San
Benedetto e Frosinone
La prima ipotesi sull'origine del nome di Frosolone
proviene dai toponimi della zona. Esistono numerose chiese che
ricordano San Benedetto e la sua opera di costruzione di luoghi di
religione, come Santa Colomba e Sant'Egidio. Tuttavia non abbiamo
un monastero che pure sarebbe stato molto indicativo,
soprattutto dopo che si è calcolato come ce ne siano, sparsi in tutta
Europa, circa undicimila. Vi è da dire che la parentela con la zona
della Ciociaria, l'area attorno a Frosinone, dunque anche con
Montecassino, è sorprendente. Alcuni dialetti ricordano da vicino
quello di Frosolone, per esempio il dialetto di Arce. Ma vi è di più.
Nei due distinti dialetti locali la stessa Frosinone è chiamata Fruselone, di là,
al pari di come si chiama Frosolone, di qua.
Sono assonanze che lasciano riflettere. Se così fosse ci sarebbe da
ipotizzare che Frosolone sia nato come una costola di Frosinone quando
i benedettini si spostarono, dalla loro abbazia, per andare a predicare
nel mondo.
Il punto debole è che Frosolone, quello nella posizione attuale, nato
durante la discesa dei longobardi
nel sud Italia, dopo San Benedetto, sia sorto su un cucuzzolo, proprio
come quel popolo usava costruire i propri villaggi, con una
zona scoscesa almeno da un lato, attorno alla chiesa dedicata a San
Michele Arcangelo. Esattamente il santo che fu scelto come patrono da
quel popolo quando si
convertì al cristianesimo. Dunque il nome del paese non sarebbe dovuto
derivare dai benedettini. Si potrebbe obiettare che i longobardi
mantennero
una denominazione del luogo già impostato, su qualche villaggio
preesistente in zona, dai
precedessori monaci benedettini. Ma perché non si usò, per esempio, Sant'Angelo come
pure ce ne sono parecchi sparsi proprio nelle aree del ducato di
Spoleto e di Benevento che i longobardi crearono? Troppe domande
irrisolte.
Potrebbe essere l'inverso. Che i benedettini, arrivati da queste parti,
quando tornarono nel frusinate avessero portato quel Fruselone di cui si
diceva prima. Questo avvalorerebbe anche la similitudine dei dialetti
di alcuni centri abitati così distanti.
Fulsulae e Fresilia
Dal mondo latino arrivano anche due nomi che
sembrano ricordare l'attuale Frosolone: Fulsulae e Fresilia. Troppo
poco per associarli al nome attuale del centro abitato. Nemmeno
esistono fonti attendibili che tali nomi fossero da riferirsi alla zona
di cui si tratta. Inoltre troppe sono le trasformazioni, almeno per
quanto riguarda Fulsulae,
necessarie per
arrivare alla dizione attuale di questo posto. Di Fresilia si parla
come di un centro abitato sito in Abruzzo.
L'uccello frisone
Lo stemma del paese riporta un uccello, il frisone,
quasi a voler testimoniare che Frosolone derivi proprio da tale
animale. Ma in zona non se ne vedono e nemmeno può essere convincente
una sorta di leggenda che parla di questo volatile che abbia nidificato
da queste parti oppure che sia stato legato, per
un motivo più romantico che reale, alle terre di Frosolone.
Ugualmente complesse sarebbero le trasformazioni del nome per arrivare
alla formulazione odierna. Questa opzione, pertanto, è la meno
probabile.
L'ipotesi di Walter De
Gruyter e dell'Istituto Geografico De Agostini di Novara
Nel suo libro Deonomasticon
Italicum,
come mi si è fatto notare su Facebook da un mio compaesano, l'autore
suddetto cita alcuni riferimenti per l'origine del nome Frosolone. Nel
testo si parla di un antico medioevale Freselonem e Frisilonem,
entrambi del 1186 circa. Quindi Freseloni del 1309
che deriverebbe dal latino fresulu
che, a sua volta, dopo aver acquistato il suffisso -one, deriverebbe
da fre(n)sus,
ossia dal verbo frendere
che significa macinare,
triturare.
Il vocabolario Campanini e Carboni individua il significato del verbo
suddetto in digrignare
i denti,
parzialmente simile al significato indicato dal libro di De Gruyter. E
ci sarebbe anche da dire che l'acqua proveniente da
una sorgente
nei pressi dell'attuale abitato, fino a relativamente pochi decenni fa,
serviva per una serie di mulini posti più a valle. Quindi esiste pure
un riferimento funzionale al verbo. Ed è anche vero che le vocali sono
i suoni che più facilmente si modificano nel tempo. Ma le consonanti?
In
questa spiegazione troviamo varie incertezze proprio su di
esse.
Troppi passaggi che rendono labile il riferimento. Inoltre i nomi
dei luoghi sono sempre stati generati più con riferimento al
paesaggio che alla situazione del costruito, del resto venuto dopo, o
dei suoi abitanti. I mulini, nel caso, sono opera dell'uomo e non della
natura.
Uguale derivazione è riportata nel libro Nomi d'Italia
dell'Istituto Geografico De Agostini di Novara. In esso si riprende lo
stesso ragionamento, i medesimi riferimenti temporali con la variante
che si parla di "località
caratterizzata da terreno franoso e friabile, detriti di roccia e
simili."
Ma il territorio di Frosolone non è franoso, semmai carsico
per
le numerose caverne sotterranee, perciò ha una caratteristica diversa.
Il verbo frendere
molto probabilmente non c'entra nulla se è così incerto. I nomi
dei luoghi derivano comunque da situazioni particolari, mai generali.
Diversamente
molti paesi potrebbero chiamarsi allo stesso modo provenendo dalla
stessa origine.
Forulus
Bisogna premettere che in mancanza di prove certe,
prendendo in
prestito la metodologia dai nostri codici civile e penale, esiste una
struttura logica molto intelligente. Cioè si fa riferimento a una serie
di indizi che siano concordanti fra loro e logici per trarne delle
conseguenze che abbiano, appunto, il valore di una prova. Ossia ci si
avvicina, con una probabilità molto alta, alla verità, e non possiamo
che fidarci di ciò.
Vi è, in base a tale ragionamento, questa soluzione.
In latino forulus
significa grotta, caverna, passaggio dentro una montagna e simili.
Abbiamo una testimonianza di una inaugurazione di una galleria chiamata
del Furlo,
in località Acqualagna, in
provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Si tratta di una gola
aperta da Vespasiano nel 76 dopo Cristo, poco
prima dell'eruzione che distrusse Pompei.
Forulus
potrebbe essere la vera orgine del nome Frosolone. Si tratta
di
epoche precedenti l'arrivo dei longobardi, prima ancora di San
Benedetto e quando le guerre sannitiche erano finite. Le Civitelle
non
dovevano essere più abitate, forse distrutte dai romani, e il nuovo
sito doveva trovarsi
più a valle, proprio dove ora sorge Frosolone o nei suoi pressi.
A meno di cinquecento metri dall'attuale abitato vi è una caverna
chiamata
semplicemente Grotta, da cui parte un torrente che,
verosimilmente, doveva servire, in
principio, per
l'approvvigionamento idrico della popolazione locale. E' noto, difatti,
che i centri abitati sono sorti sempre vicino a sorgenti o corsi
d'acqua. Il forulus
di cui si parla in queste note doveva essere la tale Grotta che ancora
oggi si può
vedere. Non diversamente da Acqualagna che, come si capisce, denota la
presenza uguale di qualche rivolo.
Il passaggio da forulus
a Frosolone si è avuto allo stesso modo di come è avvenuto per altri
luoghi. Per esempio il nome Carpinone, a qualche decina di chilometri,
è nato
dal fiume Carpino che lo attraversa. Dunque il suffisso (-one)
serve a definire un luogo in cui ci sia ciò che è indicato nella parte
iniziale della parola. Perciò forulusone.
Poi, senza che alcuna consonante sia stata abbandonata, due metatesi:
la prima che abbia trasformato forulusone
in Frolusone (o
Frulusone),
simile a quella che generò Friuli da Forum Julii,
e la
seconda che lo abbia definitivamente fatto diventare Frosulone (o Frusulone),
(cambiando di posto la consonante l
con la consonante s),
molto
simile a come lo si chiama, oggigiorno, in dialetto.
Quindi italianizzato nell'attuale Frosolone.
Vi è da aggiungere, come altro indizio, che l'intera montagna di
Frosolone è ricca di caverne sotterranee e di grotte: i foruli da cui si è
partito con questa spiegazione.
Le
citazioni medioevali, come
sono riportate nei testi di De Gruyter e dell'Istituto Geografico De
Agostini,
(tutte risalenti a dopo l'anno mille, quando Frosolone già era stato
ampliato nelle aree adiacenti al quartiere originario attorno alla
chiesa di Sant'Angelo), con le vocali "e" oppure "i"
all'interno del nome, non contraddicono questa ultima ipotesi.
In
essa si è tracciato il passaggio logico che potrebbe non coincidere,
temporalmente, con quello avvenuto nei secoli.
Testi da
poter leggere e consultare: