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Il linguaggio è ridicolo
Già se si dà uno sguardo alla pagina degli equivoci si può subito comprendere come molteplici siano i tranelli di una lingua scritta più che parlata, che offre troppe occasioni di imprecisione. A parte, dunque, la punteggiatura e i vocaboli che significano due cose differenti, si pensi a cesso come luogo di evacuazione fisiologica e alla voce del verbo cessare, ci sono casi in cui lo stesso linguaggio confonde. E prendiamo l'esempio in cui si gioca sul genere del vocabolo e sul sesso del riferimento, come nel seguente periodo: "Se ogni figlio di una famiglia ha almeno tre fratelli e tre sorelle, quanti sono in totale e al minimo i figli di questa famiglia?" La risposta immediata da parte di tutti sarebbe sette, perché si calcola 3 maschi + 3 femmine, + il figlio che conteggia i fratelli e le sorelle = 7, appunto. E' raro che si pensi al fatto che figlio significa sia persona di sesso maschile, che prole indistinta di due genitori. Difatti, se fosse 7 la risposta esatta, potremmo avere un figlio maschio che abbia tre sorelle e tre fratelli. Ma se fosse una femmina, allora lei, in questo modo, avrebbe due sole sorelle e non tre come chiede il quesito, e quattro fratelli maschi. La risposta è che il figlio di cui si parla sia una femmina la quale abbia tre sorelle e tre fratelli, e sempre con sette come risultato finale? Bene. Ma se, in questo caso, si pensa che fosse, viceversa un maschio il figlio di cui si parla nel quesito, avremmo, con lo stesso ragionamento di sopra, che lui si troverebbe con due soli fratelli maschi e quattro sorelle femmine, (l'uso dell'aggiunta maschi e femmine è voluta per essere più chiari). E allora? La risposta è che bisogna aggiungere un figlio a ogni genere dei due (maschi e femmine), ossia quattro maschi e quattro femmine = otto figli in totale e al minimo, naturalmente. Solo così, se si considera un figlio maschio, egli avrebbe tre altri fratelli e quattro sorelle, e se si considera una femmina, lei avrebbe tre altre sorelle e quattro fratelli. Senza dubbio la risposta al quesito è di almeno 8 (otto) figli. E' ovvio che ogni altro numero superiore soddisferebbe la richiesta del problema, se non si fosse detto al minimo. Che dire? Un esercizio di logica, ma anche una trappola del linguaggio che dimostra di non essere univoco e chiaro nelle sue espressioni. Uno scrittore deve prestare attenzione sempre perché, in una parola, si può sostenere che ci sia ridicolaggine in giro, come, in maniera divertente, cerca di far capire il saggio-romanzo, cui si rimanda per approfondimenti in allegria, Il linguaggio è ridicolo. Qualora ti piacesse avere un esempio di romanzo, che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o ti servono altri consigli, visita questi servizi. Torna all'indice di scrivere. |