Chi
voglia provare a costruire un pur piccolo mobile con il legno, o
qualunque altro tipo di oggetto, come può essere un arredo della casa,
deve sapere come siano differenti i tipi di legno che utilizzerà.
Difatti occorre conoscere la tecnica per inchiodare o avvitare,
per esempio, i materiali morbidi rispetto a quelli duri. In questa
pagina si parla di tutto ciò.
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Vediamo in che consiste e come procedere con tecnica.
Nel primo caso, oltre alla leggerezza e, perciò, al meno faticoso lavoro necessario alla costruzione del mobile, occorre considerare la durata nel tempo. Un simile materiale resisterebbe poco all'aria aperta, anni e non decenni come nel caso del rovere. Facciamo un elenco di alcune differenze fra questi due materiali fra i quali si possono collocare gli altri intermedi:
Da cio si deduce che, mentre per l'abete e il pino si possa procedere anche senza troppa esperienza in opere di falegnameria, al contrario può avvenire per il rovere di cui diamo alcuni suggerimenti di seguito.
In questo caso è opportuno utilizzare un trapano per fare un foro d'invito nel materiale duro, profondo circa un terzo dello spessore e più piccolo del diametro del chiodo o della vite da sarà poi infilata dentro lo stesso. Dunque soltanto così ci può essere la certezza che sarà vinta la resistenza opposta dall'attrito molto forte. Un altro consiglio è di usare il sapone per le mani. In esso potrà essere intinto il chiodo o la vite prima di fissarla nel legno duro. Diversamente si andrà incontro alla piegatura di essi con notevoli perdite di tempo. Anche il martello da utilizzare deve essere diverso nel caso del rovere in quanto occorre una forza di penetrazione maggiore. Perciò un tipo dal peso superiore e un colpo assestato con più vigoria sul chiodo da infiggere. Per le viti, quando soprattutto lo spessore del materiale sia notevole, si suggerisce di forare quasi del tutto con una punta da trapano di minore diametro. Anche l'uso dellio scalpello per legno è diverso. Se nell'abete e nel pino esso penetra facilmente, nel rovere bisogna adoperarsi con attenzione per evitare anche di rovinare la parte di materiale che deve essere tolto, per esempio per formare un incastro. Ed è meglio adoperare tipi di scalpello che siano più piccoli in modo da procedere più lentamente ma anche più sicuramente. Per le finiture, se nel legni teneri si può usare anche la carta vetrata passata a mano oppure la levigatrice orbitale, nel caso del rovere occorre il carrarmato elettrico e vari passaggi con carta vetrata di grana grossa e poi di quella più fina. Viceversa si possono pitturare o vernicare allo steso modo entrambi i tipi di legno. Anzi, il rovere rende molto meglio, assorbe meno e, una volta ben levigato, mostra una venatura di gran lunga superiore per natura delle fibre, colore e bellezza. L'abete, che fra l'altro costa anche meno, con il tempo, anche se posto internamente, dove è maggiormente indicato per evitare che marcisca troppo presto, da chiaro che è all'inizio, diventa sempre più scuro perdendo la gradevolezza naturale del legno. I legni duri, soprattutto quando sono derivati da demolizioni di solai e tetti di legno di vecchia costruzione, sono ancora più preziosi per l'aspetto che si ottiene dopo una buona levigatura. Dunque, di fronte a un maggiore lavoro di preparazione del materiale, si ottiene un risultato ben più apprezzabile. Ed è un peccato che molti non se ne rendano conto e mettono al fuoco materiali che sembrano deteriorati quando sono, invece, preziosi e soltanto sporchi in superficie. Torna al menu del fai da te con molte altre informazioni inerenti l'argomento trattato in questa pagina. |
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