Che significa trovarsi dentro la storia che si racconta? Niente di strano: è un modo di narrare, come se anche l'autore dell'opera fosse in quel momento presente, con suoi suggerimenti, naturalmente non nei dialoghi, con suoi pensieri, critiche, ragionamenti e sfumature. Quasi che fosse invisibile agli altri ma presente al lettore che così può maggiormente essere interessato alla trama e ai personaggi.
Si tratta solo di una maniera di descrivere, diversa ma non meno intrigante, tutto ciò che fa parte del racconto. Un elemento dello stile dell'autore.
Per usare questa possibilità, lo scrittore deve avere tatto nell'introdursi in punta di piedi, senza mai esagerare, giacché avrebbe l'effetto contrario. Ossia distrarrebbe senza aggiungere nulla. E, invece, deve sapere misurare quando e come, nei momenti in cui appare che un fatto sia inspiegabile, oppure possa apparire esagerato o poco credibile. Magari schierandosi dalla parte proprio di chi, leggendo, non si spiega, valuta strana la faccenda o non ci creda. Un trucco per riacquistare di colpo la fiducia del lettore, che bisogna sempre tener presente mentre si scrive.
In questo caso sembrerebbe che sia da utilizzare la terza persona da parte di chi stende la storia, ma è anche possibile la prima persona. Certamente è molto più difficile farsi distinguere tra colui che parla e vive le vicende e tra colui che scrive il racconto.  Ossia potrebbero generarsi delle confusioni nel lettore.
L'autore, dopo un lungo dialogo tra i personaggi, può formulare sue deduzioni, dubbi, suggerimenti sul modo di agire, può persino sbeffeggiare qualcuno, usando il verbo alla prima persona. Per poi fuggire, ridursi di nuovo a narratore e basta.  Un esempio?
"Non so proprio che cosa c'entri, con i problemi economici del momento, questa storia del figlio che abbandona la famiglia!"
Una semplice frase dopo che c'è stata una discussione tra moglie e marito.
Diversamente sarebbe: "Non si sa proprio che c'entri, con i problemi economici del momento, questa storia del figlio che abbandona la famiglia!"
Differenza? Non si è visto? Il solo verbo, che nel primo caso è alla prima persona, come se lo scrittore volesse partecipare alla narrazione quale personaggio nel buio. Ed ecco perché è più difficile commentare dentro il racconto, se già ci si esprime in prima persona, a mo' di diario.
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