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Impianti tecnici: cavo che non porta corrente
Capita talora che una prolunga per l'elettricità, usata per lavori lontano da una presa o soltanto per accendere una lampadina volante in un luogo dove non vi sia a portata di mano la corrente, non funzioni più. Si rende indispensabile capire dove possa essere il problema, se sia l'allaccio alla rete, se quello dei fili alla spina o, anche questo succede, il vero e proprio cavo rivestito che sia rotto a un certo imprecisato punto.

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Il problema del cavo che non porta corrente
Il problema di un cavo non porta più corrente, mentre fino a poco tempo prima funzionava egregiamente, si risolve controllando i due terminali di esso. Ammesso che non vi sia qualcosa che dipenda dalla rete, si può rimediare all'inconveniente in pochi minuti.
Vediamo in questa pagina i relativi passaggi.

 
Strumenti e operazioni preliminari
Per controllare un cavo che non consente il passaggio di corrente elettrica, basta un piccolo cacciavite. Serve, appurato che non dipenda dalla rete, cosa che si può constatare accendendo una lampadina altrove sulla stessa linea o guardando il contatore, per aprire la spina del terminale del suddetto cavo, dove esso sia da allacciare alla presa fissa nel muro.
I fili che si trovano all'interno, almeno due, se non vi sia anche quello centrale della terra, devono essere ben stretti dentro le relative connessioni, anch'esse dotate di piccole viti. Nel caso, basta svitare, sfilare i fili, spellarli in maniera maggiore, arrotolare la parte finale e reinserirla dentro il fermo con la vite, da stringere a fondo.
A questo punto si può riprovare. Se ancora ci sono problemi di passaggio di corrente, bisogna controllare il cavo a mano.

Verifica del cavo nella sua lunghezza
Per verificare l'integrità del cavo elettrico è necessario inserire la spina nella presa di corrente, mentre si tiene accesa la lampada collegata o l'elettrodomestico o l'apparecchio che altrove funziona, e provare a mano secondo la seguente procedura.
Si parte da uno dei punti terminali del cavo stesso, lo si stringe con le dita piegandolo leggermente e più volte in su e in giù. Qualora non ancora ci sia corrente, evidente con l'accensione della lampada o di altro che sia collegato, bisogna procedere spostandosi di un paio di centimetri. Fino alla fine del cavo stesso. Qualora non si trovi il punto che ricompone la continuità dei fili, è necessario ripetere l'operazione suddetta. Se di nuovo non succede nulla, è molto probabile che il cavo sia rotto in più punti ed è il caso di sostituirlo.
Quando, invece, si trova che a una certa distanza ci sia l'accensione della lampada collegata, mentre si piega il cavo con la guaina esterna, allora è il momento di segnare il punto e provvedere a riconnettere la continuità dei fili.
Il cavo va tagliato e spellato della prima protezione per una lunghezza di un paio di centimetri per lato. Quindi, aiutandosi con un paio di forbicine, bisogna ricavare un paio di centimetri di filo vivo, ossia è opportuno portare alla luce il rame che, poi, va attorcigliato in modo da formare una piccola matassa. Una per ogni filo da collegare all'altro corrispondente sull'altro capo del cavo.
Questa operazione si può fare usando gli spinotti che si trovano in commercio, secondo quanto indichiamo in quest'altra pagina relativa ai collegamenti negli impianti elettrici.
 
I morsetti e il risparmio
Il lavoro è terminato, il cavo è tornato quasi nuovo perché i morsetti di collegamento manterranno protetti i fili in esso contenuti, a patto che non vadano nell'acqua, per sempre.
Il costo di tutta l'operazione? Dieci centensimi e dieci minuti di tempo, senza obbligo di intervento di un elettricista. Vi è, però da aggiungere, che l'intero cavo, che si temeva di dover buttare, può essere recuperato e fuzionerà ancora per parecchio. Evita di riporlo arrotolandolo più volte perché è da questa operazione che, per il noto fenomeno di fatica, i fili di rame si tranciano dentro le due guaine di protezione senza che, da fuori, si noti nulla di anormale.

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