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Un sorriso all'orizzonte
romanzo
di
Raffaele Castelli

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Un sorriso all'orizzonte: quinto romanzo pubblicato da Raffaele Castelli.  
Storia particolare di una comitiva di amici che cerca la libertà dal mondo di tutti i giorni. A una certà età della propria vita, quando vuoi controllare se ce n'è un'altra e diversa. Oppure solo un gioco che finisce seriamente. Gustoso racconto di viaggi e popoli diversi. 
Il romanzo è lungo 334 pagine.  
E' possibile acquistarlo in ogni libreria d'Italia, con il codice ISBN 978-88-488-0875-0, oppure direttamente via internet cliccando qui. 
 Copertina del romanzo UN SORRISO ALL'ORIZZONTE (foto di un orizzonte)
Intervista 
Raffaele Castelli, l'autore, comincia a parlare senza che gli abbia chiesto ancora nulla. 

Fu quando ce ne andammo al mare, in cinque per un pranzo estivo, a mangiare del pesce fresco. E allora ci fermammo a un bar e dissi se non avessero avuto voglia di andare via, senza dire nulla alle nostre rispettive famiglie. Per sempre, tra la meraviglia e l'imbarazzo di tutti. A provare se esiste un modo diverso di essere noi stessi. E se, lasciando tutto, saremmo stati capaci di formarci una nuova esistenza. Si ritenne che scherzassi, ma non era del tutto vero: in fondo ognuno vorrebbe sentirsi libero da ogni cosa, una volta. 

Così è nato il romanzo? 

Così è nato, ci ripensai a casa, mi dissi che era una buona trama e ci lavorai su. 

Perchè il Portogallo? 

Mah! Trovai un piccolo paese di nome Monsanto, sul quale avrei potuto costruire una storia, un nome italiano. E poi uno degli amici aveva visitato quelle terre e ci aveva raccontato del baccalà che ne mangiano in quantità eccezionale, cucinato in tutti i modi. E, come ben sai, sono un appassionato di cibi e di cucina. (Ride, come al solito.) 

C'è anche una donna. 

C'è, c'è. Ma non tanto per costruire una storia d'amore, pure, anzi. Quanto per sistemare i ricordi del protagonista che cerca altro e non si accorge di andare verso... stavo per raccontarti il succo del romanzo e non è giusto. 

In che senso? 

Il lettore non vuole che glielo sveli, ritengo, altrimenti se ne salta il gusto della lettura. 

Giusto. 

Mi soffermerò solo sul fatto che si comincia con una festa di compleanno, di quando si era bambini, e si giocava e si scattò una foto, quella della copertina di cui si parla nel romanzo stesso. E che, in effetti, fu una fotografia scattata da mia figlia quando aveva nove anni. Mi pare una bella immagine, con un'asta conficcata nel terreno in primo piano e in lontananza un orizzonte al sole. Chi guarda è nell'ombra. Una simbologia della vita e della speranza. Perciò il sorriso, che riguarda il nostro desiderio di essere allegri e in pace. Il futuro, poi, anche. Che, nella sperenza, diventa migliore. Non ti pare? 

Mi pare. Da come parli mi smebra che sia lo scritto al quale sei maggiormente affezionato. Se è così perchè? 

Credo che sia un momento della nostra vita, quando si arriva alla soglia dei cinquant'anni e si ritiene che si poteva vivere diversamente. Oppure si ha una crisi che il tempo sfugga al nostro controllo. La china, sai, comincia (ride). E non sasppiamo se la vecchiaia sia dolorosa, come dicono. 

Ogni età ha i suoi pro e i suoi contro. Anche i giovani soffrono. 

Vero. Perciò ho attraversato con il romanzo tutte le età, dalla fanciullezza al momento della riflessione sul passato. 

Però non mi pare che il libro sia pesante, anzi. Tutt'altro, divertente in molteplici episodi. E ricordo uno per tutti quello della Torre Eiffel, quando uno degli amici ebbe un... 

Shiii... che nessuno senta. Anzi, visto che scrivi, che nessuno legga prima del termpo. Il gusto di cui ti ho detto. 

Scusa! C'è anche una situazione drammatica, il ladro e il bastone che s'insanguina. 

Mi ci voleva un fatto che modificasse lo scorrere della vita in Portofgallo per finire come finisce il romanzo. Volevo dare una sorta di morale. Che, naturalmente, non posso riferire qui e adesso. Pensa che ho già in mente la continuazione. 

E perchè mai? 

Voglio che ci sia anche una storia contemporanea vissuta da quest'altra parte, della familgia lasciata. Ma credo che partirò da molto lontano. 

Che vuoi dire? 

Be', una studentessa di archeologia. Che ne dici? 

E che ne so! 

Vorrei far andare la figlia del protagonista di Un sorriso all'orizzonte alla ricerca del padre. Non aggiungo altro.  

Alla prossima allora. 

Al prossimo.





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