Una gita a...
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Morterone (LC)
 


Visitare Morterone 
Sarà difficle che qualcuno passi per Morterone, tre decine di abitanti soltanto e in gara con altri minuscoli centri abitati per essere il più piccolo comune d'Italia.  Ci devi andare apposta e per una qualche ragione. O per curiosità. Ma quando arrivi ti rassereni, la pace tutt'intorno è davvero da ascoltare come si ascoltano i grilli, gli uccelli che sfrecciano sui boschi, il dolce rumore dell'erba che batte contro le tue scarpe. Perché ti viene voglia di camminare a piedi, per molto, sulla montagna.
Ci sei venuto per verificare se la storia che hai letto corrisponda la vero, come risulta nel libro 
Sinistri scricchiolii nel buio.
Sei salito da Lecco in automobile per una strada a tornanti che ti ha regalato vedute panoramiche e meravigliose del lago e della città in basso. E poi la natura solitaria. Non sai se devi picchiare a qualcuna delle case sparse di questo piccolo centro abitato. Si arricchisce di popolazione d'estate, anche con i turisti. Ma ora? Si chiede qualcosa? Tanto per parlare e sapere la storia. Come mai ancora esiste un così piccolo comune su queste montagne. E che fa la poca gente rimasta? Agricoltura, pastorizia, legna. Cose di tutti gli abitanti di zone a una certa altezza sul mare. Però sei comunque preso dalla voglia di conoscere.
Il sole è caldo. Ti siedi a osservare i campi, i prati, i tetti. L'abitazione di quella ragazza che aveva una figlia e non un marito. Già, il libro. O la dimora di Serafino di Livigno. Sempre il romanzo che hai letto e ti pare che lo abbia scritto, invece. Non inventato, solo rappresentato che così erano quei personaggi e quegli eventi. Un tantino gialli.
Viene da mortarium che da noi vuol dire stagno, ti fa una donna che ti nota pensieroso.
A casa hai un vocabolario di latino, saprai che si tratta di una parola di antica provenienza. E ti si offre una bibita, anche lei vuole parlare. E' rimasta sola che suo figlio lavora a valle, proprio a Lecco, in un bar. Torna la sera. Ma che, lo conosci?
Forse.
Ed è bello avere questo contatto umano, sotto l'ombra di un porticato davanti alla casa della donna. Seduti su una poltroncina di vimini, che dondola.
Sai, la usava mio marito.
Non osi chiedere, ringrazi, cerchi di andare, avete parlato un'ora e più e sembra che siano passati pochi minuti. Poi cerchi nel tuo zaino. C'è il romanzo di cui hai discusso senza accorgertene. Lo regali alla persona che hai davanti e che piotrebbe essere tua madre. La quale ti guarda negli occhi e tu l'abbracci. Morterone.
Lei ti saluta ancora sull'ingresso e all'ombra. Fa caldo. Tu hai lasciato la macchina poco distante dal paese. Per fare due passi. Ti volti a dare un arrivederci a questo piccolo paese. E sai che, forse, non ci tornerai molto presto. Non sai se ti basteranno le foto che hai scattato per ricordo. Sai, di sicuro, che questa gita è stata una favola.

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