Scrittorisezione di |
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L'equivoco del significato
Si è affrontato altrove questo argomento che deve essere ribadito perché il testo abbia una forma gradevole alla lettura. A parte la genericità e la pericolosità comunicativa di alcuni verbi e aggettivi, qui si parla di termini che sia possibile leggere secondo diverse angolature. E guai se lo scrittore non ne tenga conto e non si accorga che i significati possono essere ben diversi da come li immagina. Un esempio? Sulla rete si trova spesso questa frase: "Vado a mangiare nonna!" Senza la virgola vorrebbe significare di avere a disposizione un pasto cannibalesco. Cioè nonna diventa complemento oggetto. Che cosa manca per essere precisi? La virgola. "Vado a mangiare, nonna!" Dimodoché la nonna è soltanto un vocativo, che vuole richiamare l'attenzione dell'interlocutore stesso. Niente complemento oggetto. La didascalia sotto le due frasi recita: Una virgola ti può salvare la vita! Naturalmente è uno scherzo che, però, dimostra come anche la punteggiatura eviti equivoci di sorta. Passando ad altro possiamo citare le seguenti parole: leggi, stessi, botti, corsi, vite, riso, bolle, molle, toro, iva, paga, para, ecc.
Uno scrittore non può correre questo rischio. Pertanto deve usare i sinonimi che, per fortuna, esistono in una certa quantità, oppure descrivere meglio la situazione. Per non essere non solo frainteso nel discorso, quanto per non apparire comico laddove, invece, egli voglia soltanto e seriamente narrare. E nemmeno dimostrarsi ridicolo: pericolo sempre incombente, soprattutto nell'uso del linguaggio scritto. Qualora ti piacesse avere un esempio di romanzo, che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o ti servono altri consigli, visita questi servizi. Torna all'indice di scrivere. |
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