Archeologia
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Un errore di fondo nelle datazioni archeologiche
 

I riferimenti illogici negli scavi

I fatti storici

Troppo spesso si datano costruzioni del passato, ma qui ci riferiamo soprattutto alle mura megalitiche dell'Italia in epoca sannitica o precedente, utilizzando il metodo dell'assocazione temporale che fa riferimento alle guerre con i Romani. Quasi che fosse oro colato ciò che gli storici, secoli dopo, abbiano scritto oppure come se, ciò che risulta dai racconti, sia la verità. E' facile criticare questa procedura per i seguenti motivi:

  • gli storici che riportano i fatti accaduti nell'Italia dei primi secoli avanti Cristo hanno scritto di ciò che altri hanno detto prima di loro. Difatti si tratta di resoconti di eventi che non hanno visto o vissuto direttamente e la cui attendibità è da considerare piuttosto bassa;
  • quando i resoconti sono di autori della parte dei vincitori è immaginabile che cosa si possa aver asserito. Ciò è vero persino ai giorni nostri, come ci si può fidare di quello che millenni fa abbiano saputo, per esempio Livio o Strabone, raccontare? E anche per questo la verità non è del tutto garantita;
  • molti fatti riportati sono evidentemente frutto di immaginazioni e di errori madornali: basti penare al numero esagerato di morti in battaglia nelle varie guerre fra Sanniti e Romani, oppure al giuramento fatto dentro le mura di Aquilonia, quasi che un reporter sotto copertura fosse penetrato fra i soldati a seguire le macabre(?) procedure di uccisione di chi non avesse giurato di combattare fino alla morte. E qui siamo al romanzo fantasioso e ridicolo;
  • svariate descrizioni sono incongruenti con le distanze da percorrere o con gli altri fatti del momento storico;
  • i luoghi indicati spesso sono errati per lontananza con altri ai quali si fa riferimento, oppure per nessun altro riscontro storiografico. Sono, duqnue, invenzioni?
E basta così per sapere che attendibilità possano garantire molti di questi storici del passato. Anche se, confrontando scritti differenti dello stesso momento, si può ricavare qualcosa di vero. Ma i ricercatori di oggi mettono in dubbio almeno una parte di quanto riportato. Nemmeno si dimentichi che gli stessi scritti non sono originali, ovviamente, e possono esserci stati errori di trascrizione nel Medioevo, come è abbastanza provato. Un esempio è la confusione fra settembre e novembre nelle copiature di ciò che si scrisse a proposito dell'eruzione del 79 dopo Cristo di Pompei. Dove, ormai, è stato appurato che si trattasse degli ultimi giorni di ottobre e non di quelli di agosto (si sono trovati i resti di mosto in fase di fermentazione nei grossi vasi di terracotta interrati, notoriamente ciò avviene dopo la raccolta e la pigiatura dell'uva, in autunno, e non poteva essere agosto ma, soprattutto, è stata trovata una moneta che fu coniata durante il mese di settembre del 79).

La ceramica nei pressi delle mura

Molti ricercatori si fidano, invece, dei resti di ceramiche che si possono trovare, durante gli scavi, nei pressi delle mura di cinta di abitati sannitici. Con tali frammenti, ricostruiti a formare i vari vasi e recipienti, e la cui tipologia è nota più di altri ritrovamenti archeologici, si può giungere a datare anche le stesse mura. Ossia ritenendo che sia il medesimo contesto q, quindi, lo stesso periodo storico.
Se fosse vero significherebbe che non abbiamo il senso del tempo che scorre e che la città, usiamo questo termine sicuramente non sempre appropriato, sia frutto di un'idea nata e compiuta nel giro di pochi anni. E per questo si parla dei Sanniti come erano, come vivevano, oppure come erano organizzati secondo una ben precisa maniera. Quando?
La risposta non c'è perché non esiste la domanda. Quasi che il film del mondo, quello che oggi si tenta di vedere, sia stato composto e si svolga contemporaneamente. Cioè non ci si cura di pensare ai secoli che possano aver cambiato i popoli e la loro vita. Se non si conosce bene chi fossero i progenitori degli Opici, gli Osci, che precedettero a loro volta o che si confusero con la popolazione sannita, come è possibile ritenere che ci sia precisione nel resto, senza storicizzarlo? Non è possibile.
Perciò vale lo stesso ragionamento per le ceramiche che sono ritrovate appena sotto le mura. E' alquanto ovvio che le mura siano state costruite prima. E anche se ciò non fosse, nessun collegamento temporale si può pensare che ci sia per datare questi resti con quelle costruzioni. Basti riflettere su quanto tempo occorre per mettere su massi su massi a una certa altezza. Migliaia e migliaia, in alcuni casi ne abbiamo stimato oltre 60'000 (sessantamila, ma potrebbero essere anche il doppio se solo si conoscesse bene l'intera cinta, quale è difficile anche ridisegnare nel territorio circostante. Dunque quanti problemi ci sono per parlare di date sulle mura megalitiche sannitiche. Ne elenchiamo alcuni:

  • la reperibilità del materiale;
  • la lavorazione del singolo masso, anche se minima doveva pur sempre esserci, e con quali atrezzi?
  • il trasporto delle pietre dal peso, talora, vedi Alatri, di svariate decine di tonnellate;
  • la posa in opera non soltanto a livello terreno, ma anche a dieci metri di altezza di conci smisurati;
  • la quantità di massi da sistemare e il tempo necessario per una popolazione che può facilmente essere stimata ricostruendo la planimetria dell'abitato.
Tutto ciò pare che non sia stato pensato dai ricercatori che si sono dedicati agli scavi. E questo riporta alla memoria le datazioni del settecento o dell'ottocento quando sembrava che gli archeologi si divertissero a sparare i numeri che venivano loro in mente. Oggi, però, abbiamo anche gli strumenti scientifici per trovare la verità. Allora che si usino prima di essere molto approssimativi nel dare un occhio alla storia.

Un'ultima notazione

Ma puoi mai essere che si siano costruite tante mura megalitiche in svariati territori dell'Etruria, del Lazio, della Campania, dell'Abruzzo, del Molsie soltanto nel quarto e nel terzo secolo avanti Cristo? Per le guerre dell'epoca?
Sembra piuttosto incredibile che gli abitanti di quel periodo, invece di pensare a come sfamarsi e a lavorare i campi, si fossero messi in testa di uccidersi fra loro e, perciò, si fossero dedicati in larga misura a tali tipi di costruzioni per difendersi, solo allora, dagli attacchi dei nemici.
E prima? Nulla? Quasi che la difesa fosse nata di colpo e l'uomo neolitico avesse scoperto che soltanto gli altri animali-uomini assalissero i propri simili e non anche lupi, orsi e altre bestie feroci che si avvicinavano ai centri abitati dove si custodivano pecore, buoi e altre prede.
Tutto si risolve se si riesce a datare le mura megalitiche in maniera scientifica, ossia in laboratorio. Oppure se si rinvia ad altri secoli addietro quella tecnica di difesa che c'è sempre stata da quando si sono aggregati gli uomini a formare i villaggi. E quando il passaggio dalla recinzione in legno verso quello di pietra fu iniziato. Un percorso molto lungo, secoli se non millenni, e pertanto anche la datazione deve considerare che quel tipo di costruzioni non appartengono a un breve periodo della storia dell'uomo italico.

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