La lingua
scritta dei Sanniti
I segni, le lettere, i suoni
Se è vero, come asserisce Salmon, nel suo libro Il Sannio e i Sanniti,
la lingua osca, parlata dai Sanniti, cominciò a essere usata anche
negli scritti a partire dal quinto secolo avanti Cristo, allora è
interessante sapere che i segni si modificarono nel tempo. La verità
è che questo avviene per tutte le lingue. Per tale ragione
l'alfabeto che si ricava dalle iscrizioni è vario secondo il periodo
storico cui si riferisce.
Questa precisazione serve a comprendere
le tabelle che si riportano di seguito in cui sono indicati
caratteri diversi, derivati da alfabeti di lingue già esistenti nella
zona in cui vissero i Sanniti, che corrispondono alle nostre
lettere.
Come è noto la lingua osca era sinistrorsa e anche i caratteri sono
speculari per cui, per esempio, la lettera B è scritta come se fosse
vista allo specchio, così tutte le altre.
Tabella
di raffronto degli alfabeti greco ed etrusco e i suoi derivati,
compreso l'osco. Si noti come l'osco abbia invertito i segni tra la
lettera D e la lettera R.
(Immagine prelavata dal sito spagnolo PROEL.)
Tabella dell'alfabero
osco, derivato dall'etrusco. L'inversione
dei caratteri corrispondenti alle lettere D ed R è
tuttora verificabile anche foneticamente in alcune zone del
Molise dove, per
esempio a Isernia, la parola Madonna si pronuncia Maronna.
(Immagine prelavata dal sito spagnolo PROEL.)
Le tre derivazioni dei segni
L’osco scritto aveva una
particolarità che lo rende effettivamente unico. Difatti esso è una
lingua antica rappresentata mediante tre
differenti sistemi grafici fondamentali, tre alfabeti, con
segni diversi, da cui deriva. Pertanto si possono distinguere,
analizzando le iscrizioni che ci sono pervenute, tre derivazioni:
- etrusca;
- greca;
- latina.
Ciò dipese dal fatto che l'osco,
lingua parlata dai Sanniti, riguardò una popolazione vasta, la più
numerosa dell'Italia dell'epoca, se è vero che era il doppio, (650'000
abitanti), di quella dei romani, che abbracciava territori dall'Umbria
alla Basilicata. Ossia tutta la regione dell'Appennino
centro-meridionale dove vi erano chiare influenze culturali per le
emigrazioni dalla Grecia e dove Roma si stava espandendo oltre il
Lazio.
La stretta dipendenza dell'alfabeto osco da quello etrusco, come si può
vedere nella tabella precedente, derivò anche dalle molteplici
comunicazioni fra i due popoli, soprattutto tramite le aree
del Lazio a confine con l'Abruzzo e, poi, verso il Molise e la
Campania. Regioni nelle quali troviamo i tantissimi resti di mura
megalitiche tipiche del Sannio e per le quali è riscontrabile, tramite
l'Etruria, l'influsso delle maestranze orientali, soprattutto greche,
almeno a partire dal decimo secolo avanti Cristo.
Ciò si ricava dalla similitudine
delle costruzioni, anche se
l'archeologo Giuseppe
Lugli nel 1946 scriveva a tale riguardo: “Ė dimostrato ormai che i
Pelasgi non hanno nulla a che vedere con le grandi fortificazioni
poligonali e che esse non sono così antiche come si credeva un tempo.
Il raffronto con le mura di Tirinto e Micene è puramente tecnico e non
presenta alcun legame storico ed etnico; le mura più rozze risalgono
sul nostro territorio al VI secolo, mentre quelle più accuratamente
tagliate si possono datare alla metà e fine del IV.”
Ma se può essere vero che i Pelasgi appartengono alla mitologia, non
possiamo essere d'accordo sul raffronto che il professor Lugli dice non
esistere, per esempio, fra le mura di Alatri e quelle di Micene.
Nemmeno siamo d'accordo sulla datazione di queste opere che, se solo si
considerasse quanto rempo fosse necessario per completarle, si
penserebbe diversamente. Si veda la nostra pagina
sull'argomento.
Comunque è appurato, qualora ce ne
fosse bisogno, che non è possibile lo studio di una sola tematica della
storia senza sapere dei reperti archeologici che parlano, certe volte
se non sempre, anche senza un linguaggio scritto. Quello che, forse, i
Sanniti che vissero prima del quinto secolo avanti Cristo nemmeno
cercavano.
Tabella dei segni comuni ai tre sistemi di
scrittura, seppure differenti graficamente
Tabella dei segni utilizzati per la lingua
osca scritta. La tavoletta di Agnone, per esempio è scritta su base
etrusca, come la pietra osca della Madonna del Piano.
(Tabella prelevata dal sito MNAMON sulle antiche scritture del
Mediterraneo.)