Costruire un tavolo da
lavoro, oppure per il giardino, per la cantina, se non per usi
differenti, potrebbe sembrare difficile mentre non lo è. Bisogna
seguire i suggerimenti di questa pagina e avere a disposizione alcuni
attrezzi per segare e inchiodare o avvitare. Oltre al materiale per i
piedi e il ripiano. Poi occorre solamente buona volontà, con un pizzico
di diverstimento e soddisfazone per il fai da te.
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Vediamo come.
Per un tavolo lungo cm.140 e largo cm.80 occorrono:
Per quanto riguarda gli attrezzi sono necessari i seguenti:
Le prime misure da fare riguarderanno i piedi che saranno segati a cm. 80 (o cm. 78 per avere il piano di lavoro precisamente a cm. 80 dal pavimento). Se si dispone di una troncatrice elettrica, ci sarà maggior precisione. Questo è l'unico caso in cui è opportuno levigare la superficie degli stessi piedi prima di assemblarli con le tavole. Difatti ci sarà più aderenza nelle giunture. Dopo questa operazione si può passare a collegare due di essi con una tavola posta di fianco, seguendo la direzione maggiore. Ossia occorre segare due tavole lunghe cm. 140 più il doppio spessore della tavole che andranno, ciascuna, sul lato minore, (quindi cm. 144). I piedritti devono essere posti a terra a coppia, in piano, e su ogni coppia sarà inchiodata la tavola a filo con quello che sarà il piano di appoggio delle tavole che formeranno il ripiano superiore. Quindi due piedi paralleli a distanza, misurata esternamente, di cm. 140. Nel caso delle tavole spesse cm. 2, si posizionerà la tavola laterale in maniera che superi ogni piede di cm. 2, appunto. Sarà lo spazio che coinciderà con lo spessore della tavola sul fianco minore. Quest'ultima deve essere lunga cm. 80 meno due volte lo spessore, in modo da ottenere, alla fine, un appoggio per il ripiano esattamente di cm. 140 x 80. Dunque queste due tavole sui lati minori saranno lunghe cm. 76 (considerando sempre che lo spessore delle tavole sia di cm. 2). A questo punto occorre alzare da terra le due coppie di piedritti collegati con la tavola di lato e farsi aiutare da qualcuno che sorregga la struttura per inchiodarci, o avvitarci, le due tavole minori. Se si è soli, si può inchiodare, con un solo chiodo, la tavola laterale mentre la coppia di piedi, opportunamente rigirata per avere queste tavole, alla fine, rivolte all'esterno, sia ancora a terra. Poi la si solleva e si appoggia a una parete per tenerla in verticale e, allora, s'inchioda l'altro capo della tavola sulla seconda coppia di piedi. Un solo chiodo, nemmeno tutto infilato nel materiale, per controllare la perfetta aderenza e precisione della singola tavola alla testa del piedritto. Si fa la stessa cosa sull'altro versante e poi si fissa il tutto con altri chiodi, o con altre viti. Alla fine i piedi devono risultare internamente, a ogni angolo di un quadrilatero esterno di tavole. Qualora si verifichi che manchi la precisione voluta, si potrà spostare la tavola non del tutto inchiodata, come serve. In questo caso occorre tirarla via con il martello, se inchiodata, oppure cambiando direzione all'avvitatore, se avvitata. La struttura adesso si regge da sola e bisogna comporre il piano. Questa operazione è più facile perché ormai abbiamo le misure perfette: com. 140 di lunghezza, la stessa che avranno le singole tavole da inchiodare, o da avvitare, sui bordi che abbiamo ottenuto. Vi è da consedarare un solo elemento per quanto riguarda le misure. Cioè la larghezza delle tavole. Esse devono arrivare, in totale, a cm. 80 perché, diversamente, non coprirebbero con precisione lo spazio del ripiano.
Si chiamano controventi quei colleganenti che assorbono i movimenti dovuti alla mancanza di incastri. Difatti questo tipo di costruzione è assimilabile a una serie di cerniere che non impediscono piccoli spostamenti verificabili anche nel tempo, quando il legno si ritirerà. Dunque si seghino otto listelli, due per piede, secondo la diversa direzione, comunque lunghi, purché almeno circa 30 centimetri e si inchiodino fra il ripiano e ogni singolo piede del tavolo. In questo caso occorre che lo spessore degli stessi listetti sia segato con un angolo diverso da quello retto. Andrà bene a 45°, soprattutto si si usa la troncatrice elettrica che è molto più previsa di una sega a mano. Il ripiano del tavolo verrà, così, bloccato in ogni possibile movimento ai piedi, senza che questo intervento sia del tutto visibile dall'esterno. Esistono in commercio anche degli angolari di metallo che si possono usare sotto il tavolo, sempre fra il piede e il ripiano, già pronti con i fori per inserirci delle viti. In questo caso si è certi che il sistema non sarà visibile. Potrebbe essere opportuno pure aggiungere due tavole sotto il ripiano fra due dei piedritti che danno sullo stesso lato maggiore e il centro della tavola sul fronte opposto. In modo da creare un sistema di controventi anche su tale piano. Quindi si passa a levigare col carrarmato, o con carta vetrata, il ripiano, i bordi e i lati del tavolo per poi, eventualmente, verniciarlo. Qualora non si vernici, si sappia che, all'esterno, in un giardino per esempio, il mobile durerà sei o sette anni prima di rovinarsi del tutto. Il tavolo potrebbe risultare pesante, ma per il caso del lavoro, dove non occorre spostarlo spesso, il problema non sussiste. Si tenga conto che abbiamo ritenuto che fosse costruito con legno di abete, in caso diverso il relativo peso aumenterebbe. Per quanto riguarda la precisione di costruire un ripiano rettangolare, si consideri che i piedi e le tavole, se segate perfettamente ad angolo retto, dirigeranno i lavori. Diversamente, al momento di inchiodare la parte superiore, si controlli con una squadretta da falegname la regolarità degli angoli. Poi sarà sufficiente inchiodare mentre si fa una lieve pressione laterale sulla struttura per ottenere una figura geometrica regolare. Torna al menu del fai da te con molte altre informazioni inerenti l'argomento trattato in questa pagina. |
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