Archeologia
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L'area archeologica delle Civitelle di Frosolone e le mura in discesa
 

Una misteriosa cinta muraria

Le isometriche dei Sanniti

Dall'esame dei centri abitati fortificati dei Sanniti si evince come scegliessero, per la costruzione delle mura di cinta, il tracciato delle curve di livello del terreno. Ciò corrisponde a una ragione tecnica e a una funzionale. 
Con la prima risulta molto più facile poggiare i massi quasi in piano, al momento della realizzazione della cinta muraria, difatti le isometriche individuano il percorso che è sempre allo stesso livello misurandolo in altezza sul mare. Un po' come si disegnano le mappe su un foglio di carta per far capire le diverse altitudini della zona. Dunque, anche se non è una regola rigorosa, occorreva minore sforzo per costruire in situazioni del genere. E ci sono tantissimi esempi, se non tutti, che dimostrano questo fatto.
La ragione funzionale, invece, riguarda la posizione interna al recinto. Ossia la possibilità, in caso di difesa, di trovarsi uniti tutti sullo stesso piano, rispetto a chi, da valle, doveva cercare di assalire provenendo da aree scoscese e differenti anche a distanza di pochi passi. Questi dovevano, per la posizione, attaccare in modo sparpagliato e, quindi, erano più vulnerabili. Inoltre, sempre all'interno, c'era maggiore possibilità di costruire le abitazioni in un'area che doveva, pertanto, essere il più possibile in pianura, anche se si tratta pur sempre di montagna.

La cinta in forte pendenza delle Civitelle

A Frosolone, nella zona archeologica delle Civitelle, tuttavia, abbiamo una particolarità che si nota in una cinta muraria, chiamiamola così per essere chiari, la quale scende con una pendenza inusuale. Le curve di livello, in questo caso, sono tagliate perpendicolarmente rendendo difficoltoso la costruzione, a suo tempo, e anche l'uso razionale dello spazio interno alle mura. A ben guardare, il percorso punta verso la valle, scende di parecchi metri di quota in poco spazio e non pare che si ricongiunga in maniera da formare una zona recintata e difesa. Dunque?
L'ipotesi che qui si formula è dedotta da questo fatto strano e misterioso e dalla tecnologia costruttiva. Difatti, si possono notare come i massi, pur sempre di grandi dimensioni, siano composti con maggiore cura, e non soltanto per l'aspetto odierno che potrebbe esserci riservato da fattori naturali favorevoli, quanto dalla forma delle pietre. Appaiono maggiormente squadrate rispetto a quelle con le quali sono costruite le mura nella zona superiore dell'area archeologica. Qui si notano i tentativi di far combaciare le facce dei conci e si può parlare, pertanto, di epoca successiva della costruzione, riferendoci a ciò che si vede più in alto. Queste mura sono definibili come poligonali.

immagine della cinta muraria che scende rapidamente a valle, nell'area archeologica delle Civitelle

Si noti la forte pendenza anche dell'area interna alle mura. I massi, anche di un metro cubo di volume, sono delle stesse dimensioni di quelli delle altre cinte murarie più a monte.

Questa catena muraria è anche la migliore fra quelle che ci sono giunte in quest'area archeologica. A mano a mano che si segue il suo percorso fino al fondovalle, dove scorre un torrente e ci sono tuttora dei sentieri e una strada per raggiungere Frosolone, circa trecento metri di dislivello più in basso, i massi scemano fino a scompare.

Come il mistero può essere chiarito

Vediamo l'immagine dal satellite della situazione della zona. Queste mura sono dirette come se dovessero raggiungere un luogo preciso. Se fossero state di recinzione e difesa di un abitato, per esempio, si sarebbero potuto costruire senza scegliere questa forte pendenza. Ma non solo, a parte le isometriche di cui si è detto, le mura potevano cingere l'intero monte seguendo un percorso più a valle e più in piano, oppure potevano raggiungere l'altro monte poco più a nord dove esistono le cinte murarie della zona più alta delle Civitelle.

immagine satellitare delle mura megalitiche che scendono rapidamente a valle dalle Civitelle

E' segnato con linea continua in rosso il percorso delle mura che tagliano a 90°, almeno per metà della lunghezza, le isometriche. Si nota anche come la cinta, (il percorso alternativo è punteggiato in rosso), se davvero fosse tale, poteva raggiungere il piede del monte a nord, invece di curvare verso sinistra. Avrebbe chiuso una sorta di canalone facilmente difendibile e difficilmente attaccabile da valle.
(Il disegno in rosso è sull'immagine prelevata dal sito http://www.pcn.minambiente.it)

La spiegazione che risolve il mistero è che questa cinta muraria, in realtà, sia una strada. Una costruzione che servisse come un agile e rapido modo per raggiungere la zona alta delle Civitelle, dove le mura sono in maggiori quantità e circondano monti seguendo, appunto, le curve di livello e recintando aree fruibili internamente. Se si tratta davvero di una strada dovrebbe essere stata costruita in epoche successive, quando la difesa era molto meno sentita dai Sanniti della zona, quando, cioè, le guerre con i Romani avevano avuto una fine. Quindi una datazione risalente al secondo secolo avanti Cristo? Probabile, ormai era conosciuto il ferro e le pietre potevano essere squadrate facilmente, e c'era ragione di scendere a valle e risalire frequentemente. Ossia quando i commerci, le comunicazioni, gli scambi di ogni genere con i centri vicini, dovevano essere molto più facili e sicuri. Tutto ciò dimostrerebbe anche come il luogo fosse stato abitato per secoli. Ipotesi già dimostrata in altre pagine sulla tecnologia e sulla datazione.
Che potesse essere una strada non deve sembrare stravagante. Il fatto è che con carri e muli, o altri animali, è comunque difficile salire lungo sentieri scoscesi di montagna. Mentre un percorso piuttosto piano per pavimentazione, ampio per i carri poteva essere utilizzato molto più rapidamente. Una strada che, per esempio, doveva essere, con le dovute proporzioni, come la Muraglia Cinese: una costruzione che consentiva di viaggiare comodamente sui monti.

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