Una
moltitudine di opere di edilizia richiede l'uso della malta. E' il
legante per eccellenza e conosciuto fin dai tempi antichi, anche se
preparata con qualche tipo di materiale differente. Si usa per
costruire muri, per riparare lesioni, per chiudere aperture e per
intonaci o sottofondi di pavimenti, anche se in proporzioni diverse nei
componenti, o non solo con cemento.
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Si
deve costruire un muretto con mattini di argilla, ma anche con altri
tipi di conci, come pietre, cemento, tufo e altro, oppure un divisorio
interno con forati, oppure bisogna bloccare la copertrura di un
comignolo, o sigillare sul muro una rignhiera di ferro. Insomma
dovunque sia necessario l'uso di un legante che faccia presa nel tempo
e mantenga fisso un qualsiasi elemento edilizio necessita della malta.
La più comune è quella a base di cemento. E di essa si tratterà.
Gli elementi che
compongono la malta sono i seguenti:
1) sabbia; 2) cemento; 3) acqua. Le proporzioni da usare dipendono soprattutto dalla qualità che si richiede all'impasto ma di solito ci si regola per una parte di cemento e tre di sabbia. E l'acqua quanto basta per ottenere un risultato che sia lavorabile. La migliore proporzione di acqua e cemento sarebbe di 0,5 ossia, con riferimento al peso, di una parte di acqua e due di cemento. Ma si otterrebbe una miscela poco fluida e allora occorre aggiungere altra acqua. Ma si tenga conto che più acqua c'è nell'impasto e meno resistente è la malta giacché si formano delle zone umide nella miscela che, con l'evaporazione, lasciano dei vuoti. Cioè degli spazi privi di materiale che, naturalmente, fanno sfaldare molto più facilmente il composto, una volta che c'è stata la presa.
Quando il colore dell'insieme apparirà uniforme, a metà tra quello del cemento e l'altro della sabbia, allora si può aggiungere l'acqua. Basta usare l'accortezza di formare un bacino, al centro, un po' come si usa con la farina e le uova quando si impasta per ottenere dolci in cucina. Quindi si procede con lo spostamento del materiale, usando una pala, partendo dal perimetro interno, e mescolandolo all'acqua che è stata posta al centro. Continuando così lentamente per far assorbire acqua all'impasto fino a ottenere un unico corpo di consistenza pastosa. Se esso appare troppo secco si può aggiungere ancora un po' d'acqua, ma il meno possibile che ne risente la resistenza della malta, come si è detto. Qualora, invece, si è abbondato con l'acqua, si deve aggiungere altra sabbia e cemento, sempre in proporzione. Per il trasporto sul luogo dei lavori si deve utilizzare un secchio da riempire, a mano a mano che occorre, con la pala. E poi si userà la cazzuola per spandere il materiale sui mattoni da collegare.
Qui si aggiunge soltanto che la malta può anche essere composta con cemento e calce (aggiungendone, di questa, una metà del cemento, senza modificare il resto), quando occorre che essa si attacchi facilmente, per esempio alle pareti da intonacare. Oppure quando si debba lavorare in condizioni particolari e c'è il rischio che il solo cemento possa scivolare via. E' noto, difatti, che la calce fa diventare la malta molto più simile a una colla, pur diminuendone la resistenza meccanica. Aumentandone, però, la capacità termica. Inoltre esistono pure degli additivi per migliorare la lavorabilità dell'impasto, per usarlo durante la stagione invernale e resistere alle basse temperature (l'antigelo), o per renderlo idrorepellente (l'antiumido).
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