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S'io fossi foco
 
Ad un'analisi superficiale, che non tenesse conto che l'arte si misura sull'espressività e non sul contenuto o sulla tecnica, questa breve poesia di Cecco Angioleri potrebbe apparire violenta o per niente gentile. Essa va vista come una rappresentazione scenica non dissimile ai videogiochi dell'epoca attuale. La fantasia dell'autore prova a volare nelle immagini della mente e a descrivere come si comporterebbe in situazioni diverse. La composizione è raffinatissima per l'accostamento musicale delle sillabe all'interno delle singole parole e non è casuale che, nonostante la molteplicità di elisioni e troncamenti, si impara rapidamente ed ai giovani piace molto. L'espressività, di cui si diceva all'inizio, è massima in ogni verso ed in ogni visione suggerita. Finisce come il saluto di un comico chiude una rappresentazione teatrale.
 
Questa poesia, sotto riportata, può essere ascoltata mentre si visualizza la pagina.  
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 S'io fossi foco 

S' i' fosse foco, arderei 'l mondo; 
s' i' fosse vento, lo tempesterei; 
s' i' fosse acqua, i' l'annegherei, 
s' i' fosse Dio, mandereil' en profondo; 
s' i' fosse papa, sare' allor giocondo, 
ché tutt' i cristiani imbrigherei; 
s' i' fosse 'mperator, sa' che farei? 
a tutti mozzerei lo capo a tondo. 
S' i' fosse morte, andarei da mio padre; 
s' i' fosse vita, fuggirei da lui: 
similmente farìa da mi' madre. 
S' i' fosse Cecco, com' i' sono e fui, 
torrei le donne giovani e leggiadre, 
e vecchie e laide lasserei altrui. 

(Cecco Angiolieri 13°-14° secolo)