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Edilizia: condensa su pareti e pavimento, come eliminarla
Quando si notano goccioline d'acqua sulle pareti di una stanza o sul pavimento e non è chiaro da che cosa dipendano, sicuramente si tratta di condensa. Ossia, non sono infiltrazioni ma formazioni di umidità derivanti dal vapor acqueo presente sempre nell'aria. Si può trovare un rimedio che non costi una esagerazione come, invece, talora consigliano molti operatori dell'edilizia?
Spieghiamo un semplice metodo che può essere realizzato anche da sé, senza ausilio di tecnici, operai specializzati e prodotti costosi.

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Il problema della condensa
Si parla di condensa quando non siamo di fronte a infiltrazioni di acqua dall'esterno di una casa o da tubazioni rotte. Per esserne certi basta osservare pareti e pavimenti, cioè tutte le aree interne che non sono ben isolate termicamente. Un indizio può essere il continuo formarsi di umidità sui vetri delle finestre.
Ma perché si genera la condensa?
L'aria che respiriamo è sempre umida e tale presenza si misura in percentuale di quanta la stessa aria ne possa contenere.  Più l'aria e calda e maggiore sarà la percentuale di umidità che potrà sopportare sotto forma di vapore. Tutto, però, fin o a un certo limite, oltre il quale si manifestano fenomeni di condensa. Ma che succede su un ambiente non abbia tutte le pareti alla stessa temperatura, perché qualcuna è un divisorio, un'altra si affaccia verso l'esterno e qualcun'altra ancora è meno isolata delle altre? Allora l'umidità dell'aria, adiagiandosi sulla superficie meno calda, si condensa fino a diventare acqua, prima sotto forma di una nebbiolina appena visibile e poi sotto forma di goccioline che scendono lungo la superficie fino al pavimento. Ecco perché, talora, si trova umidità agli angoli della stanza sul pavimento della casa. Capita maggiormente dove la superficie non assorbe il vapor acqueo, per esempio sulle piastrelle della cucina e del bagno.
La condensa che se non sarà asportata si tramuta in muffa, essa si genera per la concomitanza di alcune circostanze:
  1. l'umidità relativa dell'aria interna, come si è detto, ossia la quantità di acqua sotto forma di vapore che è in sospensione nell'aria alla data temperatura dell'ambiente;
  2. la temperatura dell'aria nell'ambiente interessato;
  3. la temperatura della superficie dove si manifesta la condensa, ossia la differenza di temperatura tra la superficie esterna e quella interna della stessa parete (in pratica quando non c'è un adeguato isolamento termico).
Su che cosa agire per evitare, dunque, il fastidio di tale condensa?
  • Si può diminuire l'umidità interna nell'ambiente, operazione piuttosto difficile, se non diminuendo la cottura di cibi che creano vapore;
  • si può aumentare la temperatura dell'aria, ma non può essere un'eventualità condotta oltre un certo limite e di notte, inoltre, la stessa temperatura diminuisce, rigenerando il problema apparentemente evitato;
  • si possono isolare le pareti incriminate di far condensare il vapor acqueo, ma tale soluzuone lascerebbe comunque qualche zona meno calda dove si continuerebbe a formare condensa;
  • si può comprare un deumidficatore e farlo funzionare di notte, ma ci sono parecchi svantaggi.
Ciò vuol dire che non esistono soluzioni?
Le soluzioni più logiche e valide sono quelle che riguardano il ricambio di aria. Ossia è possibile usare un sistema di ventilazione meccanica centralizzata (VMC) che, però, ha i suoi costi per tubazioni, macchinario e lavori necessari. Oppure si può optare per un semplice aspiratore elettrico, come può essere una cappa per la zona cucina.
Quest'ultima è una scelta che da i suoi frutti, sebbene sia rumorosa oppure non attuabile per tutta la giornata. Tuttavia, esistono vari casi dove un aspiratore elettrico non è sufficiente. Ecco allora una possibilità meno invasiva ed efficace. Vediamo come portarla a compimento.
 
Come rimediare
Si è capito che l'aria umida deve essere deumidificata per evitare che ci sia il vapor acqueo il quale diventa condensa, ma senza dover cambiare del tutto l'aria aprendo finestre, specialmente quando il freddo è intenso. 
Considerato che la bassa temperatura genera condensa, stabiliamo il punto più alto nella parete esterna dell'ambiente da deumidificare. Segnamo il centro su cui fare un foro del diametro di circa 10 centimetri. Ovvio che sarà più facile per una casa con pareti di mattoni forati e meno in una di pietre, ma il lavoro è sempre meno costoso di altri rimedi. Si procederà con il forare, in leggera pendenza verso l'esterno, la parete. Quindi si inserità nel foro un tubo di plastica che finirà all'esterno con una curva rivolta in basso e, internamente, con un tappo dello stesso materiale ma dotato di una vite che renda possibile aprirlo o chiuderlo del tutto. Ce ne sono in commercio di poco costo. Fatto.
Che succederà?
L'aria calda ricca di vapore acqueo tende a salire e troverà il foro dove, per una pressione presente nella casa, sarà spinta fuori dall'ambiente. Qui incontra le basse temperature della curva del tubo dove condenserà e cadrà, sotto forma di goccioline, all'esterno, possibilmente dove non darà fastidio a nessuno.
Qualora tale tubo verso l'esterno dovesse essere realizzato sul soffitto e passare nel sottotetto o in un locale non riscaldato, si ricordi che, per evitare che l'aria condensi prima di essere espulsa verso l'esterno, dovrà passare dentro una tubazione ben isolata termicamente. Diversamente, gocce di condensa ricadrebbero verso l'interno dell'ambiente.
Per migliorare l'efficacia di questo semplice sistema di espulsione, si potrà usare anche un aspiratore elettrico che dovrà trovare adeguato alloggiamento nel foro della tubazione. Ossia serve un motore assiale il quale, considerato il minimo ingombro, aspiri e rilasci immediatamente l'aria verso l'esterno. In questo caso, si dovrà prima comprare un simile macchinario, che costa poche decine di euro, e poi procedere con il foro sulla parete.
Chi è maggiormente interessato può chiedere una nostra consulenza.

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