Archeologia
sezione di
www.softwareparadiso.it
software, servizi, informazioni sull'edilizia e la casa
 
L'intonaco sui muri delle case nel sito archeologico delle Civitelle, a Frosolone
 
Perché c'era l'intonaco sulle pareti delle case, nell'antico Sannio

I muri delle abitazioni

La tecnologia dell'epoca, per cui le pietre usate per realizzare i muri delle abitazioni non erano ben squadrate, creava un problema di dispersione di calore oltre che di condensa interna. Le case, così edificate, appurato che avessero un solo piano, quello terreno, e molto verosimilmente composte di un unico ambiente, erano dotate di pareti con una forte dispersione termica. Gli spifferi, fra i vari conci, dovevano essere molto fastidiosi se non ci fosse stata una soluzione pratica e facile da porre in opera: l'intonaco. Anche se è verosimile che si costruisse con un legante a base di fango e paglia, tuttavia bisogna ritenere che internamente ci fosse necessità di una protezione per fare in modo che il coefficiente liminare della parete fosse il più basso possibile. Ossia ci doveva essere uno scambio termico, fra l'aria dell'ambiente interno, riscaldata dal camino, e la superficie della parete, non esagerato come poteva risultare per un muro di pietra senza alcuna protezione.
Ma vi era anche un altro motivo che dovette far capire come fosse importante inserire un materiale diverso, e meno disperdente calore rispetto alle pietre, sul muro interno. Difatti l'aria è sempre ricca di vapore acqueo e ne contiene di più all'aumentare della temperatura. Succedeva che, durante la stagione fredda, e a ciò ci riferiamo per questa dimostrazione, il calore generato dalla legna e dalla fiamma, manteneva quasi costanti, durante il giorno, i gradi interni alle case. Di notte, ovviamente, la temperatura scendeva. Era il momento in cui la parete si raffreddava e consentiva al vapore acqueo presente nell'aria di condensarsi. Ma la condensa, sotto forma di goccioline di acqua, diventava muffa, quindi di colore scuro e piuttosto puzzolente nel tempo. Gli abitanti delle montagne dovevano sapere che bisognava evitare tutto questo nel lungo inverno in cui si usciva anche raramente di casa. 

La soluzione dell'intonaco

Ci poteva essere anche la soluzione di rivestire le pareti con tavole di legno, ma restava il problema delle infiltrazioni dall'esterno e la muffa che, sotto le tavole stesse, si generava e mandava cattivo odore. Dunque occorreva che la parete fosse protetta senza lasciare spazio per aria e umidità. Perciò l'intonaco. Un impasto di fango e paglia, non dissimile da quello che, probabilmente, veniva usato per porre in opera i grandi massi delle mura di cinta. E si sapeva benissimo che all'esterno questo materiale doveva rovinarsi molto rapidamente con gli agenti atmosferici. Ma non all'interno dove veniva usato a sigillare e coprire tutte le fessure possibili e a fare della parete un unico piano verticale. Non era difficile utilizzare un fratazzo di legno costruito molto semplicemente con un ramo di un albero.
La paglia doveva servire come intelaiatura del fango, per sorreggerlo durante la posa in opera e per dargli un po' di struttura interna onde evitare le fessurazioni durante l'essiccamento. Quindi rimaneva spalmato sul muro uno strato di tale tipo di intonaco nel quale era anche possibile inserire elementi di legno, soprattutto verticali, ai quali appendere abiti e recipienti. In questa maniera l'intonaco diventava anche più resistente per la minore lunghezza di ogni singolo tratto.
E' risaputo da parte dei tecnici di oggi, difatti, che le case in muratura di pietrame, com'erano quelle del tempo sannitico e ancora precedente, danno problemi di condensa e di muffa qualora siano con pietre a vista. Internamente, se fuori non esiste intonaco di protezione della parete, si creano zone scure soprattutto lungo gli spigoli dove, all'esterno, sono i conci di maggiori dimensioni a formare l'angolo della casa. Lo stesso punto dove la dispersione di calore è doppia perché la superficie è maggiore di quella che appare internamente. Questi elementi si chiamano ponti termici, come luoghi dove si trasmette maggiormente il calore dal'ambiente riscaldato, d'inverno, verso l'esterno. E dove, dentro, si possono notare le efflorescenze di muffa.

Torna all'indice generale degli argomenti sull'archeologia.