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Una tecnica per scrivere poesie
Potrebbe essere
ridicolo spiegare
come scrivere poesie, però vi è una tecnica che si ricava dall'esame
dei componimenti poetici prodotti dai grandissimi personaggi della nostra
letteratura. Allora ci si può avvicinare alla poesia usando determinati
accorgimenti che non faranno di essa un'arte, ma sono sufficienti per
essere espressivi toccando i sentimenti e il cuore di chi legge o
ascolta. Vediamo i punti principali di tale tecnica:
- utilizzare vocaboli a reazione poetica come sono
tutti quelli che trattano di tempo e di luogo;
- comporre con i verbi che, preferibilmente e perciò,
parlino del passato;
- accostare al verbo definizioni di modo e di
situazione che non lascino l'azione solitaria a riferire;
- usare pochi verbi e fare in maniera
che sia il lettore ad aggiungerne come egli ritenga necessario;
- accostare elementi che siano fra loro di paragone;
- inserire pennellate di colore in una scena talora
uniforme oppure a tinta unita.
Adesso analizziamo la prima parte (due strofe) di una poesia di Giosuè
Carducci " La leggenda di
Teodorico" per verificare la presenza degli
elementi da noi considerati:
"Su 'l
castello di Verona
batte
il sole a mezzogiorno,
da
la Chiusa al pian rintrona
solitario
un suon di corno,
mormorando
per l'aprico
verde
il grande Adige va;
ed
il re Teodorico
vecchio
e triste al bagno sta.
Pensa
il dí che a Tulna ei venne
di
Crimilde nel cospetto
e il
cozzar di mille antenne
ne
la sala del banchetto,
quando
il ferro d'Ildebrando
su
la donna si calò
e dal
funere nefando
egli
solo ritornò."
In base a ciò che si è detto poc'anzi possiamo rilevare:
- i vocaboli a reazione poetica, o meglio i versi,
presenti sono, per esempio, "su
'l castello di Verona", "a mezzogiorno",
perché mandano la fantasia e la mente di chi legge a un luogo lontano e a un
tempo
che tutti conoscono, forse il più considerato nella vita di ogni
giorno, quando siamo a metà e ancora non scende la sera;
- troviamo il verbo "pensa" che rimanda
al passato, come sono sempre i nostri pensieri, oppure "ritornò" che fa
riflettere su un altro tempo
dell'andata;
- gli aggettivi che qualificano, come nel "solitario suon di corno"
oppure le "mille antenne",
o il "funere nefando",
tutti volti a migliorare il sostantivo;
- nei primi quattro versi ci sono solamente due verbi "batte" e "rintrona"
a dipingere una situazione di mezzogiorno, quando c'è la pace e la
tranquillità e, seppure le azioni sembrano trattare di rumori,
in realtà sono soltanto accenni al tempo e al luogo, come avviene
sempre nelle poesie;
- i paragoni fra due elementi accostati sono "il sole" e "il suon di corno",
oppure "il
grande Adige" e "Teodorico",
oppure ancora "mille
antenne" ed "egli
solo";
- nella
descrizione della prima scena (ciò che succede a Verona) e della
seconda (ciò che avvenne a Tulna), il soggetto è sempre Teodorico
definito con tre aggettivi anche se in momenti diversi (il presente e
il passato), cioè "vecchio
e triste" oppure "solo"
che rispecchia la solitudine dei grandi capi. Il poeta introduce con
pochi versi il protagonista del suo lungo e bellissimo componimento.
La
poesia suddetta è riportata, per esteso, insieme a tante altre, nella nostra sezione
sulla
letteratura (segui il link sulla sommità di questa pagina).
Ora vediamo come si può scrivere una poesia, non per forza sotto forma
di versi, ricordando gli elementi di cui abbiamo parlato:
" Qui
il tempo non parla, solo ombre sulle pareti delle case e lame di sole
che penetrano dai vicoli, a ritmare una presenza. Si stampano
disegnando angoli nelle strade, si muovono girando lentamente. Le puoi
osservare come se ti parlassero senza fiato, con la precisione di
sempre, con il calore che fa evaporare l'umidità della sera passata.
Poi le voci: sono
i ragazzi che hanno festeggiato fino a notte, cantato
e ballato sorridendo alla loro verde vita, con la gioia di chi non
conosce il futuro e lo vorrebbe bello. Eccoli, sono loro, a un angolo
della piazza, tutti uguali, come è sempre la gioventù. E quell'allegria
distoglie i pensieri, alcuni uccelli cinguettano al nuovo giorno, un
albero grande oscura il panorama, un motore viaggia da su, verso il
paese. Sul muro dei giardini pochi vecchi sostano, dicono parole, ogni
tanto. Si guardano intorno, voltando soltanto la testa, piano. Hanno
rughe, aspettano."
Raffaele Castelli 7 dicembre 2011
Poi vi è il modo di esprimersi, per esempio con le rime. E' chiaro che arte
non significa tecnica
e viceversa, ma conoscere gli strumenti per operare bene già è qualcosa
in modo da non uscire di lato alla strada maestra dello scrivere
interessando il lettore. Ciò che ogni autore deve tener sempre
presente.
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