:
se c'è con noi il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non
possiamo essere ammessi alla presenza di quell'uomo senza avere con noi
il nostro fratello minore. 27Allora il tuo servo, mio padre,
ci disse: Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. 28Uno
partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non
l'ho più visto. 29Se ora mi porterete via anche questo
e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie
nella tomba. 30Ora, quando io arriverò dal tuo servo,
mio padre, e il giovinetto non sarà con noi, mentre la vita dell'uno
è legata alla vita dell'altro, 31appena egli avrà
visto che il giovinetto non è con noi, morirà e i tuoi servi
avranno fatto scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo,
nostro padre.
32Ma il tuo servo si è reso garante del giovinetto
presso mio padre: Se non te lo ricondurrò, sarò colpevole
verso mio padre per tutta la vita. 33Ora, lascia che il tuo
servo rimanga invece del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinetto
torni lassù con i suoi fratelli! 34Perché, come
potrei tornare da mio padre senz'avere con me il giovinetto? Ch'io non
veda il male che colpirebbe mio padre!".
45
1Allora Giuseppe non poté più contenersi dinanzi
ai circostanti e gridò: "Fate uscire tutti dalla mia presenza!".
Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si
faceva conoscere ai suoi fratelli. 2Ma diede in un grido di
pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa
del faraone. 3Giuseppe disse ai fratelli: "Io sono Giuseppe!
Vive ancora mio padre?". Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli,
perché atterriti dalla sua presenza. 4Allora Giuseppe
disse ai fratelli: "Avvicinatevi a me!". Si avvicinarono e disse loro:
"Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l'Egitto.
5Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto
quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi
in vita. 6Perché già da due anni vi è la
carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né
aratura né mietitura. 7Dio mi ha mandato qui prima di
voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi
la vita di molta gente. 8Dunque non siete stati voi a mandarmi
qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta
la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9Affrettatevi
a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha
stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me
e non tardare. 10Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino
a me tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi
armenti e tutti i tuoi averi. 11Là io ti darò
sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni,
e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi. 12Ed
ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino:
è la mia bocca che vi parla! 13Riferite a mio padre tutta
la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre
quaggiù mio padre". 14Allora egli si gettò al
collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo.
15Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a
sé. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.
16Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce:
"Sono venuti i fratelli di Giuseppe!" e questo fece piacere al faraone
e ai suoi ministri. 17Allora il faraone disse a Giuseppe: "Di'
ai tuoi fratelli: Fate questo: caricate le cavalcature, partite e andate
nel paese di Canaan. 18Poi prendete vostro padre e le vostre
famiglie e venite da me e io vi darò il meglio del paese d'Egitto
e mangerete i migliori prodotti della terra. 19Quanto a te,
da' loro questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egitto
carri per i vostri bambini e le vostre donne, prendete vostro padre e venite.
20Non abbiate rincrescimento per la vostra roba, perché
il meglio di tutto il paese sarà vostro".
21Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede loro
carri secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvista per il viaggio.
22Diede a tutti una muta di abiti per ciascuno, ma a Beniamino
diede trecento sicli d'argento e cinque mute di abiti. 23Allo
stesso modo mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti
dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per il viaggio
del padre. 24Poi congedò i fratelli e, mentre partivano,
disse loro: "Non litigate durante il viaggio!".
25Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono nel
paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe 26e subito gli riferirono:
"Giuseppe è ancora vivo, anzi governa tutto il paese d'Egitto!".
Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro. 27Quando
però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto
loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandati per trasportarlo,
allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò. 28Israele
disse: "Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò a vederlo
prima di morire!".
46
1Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e
arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre
Isacco. 2Dio disse a Israele in una visione notturna: "Giacobbe,
Giacobbe!". Rispose: "Eccomi!". 3Riprese: "Io sono Dio, il Dio
di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù
io farò di te un grande popolo. 4Io scenderò con
te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà
gli occhi".
5Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele
fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui
carri che il faraone aveva mandati per trasportarlo. 6Essi presero
il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati nel paese di Canaan
e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui tutti i suoi discendenti;
7i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i
suoi discendenti egli condusse con sé in Egitto.
8Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in
Egitto: Giacobbe e i suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben. 9I
figli di Ruben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi. 10I figli di
Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio della Cananea.
11I figli di Levi: Gherson, Keat e Merari. 12I figli
di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e Onan morirono nel paese
di Canaan. Furono figli di Perez: Chezron e Amul. 13I figli
di Ìssacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron. 14I figli di
Zàbulon: Sered, Elon e Iacleel. 15Questi sono i figli
che Lia partorì a Giacobbe in Paddan-Aram insieme con la figlia
Dina; tutti i suoi figli e le sue figlie erano trentatré persone.
16I figli di Gad: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi
e Areli. 17I figli di Aser: Imma, Isva, Isvi, Beria e la loro
sorella Serach. I figli di Beria: Eber e Malchiel. 18Questi
sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato alla figlia Lia; essa
li partorì a Giacobbe: sono sedici persone.
19I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino.
20A Giuseppe nacquero in Egitto Efraim e Manasse, che gli partorì
Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. 21I figli di Beniamino:
Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi, Ros, Muppim, Uppim e Arde. 22Questi
sono i figli che Rachele partorì a Giacobbe; in tutto sono quattordici
persone.
23I figli di Dan: Usim. 24I figli di Nèftali:
Iacseel, Guni, Ieser e Sillem. 25Questi sono i figli di Bila,
che Làbano diede alla figlia Rachele, ed essa li partorì
a Giacobbe; in tutto sette persone.
26Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto,
uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei.
27I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone.
Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono
settanta.
28Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé da Giuseppe,
perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Poi
arrivarono al paese di Gosen. 29Allora Giuseppe fece attaccare
il suo carro e salì in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena
se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo stretto
al suo collo. 30Israele disse a Giuseppe: "Posso anche morire,
questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo".
31Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre:
"Vado ad informare il faraone e a dirgli: I miei fratelli e la famiglia
di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32Ora
questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame, e hanno
condotto i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi. 33Quando
dunque il faraone vi chiamerà e vi domanderà: Qual è
il vostro mestiere?, 34voi risponderete: Gente dedita al bestiame
sono stati i tuoi servi, dalla nostra fanciullezza fino ad ora, noi e i
nostri padri. Questo perché possiate risiedere nel paese di Gosen".
Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.
47
1Giuseppe andò ad informare il faraone dicendogli: "Mio
padre e i miei fratelli con i loro greggi e armenti e con tutti i loro
averi sono venuti dal paese di Canaan; eccoli nel paese di Gosen". 2Intanto
prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratelli e li presentò al
faraone. 3Il faraone disse ai suoi fratelli: "Qual è
il vostro mestiere?". Essi risposero al faraone: "Pastori di greggi sono
i tuoi servi, noi e i nostri padri". 4Poi dissero al faraone:
"Siamo venuti per soggiornare come forestieri nel paese perché non
c'è più pascolo per il gregge dei tuoi servi; infatti è
grave la carestia nel paese di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi risiedano
nel paese di Gosen!".
5Allora il faraone disse a Giuseppe: "Tuo padre e i tuoi
fratelli sono dunque venuti da te. 6Ebbene, il paese d'Egitto
è a tua disposizione: fa' risiedere tuo padre e i tuoi fratelli
nella parte migliore del paese. Risiedano pure nel paese di Gosen. Se tu
sai che vi sono tra di loro uomini capaci, costituiscili sopra i miei averi
in qualità di sovrintendenti al bestiame". 7Poi Giuseppe
introdusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al faraone e Giacobbe
benedisse il faraone. 8Il faraone domandò a Giacobbe:
"Quanti anni hai?". 9Giacobbe rispose al faraone: "Centotrenta
di vita errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e
non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo della
loro vita nomade". 10Poi Giacobbe benedisse il faraone e si
allontanò dal faraone.
11Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede
loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del
paese, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone. 12Giuseppe
diede il sostentamento al padre, ai fratelli e a tutta la famiglia di suo
padre, fornendo pane secondo il numero dei bambini.
13Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la
carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano
per la carestia. 14Giuseppe raccolse tutto il denaro che si
trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che
essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del
faraone.
15Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del
paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: "Dacci
il pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Infatti non
c'è più denaro". 16Rispose Giuseppe: "Cedetemi
il vostro bestiame e io vi darò pane in cambio del vostro bestiame,
se non c'è più denaro". 17Allora condussero a
Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il pane in cambio dei cavalli
e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell'anno li nutrì
di pane in cambio di tutto il loro bestiame.
18Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli dissero:
"Non nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e anche
il possesso del bestiame è passato al mio signore, non rimane più
a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostro terreno.
19Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la
nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo
servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così
che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!". 20Allora
Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell'Egitto, perché
gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di
loro la carestia. Così la terra divenne proprietà del faraone.
21Quanto al popolo, egli lo fece passare nelle città
da un capo all'altro della frontiera egiziana. 22Soltanto il
terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti
avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano dell'assegnazione
che il faraone passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.
23Poi Giuseppe disse al popolo: "Vedete, io ho acquistato
oggi per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il
terreno. 24Ma quando vi sarà il raccolto, voi ne darete
un quinto al faraone e quattro parti saranno vostre, per la semina dei
campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il nutrimento
dei vostri bambini". 25Gli risposero: "Ci hai salvato la vita!
Ci sia solo concesso di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo
servi del faraone!". 26Così Giuseppe fece di questo una
legge che vige fino ad oggi sui terreni d'Egitto, per la quale si deve
dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei sacerdoti non divennero
del faraone.
27Gli Israeliti intanto si stabilirono nel paese d'Egitto,
nel territorio di Gosen, ebbero proprietà e furono fecondi e divennero
molto numerosi.
28Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e gli
anni della sua vita furono centoquarantasette. 29Quando fu vicino
il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli
disse: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia
coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto!
30Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami
via dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro". Rispose: "Io agirò
come hai detto". 31Riprese: "Giuramelo!". E glielo giurò;
allora Israele si prostrò sul capezzale del letto.
48
1Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: "Ecco, tuo padre
è malato!". Allora egli condusse con sé i due figli Manasse
ed Efraim. 2Fu riferita la cosa a Giacobbe: "Ecco, tuo figlio
Giuseppe è venuto da te". Allora Israele raccolse le forze e si
mise a sedere sul letto. 3Giacobbe disse a Giuseppe: "Dio onnipotente
mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse 4dicendomi:
Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò diventare
un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo
di te in possesso perenne. 5Ora i due figli che ti sono nati
nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, sono miei:
Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. 6Invece
i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamati
con il nome dei loro fratelli nella loro eredità. 7Quanto
a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel
paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino
per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata,
cioè Betlemme". 8Poi Israele vide i figli di Giuseppe
e disse: "Chi sono questi?". 9Giuseppe disse al padre: "Sono
i figli che Dio mi ha dati qui". Riprese: "Portameli perché io li
benedica!". 10Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla
vecchiaia: non poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò
a lui, che li baciò e li abbracciò. 11Israele
disse a Giuseppe: "Io non pensavo più di vedere la tua faccia ed
ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!". 12Allora
Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la
faccia a terra. 13Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua
destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra
di Israele, e li avvicinò a lui. 14Ma Israele stese la
mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane,
e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché
Manasse fosse il primogenito. 15E così benedisse Giuseppe:
"Il Dio, davanti al quale hanno camminato
i miei padri Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto
fino ad oggi,
16l'angelo che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi giovinetti!
Sia ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri Abramo e Isacco
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla terra!".
17Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra
sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del
padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. 18Disse
al padre: "Non così, padre mio: è questo il primogenito,
posa la destra sul suo capo!". 19Ma il padre ricusò e
disse: "Lo so, figlio mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo,
anch'egli sarà grande, ma il suo fratello minore sarà più
grande di lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di
nazioni". 20E li benedisse in quel giorno:
"Di voi si servirà Israele
per benedire, dicendo:
Dio ti renda come Efraim e come Manasse!".
Così pose Efraim prima di Manasse.
21Poi Israele disse a Giuseppe: "Ecco, io sto per morire,
ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri
padri.
22Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli,
un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la
spada e l'arco".
49
1Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse: "Radunatevi,
perché io vi annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri.
2Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
3Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
4Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perché hai invaso il talamo di tuo padre
e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito.
5Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di violenza sono i loro coltelli.
6Nel loro conciliabolo non entri l'anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio cuore.
Perché con ira hanno ucciso gli uomini
e con passione hanno storpiato i tori.
7Maledetta la loro ira, perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
8Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
9Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?
10Non sarà tolto lo scettro da Giuda
né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
11Egli lega alla vite il suo asinello
e a scelta vite il figlio della sua asina,
lava nel vino la veste
e nel sangue dell'uva il manto;
12lucidi ha gli occhi per il vino
e bianchi i denti per il latte.
13Zàbulon abiterà lungo il lido del mare
e sarà l'approdo delle navi,
con il fianco rivolto a Sidòne.
14Issacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto.
15Ha visto che il luogo di riposo era bello,
che il paese era ameno;
ha piegato il dorso a portar la soma
ed è stato ridotto ai lavori forzati.
16Dan giudicherà il suo popolo
come ogni altra tribù d'Israele.
17Sia Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e il cavaliere cade all'indietro.
18Io spero nella tua salvezza, Signore!
19Gad, assalito da un'orda,
ne attacca la retroguardia.
20Aser, il suo pane è pingue:
egli fornisce delizie da re.
21Nèftali è una cerva slanciata
che da' bei cerbiatti.
22Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
23Lo hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di frecce.
24Ma è rimasto intatto il suo arco
e le sue braccia si muovon veloci
per le mani del Potente di Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.
25Per il Dio di tuo padre - egli ti aiuti!
e per il Dio onnipotente - egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall'alto,
benedizioni dell'abisso nel profondo,
benedizioni delle mammelle e del grembo.
26Le benedizioni di tuo padre sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle attrattive dei colli eterni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
27Beniamino è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e alla sera spartisce il bottino.
28Tutti questi formano le dodici tribù d'Israele,
questo è ciò che disse loro il loro padre, quando li ha benedetti;
ognuno egli benedisse con una benedizione particolare.
29Poi diede loro quest'ordine: "Io sto per essere riunito
ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è
nel campo di Efron l'Hittita, 30nella caverna che si trova nel
campo di Macpela di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abramo
acquistò con il campo di Efron l'Hittita come proprietà sepolcrale.
31Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là
seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. 32La
proprietà del campo e della caverna che si trova in esso proveniva
dagli Hittiti".
33Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli,
ritrasse i piedi nel letto e spirò e fu riunito ai suoi antenati.
50
1Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre,
pianse su di lui e lo baciò. 2Poi Giuseppe ordinò
ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele
3e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono
per l'imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni. 4Passati
i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: "Se ho
trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone
queste parole: 5Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto
per morire: tu devi seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nel paese
di Canaan. Ora, possa io andare a seppellire mio padre e tornare". 6Il
faraone rispose: "Va' e seppellisci tuo padre com'egli ti ha fatto giurare".
7Allora Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui
andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti
gli anziani del paese d'Egitto, 8tutta la casa di Giuseppe e
i suoi fratelli e la casa di suo padre. Soltanto i loro bambini e i loro
greggi e i loro armenti essi lasciarono nel paese di Gosen. 9Andarono
con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare
una carovana imponente. 10Quando arrivarono all'Aia di Atad,
che è al di là del Giordano, fecero un lamento molto grande
e solenne ed egli celebrò per suo padre un lutto di sette giorni.
11I Cananei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia
di Atad e dissero: "È un lutto grave questo per gli Egiziani". Per
questo la si chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del
Giordano. 12Poi i suoi figli fecero per lui così come
aveva loro comandato. 13I suoi figli lo portarono nel paese
di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel campo
che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron
l'Hittita, e che si trova di fronte a Mamre. 14Dopo aver sepolto
suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con i suoi fratelli
e con quanti erano andati con lui a seppellire suo padre.
15Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato
che il loro padre era morto, e dissero: "Chissà se Giuseppe non
ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che
noi gli abbiamo fatto?". 16Allora mandarono a dire a Giuseppe:
"Tuo padre prima di morire ha dato quest'ordine: 17Direte a
Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché
ti hanno fatto del male! Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di
tuo padre!". Giuseppe pianse quando gli si parlò così. 18E
i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero:
"Eccoci tuoi schiavi!". 19Ma Giuseppe disse loro: "Non temete.
Sono io forse al posto di Dio? 20Se voi avevate pensato del
male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere
quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. 21Dunque
non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri
bambini". Così li consolò e fece loro coraggio. 22Ora
Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; Giuseppe
visse centodieci anni. 23Così Giuseppe vide i figli di
Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di
Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. 24Poi Giuseppe
disse ai fratelli: "Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi
e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch'egli ha promesso
con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe". 25Giuseppe
fece giurare ai figli di Israele così: "Dio verrà certo a
visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa".
26Poi Giuseppe morì all'età di centodieci anni;
lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto. |
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