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Quasi tutti i siti, meno forse quelli
strettamente aziendali, offrono pubblicità nelle loro
pagine web. Ciò consente ai webmaster di ammortizzare le spese di
gestione, se non guadagnare mediante le visualizzazioni e i clic dei
visitatori sui singoli link che appaiono. Tutto avviene tramite
pubblicità diretta, piuttosto difficile da trovare, oppure con l'uso di
sistemi che quella offrono per conto terzi. Tra i più importanti siti
che consentono di mostrare pubblicità remunerata si conoscono Zanox e
Tradedoubler.
Nonostante
si possa inserire una pubblicità tramite i codici forniti da questi
siti che sono intermediari, spesso le case produttrici o coloro che
offrono servizi, i marchi che cercano di attirare visitatori, non sono
affatto propensi a far usare il cosiddetto brand biddig
ai siti che la ospitano. In pratica, con i motori di ricerca, è
possibile comprare delle parole chiavi che indirizzino verso il sito
che mostra la suddetta pubblicità. Ma un conto è usare delle parole che
non richiamano direttamente il marchio pubblicizzato, altra e
acquistare proprio tali parole per aumentare le visite e la probabilità
di ottenere clic che verrebbero remunerati.
Il divieto di brand bidding, letteralmente offerte del marchio, sono una vera e propria concorrenza scorretta verso chi, invece, sarebbe colui che offre ricompense per avere visitatori tramite il sito che mostra un banner o un link testuale. Un esempio? Eccolo: se questo nostro sito offrisse ai webmaster la possibilità di mostrare una pubblicità comunque pagata, allora sarebbe inopportuno che essi usassero il nome software Paradiso per pubblicizzare, a loro volta, un banner o un link verso questo nostro sito. In questo caso potrebbe verificarsi che i motori di ricerca, proprio perché esiste la possibilità di acquisto di parole chiavi che richiamino direttamente software Paradiso, mostrassero il sito che ospita la suddetta pubblicità prima del nostro sito che quella pubblicità offre. L'obiettivo di chi vuole aumentare le proprie visite non sarebbe ottenuto perché si scenderebbe nella graduatoria che appare dopo aver digitato, appunto "software Paradiso" nella apposita casella. E' ovvio, allora, che il brand bidding serve soltanto a chi riceve remunerazione dalla pubblicità e non all'azienda che si vuole pubblicizzare. E tutto appare come un controsenso. Per evitare che i webmaster non ricevano compensi per una pratica di brand bidding, serve usare, nel caso, parole chiavi che richiamino l'attività di chi si vuole pubblicizzare ma non anche lo stesso marchio direttamente. Nel caso appena esposto si potrebbero comprare, se si vuole, parole chiavi del tipo "software per l'edilizia" oppure "software tecnico" o ancora "servizi per l'edilizia" e simili. Torna all'indice della sezione di web e pc per visualizzare altre importanti pagine relative alla tua ricerca. |
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