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Un
uomo nella notte: nono romanzo pubblicato da Raffaele
Castelli.
Il racconto è particolare e riguarda la vita notturna di un giovane rimasto con un difetto agli occhi dopo un incidente di moto. La vita al contrario con innumerevoli episodi esilaranti in quel di Matera. Il libro è composto di 296 pagine. E' possibile acquistarlo in ogni libreria d'Italia, con il codice ISBN 978-88-488-0974-0, oppure direttamente via internet cliccando qui. Questa
volta ci sono città e paesi d'Italia e oltre, fino all'Olanda.
Per un prtagonista che va in motocicletta ci volevano zone diverse, i viaggi. Non ti pare? Non so, ma poi si resta per molte notti a Matera. Ho scelto una città che mi piace, i Sassi e non solo. Il dialetto, per esempio, mi è piuttosto simpatico. L'argomento è particolare. Ma che cosa intendevi trattare? Niente. Ho un amico che vive più nelle ore notturne che di giorno. Insonnia e molto tempo a disposizione per scorpire la città quando gli altri dormono. Gli avevo promesso che ci avrei scritto su, e l'ho fatto. Comunque hai avuto l'occasione per descrivere mondi che non molti sanno. Specie coloro che passano troppo tempo a letto. Sì, è vero. Però volevo solo tentare di imbastire una storia con il buio: i pullman che partono, i pescivendoli che aprono il mercato, chi costruisce un palco, chi cerca l'amante. E poi gli animali. Quelli passono la maggir parte del loro tmepo a gironzolare per le strade scure, quando sono poco trafficate. Perciò i cani, i gatti, gli uccelli, e la polizia. Che non sono animali! Non sia mai, anche se tratto tutto con un certo sarcasmo. Vedi il fatto dei ladri e dei falsi poliziotti. Poi la corsa del protagonista che deve rientrare all'alba a casa, onde evitare danni agli occhi malandati. E la moto! Quella mi pare che ci stia bene come simbolo di libertà. Perciò non poteva che essere un centauro il protagonista del racconto. E l'amore che non guasta mai. Una ragazza che appare e scompare, per poi riapparire a un certo punto. Te la sei presa anche con coloro che si rifanno il corpo. Mi è sempre sembrata una cosa ridicola. Ma del tipo che fa ridere, senza offesa per nessuno. E ci ho ricamato su, a Canazei, dove scoppia il finimondo. Non mi far dire di più. No, no. So che non ami raccontare la trama. Mi pare anche ovvio, altrimenti avrei scritto su un sito il racconto e ognuno se lo leggeva o se lo scaricava. Io scrivo romanzi e libri. Giusto. Posso sapere l'Olanda come ti viene fuori? Tutto riguarda la mia gioventù, quando con quell'amico di cui ti ho detto, il quale ha anche una motocicletta, adesso, partii alla volta dei Paesi Bassi. Ma senza mai arrivarci che ci prese lo sconforto ad Aosta e tornammo indietro in treno. All'andata facemmo per metà l'autostop. Quindi sempre fatti che dipendono dal passato. Sempre. Come si potrebbe inventare senza un motivo? Anche se lo scrittore non se ne accorge, va ogni volta a scoprire ciò che già è successo. E lo rivive, magari come un sogno, come lo vorrebbe o come gli sembra che possa essere stato. Freud poteva scambiare la parola sogno con quella di racconto e la sua Interpretazione sarebbe stata uguale, secondo me. Forse è così. Ma è vero che ti sei sbagliato ad ambientare la prima parte a Montefiascone e che in realtà volevi parlare di Montepulciano? Verissimo, non ricordavo il nome della cittadina. Sai, i fiaschi e i vini... Poi mi è tornata in mente e allora mi sono ripromesso di ambientarci un altro romanzo. Un altro? Sì, ma questo va benissimo per Montefiascone di cui mi sono studiato il centro abitato e le abitudini della gente. La foto della copertina? L'amico di cui ti dicevo, ma in una piazza del mio paese. Naturalmente di notte. |
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