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Come fare un architrave di legno a vista
Quando si ristruttura una casa di pietra è molto facile che nei muri si nascondano degli elementi di legno, come travi e tavole. Sorge il dilemma se estirparli per dare continuità alla struttura e omogeneità alla muratiura, oppure se cercare un metodo che esalti il materiale senza disturbare l'ambiente dopo l'intervento. In questa pagina si danno gli opportuni consigli tecnici su come procedere nel caso.
 
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La situazione
Mentre si elimina un vecchio intonaco da una parete di una casa di pietra, appare una trave di legno, magari sopra una porta o una finestra: un architrave. Succede quando la costruzione abbia qualche secolo di vita, oppure anche quando sia stata realizzata in zone dove il legno era più facile da reperire rispetto alle piattabande di ferro. Non è il caso di eliminare questa parte della struttura per sostituirla, come si crede, con materiali moderni. Una operazione di recupero deve avere l'obiettivo di ridare vita a ciò che già c'è. Dunque, ecco come fare un restauro di questo elemento di legno.
 
Come iniziare
Una volta che sia stato portato alla luce l'architrave, bisogna procedere con la pulizia dell'elemento strutturale. Questo è necessario per controllare se non vi siano delle parti rovinate dal tempo e dall'umidità e se esso sia ancora capace di assolvere la funzione statica. Per fare questo è opportuno dotarsi di un martello con la testa a forma di scalpello, in alcune parti si chiama male/peggio. Quindi eliminare con cautela tutto l'intonaco che ricopre il legno. Alla fine ci si può aiutare con un piccolo scalpello e poi con la spazzola per togliere la polvere.
Dopo di ciò sarà anche utile usare una spugna bagnata per completare la pulizia. Ora si può vedere se ci siano parti deteriorate. Basterà anche la sola pressione delle dita sul materiale perché esso, se è fradicio, si sbriciola sotto i polpastrelli. Nel caso che siano pochi centrimetri, si può anche continuare. Qualora, invece, si abbiano estese porzioni di legno inefficaci, sarà opportuno cambiare l'architrave. Di ciò si tratterà in altre pagine di questa sezione. Qui ci occupiamo del caso che l'architrave sia recuperabile.
Sotto altri punti di vista l'elemento non deve avere fratture lungo le fibre e non essere incurvato al centro nella parte bassa. In questi casi, l'inflessione dimostra problemi di sovraccarico, occorre l'occhio del tecnico per capire se sia possibile lasciare lo stesso architrave sopra l'apertura.
Vediamo come restaurarlo, se tutto è andato a buon fine finora.

L'intervento di restauro
Bisogna delimitare il perimetro di tutto l'architrave, o di quella parte che sia possibile portare a vista. Succede, talora, che questi elementi siano stati tagliati e sagomati con l'ascia e, perciò, appaiono poco geometrici. Magari possono andare a finire quasi a punta e molto moltani dalle spalle dell'apertura di una porta, di una finestra o di un balcone. Non è necessario svelare tutta questa lunghezza, potrebbe anche essere ridicolo. Dunque ci si può comportare in maniera che una metà della larghezza dell'aperta, misurata su ogni lato della parete, sia con architrave a vista, sempre che l'elemento sia più lungo.
La rimozione dell'intonaco, qualora non sia completa sulla parete, deve essere portata avanti con cautela e precisione, fino a formare un riquadro che mostri il legno. L'intonaco che ricoprirà il resto della muratura, deve finire non già con precisione geometrica vicino al trave, ma quasi con una procedura manuale, senza attrezzi. Proprio con le dita nello spessore fra intonaco finito e superficie a vista del legno.
Prima che si proceda alla pittutazione delle pareti intonacate, bisogna trattare la superficie dell'architrave di legno. In questo caso possono esserci vari fattori da considerare:

  • se vi sono chiodi conficcati nel legno, i quali servivano per formare agganci all'intonaco precedente che, altrimenti, si sarebbe screpolato e sarebbe caduto, bisogna estirparli. Occorre attenzione preché potrebbero essere arrugginiti e si spezzerebbero se tirati con forza;
  • se vi sono tacche fatte con l'ascia, ugualmente per i motivi precedenti di supporto all'intonaco, non bisogna eliminarli con un trattamento con pialletto. Vanno tolti solo le parti che sono evidentemente rovinate e quasi staccate dal resto;
  • se vi sono piccoli fori, non riepirli con materiale nuovo, basta laciarli così come sono;
  • se vi sono parti molto deteriorate o mancanti, è possibile inserirne di nuove, ma utilizzando materiali della stessa qualità, per esempio quercia su quercia, e della stessa epoca. A tale proposito si possono prelevare parti di legno da tavole di recupero dello stesso intervento;
  • unica operazione possibile è l'uso della carta vetrata per pulire la superfice e renderla abbastanza levigata, senza asporto di materiale oltre qualche millimetro. Si possono usare anche attrezzi elettrici;
  • a questo piunto è possibile passare alla verniciatura della superficie del legno, naturalmente trasparente, prima della pitturaziione delle pareti per evitare che la tinta di queste ultime possa danneggiare, con schizzi, il legno.

Per il trattamento finale, la verniciatura del legno, si può pensare all'impregnante che fornisce un aspetto naturale del materiale, oppure a una vernice non brillante. 
Tutto fatto. Il risutato sarà sicuramente apprezzabile.
Nel caso che sia opportuno un'operazione di consolidamento si veda quest'altra pagina.

Conclusioni
Il restauro tende a mantenere vivo nel tempo ciò che sia oggetto dell'intervento edilizio. Perciò la funzione e l'aspetto. Chi pensa che sia necessario cambiare tutto in una ristrutturazione, non solo spende di più, ma non ottiene ciò che sperava. Alla fine ci sarebbe un ambiente ibrido che non ha nulla dell'antico e poco del presente. Senza dimenticare che molto di ciò che era il modo di costruire di un tempo non è affatto e ancora superato. E poi il fascino di vivere in una casa che sia ricca di ricordi è certamente prezioso e da non buttare via.

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