Un direttore dei lavori che scopre una cripta murata, sotto una cappella in un cimitero. I resti di vari scheletri di cui non si conosce l'identità. L'ilarità per una vecchietta alla ricerca dei propri cari morti nella seconda guerra mondiale. |
Un'ampliamento di un cimitero Durante i lavori per l'ampliamento di un piccolo cimitero di un paesino delle montagne appenniniche un direttore dei lavori scopre un vano richiuso, sotto una cappella appena demolita. Pensa alla sospensione dei lavori, ma prima vuole controllare il contenuto della cripta, tutta incassata nel terreno, sotto il pavimento della chiesetta a piano terra. L'interno viene puntellato adeguatamente per evitare pericoli di crollo e, tramite un'apertura laterale, ci si immette con cautela nell'interrato. Un miracolo ha mantenuto staticamente immobile il solaio formato dal solo calcestruzzo del sottofondo del pavimento. In pratica nulla aveva una funzione portante, se si esclude una sorta di cupola fatta con lo stesso terreno e nemmeno ovunque, come se fosse stata scavata più che costruita: insomma una grotta a ben vedere con una lampada a batteria nel buio dell'ambiente e con la paura per il luogo. La sospensione dei lavori Difatti, sparsi o allineati lungo il perimetro del vano, una ventina di metri quadrati circa, appaiono uno dopo l'altro sette o otto scheletri sdraiati l'uno accanto all'altro, con delle radici di piante intrecciate alle ossa. Alcuni operai credono che si tratti di capelli. Il direttore dei lavori non mostra paura per la sua fede religiosa, ma gli altri presenti scattano in urla di terrore scappando fuori per l'angusta apertura e mettendo a repentaglio la staticità degli organi di sostegno provvisori: i puntelli traballano e la buona sorte vuole che restino in piedi senza provocare danni. Si rende necessaria la sospensione dei lavori per identificare, se possibile, gli scheletri, e per sistemarli nell'ossario comune. Un avviso pubblico
La battuta finale
Un romanzo
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