Archeologia
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Le mura di cinta poligonali di Cosa, in Toscana
 

La città che guarda il mare, sulla costa, ai confini con il Lazio

L'area archeologica e le mura di cinta

La costruzione di questa cinta muraria è stata datata dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana fra il 273 e il 264 a.C., ossia dalla fondazione di Cosa da parte dei Romani alla prima guerrra punica. Nella stessa pagina si parla della lunghezza delle mura di circa 1500 metri, costruita in blocchi calcarei ricavati dalle cave della zona. Poi si dice che le mura racchiudono un'area di circa 13 (tredici) ettari. Dunque una superficie quasi perfettamente quadrata. 
Tuttavia bisogna fare alcuni calcoli, mai inopportuni per amore della verità e della precisione nella datazione. A tale proposito si rimanda a quanto detto per l'area archeologica di Alba Fucens in Abruzzo. In quella cinta muraria sono stati conteggiati circa 66'000 massi di pietra. Qui, a Cosa, sono visibili le stesse caratteristiche costruttive e le medesime dimensioni delle pietre. Perciò, considerando che abbiamo un perimetro esattamente la metà di quello, si può dedurre, senza ripetere le stesse operazioni matematiche, che ci siano in opera circa 33'000 (trentatremila massi). Che significa?

mura poligonali di Cosa, in Toscana

La cinta in mura poligonali della zona archeologica di Cosa, in Toscana
(immagine prelevata dal sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana)

Dal confronto con Alba Fucens si deduce come l'epoca della costruzione di entrambe le cinte muraria, possa essere la stessa. Anche perché i popoli del centro-meridione d'Italia erano in contatto fra loro, come è dimostrato dalla numerose similitudini dei luoghi che ci hanno lasciato queste strutture antiche.

immagine delle mura di cinta di Alba Fucens, in Abruzzo

Le mura di cinta della città di Alba Fucens
(immagine prelevata dal sito www.albafucens.info)

La tecnologia della costruzione e la datazione

I massi, anche in questo sito di Cosa di forma squadrata, non mostrano pareti del tutto piane. Per meglio dire non siamo ancora alla fase dei conci a forma di parallelepipedi, l'ultima maniera di costruire, la più avanzata tecnologicamente come fu descritta dall'archeologo Lugli, più volte citato. Quindi, molto probabilmente, non ancora c'erano strumenti di lavoro di un materiale adeguato per procedere in tal senso: il ferro. 
D'altro canto le mura Serviane di Roma, ricostruite in tufo a partire dal IV secolo a.C., presentano massi piuttosto ben squadrati. Dei parallelepipedi. E la sua datazione è piuttosto precisa se è vero che la cava di tufo di Grotta Oscura da cui si prelevò il materiale, si trova nei pressi di Veio che fu conquistata dai romani solamente nel 396 a.C. 
Pertanto si può lecitamente formulare questa domanda: gli stessi Romani potevano costruire in due maniere differenti, (le mura poligonali sono più impegnative se solo si pensa a come sistemare massi di peso considerevole ad altezze anche di cinque metri), e in modo più avanzato tecnologicamente, a Roma, oltre un secolo prima di Cosa?
L'unica risposta possibile è che la cinta muraria di Cosa appartenga a un'epoca precedente. Ancora più veritiera è questa opinione se si fanno risalire le mura Serviane al VI secolo a.C. quando, effettivamente, come cita Livio, furono costruite e di cui sicuramente restano almeno le prime file dei ruderi che si possono tuttora vedere.

immagine delle mura Serviane

Le mura Serviane di Roma, come appaiono oggi nei pressi della stazione Termini
(immagine prelevata dal sito http://it.wikipedia.org)

Le similitudini e gli autori della costruzione

Nemmeno è possibile ritenere che in così pochi anni si fossero costruite mura di quella portata attorno alla città di Cosa che sarebbe nata di colpo dal nulla. La spiegazione verosimile è, invece, che ci sia già stato un insediamento etrusco e che la tecnologia delle mura poligonali sia venuta dal mare, dalla Grecia, si sia spostata verso il centro del Lazio fino a raggiungere, poi, l'Abruzzo. Si veda anche la pagina dedicata ad Alatri, la più impressionante cinta muraria in opera poligonale in Italia. E che ben prima dei Romani esistesse una tecnologia per edificare mura fatte con massi enormi.
Infine non è realistico che tutte queste mura, anche quelle con massi per niente lavorati della Pentria, nell'attuale Molise, si facciano risalire al III secolo a.C. Pertanto, tutto questi indizi possono formare una prova, come spesso diciamo in queste pagine, e ciò consente di retrodatare ogni ipotesi anche sulle mura di cinta di Cosa, in Toscana, a un periodo che dovette essere fra il XII e il X secolo a.C., come per Alba Fucens.

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