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Solo e pensoso
 
In poche e concise frasi il Petrarca spalanca il mondo nascosto della nostra solitudine. Il dolore diventa arte nella ricchezza delle aggettivazioni delle situazioni. E tutto è preciso, puntuale, come in una magica, grande rappresentazione pittorica, monumento nella storia della nostra letteratura e dell'essere umano. Questa poesia è modernissima per il tema trattato, per la delicatezza delle pennellate, per la speranza che solo l'Amore può venirci in aiuto e risollevarci a farci partecipe delle bellezze della vita. L'argomento ritorna anche nel Foscolo quando parla della creatura femminile, ma qui è tutto maestoso, come pure è perfetta la composizione delle parole, dei verbi, degli aggettivi. I versi sono misurati come i passi dell'autore, e "tardi e lenti" appaiono anche i pensieri generati, scanditi doppiamente nello spazio e nel tempo.  
RItengo la più grande poesia scritta mai dall'uomo.
 
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 Solo e pensoso... 

Solo e pensoso i più deserti campi 
vo mesurando a passi tardi e lenti, 
e gli occhi porto per fuggire intenti 
ove vestigio uman la rena stampi. 
Altro schermo non trovo che mi scampi 
dal manifesto accorger de le genti; 
perchè negli atti d'allegrezza spenti 
di fuor si legge com'io dentro avvampi: 
sì ch'io mi credo omai che monti e piagge 
e fiumi e selve sappian di che tempre 
sia la mia vita, ch'è celata altrui. 
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge 
cercar non so ch'Amor non venga sempre 
ragionando con meco, et io con lui. 

(Francesco Petrarca 14° secolo)