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La gita
romanzo
di
Raffaele Castelli

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La gita: ottavo romanzo pubblicato da Raffaele Castelli.  
La storia di due ragazzi, poi adulti, appartenenti a popoli diversi e lontani, ma non tanto da impedire il loro amore. Tra mille situazioni diverse, molte comiche. Attraverso l'Europa e l'Asia. 
Il libro è composto da 300 pagine.  
E' possibile acquistarlo in ogni libreria d'Italia, con il codice ISBN 978-88-488-0923-8, oppure direttamente via internet cliccando qui. 
 Copertina del romanzo LA GITA (pullman)

Intervista

Il pullman della copertina sarebbe il simbolo del viaggio. 

Sì, ma un viaggio non solo nello spazio che pure significa attraversare mezza Europa fino all'Armenia, senza contare quello dell'andata del povero ragazzo immigrato clandestino, quanto un percorso nelle diverse tradizioni e culture di popoli differenti, quali quello dell'Italia dei piccoli paesi e di Alaverdi, appunto. 

Noto che ci tieni molto all'immagine di presentazione del libro. 

E' la prima cosa che guarda un ipotetico lettore, prima di acqusitare una copia del romanzo. Sembra che sia solo grafica, ma è ciò che comunica l'argomento, il modo di avvicinarsi al fatto, l'emozione che traduce il testo, la fantasia che si libera. Che in genere uso solo fotografie. 

A proposito, ma chi te le scatta? 

In genere sono le mie. Ho sempre avuto passione per le macchine fotografiche, ne ho quattro di un certo livello, semiprofessionali, chiamiamole così. Una del tutto meccanica, una motorizzata e l'ultima, quella che uso per i libri e le coperttine, digitale. 

Anche la quarta di copertina mi sembra curata. 

E' l'altra faccia della stessa medaglia. Il lettore non sfoglia subito il testo. Prima guarda l'aspetto esteriore e se c'è scritto qualcosa, come si deve, allora è invogliato a leggere. Un sunto che può significare molto per chi non conosce l'autore. 

Il sottotitolo... 

Be', quello è venuto fuori da una frase reaslmente pronunciata da un signore quando ci fu una gita a Pompei. Allora l'autista, siccome era ancora presto, al ritorno, chiese se si desiderava vedere altro e dove andare. Quello, il signore, rispose proprio così: Dovunque vuoi purchè non a...  

(Mi prega di non scrivere il nomedel paese, onde evitare cattiva propaganda, e si ride in due.) Non credo che sia stato solo quel fatto a ispirarti. 

No, c'è anche una ragazza... be', adesso ha una certa età. Una volta era ragazza. Che abitava vicino casa mia di allora. E che lavorava a Roma, anche bella di viso, ma mai sposata. Pensai che meritava, lei e le altre che avevano lavorato senza maritarsi, una storia che le coinvolgesse. Credo che sia un bel pensiero. Anche se nessuno sa ancora chi sia questa donna e non so se lo dirò un giorno. 

Sull'Armenia come ti sei informato? 

Ho studiato gli usi e i costumi, ho visto le immagini di Alaverdi, mi è piaciuto il nome che pare italiano, una funivia che mi ricorda un'altra del genere quando ero a Selvino, in provincia di Bergamo. Mi è andato bene servirmi di questo piccolo centro minerario. Poi preferisco cittadine non troppo abitate. Con le quali mi posso sbizzarrire come se fossero il mio paese, come vedi piuttosto piccolo di dimensioni. 

Lo ritieni un romanzo riuiscito bene? 

Non ti ripeto ciò che dicono tutti gli autori. Che i libri sono come i figli per le mamme. Tutti belli. Però questo romanzo mi pare che abbia una sua fisionomia particolare. Una storia che rispecchia un modo di pensare di una volta, forse ora non tanto esistente nei piccoli borghi. Una sorta di pregiudizio che vale anche come elemento simbolico di ciò che si considera oggi l'emigrato. Poi io uso sempre situazioni che fanno ridere e mi piace dire qualcosa di profondo senza toccare troppo la suscettività di chi legge. Ma non per timore o per mancanza di coraggio, quanto per essere discreto. Siamo tutti uguali di fronte a Dio. 

Questo concetto l'ho trovato anche in precedenti tuoi scritti. 

Sì, sì, è la struttura portante di tutti i mei discorsi. 

Possiamo dire che rispetti tutte le religioni. 

Possiamo dire. Guarda, credo che tutto si possa sopportare degli altri, ma senza offesa per nessuno, tranne il fatto che qualcuno manchi di rispetto. Allora non esiste la base del dialogo e della comunicazione. E mi pare che oggi manchi proprio il rispetto umano nella nostra società. Che ne dici? 

Dico che aspetto il tuo prossimo libro, se ci sarà... (Mi guarda storto.) 

Ci sarà, ci sarà. Se Dio vuole.





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