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Voglio
ancora un po' d'estate: settimo romanzo pubblicato da
Raffaele Castelli.
Una storia giovanile, di adolescenti e del loro liceo. A partire dalla California e da un viaggio di fine anno, alla Finlandia e Nokia per uno scambio culturale. C'è anche l'amore, quello che sboccia a quella verde età. E la voglia di libertà. Il libro è composto di 304 pagine. E' possibile acquistarlo in ogni libreria d'Italia, con il codice ISBN 978-88-488-0912-2, oppure direttamente via internet cliccando qui. IntervistaRaffaele, leggendo questo tuo ultimo lavoro ho capito che avverti una certa nostalgia per il tempo......che passa. E chi non ne ha? Ma volevo donare un testo che si potesse leggere con disinvoltura, senza troppa pesantezza di sentimenti che fanno soffrire. Perciò qualche lampo di ricordi di gioventù, ma solo accennati, o meglio, suggeriti. Poi una storia che fosse gustosa. Che te ne pare? A proposito: ultimo nel senso che ce ne sarenno degli altri! Sì, certo, me lo auguro... Mi pare che hai colto bene la situazione. L'ha letto anche mia figlia che frequenta proprio il liceo classico, adesso, ed è rimasta favorevolmente colpita dal mondo che hai descritto e dagli episodi che ricalcano la realtà della scuola. Sai, credevo di poter confrontare situazioni diverse: la gioventù americana, con quella italiana e di altre zone del nord Europa. Per farne un miscuglio di modi diversi e in fondo simili di vivere la vita. Tutto, come al mio solito, contornato di situazioni comiche che devono alleggerire la lettura. Perciò i viaggi, le biciclette, la moto, le scorpacciate e i pasti in comitiva. E l'amore... Be', mi sono preso una licenza poetica... ma l'ho trattato con delicatezza, come dovresti sapere, se è vero che hai letto i precedenti miei libri... ...li ho letti, li ho letti! ...che non ero mai troppo nel profondo: ho una certa idea su tale sentimento, ma non credo che sia il tempo, ora, di parlarne dal punto di vista filosofico. Me lo tengo per me (e ride). Vorrei sapere perchè proprio Nokia. Be', non ci crederai, ma ho comprato delle gomme per la mia automobile, via internet, ed ho visto che le fabbricavano in quella cittadina. Una piccola città, famosa, peraltro, per i telefonini. Ma ho scoperto che non si fanno là. Ed è rimasto solo il nome. E questo ha fatto scattare la molla della considerazione urbanistica. Sì, che ti meravigli? Non sai che chi scrive coglie ogni particolare per ricevere un'idea e svilupparla? No, immagino. Allora è così. Poi mi sono studiato la zona, gli usi, i comportamenti in cucina, i cibi, le lingua, la geografia, ho usato anche espsressioni del luogo, cosa che faccio usualmente durante i viaggi dei romanzi. Vogliamo dire per quale motivo un lettore dovrebbe acquistare una copia di VOGLIO ANCORA UN PO' D'ESTATE? Perchè è un libro fresco, ovattato, dove il racconto sembra una favola, il tempo della scuola pare riviverlo senza traumi, perchè l'aria che spira è la stessa dei momenti più belli di quel periodo. Anche se la maggior parte del romanzo si svolge all'aperto, non sia mai rimanere al chiuso di quattro mura! La storia del pallone che rompe i vetri della copertura della palestra. E' tutta verità. Lo facevamo ai tempi del mio liceo. Quando ci scaricavamo facendo danni ai vetri. Tutto pagato alla fine. (Da come lo dice, pare di no.) Questo romanzo sembra adatto a essere ridotto in una storia cinematografica, che ne dici? Magari! Per quanto uno scrittore si sforzi e dia immagini della verità raccontata, non riuscirà mai a presentare le scene come in un film. Poi c'è movimento e azione, quindi potrebbe andare, sempre che ci sia qualcuno disposto a finanziare l'opera. Non si sa mai. Bevi! (Un liquorino che ha fatto lui stesso con le foglie di alloro.) Parolacce e cose simili, niente! Non è il mio stle. E non credo che per avere successo bisogna per forza andare verso il volgare. Non mi è mai piaciuto e mai lo farò. Se avrai notato ci saranno una o due pessime parole in tutti i romanzi scritti finora. Ma è un caso, che bisognava essere forti in quei frangenti, altrimenti mi sarei astenuto. Tutto può essere letto, e non potrebbe essere diversamente in questo caso, anche da ragazzini e ragazzine delle medie e delle superiori. Anche dai grandi, ritengo. Perbacco! Altro che! Scrivo per tutti, senza distinzione di sesso, razza, religioni, usi e cultura. (Ride.) (Rido anch'io, mentre mi riempie, ma solo un goccio, della sua produzione alcolica.) |
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