Visitare Gambatesa Quando ti avvicini a questo paese salendo dal fondavalle, vedi solo un gruppo di case distese sul crinale di un monte, nemmeno ti aspetti che sia così basso sul livello del mare, meno di 500 metri. Pare montagna. Il castello è quasi coperto dalle sagome delle case, lo noti al centro di esse che fuoriesce di quel tanto per capire che si tratta di un edificio di enormi proporzioni rispetto al resto. Poi ti fermi nella piazza e procedi a piedi. Perché bisogna attraversare la strada centrale che divide in due il paese più vecchio. Quando arrivi, vedi questo grande palazzo e non credi che possa esistere in un luogo così modesto. Ti lascia pensieroso come ci sia tanta differenza di proporzioni nell'ambiente circostante. E alzi gli occhi al cielo per arrivare all'ultimo piano. Nemmeno hai lo spazio per poter fotografare il tutto: una piazza di fronte è troppo piccola per potersi allontanare di quel tanto che basta. L'intera immagine non c'entra. Tutto restaurato. Forse troppo, come se si fosse modificato lo spirito di questo edificio. Di esso si notano le aggiunte nei secoli, le riprese nelle murature, gli stili differenti. Poi entri. Ci sono conferenze e mostre, si fa silenzio, ti siedi, aspetti, parlano. Ascolti. I pensieri se ne vanno altrove, osservando i muri pieni, di grosso spessore, gli archi di pietra, il tempo che passa e lascia ciò che vuole, ciò che non riesce a distruggere. Senti di principi di paesi vicini, di Napoli, di regni, di secoli addietro. Ogni paesino di queste terre ha qualcosa da custodire, ha un prezioso da mostrare alla gente che vi arriva da fuori. Forse da lontano come quel signore che parla di Rimini e di Leonardo, delle pitture e dei suoi paesaggi. L'arte che si mescola. I monumenti che si lasciano compenetrare nei loro discorsi. Giacché tutto ha qualcosa da dire: basta avere gli occhi per guardare e ammirare. Così a Gambatesa. Nella piazza antistante ti affacci al belvedere verso la valle. Vedi il lago di Occhito in lontananza. Un grande invaso artificiale ottenuto con uno sbarramento sul fiume Fortore. Il lago creato dall'uomo più grande d'Italia e secondo in Europa. Quando torni indietro, lungo quel piccolo corso che ti riporterà alla piazzetta dell'arrivo, lungo la stessa strada, incontri gruppetti di bambini. Ti dimostrano che la vita continua, gridano, giocano, si scansano al tuo passaggio, magari vorrebbero una foto anche loro per essere da qualche parte, un giorno. Come il castello che è arrivato fin qui, dopo secoli di vita: sulla rete. (il castello nel centro
storico del paese)
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