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L'infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo
colle,
e questa siepe, che da tanta
parte
dell'ultimo orizzonte il
guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella,
e sovrumani
silenzi, e profondissima
quiete
io nel pensier mi fingo;
ove per poco
il cor non si spaura. E come
il vento
odo stormir tra queste piante,
io quello
infinito silenzio a questa
voce
vo comparando: e mi sovvien
l'eterno,
e le morte stagioni, e la
presente
e viva, e il suon di lei.
Così tra questa
immensità s'annega
il pensier mio:
e il naufragar m'è
dolce in questo mare.
(Giacomo Leopardi 19° secolo) |
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