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Scrivere: vicino, con o senza "a"?


Eleganza della frase
In un'altra pagina abbiamo parlato dei modi di parlare e, purtroppo, anche di scrivere in maniera rapida e saltando alcuni elementi necessari della frase. Ma uno scrittore che si rispetti non deve poggiare le sue espressioni su un gergo particolare o, peggio, aderire alla tecnica dei messaggi concisi, tipo dispacci militari e telegrammi. L'eleganza del linguaggio richiede che sia usata sempre tutta la ricchezza grammaticale e sintattica, in modo da mantenere vivo il nostro italiano.
A che cosa ci riferiamo in questa pagina? Alla preposizione che, spesso, è abbandonata credendo di mostrarsi più moderni o familiari, mentre il risultato è grezzo e scorretto. E' bene adoperare sempre la precisione contro l'indeterminatezza. Lo stesso fenomeno, difatti, si nota quando si eliminano gli articoli che, invece, sono necessari (come diciamo altrove).
Vediamo qui il caso delle preposizioni con degli esempi.

E' giusto far scomparire la preposizione?
Spesso si usa una frase del genere:

"Hanno aperto un nuovo negozio di abbigliamento vicino casa."

Se ritenessimo che questa espressione fosse corretta, potremmo tranquillamente tramutarla in un'altra di simile costruzione, cambiando solamente un termine come nella seguente:
"Hanno aperto un nuovo negozio di abbigliamento vicino chiesa."

Si nota immediatamente che siamo di fronte a un disturbo che non accetteremmo mai di pronunciare. Allora dove è la logica? Significherebbe che se si parla di "casa" la frase può essere accettata e diversamente no?
Non funziona così la grammatica e la sintassi. Una regola vale sempre e le eccezioni sono, a loro volta, conseguenze di un ragionamento logico. Qui, invece, si tratta semplicemente di costruzioni errate, come italiano, che provengono dal parlato dialettale.
Pertanto è meglio riscrivere le summenzionate frasi nel modo seguente (con la benedetta preposizione "a").

"Hanno aperto un nuovo negozio di abbigliamento vicino alla mia casa."
"Hanno aperto un nuovo negozio di abbigliamento vicino alla chiesa madre."

Del resto (quasi) nessuno si sognerebbe di dire "Giulio abita vicino me."
Ma si esprimerebbe con la corretta frase: "Giulio abita vicini a me."

Qui si vuole ripetere quando detto altrove, cioè che le espressioni non si devono affidare a un linguaggio tipico di modi del parlato. Cioè non bisogna essere "parlati" (diventare schiavi di frasi fatte e sbagliate) da gerghi e modi di comunicare approssimativi e sbrigativi. Inoltre, niente di peggio ci può essere che risultare equivoci e, invece di andare verso la rapidità del linguaggio, creare zone d'ombra che rallentano il discorso. Se è vero che ogni linguaggio si modifica nel tempo, è profondamente controproducente corromperlo con composizioni irregolari. Lo scrittore, non lo si dimentichi, è un difensore dello stile e dell'eleganza nello scritto.

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