Forme
delle recinzioni
La tipologia costruttiva
Qualche ricercatore prova a distinguere, nelle aree archeologiche
sannitiche, un paio di tipologie costruttive per le mura di recinzione.
E, a tal proposito, ci si sofferma sulla forma e su alcuni aspetti
finali dell'opera. In particolare ci si riferisce al caso in cui le
costruzioni fossero anche mura di sostegno delle terre e al
caso in cui esse fossero edificate in zone piana. A parte le questioni
tecniche che leggiamo in tali ipotesi, spesso poco precise se non del
tutto insignificanti, prendiamo in considerazione le caratteristiche
principali della tesi:
- mura di tipo A che erano addossate a scarpate
opportunamente sagomate per accogliere le fondazioni delle opere, dunque
con un solo paramento esterno mentre l'altro era interrato;
- mura di tipo B che erano ralizzare in piano e,
perciò, con doppio paramento.
La diversa
funzione
In realtà le due tipologie di mura di cinta avevano una differente
funzione, come è facile dimostrare con il seguente ragionamento:
- nel caso che si è chiamato A era molto più semplice,
per i Sanniti, difendersi da attacchi esterni in quanto si sarebbero
trovati sopra il nemico, lo potevano osservare nei movimenti, lo
avrebbero controllato senza essere esposti a bersaglio. La posizione
privilegiata garantiva una difesa comoda e senza perdite umane, al
contrario di chi cercava di penetrare dal basso nell'area interna che, ancora a
dimostrazione che vi fossero abitanti, era protetta con intelligenza
strategica;
- nel caso B, viceversa, non doveva esserci la funzione
difensiva o, perlomeno, non era la più importante se sui due lati delle
mura c'era l'identica possibilità di manovra. Molto più verosimilmente
si trattava, questa volta, soltanto di una recinzione, per gli animali o
per motivi simbolici (lo spazio circoscritto come appartenente al
centro abitato), oppure ancora come primo baluardo per scongiurare un
assalto. Chi penetrava dentro questo perimetro, si esponeva a essere
colpito senza possibilità di fuggire alla svelta, prigioniero del suo
stesso attacco.
Per quanto concerne, altresì, l'aspetto della forma delle mura e della
loro posizione costruttiva, c'è da rilevare che bisogna immaginare
l'originaria conformazione. Pertanto in entrambi i casi vi era un
paramento interno ed esterno giacché l'altezza dell'opera non poteva
essere inferiore a
cinque
metri, come si è spiegato in un'altra pagina di questa
sezione. Dunque ben oltre il solo tratto seminterrato. Se ci poteva
essere una funzione molto differente nell'uso di queste
edificazioni, essa va ricercata nella posizione planimetrica e
urbanistica se è vero che i Sanniti avessero un senso molto
organico del territorio e nulla, per loro, era casuale. Si adoperavano
non soltanto nella scelta accurata delle curve di livello e delle
conformazioni rocciose esistenti in natura per le recinzioni con mura
megalitiche, ma sapevano anche studiare
come
collegare i luoghi scoscesi con la valle.
I muri
Tutti i muri, lo sanno bene i tecnici dell'edilizia,
devono essere di dimensioni e di materiali adatti a non subire
sbandamenti laterali. Comunque siano costruiti devono rimanere in posto
anche con spinte laterali, a maggior ragione quando queste potessero
essere generate da assalti nemici. Per questo motivo, ma non soltanto,
avevano una larghezza piuttosto considerevole. Vi è da aggiungere che,
realizzati con massi di pietra poco squadrati, se non affatto, dovevano avere
blocchi che s'incastrassero, con il solo appoggio, in maniera da rimanere
fissi nel tempo, dunque elementi dal peso notevole. Il cosiddetto
carico di punta, dovuto alla snellezza della composizione, (esagerata
altezza rispetto alla larghezza), era scongiurato con massi posti in
senso trasversale, come le giunture frontali erano fra loro sfalsate.
Il fatto che una parte di muro fosse anche di sostegno del terrapieno,
peraltro evidentemente conformato dopo la realizzazione delle
fondazioni e di parte di muro in elevazione, non serve a distinguere
una tipologia. Si tratta del modo di costruire normale. Del resto i
volumi progettati, erano di gran lunga in ogni caso, lo dimostrano i
millenni che sono passati e i ruderi ancora visibili, adatti a superare
la spinta del retrostante terreno e il ribaltamento dell'opera a
valle, la possibilità di scivolare oppure lo sprofondamento
dentro la base fondale.
Tutto al pari di come si verificano, tuttora, i muri,
compresi quelli di sostegno. La differenza è che oggi abbiamo le
conoscenze della scienza delle costruzioni e usiamo sofisticati software di calcolo.