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Edilizia: come sistemare un muro a secco con la parete ondulata
Chiunque abbia nel proprio terreno, o sul confine, un muretto a secco, sa come la parete a vista, il paramento, si possa ondulare nel tempo e mostrare la cosiddetta pancia. Qualora si lasci la costruzione al suo destino, è facile che ci sia un crollo finale. Dunque è molto importante la manutenzione dell'opera con pochi interventi facili da attuare anche per chi, con poca esperienza alle spalle, non sia un muratore.

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Il problema
Il muro a secco cioè quello realizzato, a suo tempo, senza malta e soltanto con pietre inserite le une sulle altre, magari con qualche zeppa per facilitare il piano di appoggio, appare ondulato nel paramento esterno. Molti conci si sono spostati e sono, ora, fuori dalla loro originaria posizione. Succede per la spinta del terreno retrostante, oppure per la presenza di qualche albero e delle sue radici sul lato opposto, oppure solamente per la cattiva esecuzione e l'incuria del tempo.
Come si può intervenire e risolvere questo inconveniente prima che ci sia qualche crollo?
Ecco spiegato qui che cosa fare.
 
Gli attrezzi necessari e i materiali
Si potrebbe pensare a chissà che lavori siano richiesti per ovviare a quanto accade al muro a secco nelle condizioni suddette. Invece l'intervento è facile da attuare, basta dotarsi dei seguenti attrezzi:
  • un martello di grosse proporzioni, una mazza, come si chiama tecnicamente;
  • un travetto di legno, anche di modeste dimensioni, nel senso della lunghezza, purché di spessore capace di sopportare i colpi della mazza, meglio se a sezione quadrangolare (almeno 15 cm. x 15 cm.).
Per quanto riguarda i materiali, si può dire che servono soltanto alcune zeppe, piccoli frammenti di pietre, ossia dello stesso tipo di quelle che già sono in posto.
La procedura
Bisogna controllare quali pietre devono essere spinte a forza indietro, nello spessore murario. In tali punti si posiziona il travetto di legno, sorreggendolo con una mano, mentre con il martello si picchia su di esso fino a ottenere l'esatta posizione del concio sottostante. Basta fare delle prove per vedere come procede l'operazione. Essa, difatti, dipende anche dall'altezza del muro, dalla dimensioni delle pietre e, quindi, dal peso che grava sulla zona oggetto d'intervento. Anche se sembra che nulla si muova, si può controllare dopo pochi colpi per vedere come le pietre si stanno ben sistemando nel paramento.
Le zeppe, da infilare negli interstizi fra concio e concio, vanno usate dove necessarie a ottenere un incastro duraturo, ossai dove c'è troppo spazio vuoto. Una manutenzione, come si può notare, piuttosto semplice e che, specialmente se attuata a cadenza regolare negli anni, mantiene in vita il muro a secco. Si eviti, in questo caso, di pensare a stilare i giunti con della malta o, peggio ancora, a intonacare la parete. Non solo non si risolverebbe il problema ma lo si aggraverebbe perché esso sarebbe soltanto coperto.
Diverso è il caso in cui, crollata la costruzione precedente, si voglia realizzarla diversamente. Per costruire il muretto in elevazioni si veda quest'altra pagina.

Il risparmio
Il risparmio è evidente se si fa da sé. Pochi minuti di lavoro servono a sistemare una pietra che si è spostata in avanti e minaccia di uscire dal paramento murario, dunque basta qualche ora, secondo le dimensioni e i casi, per un muro intero. Si potrebbe pensare di demolire o scomporre il tutto e ricostruirlo, ma in tal caso occorre un muratore esperto e, ovviamente, spese in denaro che si possono, invece, facilmente risparmiare. 

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