Quando
sia necessario abbattere un albero, perché crea danni con le radici,
oppure perché sia troppo aderente a resti archeologici, oppure per
evitare pericoli ai confinanti, o anche per vecchiaia della pianta,
occorre conoscere la corretta procedura. Si può chiamare un esperto del
genere, ma se si vuol fare da sé, si deve adottare la cautela di chi
conosce i pericoli. Ecco come fare in questa pagina.
|
Qui si danno le informazoni necessarie per segare l'albero ed eliminarlo dalla posizione in cui si trova. Per esempio quando sia di intralcio agli scavi archeologici, oppure che stia per creare danni a un muro o a una casa con le radici che crescono spingendo sulla struttura della costruzone. L'abbattimento deve essere eseguito con alcune regole che qui si forniscono.
La prima operazione è di sceglere la direzione di caduta, cioè il lato dove l'albero si possa adagiare a terra senza cadere su costruzioni, altre piante e tutto ciò che sia delicato e da proteggere. Una volta che sia stata individuata la direzione di caduta, che deve anche essere quella verso la quale il tronco sia già orientato con il suo peso e la chioma, dove i rami appaiono più pesanti, si può iniziare a fare la tacca di direzione. Si tratta di un taglio di un cuneo nel tronco, a un'altezza da terra di qualche decina di centimetri, lo spazio per poter lavorare, formato da due distiti piani di taglio: uno orizzontale e l'altro inclinato in modo da ottenere una specie di grossa fetta di cocomero. La forma di questo cuneo deve essere spessa, verso l'esterno di circa venti centimetri e zero, o quasi, verso l'interno del tronco. Quindi si asporti questa fetta di legno. Sarà quella parte a individuare la direzione di caduta dell'albero. La seconda operazione è di portarsi sul lato opposto dell'albero e segare orrizzontalmente il tronco, all'altezza della tacca orizzontale precedente. Senza timore, se il calcolo dei pesi non sia stato sbagliato, di vedere l'albero cadere su un lato differente da quanto previsto. Se non si vuole procedere fino a sentire il crack del legno, si possono infilare in questa seconda tacca, i cunei di ferro a cui si è accennato. E, su di essi, si deve battere con il martello a infilarli nel taglio e nel tronco. Questa procedura imporrà all'albero di cadere nella direzione che sia stata individuata in precedenza. La fune serve nel caso che i rami siano scomposti e ci sia il pericolo che il tronco si possa torcere e andare a finire altrove. In queso caso è necessario legare uno dei rami e far tirare, poco prima della caduta, verso il lato opposto rispetto a dove potrebbe inclinarsi, da una seconda persona. Pronta a lasciare la presa quando l'albero dimostri di stare per abbattersi. Qualora la pianta sia troppo alta e molto pesante, basta giudicare il tronco, si eviti questa procedura adatta a chi abbia una minima esperienza di piante. Nel caso di grossi alberi, difatti, occorre, come già detto, affidarsi a personale esperto e qualificato. Se bisogna solamente potare la pianta si leggano le informazioni presenti in quest'altra pagina.
Per questo motivo i rami vanno tagliatie da un lato e da un altro, alternativamente. Per segare il tronco, da renderlo in toppi, se opportuno, ci si deve dotare di una motosega di adeguata potenza. Se ciò che si sega sia posto sopra un avvallamento, è possibile che la lama resti inzeppata dentro lo spessore del tronco o dei rami. Per questo non bisogna segare ciò che abbia il vuoto di sotto perché, così, si piegherebbe la parte della pianta tagliata rendendo impossibile, per il peso del legno, tirare via la lama stessa della motosega. Torna al menu del fai da te con molte altre informazioni inerenti l'argomento trattato in questa pagina. |
|